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Autore: kbinnz    17/09/2011    18 recensioni
Un ragazzino solo. Un sarcastico, irritante bastardo. Quando la salvezza dell'uno è affidata all'altro, tutti sanno che non finirà bene... oppure sì?
Segue "Harry's First Detention".
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton, Un po' tutti
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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I discorsi degli studenti si erano interrotti e tutti gli occhi si erano rivolti alla tavola dei professori per vedere se la rissa che si stava preparando da quelle parti sarebbe esposta. Per questa ragione, occorsero diversi istanti prima che qualcuno realizzasse che le porte per la Sala Grande erano state spalancate.



“Basta così!” Esclamò Silente alla fine in tono perentorio, la sua magia protesa a rafforzare l'ordine. Bumb, imbronciata, posò la tazza di farinata d'avena che era stata sul punto di tirare a Chips, mentre il resto dei professori si ricomponeva con espressione piuttosto colpevole. Piton e la McGranitt si scambiarono un'ultima occhiataccia, ma poi un grido dal fondo della Sala fece evaporare tutte le ostilità legate al Quidditch.
“Preside! E' questo il genere di comportamento che ci si aspetta che i nostri ragazzi emulino?” Harry, insieme agli altri studenti, sporse il collo per vedere chi aveva parlato. Un alto uomo aristocratico dai capelli di un biondo pallido avanzò lungo il corridoio centrale, un bastone dal pomo d'argento stretto in mano. Al fianco di Harry, Draco trattenne il fiato e si sistemò in fretta le vesti.
“Ehi, ti assomiglia,” bisbigliò Harry. “Quello è -”
“Mio padre,” confermò Draco brevemente. Inghiottì a fatica e guardò con apprensione Lucius che marciava verso la tavola dei professori.
“Buongiorno, Lucius,” disse Albus in tono piacevole, lo sguardo scintillante verso Malfoy padre. “Trovo che un vivace dibattito sia un'eccellente maniera di cominciare la giornata. Vorrebbe unirsi a noi per colazione?”
“Preside!” Un secondo uomo, questo con una piccola, bizzarra bombetta, trotterellò arrabbiato sulla scia di Lucius. “Pretendo di sapere che cosa sta accadendo qui!”
“Il pubblico pretende di sapere,” intervenne melliflua una donna magra, con gli occhiali, tenendo dietro al piccolo uomo. “Ha qualche commento da fare, Preside?”
Gli occhi scintillanti di Silente si posarono su tutti loro. “Magari se volessi spiegare cosa ti porta qui così di buon mattino, Cornelius, sarei in grado di rispondere alle tue domande e di provvedere ai commenti per la signora Skeeter.”
Lucius riprese il controllo del gruppo. “Siamo qui, Preside,” annunciò, “per via degli allarmanti eventi avvenuti ieri a scuola!”
“Potrebbe essere più specifico, per cortesia?” Gli occhi di Silente scintillarono ancor più allegramente. “Si sta riferendo al fatto che gli elfi domestici abbiano terminato il dolce, all'allarmante aumento dei calzini mancanti o -”
“Immaginate il mio choc e la prima preoccupazione,” proseguì Malfoy, ignorando il Preside, “quando sono rientrato questa mattina da un viaggio d'affari all'estero e mi sono fermato nell'ufficio del Ministro Caramell per informarlo in proposito, solo per scoprire che gli Auror erano stati chiamati a scuola la notte prima. Diversi studenti anziani sono stati espulsi ed arrestati! Perché non sono stato informato di tali eventi, come membro del Consiglio di Amministrazione e genitore coinvolto?”
“Forse perché era in viaggio all'estero?” suggerì Silente con gentilezza.
“Ero lì,” proclamò Lucius, parlando direttamente alla donna che stava guardando, Harry poteva vederlo, adesso, una penna affaccendata a scrivere, “pacificamente seduto nell'ufficio del Ministro, quando un Auror è entrato ed ha deposto un rapporto che mi ha fatto gelare il sangue! Maledizioni Imperdonabili sono state usate ad Hogwarts! Il mio stesso figlio era un bersaglio! Come è accaduto che una simile violenza sia stata permessa all'interno di queste sacre aule?”
“Oh, pover'uomo,” tubò la giornalista. “Che cos'ha fatto, dopo, in quanto parente coinvolto e membro del Consiglio di Amministrazione?”
“Naturalmente ho suggerito che raggiungessimo Hogwarts immediatamente per ottenere un rapporto completo dal Preside. Ho chiesto che il Ministero iniziasse un'inchiesta completa su -”
“Ed io, naturalmente, mi sono trovato d'accordo sul fatto che avessimo bisogno di sapere che cos'era accaduto esattamente.” L'omino dal cappello ridicolo si era finalmente stancato di essere ignorato. Afferrò la giornalista per il gomito e la girò per spingerla a fronteggiarlo. “Come Ministro della Magia, naturalmente la mia prima priorità è la gioventù della nostra grande nazione. Apprendere che avevano fronteggiato una simile minaccia in quello che dovrebbe essere uno dei luoghi più sicuri della Gran Bretagna è stato ovviamente allarmante, e perciò mi sono mosso immediatamente, fermandomi solo il tempo necessario a raccogliere uno dei dipendenti del Ministero, i figli del quale è detto, nel rapporto, che siano stati coinvolti.” Agitò una mano verso la soglia.
“Papà?” Ron, dall'altro lato di Harry, squittì sorpreso quando l'ultimo membro del gruppo del Ministro si fece avanti.
Harry alzò la testa, interessato, mentre Ron e i suoi fratelli saltavano in piedi e correvano verso l'uomo dai capelli rossi, che pareva a disagio.
“Come si sente dopo aver appreso le novità sulle Imperdonabili usate a scuola, signor Weasley?” premette la donna.
“”Sto ancora aspettando che la voce sia confermata, signorina Skeater,” disse fermamente il papà di Ron, guardando verso la tavola dei professori. “Buongiorno, professor Silente. Spero che perdonerà la nostra intrusione.”
“Non abbiamo nulla di cui scusarci,” sbottò Malfoy, seccamente. “Siamo qui come genitori coinvolti – anche se, forse, data la reputazione dei tuoi figli...”
“Ohi!” Esclamò uno dei gemelli, indignato, sbucando dietro suo padre. “Non abbiamo -”
“- fatto niente! E non è -”
“- vero che ci sono state delle Imperdonabili -”
“- in giro! Era solo Harry -”
La giornalista, la signorina Skeeter, si gettò in picchiata sull'ultimo gemello. “Harry? Harry Potter? Il Ragazzo Che E' Sopravvissuto? Era coinvolto? Ha usato lui un'Imperdonabile?”
Piton si irrigidì e lanciò un'occhiata tagliente a Silente. Bisognava riportare la situazione sotto controllo. Ora.
“Non parli così di Harry!” Gridò Ron rabbiosamente, accorrendo. “E' stato solo -”
“BASTA COSÌ!” Una volta di più la magia del Preside emerse, e tutte le conversazioni si fermarono mentre un Incantesimo Silenziante increspava l'aria nella Sala. La McGranitt si rimise a sedere, con espressione compiaciuta, e Piton le concesse un riluttante cenno del capo in segno di rispetto.
“Grazie, Minerva,” Silente sorrise all'anziana strega. “Ora, poiché sembra che la maggior parte degli studenti abbiano terminato di fare colazione, vi suggerisco di dirigervi verso le vostre classi.” Ignorò i gemiti silenziosi e gli sguardi pieni di disappunto mentre i ragazzi si alzavano per uscire. “Gradirei, ad ogni modo, che quelli che sono stati direttamente coinvolti negli eventi della notte passata rimanessero qui.”
In un battibaleno gli studenti, guidati dal resto degli insegnanti, erano usciti dalla Sala Grande, lasciandosi alle spalle i professori Silente, Piton e McGranitt, assieme ad Harry, Draco, Hermione, Jones, Flint, Baston, Bell e tutti i Weasley.
“Grazie,” Silente sorrise, ignorando sia il Ministro della Magia, sempre più rosso in faccia, che la furia a labbra serrate di Lucius Malfoy. “Ora, Minerva, prima di cancellare il tuo Incantesimo Silenziante, forse potresti essere così gentile da ricordare alla signorina Skeeter e ai nostri ospiti la politica della scuola riguardo alle relazioni con i media.”

Mentre la McGranitt istruiva in tono severo gli altri, Silente raggiunse Arthur Weasley. “Salve, Arthur,” salutò allegramente l'uomo più giovane. “Come stai?” Un cenno d'assenso incoraggiante indicò che l'Incantesimo Silenziante era stato rimosso – almeno in quell'angolo della stanza.
“Sto bene, grazie, Albus,” replicò Arthur, controllando preoccupato i suoi figli. “Qualcuno di voi è ferito? Harry? Stai bene?”
Harry si sentì scaldare il cuore quando il signor Weasley lo incluse a quel modo. “Sono a posto,” assicurò, unendosi al coro degli altri ragazzi.
“Hai motivo di essere orgoglioso dei tuoi figli,” Silente sorrise. “Sono stati rapidi nell'assistere Harry, così come lo sono stati diversi altri studenti.”
Arthur sbatté le palpebre, l'espressione sorpresa, e lo sguardo gli cadde sui gemelli. “Questo è... buono a sapersi, Preside.”
I gemelli si mossero a disagio, sapendo che il padre era molto più abituato a dover venire a scuola per sentir parlare delle loro malefatte. Era decisamente meglio avere il Preside che li lodava per le loro azioni, invece che presentare un conto per i danni e spiegare la ragione dietro alla loro ultima punizione.
“Purtroppo ho dovuto rimproverare uno dei ragazzi, che si è fatto un po', ah, trascinare dall'eccitazione ed ha usato un linguaggio inappropriato ed una maledizione particolarmente violenta proprio davanti a diversi professori,” disse Silente in tono di scuse, malgrado gli occhi gli scintillassero pazzamente.
Arthur sospirò. “Ronald,” iniziò, conoscendo il temperamento del più giovane dei suoi figli.
“Er, no.” Silente scosse la testa.
“Fred? George?” Arthur si girò verso di loro. Era estremamente inusuale che solo uno dei gemelli si cacciasse nei guai, ma era, suppose, possibile.
“No.”
Arthur fissò il Preside. “Non -”
“Erm, sì, sono stato io,” ammise Percy goffamente.
La mascella di Arthur crollò. “Percy? E' stato Percy a imprecare e a maledire qualcuno? Di fronte ai professori?”
“Temo di sì,” disse Silente. “Sono stato costretto a rimproverarlo molto severamente e a spiegargli che un simile comportamento non può essere tollerato in un Prefetto. Dovesse accadere di nuovo, non avrò altra scelta che chiedergli di restituire la sua spilla.”
Ora anche i suoi fratelli stavano fissando Percy. Non avevano realizzato che fosse stato minacciato con la perdita della sua preziosa posizione di Prefetto.
“Tu avresti fatto questo per me?” Ron inghiottì a vuoto. “Ma essere un Prefetto – è qualcosa che hai, tipo, voluto per tutta la vita.”
Percy arrossì e scrollò le spalle, bofonchiando qualcosa di incomprensibile.
Silente spostò lo sguardo scintillante verso Arthur. “Come dicevo, Percy è stato grandemente provocato – il ragazzo che ha attaccato aveva appena cercato di lanciare una Cruciatus al giovane Ronald.” A quel punto Arthur impallidì. Allungando un braccio, tirò Ron verso di sé, mentre Silente sorrideva e si allontanava.
“Stai bene?” chiese di nuovo, facendo scorrere gli occhi sul figlio più giovane.
Fu il turno di Ron di arrossire. “Sono a posto, papà.” Si tirò un orecchio, a disagio. “Erm, è stato Draco Malfoy a salvarmi. Voglio dire, era lì prima che Perce e i gemelli arrivassero. E' stato lui a fermare la maledizione.”
Arthur si girò e fissò il punto in cui Draco Malfoy ora si trovava, accanto a suo padre. “Un Malfoy ti ha salvato? Sapeva chi eri?”
Ron sorrise. “Già. Ma, vedi, io stavo aiutando Hermione, che stava aiutando Harry, e dal momento che Harry è il figlio di Piton, questo fa di lui un Serpeverde, perciò, dal momento che io stavo aiutando un Serpeverde, Malfoy ha aiutato me.”
Arthur sbatté le palpebre, cercando di seguire il discorso. Guardò verso Harry. “Perciò sei stato ferito anche tu?”
Harry si agitò goffamente. Non era ancora abituato al fatto che la gente si preoccupasse della sua salute. “Non molto. Voglio dire, sì, hanno cercato di afferrarmi, ma avrebbe dovuto vederlo, signor Weasley – erm, voglio dire, zio Arthur. Sono tutti arrivati correndo e sono saltati addosso a quei tizi, e poi, quando era tutto finito, Draco ha detto quello che Smythe aveva fatto e Percy ha dato fuori di testa ed è diventato tutto protettivo ed è stato solo quando il Prefetto di Serpeverde l'ha afferrato che si è fermato.”
“Quella graziosa -”
“- e ben messa -”
“- Prefetto di Serpeverde,” aggiunsero i gemelli con aria d'intesa. Arthur fissò nuovamente Percy. “D-di quale Prefetto si tratterebbe, figliolo?” chiese, un po' incerto.
“Davidellajones,” ammise Percy, a voce molto bassa e molto in fretta, fissandosi le scarpe.
Arthur lanciò un'occhiata al punto in cui la piccola Grifondoro se ne stava accanto ad un'alta, flessuosa ragazza dalla pelle scura. Gli occhi di Arthur si spalancarono.
“E' fantastica!” Si entusiasmò Harry. “E' stata anche più spaventosa di Flint, zio Arthur! Ed ha quasi – erm – be', ha quasi fatto qualcosa di veramente terribile a quello che mi aveva fatto male.”
“Davvero?” Le sopracciglia di Arthur avevano ormai raggiunto la linea dei capelli. Be', ora sappiamo che piacerà a Molly. Adocchiò Percy con aria pensierosa, notandone l'espressione mezza imbarazzata e mezza orgogliosa. “Ragazzi, lasciatemi parlare con vostro fratello per un attimo.”
Gli occhi di Percy si alzarono a incontrare quelli del padre, poi si abbassarono. Piegò le spalle come se si aspettasse un colpo e strisciò i piedi a terra, spostandosi qualche metro più in là. Harry e gli altri ragazzi lo fissarono ansiosamente.
“Zio Arthur, non sarai davvero arrabbiato con lui, vero?” chiese Harry nervosamente, ricordandosi le parole dell'uomo riguardo a scapaccioni che qualche volta facevano male più a lungo che non per pochi secondi.
“Già, papà,” intervenne Ron, sembrando preoccupato. “Stava solo proteggendo me. Per piacere, non punirlo davvero.” “Avanti, papà,” aggiunsero i gemelli.
“- non è come -”
“- uno dei nostri scherzi.”
“Perce lo Scemo stava davvero -”
“- proteggendo Ronnino piccolino.”
“Non puoi essere arrabbiato con lui -”
“- per quello.”
Arthur si liberò gentilmente e si incamminò verso Percy. Prima che potesse parlare, il Prefetto esclamò, “Mi dispiace! So che non avrei dovuto farlo, ma quando ho sentito quello che aveva provato a fare a Ronnie ho perso semplicemente la testa. So che il Preside è furioso, e la professoressa McGranitt mi ha detto che se mi avesse sentito di nuovo usare un linguaggio del genere avrebbe usato un Incantesimo Insaponabocca, ma io -”
“Figliolo, calmati. Prendi fiato.”
Percy, obbedì, prima di gettare al padre uno sguardo imbarazzato. “Scusa. E' passato così tanto tempo dall'ultima volta nella quale sono stato nei guai che sono stato preso dal panico.”
Arthur sorrise. “Lo so – grazie ai gemelli ho perso l'abitudine di rimproverare un figlio alla volta. Ora, dunque: i tuoi professori sono molto arrabbiati con te?”
Percy gli lanciò un'occhiata furtiva. “Be'... il Preside ha minacciato di togliermi la mia spilla da Prefetto, se dovesse capitare di nuovo. Ma aveva gli occhi che gli brillavano e deve avermi dato una dozzina di caramelle al limone, perciò non credo che fosse davvero arrabbiato. E, erm, la professoressa McGranitt mi ha sgridato per il linguaggio, non per le bolle o cose così, perciò penso che neanche lei fosse poi così furiosa. Voglio dire, sai com'è, quando è davvero arrabbiata: non si prende il disturbo di gridare, si limita ad assegnare punizioni, perciò il fatto che mi abbia rimproverato solo per qualche minuto...”
“... fa pensare che non sia arrabbiata sul serio,” concluse Arthur. “Sì, be', sai che tua madre ed io siamo molto orgogliosi del tuo comportamento qui ad Hogwarts, ed il fatto che tu sia un Prefetto significa un sacco per noi.” Percy sussultò. Ecco che arrivava. “Ma la famiglia è più importante, ed io sono felice di sapere che le tue priorità sono a posto.” A Percy cadde la mascella. “Ora. Parlami di questa signorina Jones.” Mentre suo figlio lo fissava ad occhi sgranati, Arthur affondò le mani in tasca. “Ecco, devi aver bisogno di qualche Galeone per poterla portare ad Hogsmeade.”

Mentre Arthur parlava con Percy, Piton incontrò lo sguardo di Harry e gli rivolse un gesto imperioso. Finché c'erano giornaliste idrofobe là intorno, non aveva intenzione di permettere che le ingenue chiacchiere del ragazzo restassero prive di controllo.
Harry gli trotterellò obbediente accanto. “Rimani vicino a me a meno che non ti dica altrimenti,” ordinò il suo tutore severamente. Avendo inscatolato al sicuro Harry, Piton controllò gli altri studenti. I Weasley erano con il padre. Gli studenti più anziani – Baston, Bell, Flint e Jones – se ne stavano in gruppo, e Jones aveva preso sotto la sua ala la so-tutto-io Grifondoro. Restava Draco.
Draco era in piedi accanto a suo padre, in attesa che questi riuscisse a liberarsi della Vicepreside. Solo il pallore del ragazzo rivelava la sua ansietà, ma Piton conosceva anche troppo bene il temperamento esplosivo di Lucius Malfoy. Era troppo sperare che il ragazzo non l'avesse sperimentato personalmente e , a giudicare dalla sua espressione, Draco aveva indubbiamente imparato a temere lo scontento del padre. “Vieni,” sbottò verso Harry. Potter non era l'unico bambino con parenti brutali.
Si avvicinò al punto in cui Draco se ne stava sull'attenti e posò una mano sulla spalla del ragazzo. Draco sussultò, poi si rilassò visibilmente quando vide che si trattava del Capo della sua Casa. Harry sorrise e – ignaro come sempre – assestò una gentile gomitata all'altro ragazzo. Draco forzò un debole sorriso, prima di girarsi nuovamente ad aspettare suo padre.
Finalmente la McGranitt si allontanò dai visitatori con un sorrisetto soddisfatto e felino, e il sonoro ritornò per tutti e tre.
“Come osa trattarmi come fossi un bambino indisciplinato!” s'inalberò il Ministro.
Hogwarts imbavaglia i suoi ospiti – Un incantesimo silenziante ammutolisce il Ministro,” bofonchiò la Skeeter alla sua penna, ignorando il suono soffocato di sgomento di Caramell.
“Ora, aspetti un attimo! Non vorrà scriverlo così!” obiettò lui, tirandola da una parte.
“Draco,” cominciò Lucius in tono vellutato, le nocche bianche serrate sul bastone. Suo figlio inghiottì convulsamente e Piton poté sentirlo tremare.
“Lucius,” lo interruppe Piton.
Lo sguardo di Malfoy lasciò bruscamente il figlio; i suoi occhi si assottigliarono quando vide chi gli si era rivolto. “Severus,” salutò.
“Salve!” Harry, sentendosi felicemente al sicuro nei pressi del suo tutore, protese la mano verso di lui. “Io sono Harry Potter, signor Malfoy. Sono uno degli amici di suo figlio.”
Lucius sbatté le palpebre. “Tu... sei?” Scosse la mano di Harry con aria piuttosto assente.
Draco si morse il labbro, improvvisamente speranzoso. Suo padre gli aveva ordinato di farsi amico Potter, e Lucius era stato furioso quando Draco aveva raccontato del loro poco promettente incontro sull'Espresso per Hogwarts. Magari questo capovolgimento avrebbe soddisfatto suo padre?
“Scusatemi.” Una voce nuova proveniente da dietro di loro li fece girare tutti, e Draco osservò come l'espressione di suo padre si oscurava quando vide di chi si trattava.
“Cosa vuoi, Weasley?” Come sempre, pronunciò il nome con disgusto.
“Volevo ringraziare tuo figlio, Malfoy. Ha salvato il più giovane dei miei ragazzi da una Cruciatus.” Arthur si fece avanti e offrì la mano a Draco. “Io sono il padre di Ron, Draco, e quello che tu hai fatto è stato molto coraggioso ed onorevole. Io e la mia famiglia ti ringraziamo per aver aiutato Ron.”
Draco lanciò un'occhiata nervosa al padre, ma le sue maniere da purosangue l'ebbero vinta. “Prego, signore,” disse, sperando che suo padre non sarebbe esploso alla vista di lui che stringeva la mano di un traditore del suo sangue.
Arthur gli sorrise. “Magari ti piacerebbe venire a trovarci alla Tana durante le vacanze? Ron mi dice che ti piace il Quidditch – in genere noi abbiamo giocatori a sufficienza da mettere in campo due squadre.”
“Erm, grazie, signore.”
Arthur si rivolse a Lucius. “Tuo figlio fa onore alla tua famiglia, Malfoy.” Gli offrì la mano. “Devi essere molto orgoglioso di lui.”
Lucius fissò la mano protesa, poi lanciò un'occhiata al resto della stanza. Praticamente ogni occhio era rivolto verso di lui. Inghiottì a fatica. Weasley era un impiegato di basso livello del Ministero, un traditore del suo sangue che si era opposto al Signore Oscuro e qualcuno con nessun prestigio sociale. Ma era anche un purosangue di un'impeccabile – anche se impoverita – stirpe, e qualcuno che era sia molto amato che molto rispettato nel Mondo Magico. Insultarlo pubblicamente avrebbe giovato poco a Lucius e avrebbe potuto alienargli le simpatie di altri, molto potenti, maghi. “Er, grazie,” disse, strozzandosi sulle parole mentre accettava cautamente la mano dell'uomo.
Un lampo accecante quasi lo fece gemere ad alta voce. Ovviamente quella fottuta giornalista avrebbe fotografato l'evento. “Due antiche famiglie si riconciliano grazie all'eroismo dell'erede Malfoy!” sibilò la Skeeter verso la sua penna, prima di concentrarsi sul ragazzo dai capelli neri che aveva davanti. “Harry Potter – pensi che Hogwarts sia troppo pericolosa per te? Temi per la tua vita? Il Ragazzo Che E' Sopravvissuto vive nella paura?”
Harry sbatté le palpebre. “Huh?”
“Il ragazzo è felice di essere qui. La sua unica paura è per gli esami in arrivo,” intervenne Piton freddamente, posando una mano sulla spalla del ragazzo e tirandolo indietro per farlo appoggiare contro di sé.
Gli occhi della Skeeter si spalancarono e la fotocamera magica scattò una foto. “Perché Il Ragazzo Che E' Sopravvissuto viene protetto dal Capocasa e dagli studenti di Serpeverde?” chiese.
“Io sono una specie -” Le spiegazioni di Harry sul suo essere una specie di Serpeverde onorario si interruppero quando la mano di Piton gli strinse la spalla.
“E' stato smistato a Grifondoro ma ha legami anche in Serpeverde,” disse Piton brevemente, anche se dubitava che la strega si sarebbe accontentata di ciò.
La Skeeter aggrottò la fronte. “Quali legami? Nessun Potter è stato smistato a Serpeverde per sei generazioni, ed anche il suo padrino era un Grifondoro, a prescindere da quello che fossero il resto dei Black.”
“Padrino?” Harry aguzzò le orecchie.
“Sei terrorizzato al pensiero che il tuo padrino ti stia cercando?” chiese la Skeeter, abbassandosi rapidamente per trovarsi al livello degli occhi di Harry. “Quali sono i tuoi pensieri riguardo alla sua fuga? Al suo tradimento? Pensi che stia venendo qui per – eek!” L'interrogatorio al bambino si interruppe bruscamente quando Piton l'afferrò per il gomito e la trascinò di peso da una parte della sala.
“Lei non menzionerà il suo padrino al ragazzo, o io interromperò l'intervista e userò la Metropolvere per raggiungere con Potter l'ufficio del Cavillo. Mi ha capito?” sibilò Piton, naso contro naso con la giornalista.
Gli occhi di lei sbatterono rapidamente dietro gli occhiali. “Vuol dire che se non menziono la fuga da Azkaban posso intervistarlo?” insisté.
“Molto bene.” Lui le lasciò il braccio e indietreggiò. La Skeeter riprese fiato e si raddrizzò le vesti.
“Che le importa, comunque?” chiese lei con voce stridula, riguadagnando rapidamente la propria compostezza ora che Piton non incombeva più minacciosamente su di lei.
“E' il mio tutore!” intervenne Harry volenterosamente.
La Skeeter, Malfoy e Caramell si gelarono tutti, fissando Piton, che ghignò in tutta risposta, sperando che l'improvviso martellare del suo cuore non fosse udibile.
“Cosa?” esplose Caramell. “E chi l'ha deciso?”
Mangiamorte ottiene la custodia del Ragazzo Che E' Sopravvissuto!” La Skeeter suonava assolutamente eccitata al pensiero del possibile titolo.
Malfoy fissò il figlio, con il sangue agli occhi, e Draco alzò le mani di scatto in un gesto di supplica. “Ti ho mandato un gufo, Padre! Ti ho detto tutto”
Lucius si fermò; la sincerità di suo figlio era troppo evidente per poterne dubitare. “Ovviamente la tua cara madre non ha ritenuto opportuno trasmettermi il messaggio,” ringhiò attraverso i denti serrati. Lanciò un'occhiata calcolatrice a Piton. “Sei stato occupato, Severus.”
“Pretendo di sapere chi è il responsabile di tutto questo!” Caramell andò avanti con la sua sfuriata. “Si suppone che il ragazzo stia con i suoi parenti Babbani! Chi ha deciso -”
“L'ho deciso io,” disse Silente quietamente: ma il potere dietro a quelle calme parole interruppe tutte le altre conversazioni.”
“Ma – ma – ma io sono il Ministro,” disse Caramell in tono supplichevole.
“Sì, e sei decisamente troppo impegnato ed importante per essere coinvolto in una minuzia quale la sistemazione di un singolo bambino,” assentì Silente in tono piacevole, parlando lentamente e distintamente a favore della penna della giornalista, intenta a trascrivere freneticamente. “Inoltre, in quanto persona responsabile della sistemazione del ragazzo un decennio fa, era solo logico che me ne occupassi io quando si sono rivelate necessarie nuove misure.”
“Preside! Perché sono state necessarie nuove misure?” domandò la Skeeter. “Lei conferma che il ragazzo è rimasto con i Babbani tutto questo tempo? Non erano adatti?”
Silente scambiò un'occhiata con Piton. “Signora Skeeter, posso confermare che per diversi anni Harry ha vissuto con alcuni parenti che erano Babbani. Ad ogni modo, le circostanze cambiano, ed è recentemente apparso chiaro che Harry non avrebbe più potuto restare con loro. Nuove sistemazioni dovevano essere fatte, ed è stato con grande piacere che ho appreso che il professor Piton era disposto a rilevare la custodia di Harry.”
“Il Ragazzo Che E' Sopravvissuto è stato affidato ad un Mangiamorte?”
Gli occhi di Silente persero il loro scintillio. “Il professor Piton è stato una spia tra i Mangiamorte, signora Skeeter. Il suo operato in tempo di guerra è stato lodevole ed è stato confermato da molti altri oltre a me stesso.” Il suo sguardo si fece come acciaio blu. “Sono certo che lei non stia suggerendo che il Ministro Caramell o io permetteremmo ad un Mangiamorte riconosciuto di insegnare ad Hogwarts?”
“Ovviamente no! Neanche per sogno! Come può anche solo suggerire una cosa simile?” squittì Caramell, oltraggiato.
Piton sentì lo sguardo sardonico di Lucius su di sé, ma rifiutò di guardarlo. “Professore, cosa -” La voce confusa di Harry lo raggiunse, e lui si piegò per mormorare morbidamente nell'orecchio del ragazzo.
“Ne parleremo più tardi. Niente domande, ora.”
Harry si morse le labbra, prima di annuire obbediente.
La Skeeter cambiò rapidamente strategia. “Le mie scuse per essere balzata alle conclusioni,” affermò con noncuranza. “Ma perché il professor Piton? E' scapolo, no? Cosa lo rende adatto ad essere il tutore di Harry Potter?”
Piton inarcò un sopracciglio e guardò il Preside con aria di sfida. Bella domanda.
Silente sorrise. “Severus Piton aveva la stessa età dei genitori di Harry. Sono stati tutti compagni di classe qui ad Hogwarts, insieme, e il professor Piton era un amico d'infanzia della madre di Harry. Chi meglio di un vecchio amico per crescere il suo figlio orfano?”
Harry e i Malfoy stavano ora fissando Piton sorpresi, e lui era pronto a strangolare il Preside con la sua stessa barba. Come osava condividere una simile, privata informazione con l'intero Mondo Magico?
Gli occhi di Lucius si assottigliarono. “Non ricordo che James Potter e Severus Piton fossero precisamente amici stretti, Preside, ed anche io ero qui durante parte dei loro anni di scuola.”
Silente agitò una mano con noncuranza. “Severus e Lily sono sempre stati più vicini di Severus e James, Lucius. Ma sai come le rivalità scolastiche si infiammano e poi si spengolo.” Piton riuscì a malapena a controllare un ringhio di rabbia. La sua persecuzione ad opera dei Malandrini, accantonata con indifferenza come una “rivalità scolastica”? “Ma quando i tempi si fecero cupi verso la fine della guerra, fu allora che le vere nature delle persone si rivelarono. Nessuno fece più di Severus Piton per cercare di proteggere i Potter quando si nascosero, e sono certo che sarebbero profondamente grati a Severus per la cura e l'affetto che sta mostrando verso il loro bambino.”
Ora Lucius lo stava fissando con aperto sospetto e Piton era praticamente incandescente per la rabbia per la spudorata manipolazione di verità fatta dal Preside. Sì, aveva fatto del suo meglio per proteggere i Potter – dopo aver realizzato chi aveva tradito a Voldemort rivelandogli quella maledetta profezia. Sì, era stato, tecnicamente, un membro dell'Ordine insieme ai Potter – ma non si erano mai visti, dal momento che le sue vere alleanze non potevano essere note a nessuno che non fosse Silente. Ma, peggio di tutto, come poteva Albus semplicemente uscirsene fuori dicendo che stava mostrando “cura e affetto” per il moccioso, come se veramente il disgraziato gli piacesse? Nessuna meraviglia che gli occhi del piccolo mostro stessero scintillando come stelle! Ed era tutta colpa del creativo rimaneggiamento dei fatti ad opera del Preside. Cosa si supponeva che facesse con il ragazzo, quando la verità sarebbe venuta alla luce?
“Dunque, mi sembra di capire che il professor Piton abbia la sua piena fiducia, Preside?” chiese la Skeeter, la penna occupata a scrivere. All'assenso di Silente, lei si rivolse al Ministro. “E lei, Ministro? Cosa ne pensa?”
Caramell inghiottì, sentendosi intrappolato. Certo che non voleva che qualche nessuno dal naso adunco e poco fotogenico avesse il controllo – er, la custodia – del Ragazzo Che Era Sopravvissuto, per non parlare di qualcuno il servizio in guerra del quale era, nella migliore delle ipotesi, aperto alle interpretazioni. D'altra parte, sembrava essere stato messo davanti al fatto compiuto, e opporsi avrebbe significato affrontare Albus Silente. Si strofinò le mani l'una contro l'altra nervosamente. Meglio far ricadere tutta la cosa sulle spalle della vecchia gazza – in questo modo, se ci fosse stato un problema, avrebbe potuto negare ed essere credibile.
Avendo deciso, si lanciò con scioltezza nella modalità da stampa. “Be', Rita,” disse con un ampio sorriso, “come hai sentito, in quanto Ministro della Magia non sono in grado di prestare attenzione personalmente ad ogni caso di custodia di minore nella società Magica, anche se si tratta di un bambino quale Il Ragazzo Che E' Sopravvissuto. Mi fido delle nostre agenzie e del fatto che si assicureranno che il benessere dei bambini sia attentamente tenuto sotto controllo, e, certo, con il Preside Albus Silente a prendersi personalmente la responsabilità del caso, accetterò la sua parola sul fatto di aver trovato un tutore appropriato per il piccolo Harry.”
La Skeeter si abbassò per trovarsi di fronte ad Harry, che aveva la fronte aggrottata per l'indignazione di quella frecciata “piccolo Harry”. “E tu, Harry? Cosa ne pensi del tuo tutore? Il Preside ha scelto saggiamente?”
Harry lanciò un'occhiataccia alla giornalista. “Non è stato il Preside a scegliere,” sbottò, suonando simile al professore di Pozioni in una maniera rimarchevole. “Sono stato io. Io ho chiesto al professor Piton di essere il mio tutore.”
La Skeeter sbatté le palpebre. “Sei stato tu? Be'. Er, professore, questo è inaspettato, ma sembra che lei abbia l'appoggio del Ministro della Magia così come quello del capo del Wizengamot e del Ragazzo Che E' Sopravvissuto.”
“Ha anche l'appoggio della nostra famiglia,” intervenne Arthur Weasley. “Eravamo amici dei genitori di Harry ed abbiamo da molto tempo a cuore il benessere del ragazzo. L'abbiamo perso in questi dieci anni e siamo stati deliziati di rinnovare la nostra conoscenza con lui da quando ha iniziato Hogwarts. E l'abbiamo visto con il suo tutore e consideriamo il professor Piton una scelta eccellente per il ruolo.”
“Un'altra testimonianza,” disse la Skeeter, anche se il suo sguardo speculativo mal si accordava alla sua voce brillante e allegra. “Cielo, cielo, professore – lei deve essere davvero un uomo rimarchevole per ricevere tali elogi.”
“Lo è!” rispose Harry, al quale i commenti dolciastri della strega non piacevano. “E' fantastico. Ed ha fatto in modo che tutti in Serpeverde e in Grifondoro si occupassero di me. E quando quei quattro ragazzi hanno provato ad aggredirmi tutti mi hanno aiutato. Hermione li ha fermati quando non c'era nessun altro in giro, e poi Draco ed Hermione sono arrivati ed hanno chiamato aiuto, e poi Draco ha salvato Ron da quella Scruncio -”
“Non 'scruncio', 'Crucio'!” sibilò Draco.
“Ecco, giusto, quella Crucio mentre tutti fermavano gli altri. E il professor Piton mi ha dato una stanza e vestiti e una scopa e -” Harry si fermò, finalmente, quando la stretta di Piton sulla sua spalla si serrò dolorosamente.
“Basta così,” disse Piton quietamente; ma, dentro di sé, era furioso. Piccolo mostro! Dopo tutto quel che Albus ha fatto per cercare di glissare sugli abusi dei suoi parenti Babbani il piccolo mostro se ne esce fuori con il fatto che gli siano stati dati vestiti e una stanza, rivelando quanto apprezzi simili necessità di base.
Per fortuna, l'interesse della Skeeter sembrava essere stato deviato. “Un Malfoy ed un Weasley che lavorano insieme. Cielo, cielo – qual è la sua reazione a tutto ciò, signor Malfoy? Non conosce bene il professor Piton da molti anni?”
Lucius fissò Piton fermamente. “Conosco il professor Piton? Questa è un'eccellente domanda, signora Skeeter. E' certo che siamo stati insieme ad Hogwarts per alcuni anni.”
Harry si illuminò. “E sono stati amici, ed io e Draco siamo amici ora!” Gettò un braccio attorno al collo di Draco e la Skeeter scattò immediatamente una foto. “Andiamo,” Harry invitò Draco, tirandolo verso gli altri studenti. “Andiamo dagli altri che hanno aiutato nello scontro.”
La Skeeter, fiutando una storia da prima pagina, li seguì. “Perciò, questi sono i coraggiosi studenti che hanno aiutato a sventare il tuo attacco, hmmm?” Caramell trotterellò dietro alla giornalista, scarsamente disposto a che l'attenzione fosse distolta da lui.
Silente seguì per occuparsi delle introduzioni, lasciando Piton e Malfoy da soli a fissarsi.
“Bene, bene, Severus. Perciò eri davvero un traditore,” disse Lucius, la voce quieta ma piena di letale malizia. “Avrei dovuto sapere che non ci si poteva fidare di uno sporco Mezzosangue come te.”
“E se tu eri un tale leale servitore, Lucius, non dovresti stare marcendo in Azkaban come un martire alla causa della superiorità purosangue, invece che fingerti sotto Imperio e disconoscere il tuo Signore?”
Lo sguardo di Lucius avrebbe potuto incenerirlo sul posto. “A che gioco stai giocando, Severus? Per quanto tempo pensi di essere in grado di nasconderti dietro a quel vecchio pazzo di Silente? Quando il Signore Oscuro ritornerà, la Sua rabbia sarà -”
Severus sbadigliò. “Oh, Lucius, sembri un adolescente. Mi sarei aspettato di più da te.”
Malfoy sbatté le palpebre, confuso. “Cosa?” Come poteva Piton essere tanto immune al più minaccioso dei suoi atteggiamenti? Non temeva la vendetta di Voldemort?
“Guarda il Preside, Lucius. E', come hai detto, un mago molto anziano. Potente, certo, ma il Tempo è più potente di qualunque altra cosa, e quanti anni ancora pensi che gli siano rimasti?”
“Ma allora cosa stai facendo? Quando il Signore Oscuro ritornerà -”
“Lucius, il Signore Oscuro non è affatto nel primo fiore della sua giovinezza. Sì, è più giovane di Silente, ma lo è anche la maggior parte del Mondo Magico. Mi deludi. Eravamo entrambi poco più che bambini durante la prima guerra, ma ora – avevo sperato che saresti cresciuto.”
“E questo cosa dovrebbe significare?” chiese Lucius.
“Quando siamo bambini, ovviamente dobbiamo seguire un altro. Ma i tempi cambiano. Le persone crescono e ottengono il proprio potere.”
Lucius sbuffò, derisorio. “Pensi davvero di essere abbastanza potente da poter affrontare Silente o il Signore Oscuro?”
Piton sospirò. “Hai una visione così ristretta, Lucius. Narcissa deve spiegarti la Gazzetta del Profeta tutte le mattine?” Ignorando la furia crescente dell'altro, Piton proseguì, “Il potere di Silente si sta indebolendo con il passare degli anni. L'Oscuro Signore è già stato sconfitto una volta da un semplice bambino. Cosa pensi che accadrà quando il ragazzo sarà cresciuto?”
Malfoy scosse la testa. “Di che cosa stai parlando?”
“Lucius, il Signore Oscuro è già stato sconfitto. Quando ritornerà, non pensi che correrà probabilmente il rischio di essere sconfitto di nuovo?”
“Ma si è trattato di un colpo di fortuna. Un evento casuale.
“Pensa come un Serpeverde, Lucius,” disse Piton, la voce che sgocciolava sarcasmo. “Credi veramente che un Signore Oscuro all'apice dei suoi poteri possa essere sconfitto da 'un colpo di fortuna'? E, se è così, era davvero così potente come credi che fosse?”
“Perciò preferisci allearti con il vecchio? Perché?”
“Il vecchio è qui – il Signore Oscuro no. E il vecchio non sarà qui per sempre. Quando morirà, ci sarà un vuoto di potere a prescindere dal luogo in cui il Signore Oscuro si troverà. Chi pensi che prenderà il posto di Albus come Difensore della Luce?”
Lucius seguì il suo sguardo fino al ragazzino dai capelli in disordine che stava entusiasticamente assistendo il Preside con le presentazioni. “Non puoi credere -”
“Non essere ingenuo, Lucius. Saresti stato in grado di trascinare una giornalista del calibro della Skeeter fin qui se 'Il Ragazzo Che E' Sopravvissuto' non fosse stato coinvolto nell'alterco della notte scorsa? Il Mondo Magico l'ha già accettato come il successore de facto di Silente. Il Signore Oscuro non avrà alcuna possibilità se non sconfiggerlo o corromperlo una volta tornato. Il ragazzo sarà al punto di congiunzione tra i Poteri della Luce e delle Tenebre nel prossimo futuro.”
Lucius ghignò. “E comportandoti da bravo cane da compagnia con la vecchia gazza, speri di -”
“Non hai ancora compreso che non sono particolarmente bravo a fare il piccolo cane da compagnia per nessuno?” domandò Piton con voce serica.
“Intendi dire che stai crescendo il moccioso Potter in ordine di presentarlo al Signore Oscuro?” Lucius si sforzò di comprendere.
“Lucius! Sii un uomo! Sei un mago adulto, non un adolescente che deve unirsi alla banda di un ragazzino più grande. Il potere di Silente è in declino. Il Signore Oscuro non c'è, e dovrà ricostruire le proprie forze quando ritornerà. Perché dovrei allearmi con uno qualunque dei due gruppi?”
“Stai preparando il ragazzo ad essere un terzo potere?” esalò Malfoy, gli occhi che si spalancavano. “Merlino, sei uno con le palle, Severus1!”
Piton permise all'accenno di un sorriso di tremolare sulle sue labbra. “Diciamo solo che quando il Signore Oscuro ritornerà, potrebbe scoprire che la Sua sfida più grande non è Silente, né il Ministero.”
“E il ragazzo?”
Piton scrollò le spalle, sprezzante. “E' un ragazzo. Ha bisogno di essere guidato e di una mano ferma. Io provvedo a entrambe le cose.”
“E il Preside?”
“Cerca di guidarlo lui stesso. Come mi aspetto che il Signore Oscuro farà quando riapparirà. Vedremo chi otterrà il controllo.” Piton lanciò un'occhiata tagliente a Malfoy. “E tu, Lucius? Che cos'è che vuoi, tu? Rimarrai legato ad una squadra che perde o ti alleerai con lo schieramento che ha già vinto una volta, prima?”
Malfoy gli rivolse un sorrisetto di superiorità. “Be', ora che so che non stai riportando le parole di quell'idiota scintillante, diciamo solo che sono nuovamente intrigato. Stai giocando a un gioco molto pericoloso, Severus. Se Silente sapesse che ti stai preparando ad andare contro di lui...”
“Cosa ti fa pensare che non lo sappia?” La voce di Piton era un suono di fusa. “E' vecchio, non senile. Stanco, non debole. Ha le sue opinioni sul come preparare il ragazzo. Io ho le mie. Se non prevalgo in questo, allora non merito di prevalerle neanche in battaglia, giusto?”
“Cosa vuoi da me?”
Piton scrollò le spalle. “Il giornale di domani dimostrerà che il tuo erede è all'interno del circolo di intimi di Potter. Quando il Signore Oscuro ritornerà, questo potrà essere un bene o un male, a seconda del Suo umore. Nell'istante in cui rifiuterò di consegnargli il ragazzo diventerò un bersaglio, ma è improbabile che la tua posizione venga definita così rapidamente. Sarebbe... interessante... apprendere dei piani dell'Oscuro Signore.”
“Vuoi che io diventi una spia?”
“No, Lucius. Voglio che tu continui a fare quel che è meglio per la Casata dei Malfoy. Non sei d'accordo sul fatto che tenere aperte tutte le opzioni e tutte le potenziali alleanze è nei migliori interessi della tua Casata... e del tuo erede?”
Entrambi gli uomini rivolsero lo sguardo al punto in cui gli studenti erano stati raccolti per una foto di gruppo – una che avrebbe spiccato sulla prima pagina della Gazzetta del Profeta del giorno dopo. Harry, Ron e Draco erano davanti, ridendo, con le braccia gettate l'una attorno al collo dell'altro. Hermione era accanto a loro, un po' discosta, fino a quando un Harry sorridente non si sporse per afferrare la sua mano. Allora lei sorrise, illuminandosi, e si avvicinò. Immediatamente dietro agli studenti del primo anno stavano i tre prefetti dai visi severi, le braccia incrociate, mentre i sorridenti gemelli Weasley li fiancheggiavano da una parte e Oliver e Katie facevano le boccacce alla fotocamera dall'altra. Hermione si lanciò un'occhiata alle spalle e Jones allungò una mano, rassicurante, per battergliela lievemente su una spalla; poi assestò una leggera gomitata a Percy e gli fece lentamente l'occhiolino. Il rossore acceso di Percy venne immortalato per sempre dalla camera.
“Non avrei mai immaginato che avessi questo genere d'ambizione, Severus,” disse Lucius lentamente, girandosi per osservarlo con più attenzione. “Questo è di per sé impressionante. Considerami... cautamente interessato, per ora.”
Piton inclinò la testa in un gesto d'assenso, gli occhi ancora fissi sui ragazzi che ridevano e sorridevano davanti alla fotocamera della giornalista. Non è ambizione, imbecille purosangue, pensò tra sé e sé. E' disperazione e bisogno di proteggerlo. Aspetta fino a quando qualche psicopatico non metterà un bersaglio sulla testa di tuo figlio, e poi vedremo fino a che punto arriverai per permettergli di crescere al sicuro e in salute. Farei un patto con Merlino stesso o con un demone dall'Inferno, se fosse ciò che occorre per proteggere il moccioso. Al confronto, spingere in qualche modo te, Silente, Black e Caramell in un'involontaria alleanza e fare in modo che la Skeeter stampi la storia che io voglio che lei stampi è un gioco da ragazzi.


Note alla traduzione:
(1): Merlin, but you have a pair on you! Ho trovato qui una possibile traduzione. Che ne pensate?

Amo questo capitolo e sto crollando dal sonno. Per la vostra gioia, vi annuncio che ce ne sono altri due già pronti. E sapete cosa mi spronerebbe a pubblicarli prima? Che anche voi diceste all'autrice quanto avete amato questo capitolo e quanto dareste perché fosse più lungo. x°°°D
Su, su, che non voglio tenervi a stecchetto! U_u
La mia Luminosa e Amatissima Salice ha betato il capitolo. Lampada da tavolo per non diventare ciechi, 5 Galeoni, con Pottercard. Occhiali nuovi, perché sei già diventata cieca, 80 Galeoni, con Pottercard. Té a go-go per restare svegli, 2 Falci e 9 Zellini, con Mastercard. Avere un Genio di Beta non ha prezzo.
Ci sono cose che non si possono comprare. Per tutto il resto, c'è Pottercard.

Sia lode ad Elbarto, che ha trovato un Silente che si affacciava nel mezzo di una discussione nella quale non c'entrava niente e si è affrettato a ri-Trasfigurarlo in un Piton.
  
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