Disclaimer: il personaggio di Gaara non mi appartiene ed è proprietà di Masashi Kishimoto, non scrivo a scopo di lucro.
Ho scritto questa fan fiction molto tempo fa e doveva essere parte di una fiction più lunga, ma non sono mai riuscita a scriverla però in compenso scrissi subito questo pezzo che è tratto dal capitolo 261 del manga e che mi toccò molto (adoro Gaara). Penso che si possa tranquillamente leggere anche se manca tutto il resto della storia o almeno lo spero.
Se volete mandarmi le vostre opinioni lasciatemi una recensione.
Buona lettura
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Tre giorni…erano passati tre giorni da quando Gaara era stato catturato dai membri dell’Akatsuki…da tre giorni durava quella tortura…volevano estrargli Shukaku…non che a lui importasse, dov’era ora non sentiva più niente………
“Io…sarò riuscito a diventare una persona di cui qualcuno ha bisogno?” disse Gaara mentre osservava la sua mano, non sapeva dove fosse; aveva perso ogni cognizione dello spazio e del tempo.
Vedeva se stesso senza però capire, poi vide la schiena di una persona che aveva dei luminosi capelli biondi.
“Tu…chi sei?” chiese Gaara mentre la persona si girava e ne incontrava gli splendidi occhi azzurri come il cielo estivo.
“Non mi riconosci Gaara-chan?” gli sorrideva e lui sapeva di provare una forte emozione, ma non ricordava perché “Guarda che mi offendo…” gli tese la mano e lui a quel gesto ricordò.
“Haruhi-chan” non poteva dimenticare colei che gli aveva fatto capire e provare l’amore.
Sorrise dolcemente continuando a tendergli la mano “Andiamo a casa ti stanno aspettando tutti”.
“Tutti?.....Aspettano…me?” Gaara tentò di afferrare quella mano, ma più ci provava più non ci riusciva, gli sfuggiva e alla fine si arrese.
“Forza Gaara-chan”
“Non ce la faccio…..”
“Devi farcela!”
“Perché stai piangendo?” lui tese la mano verso di lei mentre si sentiva tirare via, lontano.
“Ti prego Gaara-chan prendila……..non andare da loro…..torna a casa……..torna da me”
Ormai venivano separati mentre si opponevano alla forza che li trascinava in parti opposte e il grido di lei si faceva strada in lui come una lama “Gaara-chaaaaaan!”.
Era finita…….Shukaku era stato estratto e il suo corpo senza vita si schiantò al suolo, ma per chi lo aveva osservato aveva visto la sua mano tendersi per afferrare qualcosa di invisibile e la flebile voce, con l’ultimo residuo di vita, aveva pronunciato una sola parola “…..Haruhi…..”.