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Autore: Aquarius_Virgo    16/09/2011    6 recensioni

Cardia cercava di soffocare dei gemiti in un rantolo, mentre le sue dita afferravano spasmodicamente il leggero tessuto della tunica che indossava, tirandolo con forza all'altezza del petto. All'altezza del cuore. Il Cavaliere d'Oro dello Scorpione non aveva mai ammesso nemmeno a sé stesso di essere malato, di essere in qualche modo più debole degli altri Saint a causa del difetto cardiaco che lentamente lo leniva da dentro. Ma ormai il dolore era troppo da sopportare

La malattia di Cardia sembra essere giunta al culmine, ma c'è chi non è disposto a lasciarlo morire...
{Saint Seiya - The Lost Canvas} {Degel/Cardia}
Genere: Sentimentale, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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»Restless Heart Syndrome



I've got a really bad disease
It's got me begging
on my hands and knees

Take me to the emergency


Cardia cercava di soffocare dei gemiti in un rantolo, mentre le sue dita afferravao spasmodicamente il leggero tessuto della tunica che indossava, tirandolo con forza all'altezza del petto. All'altezza del cuore. Il Cavaliere d'Oro dello Scorpione non aveva mai ammesso nemmeno a sé stesso di essere malato, di essere in qualche modo più debole degli altri Saint a causa del difetto cardiaco che lentamente lo leniva da dentro. Ma ormai il dolore era troppo da sopportare, le fitte al petto si facevano ogni minuto più intense, le mani e le ginocchia gli tremavano violentemente senza che queste ultime potessero fare qualsiasi cosa per sorreggerlo. Si era infatti accasciato contro una colonna, le gambe gli erano cedute, e il suo viso era imperlato dal sudore che gli colava rapidamente dalle tempie. Strinse i denti mentre il suo cuore pulsava sempre più violentemente, strappandogli un altro mugolio di dolore tenuto a stento tra le labbra.

Sentiva l'acre e salato sapore del suo sudore sulla bocca serrata, ma al momento non gli importava nulla.

Non sentiva realmente nulla se non quel lancinante e doloroso battito del suo cuore.



Somebody take the pain away
it's like an ulcer bleeding in my brain
Send me to the pharmacy
So I can lose my memory


Battito,

battito,

battito,

battito.

Respiro.

Battito...


Un altra fitta straziante gli lacerò il petto e al contempo l'animo. La sensazione di vuoto che Cardia provò in quel momento lo fece ancora più sprofondare in quella che sembrava una lenta ed infinita agonia. Il respiro sembrò improvvisamente venirgli a meno, e si rese conto che in quel momento forse era realmente prossimo alla morte. In quell'istante desiderò solamente che il suo cervello si scollegasse. Come la fiammella di una candela che si spegne in un secondo, grazie ad un lieve e semplice soffio di vento, così anche lui voleva smettere di provare qualsiasi sensazione, di modo che anche il dolore si estinguesse. Non avrebbe mai smesso di combattere contro un nemico prossimo a ferire la sua dea. Ma davanti a quell'oscuro malessere che lo corrodeva da dentro, come il più pericoloso dei parassiti, si sentiva del tutto inerte.

E, in quel momento, Cardia si chiese se le stelle dello Scorpione e la sua amata Dea Atena non lo avessero abbandonato al suo destino, in balia di quella malattia cardiaca che lo conduceva lentamente alla morte.


«...dia? Cardia!»


Si sentì scuotere lentamente, percosso con insistenza da delle febbricitanti mani preoccupate, mentre una voce angosciata lo chiamava ripetutamente. Fino a quel momento il mondo era stato colorato solamente col nero, ma lentamente, man mano che riapriva stancamente gli occhi tutto riacquistava i suoi colori, anche se appariva ancora tutto sfocato alla sua vista. Non si era nemmeno reso conto di aver perso i sensi, e ora il suo corpo stanco e provato giaceva inerte tra le braccia tremanti di Degel dell'Acquario. Il Saint dell'Undicesima casa lo fissava con i suoi occhi verdi, illuminati da una strana luce, il suo volto rilassato in un espressione sollevata. L'armatura dorata del suo compagno luccicava sotto i fievoli raggi solari che penetravano all'interno dell'Ottava Casa, mentre il suo elmo e i suoi fini occhiali da vista erano stati gettati sul pavimento accanto a loro.

«Degel... che è successo?» domandò spaesato, poi si soffermò a fissare il volto di quello che, per molti anni, aveva considerato il suo unico amico e sogghignò divertito. «Ehi, è raro vederti in ansia per qualcuno, ghiacciolino!» sbottò poi, mentre il Cavaliere dell'Acquario storceva il naso indispettito. «Ovvio, si sentivano le tue strazianti urla fin dalla Casa dei Pesci, e probabilmente anche Shion le ha sentite. É normale che ci siamo preoccupati, ma io dovevo già scendere per andare a compiere una missione per conto del Gran Sacerdote, quindi sono venuto a controllarti mentre passavo...» asserì freddamente, socchiudendo gli occhi. Era normale invece che Degel si dimostrasse sempre così distaccato nei suoi confronti, eppure Cardia vi ci si era affezionato quasi come un fratello, e sapeva che per l'Acquario l'affetto era reciproco e che non era tutta la verità quella che gli aveva appena raccontato, ormai lo conosceva bene.


«Che ti succede, Cardia?» domandò il Saint di Aquarius. Il tono freddo della sua voce non riusciva a nascondere una nota preoccupata, mentre gli rivolgeva quelle domande. «Non lo vedi? Non sto affatto bene...» il respiro dello Scorpione non aveva mai cessato di farsi sempre più affannoso. La testa gli girava, e il dolore che il pulsare del suo cuore gli provocava era tale che pensava di perdere nuovamente i sensi di lì a poco. Come se un immenso buco nero lo stesse lentamente risucchiando nell'oblio.

Degel non rispose, ma silenziosamente e con discrezione gli infilò la mano sotto la sua tunica, ormai del tutto bagnata di sudore. Il Cavaliere di Scorpio sussultò a quel tocco, non solo per via del pressoché inesistente calore del palmo dell'altro.


«Cosa stai...?» domandò spaventato e dolorante, ma il compagno gli chiese di fare silenzio, mentre chiudeva le palpebre.

«Cerco di aiutarti... e capire cosa ti affligge.»



I'm elated
Medicated
Lord knows I tried to find a way to run away


«Tachicardia...»

«Dimmi?»

Degel alzò un sopracciglio, guardando il Cavaliere dello Scoprione di sottecchi, e questo capì che forse non era una battuta appropriata in quel momento.

«Il battito del tuo cuore è fin troppo accelerato, Cardia. È come se stesse per collassare a momenti...»


Cardia aveva notato che non c'era più solo freddezza e preoccupazione nel tono della voce del suo compagno, ma si era aggiunta una velata angoscia e lo Scorpione non tardò molto a decifrarla, anche perché il suo intuito aveva capito cosa gli stava accadendo già da prima del Cavaliere dell'Acquario. «Lo so che sto morendo: non c'è bisogno di tanti giri di parole!»

Degel rimase spiazzato a quelle parole. Aveva perso quel suo carisma che lo aveva sempre contraddistinto come uno tra i più seri e ligi Saint di Athena.

«Non devi angustiarti per me, Degel: convivo con questa malattia fin dalla nascita, e ho sempre cercato di nasconderla a tutti, cominciando a negare la sua esistenza anche a me stesso. Ma sapevo che prima o poi sarebbe giunto il momento di fare i conti con essa...»

Stancamente si lasciò andare tra le braccia dell'Acquario. Sembrava ormai un mero fantoccio, la sua pelle era pallida e gli arti giacevano abbandonati lungo il pavimento. All'improvviso la mano gelida di Degel gli apparve piena di umano calore.

«Non dire scemenze! Non sono affatto preoccupato per te, e in secondo luogo tu non morirai

Fu stavolta Cardia ad alzare debolmente un sopracciglio con scetticismo. Sapeva che il compagno era molto erudito, ma non era abbastanza. Nessun medico era stato capace di curarlo, alcuni non avevano nemmeno capito perché il suo cuore fosse così debole e provato. E in quel momento, quando ormai sentiva il suo cosmo spegnersi, Degel lo rassicurava sul fatto che avrebbe potuto assistere alla prossima alba! Si sarebbe sentito preso in giro, e avrebbe controbattuto alle parole del Saint dell'Undicesima Casa se una nuova fitta dolorante non gli avesse percosso lo sterno, schiacciandogli i pomoni privandolo dell'aria. Si dimenò in un rantolo, troppo attaccato alla vita per perderla in quel frangente: non aveva ancora fatto nulla nella sua giovane vita degno di nota, né aveva fatto il suo dovere proteggendo la dea e dimostrandole quanto fosse la sua devozione.

Si maledisse, maledisse il corpo debole che non lo rendeva un degno Cavaliere d'Oro e il suo cuore così fragile da non sembrare quello impavido che si confà al Saint dello Scorpione.

«Cerca di resistere ancora qualche secondo!» lo intimò l'altro Saint mentre nuovamente il dolore sembrava talmente intenso da fargli perdere una seconda volta i sensi. Vide il viso crucciato di Degel contorcersi in una smorfia, le sopracciglia contratte e i denti serrati in un morso il suo labbro inferiore, che era diventato rosso come il sangue che di lì a poco sarebbe sgorgato. Quel volto sempre più affaticato si faceva opaco man mano che i secondi passavano. Non c'era più niente da fare, pensava Cardia. Ma proprio quando gli vennero in mente quelle parole, qualcosa nel suo corpo cambiò. Sul suo petto, dove con forza l'Acquario premeva contro la sua mano, la pelle si fece fredda e dolorante, come se migliaia di aghi di ghiaccio lo stessero penetrando fin nelle carni, per poter raggiungere quel muscolo che batteva inesorabile all'interno in maniera fin troppo accelerata. Gemette, soffrendo a causa di quel suo cuore malato e di quel ghiaccio che gli faceva fin troppo male. Ghiaccio che, lentamente, sentì percorrere insieme al sangue le sue vie cardiocircolatorie, fino a raggiungere il cuore. Il freddo che provò in quel momento gli smorzò il fiato, e per un attimo sentì la ragione venirgli meno, sprofondando di nuovo in quel buio catatonico in cui il dolore lo faceva sprofondare.



Degel tirò un profondo sospiro di sollievo, rilassando tutti i suoi muscoli tesi, quando vide gli occhi di Cardia riaprirsi lentamente. Per la seconda volta nell'arco di pochi minuti. Si stupiva sempre di quanto la presenza dello Scoprione gli cambiasse letteralmente tutti i connotati, senza spiegarsene la ragione. Vederlo vivo fu per lui quasi la gioia più grande: non era certo che la sua bara di ghiaccio potesse rallentare il battito del cuore di Cardia, congelandolo. Se qualcosa fosse andato storto, nella sua mera teoria messa in pratica in pochi secondi a causa della sua impulsività e dal fatto che non voleva vedere il compagno morire, probabilmente sarebbe stato lui l'assassino del Saint di Scorpio.

Cardia, dal canto suo, era ancora affannato ma sentiva che il dolore al petto si era affievolito, se non forse addirittura scomparso. Guardò incredulo il Cavaliere di Aquarius, per poi rivolgergli un tiepido sorriso.


«Che cosa mi hai fatto?»

«Niente di straordinario, solo non potevo vedere un mio compagno Cavaliere morire tra le mie braccia. Tutto qui.» Degel si alzò lentamente dalla sua posizione, appoggiando delicatamente il Cavaliere dello Scorpione contro il gelido pavimento di pietra del tuo Tempio. Si sistemò il mantello bianco dietro le spalle con un gesto elegante, fin troppo a detta di Cardia, poi lo guardò, accennando un sorriso.


«Ora devo andare a svolgere il compito che il Gran Sacerdote mi ha affidato.» si congedò con un cenno del capo, ma prima che l'Acquario potesse continuare a percorrere quella casa per dirigersi a quella della Bilancia, Cardia lo fermò prendendolo per il polso. Era straordinario come ora il suo cuore battesse regolarmente, come mai aveva fatto prima di allora, e la forza che aveva ritrovato nel suo braccio gli sembrò quasi innaturale, mentre teneva fermo Degel.

«Non vorrai già andartene! Mi hai salvato la vita, e te ne vai così? Permettimi almeno di ricambiare il... favore!»

Cardia non capiva perché Degel si isolasse così dal mondo, con quel suo sguardo freddo e tagliente che feriva tutti. Tranne lui. Lo Scorpione, benché non comprendesse il motivo per cui Aquarius avesse un carattere così introverso, lo rispettava e gli rimaneva accanto, cercando di farlo sorridere ed essere per lui un buon amico. Ora che lui aveva debellato la sua malattia non poteva rimanere seduto per terra fissandolo andar via.


«Almeno lasciati offrire qualcosa a Rodorio prima di partire!»

«Non importa di venire ricompensato: mi basta solo che tu sia vivo, Cardia.» replicò freddo Degel, ma Cardia mentre si rialzava a stento, aiutandosi appoggiando il palmo della mano contro la colonna al suo fianco, rise beffardo.

«Allora vai: ma sappi che Cardia dello Scorpione ripaga sempre i suoi debiti!»


Era vero. Non avrebbe mai permesso a nessuno di fargli del male. Sarebbe sempre rimasto al suo fianco, lo avrebbe affiancato ed appoggiato e sarebbe stato la spalla su cui appoggiarsi quando si fosse ferito.


Chiuse gli occhi, appoggiando il palmo della mano contro il suo petto.


Respiro.

Battito.

Battito.

Respiro.

Battito.


Era la prima volta che il suo cuore batteva così armoniosamente, senza dolergli in corpo.


I'm a victim of my symptom
I am my own worst enemy
You're a victim of you're symptom
You are your own worst enemy
Know your enemy





Disclaimer:

Autrice: Aquarius

Song: Restless Heart Syndome dei Green Day

Manga di proprietà esclusiva di Monsieur Masami Kurumada e Madamigella Shiori Teshirogi


   
 
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