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Autore: MissHarvelle    17/09/2011    3 recensioni
Questa FF é ambientata dopo la prima stagione ed é sulla ship Elena/Claudio. Che cosa succederebbe se una madre creduta morta per lungo tempo improvvisamente si facesse viva? Questa situazione é quella che si ritrova ad affrontare Claudio e solo con l' aiuto di Elena riuscirà a uscirne fuori..VIVO.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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11. The Sounds Of Silence;

 

Quel lunedì pomeriggio Elena e Claudio si erano dati appuntamento davanti alla Galleria d' arte antica, in via Corsini.

Elena arrivò con largo anticipo e per ingannare il tempo si mise a passeggiare nervosamente avanti e indietro. Non sapeva dire con esattezza quale fosse il motivo che la rendeva così tesa. Certo, l' idea di accompagnare Rizzo in prigione da suo padre non era certo motivo di gioia, però c' era qualcosa di più che la spaventava e la eccitava al tempo stesso...

Si passò distrattamente una mano tra i capelli per allontanare quegli strani pensieri, poi guardò l' orologio, visibilmente scocciata.

Era già in ritardo di un quarto d' ora, maledizione!

Non dovette aspettare ancora molto per fortuna. Un rombo proveniente da una moto di grossa cilindrata attirò la sua attenzione obbligandola a voltarsi verso la fonte del rumore. Il ragazzo che la guidava parcheggiò dall' altra parte della strada e nel momento in cui si tolse il casco Elena lo riconobbe. Era Claudio.

Lui le si avvicinò con passo deciso, scrutandola con un sorriso divertito stampato sul volto.

Che cosa c' è di tanto divertente?” esordì lei improvvisamente inacidita. Non bastava che fosse arrivato in ritardo, ora si divertiva pure a prenderla in giro!

Calma calma.. sorrido solo perchè hai una macchia di cappuccino sul naso, nulla di più! Sei buffa!” replicò lui con semplicità.

La ragazza si toccò la punta del naso, l' imbarazzo crescente le colorava le gote di un rosso acceso. Ora si spiegava il motivo per cui il ragazzo a cui si era rivolta mezz' ora prima per pagare il cappuccino aveva cercato di soffocare a stento una risata...

Frugò nelle tasche della giacca in cerca di un fazzoletto, ma non trovò nulla.

Inaspettatamente Claudio le porse un pacchetto di fazzoletti profumati e la fissò mentre si ripuliva il naso.

Va meglio così?” gli chiese lei.

Rizzo sembrava non essere soddisfatto del suo lavoro, così le prese il fazzoletto tra le mani e ripulì con delicatezza ogni traccia di sporco.

Quel breve contatto tra di loro le causò un brivido di piacere che le percorse la schiena, lasciandola ancora una volta senza parole. Possibile che bastasse così poco per metterla in agitazione? Da quale diavolo di stregoneria era posseduto il suo corpo per avere tutta quella influenza sulle sue membra?

Elena si ritrasse di scatto,suscitando nell' amico una espressione di leggero disappunto.

Che cosa c' è che non va? Ti ha per caso punto una tarantola?”

No nulla di tutto questo, scusa.. é che mi metti in imbarazzo facendo così...”

Avrebbe potuto comportarsi da stronzo in quel momento, cercando di metterla in imbarazzo con allusioni più o meno velate a quel famoso bacio. Avrebbe potuto giocare a uno di quei giochi di finta seduzione in cui era tanto bravo. Invece non fece nessuna delle due cose. Si limitò a buttare il fazzoletto in un cestino non molto lontano e poi si passò distrattamente una mano tra i capelli, un gesto di incuranza che nascondeva però un grande senso di disagio.

Aveva altro per la testa in quel momento, cose molto più importanti che prendere in giro lei. Tra pochi minuti avrebbe rivisto il padre per la prima volta dopo l' arresto.

Sei pronto ?”

Claudio si stupì della domanda così diretta, ma non a tal punto da non trovare le parole per risponderle.

Domanda da un milione di dollari. Da una parte penso di essere felice di rivederlo perché voglio vedere come se la cava quel vecchio mascalzone in prigione- sorrise un attimo, ma sulle sue labbra non vi era alcuna traccia di divertimento - dall' altra, non so Elena, credo di non essere psicologicamente pronto ad affrontarlo..”

Perché? Temi forse di affrontare il crimine che ha commesso, provi vergogna nei suoi confronti? Che cosa diavolo é che ti spinge a lasciarlo solo? Spiegamelo Claudio, avanti!”

Le parole le uscirono una dopo l' altra in un crescendo di sensazioni amare che la portò ad assumere un tono irato, ultima delle cose che avrebbe voluto. Non riusciva a capire però l' esitazione dell' amico! Al suo posto avrebbe smosso mari e monti per stare a fianco del padre. Ma in fondo lei e Antonio avevano un rapporto ben lontano dal gelido filo che collegava Vittorio Rizzo al figlio...

Scusami Cla! Non volevo accusarti di nulla..”

L' espressione mortificata della ragazza distese i lineamenti del giovane, che un attimo prima si erano contratti in una smorfia indecifrabile.

Elena perché non mi lasci finire di parlare prima di giungere alle conclusioni sbagliate?”

ti ho appena detto che mi dispiace...sul serio Claudio! -i suoi occhi si incollarono a quelli del ragazzo per poi abbassarsi e fissare la punta delle converse sbiadite dalla pioggia – il fatto é ..be tu adesso stai per avere la tua grande opportunità, potrebbe essere l' unica occasione che hai per recuperare i rapporti con tuo padre. Non mi va che getti tutto all' ortiche solo perché sei psicologicamente bloccato. Ma in fondo questi non sono affari miei.”

Claudio le pose l' indice destro sotto il mento e nel rialzarle il volto notò una piccola lacrima solitaria intrappolata tra le sue ciglia.

Intenerito dalla situazione, le regalò un sorriso sincero e poi disse: “ é vero. Non sono affari tuoi, ma questo non ti impedisce di dirmi cosa ne pensi di tutto questo. Quello che mi spaventa non é il fatto in se di vedere mio padre. Ciò che mi spaventa é il dialogo che dovrò sostenere con lui. Ho paura che la nostra non comunicazione ci porti a non dire nulla, neanche in questa occasione! Il suono fastidioso del silenzio, ecco quello che mi spaventa più di tutto.”

Elena lo guardò con un sorriso comprensivo, poi prima di parlare riflettè un attimo sulle parole più giuste per esprimere quello che stava pensando in quel momento.

Hai paura di fare un salto nel buio.. dopo tutto quello che hai passato é più che comprensibile. Ma non arrenderti, non farlo mai! Non permettere alle tue paure di prendere il sopravvento o non ne uscirai più. Credo di non essere la persona più adatta per darti consigli in questo campo, ma voglio provare lo stesso a dartene uno. Prima di tutto devi rispondere a una mia domanda.”

Claudio, visibilmente interessato alla piega che stava prendendo il discorso, la esortò a continuare.

Bene. Qual' é l' ultima cosa che ti ha detto tuo padre?”

Il ragazzo ci pensò su un attimo, poi rispose senza alcuna esitazione.

Mi ha chiesto di fidarmi di lui, che aveva fatto tutto in buona fede. E anche se non me l' ha detto esplicitamente, credo che volesse sapere se l' avrei mai perdonato un giorno...”

Tu cosa pensi in proposito?”

Io, be io mi fido di lui... e credo di averlo già perdonato. Sebbene sia un padre scapestrato, é tutto quello che rimane della mia famiglia!”

Un lampo triste attraversò lo sguardo del giovane, imprimendogli una lieve stretta al cuore.

Nel frattempo erano arrivati davanti al carcere.

Elena in tutta risposta gettò uno sguardo raggiante, come se le avessero appena comunicato che aveva vinto al superenalotto.

Bene bene! Se proprio temi il silenzio tra voi due, ora sai come iniziare il discorso con tuo padre! Ora vai, io ti aspetto qui fuori!”

ma..sei sicura possa funzionare?

Assolutamente si! Vai su! E buona fortuna!”

 

Mentre Elena guardava Claudio parlare con la guardia giurata, un gruppo di signori distinti che uscivano in quel momento dal Regina Coeli attirò la sua attenzione. Sembravano piuttosto soddisfatti. In particolare lo era uno dei tre, il cui sorriso lievemente inquietante era mitigato dal portamento nobile e sicuro. L'uomo estrasse il cellulare visibilmente sollevato e parlò per qualche minuto con una persona che per lei doveva essere sicuramente importante, visto l' espressione ossequiosa di lui.

Quando l' uomo ebbe finito di conversare, mise il cellulare in tasca e prima di andarsene le rivolse un sorriso sinistramente sprezzante. A Elena si gelò il sangue. Dove diavolo aveva già visto quell' uomo prima? Perché lui l' aveva guardata in quel modo e perché il solo contatto visivo le faceva venire i brividi di terrore? Abbassò lo sguardo, turbata da quello strano incontro. Quando lo rialzò il trio era sparito. A farle compagnia era rimasta solo una foglia ingiallita dall' autunno, che poco dopo fu portata chissà dove dal vento.

 

 

Hello Darkness my old friend

I' ve come to talk with you again

 

 

Una camera buia, illuminata solo da uno spiraglio di luce che abbracciava timidamente l' oscurità in cui versava la stanza.

Ecco quello che vide prima di riconoscere le forme familiari di Vittorio Rizzo, un padre e un uomo disperato, a quanto sembrava dallo stato dei capelli grigi, che giacevano inermi in una massa scomposta e disordinata. L' energia e la sicurezza che un tempo il suo portamento ispirava non erano cambiati, stranamente.

Lo sguardo dell' ingegnere si incatenò al suo, un sottile filo di lacrime perlacee che non riuscivano però a sminuire la gioia che stava provando nel rivedere il suo unico figlio rimasto in vita.

Claudio si sedette sulla sedia cigolante e si guardò i polsini inamidati della camicia, incerto. Il padre non smetteva di fissarlo e questo lo mise ancora di più in imbarazzo. Voleva, desiderava con tutto il cuore dire qualcosa, anche la minima stupidata in quel momento avrebbe fatto la differenza.

Claudio...”

L' incantesimo in cui sembrava intrappolato finalmente si spezzò. Quel semplice richiamo lo aveva stupito per l' intensità con cui cui Vittorio aveva pronunciato il suo nome e ciò gli diede la forza per provare ,finalmente, a fare quel maledetto salto nel vuoto. Elena aveva ragione, in fondo.

Come stai papà? Ti trattano bene qui?”

Claudio si maledì mentalmente. Che cavolo di domanda gli aveva fatto?

Il padre non parve curarsi della stupidità della domanda e rispose con un sorriso di gratitudine.

Sebbene il Regina non sia famoso per la sua calda ospitalità non posso lamentarmi. I miei compagni di cella sono abbastanza simpatici, la sera riusciamo sempre a giocare a una partita di scopa.. mi manca il piano però, terribilmente! Tu invece come stai?”

Claudio fu felice per l' improvvisa confidenza che gli stava concedendo. Si chiese se tutto ciò fosse solo una cosa temporanea oppure no, poi gli rispose con tutto il tatto possibile, temendo che quel timido tentativo di riappacificazione potesse spezzarsi da un momento all' altro.

Io sto bene tutto sommato... - una breve pausa di silenzio, poi riprese- senti, volevo dirti una cosa ma non so nemmeno da dove cominciare..”

Prenditi tutto il tempo che vuoi Claudio, io non devo andare da nessuna parte!”

Ecco..vedi..ti ricordi l' ultima volta che ci siamo visti? Tu mi hai chiesto se potevo fidarmi di te...”

Ricordo perfettamente...”. Il volto dell' uomo si era contratto in una smorfia di dolore.

Bene! Papà il nostro rapporto non é mai stato perfetto ed entrambi sappiamo le motivazioni che ci hanno spinti ad allontanarci l' uno dall' altro! La malattia di Francesco é stato solo il colpo di grazia.. però nonostante tutto, di una cosa sono sempre stato sicuro e questa cosa é la tua onesta e professionalità. Ho sempre ammirato il modo in cui hai costruito un impero dal nulla, quindi puoi solo immaginare lo shock che ho provato quando ti sei costituito!“

Il padre annodò con il capo ripetendogli che nonostante avesse sbagliato, aveva fatto tutto per amore.

Lo so! Ti credo papà! Non posso fare a meno di crederti! Sei l' unica famiglia che mi é rimasta...non voglio perdere pure te, non sarei in grado di sopportarlo!”

I suoi occhi si annebbiarono in un istante e il padre, resosi conto del suo disagio, gli prese una mano tra le sue e la strinse con calorosa forza.

Mi stai dicendo che mi perdoni Claudio? É questo che stai sotto intentendo?”

Il si che pronunciò un istante dopo in risposta il ragazzo fu così deciso da procurargli un leggero brivido di felicità. Sentì i muscoli della schiena distendersi dalla morsa che gli aveva tenuti contratti per tutti quei giorni, come se all' improvviso il pesante fardello che portava sulle spalle fosse sparito nel nulla.

Il padre allora fece un gesto che lui non avrebbe mai dimenticato: lasciò la presa del figlio per portarsi le mani al collo e poi gli porse una semplice catenina d' oro.

Claudio la riconobbe subito. Quel semplice gioiello era appartenuto alla sua famiglia per molte generazioni. Il nonno gli aveva raccontato una volta che l' aveva data al padre non prima che lui avesse dimostrato di essere un vero uomo.

Non posso accettare papà! Non sono ancora pronto...”

Si che lo sei Claudio. Gli eventi di questi ultimi anni, nonostante la loro tragicità o forse proprio per questo, ti hanno portato a diventare un uomo. Questa collana ti darà lo spirito giusto per intraprendere quel cammino che tempo fa ho compiuto anche io. Mi dispiace non avertelo mai detto, ma sono molto orgoglioso di come hai saputo gestire la situazione con tua madre. Sono sicuro che anche Francesco lo sarebbe...”

Claudio gli rivolse un sorrise di gratitudine e prese la catenina tra le mani. La rigirò più e più volte prima che una lacrima solitaria si confondesse con il confortante colore del metallo con cui era stata creata.

Sul volto di Claudio erano ancora rimaste tracce della tristezza che lo aveva invaso in quei giorni. Essa però era stata attenuata dalle quanto mai scioccanti parole del padre. Dopo tutti quegli anni fatti di tacite incomprensioni e gelidi silenzi ora sembrava che il loro rapporto stesse per prendere una piega diversa.

Una piega migliore. Una piega che faceva sembrare tutto più sopportabile.

Ora che aveva l' appoggio e il sostegno del padre niente avrebbe potuto scalfirlo o ferirlo. Niente, eccetto una ragazza con i capelli bruni dallo sguardo da cerbiatta.

Ma di Elena ormai poteva fidarsi. Non lo avrebbe più ferito: glielo diceva la sua ragione.. e perché no? Anche il suo cuore, maledizione!

Grazie papà! Non sai quanto questo significhi per me..”

Grazie a te Claudio! Ah mi sono dimenticato di dirti una cosa: poco prima che arrivassi tu sono stati qui dei nuovi avvocati..”

 

 

 

 

Note dell' autrice: finalmente ho pubblicato questo dannato undicesimo capitolo. É stato davvero difficile da scrivere e non so se vi sia piaciuto. Ho pensato a lungo alla riconciliazione tra Claudio e il padre, non riesco a capire se ho affrettato troppo le cose oppure può risultare una cosa realistica. Cosa ne pensate di questo fatto? Ditemi le vostre opinioni perché é un punto molto importante a mio avviso. Questa volta spero di essermi documentata meglio su Roma,ho scelto il carcere Regina Coeli perché é l' unico su cui ho trovato molte informazioni. Ad essere sincera avrei voluto fare qualche accenno sul caso della morte di Stefano Cucchi, avvenuta all' incirca nello stesso periodo in cui é ambientata la FF, ma poi riflettendoci bene ho deciso saggiamente di evitare di fare illazioni su un caso ancora oggi purtroppo irrisolto. Credo poi sia un bene non mischiare troppo la realtà con la fantasia... ne potrebbe uscire un mix pericoloso!
La canzone da cui ho preso ispirazione é di Simon and Garfunkel. É molto famosa per cui dovreste conoscerla! In ogni caso vi metto il link per ascoltarla http://www.youtube.com/watch?v=fO_-esmcsv4&feature=fvst

Il prossimo capitolo avrà come tema Halloween e saranno coinvolti un po' tutti i personaggi della storia :)
Chiedo perdono per l' imperdonabile ritardo, credo che da ora in avanti riuscirò sempre meno a trovare il tempo per scrivere. Non temete comunque, porterò a termine la storia, che non dovrebbe avere più di 20 capitoli^^
Ringrazio tutti coloro che mi seguono, hanno messo la storia tra le preferite o che comunque mi leggono silenziosamente. Ringrazio anche e soprattutto Sara e Giuls che riescono a trovare sempre il tempo per commentare le mie schifezze xD

grazie di cuore, davvero <3

a presto(spero)!  fabi

 

  
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