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Autore: rainandteardrops    16/09/2011    9 recensioni
Era a pochi centimetri da me. E non ero immobile perché ero troppo impegnata a contarli; ero immobile perché i suoi occhi mi avevano paralizzata.
Avevo i muscoli atrofizzati. L'unico ancora in vita era il mio cuore, ma se si fosse avvicinato ancora non avrei più sentito i suoi battiti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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half-naked.


Mi svegliai con il fischio del vento, segno che il tempo stava cambiando. L'estate era quasi finita, ormai. 
Rimasi a letto ancora un pò, a fissare fuori dalla finestra; il cielo era plumbeo, ma stranamente non pioveva. Molto probabilmente però, l'acquazzone era durato tutta la notte. 
Quello era il mio quarto giorno a Londra, non potevo non pensarci. Ricordavo vividamente il discorso della sera prima con Liam, la comparsa improvvisa di Harry proprio dopo aver parlato di lui con il suo amico, facendogli intendere che avrei voluto considerarlo più di un amico. Era così, era sempre stato così. Sin dai tempi in cui l'avevo visto partecipare ad X Factor. 
Il suo viso dolce e i suoi ricci mi avevano letteralmente conquistata. Pensavo a lui giorno e notte, come era appena successo. Ma non avrei detto a nessuno - neanche a Chelsea - che l'avevo sognato.
E poi avevo un problema più grande, qualcosa che non era facilmente risolvibile come la rimozione di un sogno.
Mi aveva sentita? Da quanto tempo ascoltava la mia conversazione con Liam? 
Le probabilità mi spaventavano a morte, soprattutto il suo possibile atteggiamento nei miei confronti. Non avrei sopportato le sue risatine misteriose, le sue occhiate furtive, il tono di voce con cui pronunciava il nomignolo che mi aveva affibbiato.
Tutto ciò mi snervava, soprattutto perchè non riuscivo proprio a capire cosa gli passasse per la testa ogni volta.
Non avevo ancora imparato a leggergli dentro. Ero una brava osservatrice, ma con lui era più difficile.
Mi alzai dal letto, notando che Chelsea non era al mio fianco.
Probabilmente, ero l'unica che a mezzogiorno poltriva. Arrancai verso la finestra, ancora scombussolata, infilandomi le mani nei capelli. Non volevo vedere quella massa informe allo specchio, ma i vetri mi ingannarono. 
Avevo un nido in testa? O un cumulo di paglia? 
Lasciai perdere la mia immagine riflessa e guardai il cielo. Numerosi nuvoloni scuri e minacciosi coprivano il sole, vedevo le chiome degli alberi del vialetto muoversi, scosse dal vento. 
Sì, decisamente. L'estate era finita.
Tornai indietro, diretta in soggiorno, quando notai la porta aperta della piccola camera con il lettino singolo. Le coperte avvolgevano qualcosa, o meglio qualcuno.
Mi avvicinai, e vidi Harry Styles immerso nel mondo dei sogni. 
Il cuore prese a battere al ritmo di una vecchia macchina a vapore, sbuffando ogni tanto. La tenerezza di quella scena non era facile da descrivere.
Aveva una guancia schiacciata sul cuscino, la bocca semiaperta, le labbra rosee sembravano chiamarmi.
Una parte dei suoi capelli era nascosta sotto il suo viso, mentre un ricciolo ribelle gli copriva un occhio. Istintivamente, lo spostai, sfiorando delicatamente la sua pelle.
Era dannatamente bello. Bello il suo volto, la sua voce, i suoi capelli, il suo sorriso. Fu quell'istante ad essere bello, troppo. Ed era destinato a durare troppo poco.
Stavo sorridendo, senza rendermene conto. E appena mi accorsi dei movimenti che avevo appena compiuto, ritirai la mano, temendo di poterlo svegliare. 
Ma Harry non si mosse, per mia fortuna.
Mi allontanai velocemente, in punta di piedi, ed arrivai nell'altra stanza con il fiato corto. Non appena vidi i ragazzi alzare lo sguardo verso di me, mi ricordai dei miei capelli, e cercai velocemente di ammaccarli con le mani, con scarsi risultati visto che scoppiarono tutti a ridere.
Me ne infischiai, e feci colazione insieme a loro, dimenticandomi per qualche istante del ragazzo che dormiva nella stanza accanto. 
Scoprii che tutti si erano appena svegliati, e ne fui felice. Mi sentivo meno in colpa per aver dormito fino a quell'ora.
Notai qualche scambio di sguardi tra Chelsea a Zayn, qualche risata all'unisono e un pò di complicità in più. Erano davvero carini insieme; speravo che la loro amicizia potesse trasformarsi in qualcos'altro. Ed ero pronta ad aiutarla pur di far si che le cose potessero andare per il verso giusto. 
D'altronde, lei era l'unica persona da ringraziare per avermi permesso di realizzare il mio grande desiderio di incontrare i One Direction. 
Ed eccoli lì, tutti intorno al tavolo, a chiacchierare con me come vecchi amici. Era qualcosa che mi riempiva il cuore e che mi trasmetteva tranquillità e vibrazioni positive.
L'unica nota stonata in quell'idillio, furono le occhiate indecifrabili di Liam, alle quali non diedi molto peso.
Terminai la colazione dopo un pò, e decisi di andare in bagno a sistemarmi. Andare in giro in quello stato era un insulto.
Passai dalla stanza di Chelsea, strascicando i piedi sul pavimento freddo. Un brivido mi percorse da capo a piedi: non potevo più camminare scalza, non dopo quel drastico cambiamento climatico.
Spalancai la porta del bagno, con lo sguardo basso, infastidita dalla luce già accesa. Mi accorsi solo dopo della persona in piedi di fronte al lavandino. In boxer. 
Harry in boxer. Harry vestito soltanto con dei miseri boxer neri.
Quello fu tutto ciò che la mia mente riuscì ad elaborare, prima che mi rendessi conto che mi stava fissando. 
Non era infastidito, ma non sembrava nemmeno contento. Mi fissava e basta, e di sicuro notò tutti le sfumature di colore che il mio viso assunse. 
Rinsavii dopo una manciata di secondi.
«O-oddio, scusa», farfugliai, afferrando la maniglia della porta e tirandola verso di me, mentre uscivo dal bagno in fretta e furia, cercando di ignorare quell'odioso vuoto nello stomaco.
Lo sentii ridere, poi afferrare la porta e cercare di riaprirla. 
Mollai la maniglia, e restai lì impalata, cercando di mantenere lo sguardo sul suo sorriso. 
«Ti imbarazza il fatto che sia nudo?», mi chiese. Le sue fossette erano ipnotiche. Dolcissime. 
La mia temperatura corporea aumentava, lo sentivo. Mi stavo per sciogliere. 
«S-sì, cioè.. no», balbettai. «Non sei nudo», in teoria. In quel momento speravo solo che Harry mi chiudesse la porta in faccia e mi risparmiasse quello strazio, ma non lo fece. Si divertiva a vedermi morire di vergogna? 
A quel punto le fossette si fecero più pronunciate, il sorriso più ampio. «Vuoi che lo sia?», la voce era rotta, probabilmente voleva scoppiare a ridere, ma riuscii a cogliere nel tono un pizzico di serietà.
Tutte le parole che stavo cercando in un angolino ammuffito della mia testa si persero lungo il sentiero: la sua sfacciataggine mi lasciava ammutolita. 
Restai immobile a fissarlo, non so per quanto, mentre il mio cervello faticava a velocità massima.
Non sapevo che dire. Non avevo nessuna risposta perspicace o sfrontata quanto la sua domanda. Su, inventati qualcosa per dartela a gambe, mi dicevo. Lo feci, e ciò che dissi fu la risposta più stupida e inadatta che avessi mai fornito a qualcuno.
«Mi serve il bagno, sbrigati», mormorai, a bassa voce, per evitare che sentisse la mia agitazione. 
Le mie gambe si mossero nella direzione opposta, la testa mi si piegò istintivamente in avanti. Avevo bisogno di un sacchetto da mettermi sulla testa. 
La figura peggiore della mia vita. 
«Aspetta, Lizzie». Sentirlo pronunciare il mio nomignolo fu il colpo di grazia. Eppure mi voltai. «Hai da fare dopo?»


capitolo un pò demenziale ahahaha spero vi piaccia lo stesso (:
e grazie mille delle recensioni, e di aver messo la mia storia nei preferiti o nelle seguite <3
  
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