Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Valerie    16/09/2011    4 recensioni
Se Regulus Black avesse lasciato al mondo una figlia?
----------------------------------------------------------
Valérie,una ragazza di diciassete anni,si ritrova ad avere due cugini per casa,di cui non conosceva neanche l'esistenza...Saranno proprio loro a farle scoprire un mondo che lei non avrebbe mai immaginato potesse esistere...
Un immaginario settimo anno dei gemelli che si discosta molto dalla versione originale...
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Funzione e ritorno ad Hogwarts


Dopo essere entrata nella stanza della nonna, Val cacciò tutti in malo modo.
Voleva starsene da sola, soffrire in solitudine.
Nonostante la sua ferrea decisione, Remus si presentò a bussare dopo neanche dieci minuti.
- Posso? – chiese con la sua consueta gentilezza nella voce.
Val non rispose, rannicchiata sul letto, con lo sguardo rivolto al muro.
- Chi tace, acconsente –
Chiuse piano la porta alle sua spalle, dirigendosi verso il capo libero del letto.
Si sedette dandole le spalle.
Val sentì il materasso abbassarsi sotto il peso dell’uomo. Si voltò appena a guardarlo.
Quando lo vide darle le spalle, sentì le sue aspettative venir tradite, convinta che stesse quasi vegliando su di lei.
Fu allora che si rese conto di aver bisogno delle sue attenzioni.
Si girò dalla sua parte, rannicchiandosi in modo tale da far arrivare la sua testa a contatto con la sua schiena e ad incrociare la sua mano con la propria.
Infilò le sottili dita tra il palmo della mano di Remus e il materasso.
Stettero un po’ così, con le dita tese, pelle contro pelle.
Un immenso senso di vuoto avvolse Val, quando sentì la pressione della mano dell’uomo diminuire sulla sua e alzarsi dal suo posto.
Non volle aprire gli occhi, sicura di evitare ad altre lacrime di scendere.
Rimase in ascolto, pronta ad avvertire il leggero cigolio della porta che però non arrivò.
Quello che sentì fu solamente il rumore di passi alla base del letto.
Uno, due, tre.
Silenzio.
Quattro, cinque, sei, sette.
Di nuovo silenzio.
Otto, nove, dieci.
Il materasso si deformò di nuovo sotto il peso del corpo dell’uomo, solo dalla parte opposta.
Delle esili braccia arrivarono a cingerle le spalle e un fragile petto ad offrirle sostegno.
- Sono qui – due labbra le sussurrarono all’orecchio.
A quel punto resistere alle lacrime divenne inutile e, rigirandosi in quell’abbraccio, Val si svuotò di tutto il dolore di cui fu capace.

I giorni che la separarono dal funerale passarono in fretta.
Mangiò e dormì poco e scarsamente rivolse parola a sua madre.
Quella mattina si vestì con un paio di jeans scuri e una maglia nera.
Raggiunse la chiesa assieme a sua madre e Remus, le panche erano occupate da poche persone, per lo più parenti.
Qualcuno la salutò con un semplice gesto della mano, qualcun altro, a sua detta più invadente, la strinse forte in segno di conforto.
L’unica cosa che le fece davvero piacere fu rivedere i suoi vecchi amici.
Corse loro incontro e li baciò uno ad uno.
Si mise seduta tra di loro e Remus poco lontano, mentre Margaret sedette in prima fila.
Val fu stretta in un abbraccio tutto il tempo, i suoi amici le tenevano le mani e le stringevano le spalle senza dire una parola e di questo gliene era davvero grata.
La lunga bara scura era stata ricoperta di fiori e poggiava su di un alto carrello.
La funzione durò circa un’ora.
Usciti anche dal cimitero, i ragazzi seguirono Val a casa e stettero con lei l’intera giornata, fino a che, la sera non dovette riprendere i bagagli e partire nuovamente alla volta di Hogwarts.
- Fatti sentire più spesso -  fu l’unica cosa che ribadirono, prima di lasciarla salire in macchina con Remus e Margaret.
Lei sorrise malinconica da dietro il vetro della macchina mentre li vedeva allontanarsi sempre più.
Arrivati all’aeroporto, Val prese il suo bagaglio e, senza dire una sola parola, scese dalla macchina.
- Val – Remus la fermò per un braccio, - Tua madre vuole parlarti –
- E io non ne ho intenzione, invece – fu la brusca risposta.
Un sonoro ceffone le arrivò dritto sulla guancia destra.
- Ricordati che era sua madre, non solo tua nonna – la rimproverò lui, allontanandosi.
Val si portò una mano sulla guancia arrossata e alzando gli occhi su sua madre.
Margaret si avvicinò piano, porgendole un pacchetto.
- Questo era di tuo padre – le spiegò.
In quel momento si sentì così misera: era stata così impegnata ad odiarla che non aveva pensato a quanto, anche lei, stesse soffrendo per la perdita di sua nonna.
La abbracciò di getto, stringendola forte a sé.
- Perdonami, mamma – singhiozzò.
- No, no amore mio, sei tu che devi perdonare me – le disse carezzandole la testa.
Si salutarono, decisamente più serene di quanto si erano ritrovate due giorni prima.
Val raggiunse Remus correndo e quasi non cadde a terra, inciampando nei lacci della scarpe.
Il licantropo la prese per un braccio, evitandole una bella botta.
-  Ah ma allora il tuo è un vizio, quello di scivolare e cadere! – le disse sorridendo.
In risposta arrivò una pernacchia.
- Questa volta eviteremo spiacevoli inconvenienti e situazione imbarazzanti – le disse tirando fuori dalla tasca della giacca due biglietti aerei.
- Uh, peccato, a me è piaciuto – gli disse strizzando l’occhio e avviandosi verso il varco.
Remus rimase un secondo interdetto, guardando inebetito un punto fisso di fronte a se.
- Reemuuuss, stavo scherzando! – urlò poi Val da lontano, notando la sua espressione incredula.
Dopo un volo di circo un’ora, e un viaggio in macchina di una trentina di minuti, i nostri ‘eroi’ arrivarono alla stazione di King’s Cross.
- Vieni con me – Val supplicò Remus.
- Non posso –
- Allora a scuola non ci torno – disse mettendo il broncio.
- Oh, Val, ti prego non fare la bambina – disse lui, spingendola verso la porta del treno.
- Noo! – esclamò, dimenando le gambe.
Remus presentava, almeno all’apparenza, un corpo esile…all’apparenza.
Senza il minimo sforzo, caricò Val sul treno.
- E va bene… - si arrese, - Posso almeno darti un bacio? – gli chiese.
Lupin annuì, alzando gli occhi al cielo e sporgendosi leggermente.
Val fece lo stesso…inciampando!
Caso? Destino?
Fatto sta che le sue labbra sbagliarono destinazione e si andarono ad imprimere prepotentemente sull’angolo sinistro della bocca di Remus.
Durò un solo piccolo attimo, prima che Val si ricompose e Lupin girò lo sguardo imbarazzato, passandosi una mano dietro la nuca.
Il fischio del treno interruppe il momento imbarazzante che tanto il licantropo avrebbe voluto evitare.
- Vai, che è meglio – disse Remus, evitando accuratamente di guardarla negli occhi.
- S…si, ci sentiamo, ti scrivo, ok? – farfugliò lei.
Si salutarono con un cenno della mano, dopodiché le porte del treno si chiusero  e, piano, iniziò a mettersi in cammino.
Entrò in uno dei tanti scompartimenti vuoti che dava sulla parte della stazione.
Cercò di nuovo Remus con lo sguardo.
Lui la vide, prese la bacchetta dai pantaloni e a mezz’aria scrisse qualcosa:
Siamo due stupidi. Ti voglio bene.
Un largo sorriso le si disegnò sul volto.
Intanto il treno continuò a prendere velocità, rendendo Remus un piccolo punto lontano.
Val si abbandonò sul sedile, emettendo un sommesso sospiro.
Si voltò verso il sedile accanto a sé, su cui aveva lasciato il borsone: il piccolo pacchetto che le aveva dato sua madre se ne stava per terra,  le era caduto, probabilmente, quando aveva poggiato di corsa tutta la sua roba.
Lo raccolse e lo portò all’orecchio muovendolo, cercando di capire cosa potesse contenere, poi, senza tanti preamboli, decise di aprirlo.
Al suo interno, un vecchio sacchetto impolverato di velluto blu.
Lo aprì, allentando le cordicelle laterali. Lo capovolse e fece uscire quello che custodiva.
Un piccolo medaglione d’oro ciondolava alla fine di una lunga catenella dello stesso materiale.







NdA: Allooora, mi sento in dovere di spendere due parole per questo nuovo capitolo.
L’argomento riguarda Val e Remus.
Val si sente molto legata a Remus in questo momento, perché è lui che se ne sta prendendo cura, un po’ come un padre.
Non vuole contare su sua madre, dato il comportamento adottato durante gli ultimi giorni di vita della nonna, quindi gli rimane soltanto lui.
Può succedere, però, che lei confonda questo senso di gratitudine, di affetto per qualcosa di più.
Partite dal presupposto che io AMO Remus!
Ma so che non a tutti può piacere un cambiamento del genere.
Quindi sono più dell’idea che manterrò le cose come stanno.
In caso fatemi sapere!
Un bacio a tutti quelli che hanno letto e che hanno commentato!
Aricch dove sei??


   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Valerie