Capitolo 9
Who Knew?
Gerard
era lì, ad aspettare, saltellando da un piede all’altro, in attesa che Frank
arrivasse con le sue valigie e la sua roba.
Era in
ritardo. Aveva detto che per le undici sarebbe atterrato all’aeroporto e invece
era già mezzo giorno e ancora non arrivava.
Perché
non arrivava?
Il
pensiero gli metteva ansia, era già arrivato a comprare il terzo pacchetto di
sigarette, perché i due che aveva li aveva già finiti. Quindi lo tirò fuori
dalla tasca e si diresse verso l’uscita per andarsi a fumare l’ennesima
sigaretta. La nicotina lo calmava decisamente parecchio, soprattutto quando si
trattava di nervosismo e ansia allo stato puro come in quel momento.
Aveva i
nervi tesi come le corde di un violino.
E se ci
avesse ripensato? Ma no, glielo avrebbe detto, o comunque lo avrebbe detto a
Mikey, o Ray, e comunque lo avrebbe saputo, gli avrebbe mandato una e-mail, un
sms, un telegramma!
Sbuffò
fuori il fumo, con rabbia. Tutta quell’attesa lo stava facendo impazzire e se
continuava così gli sarebbe esploso il cervello. E saltò letteralmente in aria,
facendo un salto di parecchi metri quando una voce lo chiamò da vicino e una
mano si posò sulla sua spalla.
“Hey
Gee!” la risatina di Frank sembrò riportarlo alla realtà in modo troppo brusco.
E la cosa non gli piacque affatto. Anche perché per lo spavento il suo cuore
aveva cominciato a battere talmente forte che lo sentiva pulsare in gola, come
se avesse un groppo fastidioso.
“Frank!”
esclamò dopo aver calmato i battiti accelerati del suo cuore. Si sentiva un
perfetto idiota, aveva fatto la figura del coglione e non importava se ciò era
avvenuto davanti a Frank- che sul serio lo aveva visto in stati decisamente più
imbarazzanti. Si sentiva comunque un deficiente.
“Cominciavo
a temere che ci avessi ripensato” confessò, diventando un po’ rosso in viso.
Si, era proprio un caso disperato. Ma non se la sentiva di mentirgli, gli aveva
sempre detto tutto, quindi andava bene così.
“Gee,
come avrei potuto farmi sfuggire un’occasione del genere?” disse Frank col suo
solito sorriso mozzafiato stampato in faccia, uno di quelli che faceva
dimenticare a Gerard anche il suo nome e la sua data di nascita.
Dopo
qualche secondo, passato a fissare il sorriso del più piccolo, Gerard alzò le
spalle, come per fargli capire che si faceva troppi filmini mentali inutili e
decisamente stupidi. Evitò di dirgli che comunque sentiva il bisogno fisico e
mentale di baciarlo, si sarebbe sentito troppo un pervertito maniaco, quindi
lasciò perdere, anche se erano mesi che non lo toccava e non sfiorava le sue
labbra. Ma comunque non poteva rischiare comunque di dargli un bacio lì in
aeroporto. Qualcuno li avrebbe visti e rischiava il suo matrimonio.
Quindi
condusse Frank alla sua macchina, senza dire una parola. Dopotutto lui era
sempre stato un tipo abbastanza taciturno in situazioni imbarazzanti come
quella, e Frank lo sapeva, quindi non avrebbe fatto domande. Lo aiutò a
caricare le valigie in macchina e depositò la chitarra di Frank sui sedili
posteriori e nel farlo sfiorò involontariamente- o forse neanche tanto- le dita
del più piccolo, cosa che gli provocò una serie di brividi lungo la schiena,
che lo scombussolarono parecchio.
Sospirò
mentre il chitarrista si dirigeva dall’altro lato per salire in macchina e
quando furono dentro lasciò che fosse Frank a parlare. Lo sentì dire qualcosa
sul perché avesse tardato e avesse perso l’aereo- una cosa che riguardava la
madre e i cani-, ma era troppo impegnato a calmare i bollenti spiriti per
potergli rispondere. La voce di Frank, comunque, era molto più piacevole dal
vivo che attraverso un telefono. E ancora di meravigliava di come tra loro due
le cose si fossero sistemate. Insomma non lo credeva possibile, eppure adesso
stavano rimettendo insieme la band.
Arrivarono
a casa di Gerard- perché si, lui lo avrebbe ospitato per un po’- e, dopo aver
scaricato la macchina, entrarono dentro, dove Lyn-z li aspettava tutta felice e
sorridente. A volte provava tenerezza per lei, insomma, non che non l’amasse,
anzi. Ma l’amore che provava per Frank era incomparabile a qualsiasi altro.
Erano due tipi di amore diverso, lo aveva sempre saputo.
“Ho
preparato una torta!” esclamò la ragazza. Gerard sapeva che era felice di
ospitare qualcuno nella casa nuova, tanto che aveva pulito la camera degli ospiti
per ben tre giorni di fila, andando alla ricerca di granelli di polvere in
maniera maniacale.
“Oh, non
dovevi!” disse Frank, baciandole le guance per salutarla. Il gesto lasciò
parecchio perplesso Gerard, perché insomma Frank aveva apertamente manifestato
il suo odio verso sua moglie, e adesso la baciava e la abbracciava come se
fosse la sua migliore amica?
In ogni
caso lo ammirava. Era certo che se la situazione fosse stata invertita,
sicuramente avrebbe odiato la moglie di Frank. Eppure lui mostrava un profondo
rispetto nei confronti di Lyn-z, adesso. Come se le fosse grato per averlo
recuperato da uno stato pietoso, come se il fatto che fossero sposati non
contasse per niente.
“E io
l’ho fatta perché volevo dare un benvenuto decente al migliore amico di mio
marito”
E il
sorriso di Frank invase la stanza, abbagliando Gerard, sebbene Lyn-z non avesse
detto proprio nulla di speciale.
“Grazie
Lyn-z, sei stata davvero molto gentile e tanto carina, Gee non poteva trovare
di meglio”
Gerard
riuscì a vedere le guance di sua moglie colorarsi di una leggera sfumatura
rossastra.
“Di
nulla, ora devo scappare a lavoro!” disse frettolosa e, dopo aver dato un bacio
sulle labbra a Gerard, che era rimasto a guardare la scena come un ebete, uscì
di casa, euforica come mai l’aveva vista.
“Ecco
cosa succede quando tua moglie va via di casa e ci lascia da soli” disse Frank,
mentre accarezzava la schiena nuda di Gerard, che lo guardava negli occhi con
sguardo beato e completamente appagato. Era stato decisamente meraviglioso. Era
successo tutto così in fretta che nemmeno se ne erano accorti. Prima erano in
cucina a mangiare la torta che Lyn-z aveva preparato, poi Gerard gli era
saltato addosso senza contegno e quasi non lo facevano lì sul tavolo. Ma il più
piccolo era stato abbastanza coscienzioso da portarlo su in camera.
E adesso
erano in quella che sarebbe stata la sua stanza nei prossimi giorni, su un
letto che non era il suo, e profumava di pulito e anche se il profumo di quel
detersivo non gli piaceva proprio, misto al profumo di Gerard era perfetto.
“Mi sei
mancato Frankie” sussurrò il più grande chiudendo gli occhi, e Frank poteva
chiaramente intendere che si stava godendo quelle carezze come non aveva mai
fatto. Come se fossero di importanza vitale, come se non ne avesse mai ricevute
di migliori.
Frank ne
approfittò e gli lasciò un piccolo bacio sulle labbra.
Voleva
dirgli una cosa importante, ma aveva paura della sua reazione, perché sapeva
che se Gee la prendeva male allora non c’era niente da fare, sarebbe stato
capace anche di mollarlo lì senza tanti problemi e andare a fare chissà che
cosa.
“Sai Gee…
Io penso che dovresti dirglielo…” disse dopo un bel po’ di tempo. Era rimasto a
meditare sul da farsi e infine aveva deciso che era meglio confessare ciò che
sentiva. Perché in fondo non poteva mica tenersi tutto dentro, era fuori
discussione, sarebbe impazzito.
“Dirle
cosa? Che andiamo a letto insieme?”
Frank non
capiva proprio cosa ci fosse da ridere, perché Gee stava ridendo, senza ombra
di dubbio, ma lui proprio non ci trovava niente da ridere. Era una cosa seria e
il fatto che Gerard stesse ridendo come se Frank avesse fatto una battuta lo
stava buttando giù in maniera impressionante.
Si fece
serio in viso ed annuì lentamente.
“Sì… E
dovresti anche dirle che ami me e non lei”
Si pentì
quasi subito di ciò che aveva detto, perché Gerard aggrottò le sopracciglia e
si fece scuro in volto, come se fosse incazzato.
“Gee..?”
disse incerto il più piccolo, fissandolo spaventato.
Ma Gerard
si stava già alzando dal letto. Frank lo guardò con sguardo spaventato, anche
se in fondo se lo aspettava. Non capiva cosa avesse di così speciale quella
Lindsey. Insomma non era neanche una gran bellezza a suo modesto parere.
Lo vide
prendere i boxer da un qualche angolo remoto del pavimento e indossarli. Frank
sospirò affranto.
“Gee, ti
prego parliamone almeno. Non puoi scappare ogni volta che devi affrontare un
problema!” si era messo a sedere e stava cercando i suoi di boxer con lo
sguardo. Li individuò e andò ad indossarli, ma Gerard stava già raccogliendo i
suoi vestiti dal pavimento.
“Non c’è
nessun problema da affrontare Frank. E’ semplice.” disse il più grande con voce
fredda, facendo rabbrividire Frank.
Ecco,
adesso aveva combinato un casino e si odiava per questo. Stava andando tutto
bene con lui, forse sarebbe riuscito a riconquistarlo. Ma non capiva perché
allora Gerard gli avesse detto che lo amava se lo usava solo per scopare e
basta e scappava quando lui diceva qualcosa di serio.
Forse non
avrebbe dovuto dire quella frase, forse gli aveva ricordati i vecchi tempi e si
era incazzato ancora di più perché uscì dalla stanza sbattendo la porta.
Frank si
sedette sul letto con le mani tra i capelli e guardò il pavimento, cercando di
capire cosa diavolo dovesse fare adesso. Probabilmente Gerard non gli avrebbe
più parlato per le prossime ore in cui sarebbero stati da soli. E quindi cosa
avrebbe dovuto fare? No perché sul serio non ci stava capendo più niente.
Si odiava
per essersi innamorato perdutamente di una persona così problematica.
Insomma
da quando amava Gerard aveva solo passato il suo tempo a soffrire e a farsi
delle domande sullo strano comportamento di Gerard. Tuttavia non riusciva
proprio a fare a meno di amarlo. Per quale motivo, poi, non lo sapeva nemmeno
lui. Forse perché semplicemente con lui si trovava bene, forse perché non
riusciva a fare a meno di lui perché la sua presenza era come una droga per
lui. Perché aveva provato la sensazione di stare senza di lui, solo che era
stata davvero uno schifo. Era peggio dell’inferno non avere le mani di Gerard
nelle sue, o sul suo corpo.
Quindi
aveva deciso: avrebbe parlato a Gerard non appena ne avesse avuto l’occasione.
Gli
avrebbe messo davanti una scelta. Era parecchio egoista da parte sua, ma voleva
chiedergli di scegliere tra lui o Lyn-z, perché se andava avanti così non
sarebbe sopravvissuto per niente.
Quindi
avrebbe dovuto decidere con chi stare, e se per caso avesse scelto lei, beh lui
si sarebbe fatto da parte, restando semplicemente un componente della band, un
amico.
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Salve!!
Lo so che sono
estremamente in ritardo con l’aggiornamento di questa storia, ma tipo non ho
assolutamente avuto ispirazione per continuare.
Ero ad un punto
morto, e credo che anche questo capitolo sia abbastanza noioso e privo di senso
o qualsiasi altra cosa.
Cioè a volte ho come
l’impressione che questa storia non avrà mai una fine, a volte ho come
l’impressione che faccia davvero schifo e che diventi monotona a lungo andare.
Comunque.
Ecco quello che è
venuto fuori dopo un periodo di pausa.
Forse smetterò di
scriverla.
Ci devo pensare.
Recensite.
Gì <3