[Run and hide]
“Juuta...?”
È come se si accendesse all’improvviso un interruttore, là dove la stanza era buia da secoli, e scoprisse tutto in una volta il ciarpame infinito e la sozzura accumulata per anni, tra una ragnatela e un’altra.
“Juuta, come... Perché–”
Tachibana lo guarda in quegli occhi confusi, si ritrae e tra il suo sguardo e le paure semplicemente scappa via, con il petto che brucia di vergogna e le ciglia che pizzicano.
“Juuta...!”
La gonna lo fa quasi inciampare, mentre corre sui tacchetti rasoterra e la testa vortica e quel groppo in gola, sotto il foulard rosa e panna, si annoda meglio di una cravatta.
Juuta ha tanta, tantissima voglia di gridare, e una mezza idea di cosa dire al mondo intero.
Sono solo un travestito, un uomo travestito da donna che truffa migliaia di fans e inganna il suo migliore amico!
I volant gli si aggrappano alle gambe proprio quando ormai è fuori, sul retro, davanti al parcheggio, e lui cade giù, con le ginocchia a terra.
“Oddio–”
E quasi non respira, e non riesce a spiegarsi come mai Asuka l’abbia riconosciuto solo – no, proprio, proprio nel momento in cui Sachihana-sensei l’ha baciato.
“Oddio, sono un idiota, io–”
Lui – lui che è scappato via come un ladro, e adesso invece è lì come uno stupido, con la mano che strofina sulla bocca nel tentativo di cancellare e il guanto bianco sporco di rossetto.
Anche le labbra di Asuka-chan erano sporche di rossetto, quando lui è fuggito.
“Oddio...”