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Autore: Beckss_    18/09/2011    6 recensioni
Scivolava fra le vie di New York con un’aria apparentemente tranquilla e pacata, nascondendo sotto gli occhiali da sole gli occhi gonfi dal pianto. La Grande Mela la osservava mentre sfilava sui suoi tacchi alti in una calda giornata primaverile,diretta chissà dove; la città la osservava mentre si districava fra un groviglio di persone. Il vestito nero che indossava lungo fino al ginocchio ricadeva delicato sui fianchi e si muoveva leggermente ogni volta che accelerava il passo.
Un anno dopo, con una nuova vita e una nuova voglia di vivere.
Kate Beckett affronterà il suo viaggio da sola? Riuscirà una sconvolta e triste KB a ritornare quella di prima?
PICCOLI SPOILER
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione, Quarta stagione
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Again.

Procedeva a passo spedito, come se fosse una soldatessa.
Procedeva a passo spedito, come a voler buttare indietro tutto il dolore accumulato in quella sua vita piena di sofferenze.

Si bloccò all'istante quando vide un uomo davanti al suo punto di arrivo, davanti alla tomba del suo Capitano; anche se morto lui sarebbe rimasto per sempre Il Capitano.

Con lo sguardo basso andò dietro di lui e non proferì parola.

"Siamo arrivati a questo punto? Non mi saluti neanche più, Detective?"

La sua era ferma, dura, aggressiva; non permetteva repliche. Il Detective, quell'appellativo che  lui aveva sempre usato perprenderla in giro, questa volta era usato come forma di rispetto, come nome fermo e impassibile da darle.
Lei incassò il colpo e le lacrime riaffiorarono.

"Perchè sei qui, Castle?" disse con la voce tremolante.
Lui si girò e la guardò freddo; di tutta risposta lei si voltò, dandogli le spalle e asciugandosi le lacrime che oramai riuscivano copiose dal volto. Mostrarsi così debole davanti ai suoi occhi non era mai stata sua intenzione, ma ultimamente si trovava a fronteggiare con stati d'animo più grandi di lei.

Lo scrittore vide in difficoltà la sua Musa e decise di mettere da parte per un attimo i risentimenti.

Castle si ripetè la domanda fatta qualche minuto prima in mente e la prima risposta che gli balenò in mente fu: "perchè sapevo di incontrarti".
La cambiò e disse:
"Sono qui perchè vengo sempre una volta al mese a trovarlo" parlò con tristezza.
"Fra due giorni ci sarà la commemorazione".
"Si ma non saremmo più io e lui come prima." parlò di getto, lasciando intendere che c'era stata un'amicizia al di fuori del lavoro fatta di confidenze e consigli fra loro due.

La donna, che nel frattempo si era girata, rimase colpita da quelle parole: non se lo aspettava.
L'uomo che si era spostato da davanti la tomba per farle spazio, si mise da un lato e poggiò lo sguardo su di lei, osservandola.

Notò gli occhiali da soli poggiati lì per non far vedere gli occhi gonfi dal pianto, notò i suoi capelli che ricadevano leggeri sulle spalle.
Notò che aveva un vestito nero e che non era cosa da lei vestirsi così per andare a lavoro; ne dedusse che l'agente avesse preso delle ferie.
Osservò la lentezza nell'abbassarsi e nel poggiare una rosa rossa vicino gli altri fiori e come inginocchiadosi toccò la foto del suo secondo padre.

Strinse la mascella e i pugni per non far uscire le lacrime e si obbligò, girandosi dall'altro lato, a pensare a qualcosa di allegro.

I minuti trascorsero in silenzio.

Fu lei ad interromperlo.

"Hai...hai da fare oggi?"
Pensò di aver di nuovo rovinato tutto, pensò che non avrebbe neanche dovuto chiederglielo.

"No, Kate. Non ho da fare".
Sorpresa da quella risposta continuò: "Ti va..ti va di pranzare insieme a casa mia?"

Lui, più sorpreso di lei disse un "certo" che illuminò il viso di tutti e due.

Forse non tutto era perduto e forse c'era ancora qualcosa da salvare.
Forse i loro sentimenti si erano solo assopiti e Castle se ne accorse quando per scherzo, porgendole il braccio, lei lo intrecciò con il suo preseguendo a braccetto per la Grande Mela.

Casa di Beckett non distava più di tanto e in quella calda giornata faceva piacere a tutti e due camminare un po', liberandosi la mente.

Lei ancora non lo sapeva, ma lui già lo aveva capito: si stava di nuovo innamorando di lei, superando ogni rancore e ogni dissidio, rivolendo per lei la Musa che le aveva catturato il cuore.
E per questo, per riavere di nuovo indietro questo, era disposto a tutto.

Arrivati davanti al palazzo di Beckett e una volta saliti lei gli disse di fare come se fosse a casa sua e che non c'era bisogno di essere in imbarazzo perchè oramai si conoscevano da quasi cinque anni.

"Quindi...posso cucinare io?"
"Oh bhè, c'è poca roba in dispensa ma se riesci a fare del tuo meglio con ciò che c'è, accomodati!"

Si sfregò le mani e urlando, per farsi sentire da una stanza all'altra disse:

"Vai a farti una doccia, Beckett! Qui ci penso io".

Accogliendo quell'invito Beckett si chiuse in bagno appoggiandosi alla porta.

La Detective era stanca, spossata e usurata dalle emozioni troppo rinchiuse in quella corazza e ora stavano premendo per uscire. Volevano andarsene da lei. Lei voleva essere felice e forse ora ne aveva di nuovo la possibilità.

In passato aveva sbagliata, ma lui ora era nella sua cucina, di nuovo. Di nuovo con lei.
Aveva sbagliato in passato.
Ora voleva rimediare.
Voleva essere felice. Voleva togliersi l'armatura di dosso.

Castle aveva un sorriso ebete stampato in faccia in quel momento, stava dimenticando piano piano la tristezza di quei giorni passati. Di quegli infiniti e interminabili giorni passati.
Si, era vero, si stava di nuovo innamorand di lei.


AngolinoMio*.*

Eccomi con il secondo capitolo.
Mi scuso intanto con voi se ho tardato ma la scuola mi toglie tempo prezioso. DA qui nasce l'idea di aggiornare la domenica o il sabato. Quindi aggiornamento una volta a settimana o sabato o domenica.
Questo è un capitolo un po' di passaggio che spero vi piaccia comunque.
A presto...
Peace,LoveAndHugPanda
B.

Ps: Recensioni e pomodori sempre ben graditi! :D


  
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