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Autore: Lily White Matricide    18/09/2011    22 recensioni
Tutto ha inizio durante un viaggio in Irlanda, verde come gli occhi di Lily. Un viaggio per allontanarsi da Spinner's End per Severus, per averla ancora più vicina ... Per capire, tra uno sprazzo di sole ed uno scroscio di pioggia, che cosa sia averla vicina ogni giorno. La pioggia purifica e salva, il sole asciuga il senso di colpa .... E in tutti quegli anni e mesi e giorni, la pioggia irlandese accompagnerà sempre Lily e Severus. Un lungo viaggio nella loro adolescenza, che andrà ad incupirsi per l'ascesa di Lord Voldemort e dei suoi Mangiamorte, ma che li spingerà a prendere una posizione ben precisa in questa guerra all'orizzonte. Riusciranno i due ragazzi a sopravvivere alla guerra?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Lily Evans, Severus Piton, Voldemort | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Irish Rain Saga' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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13.

Atonement

 

“The beginning of atonement is the sense of its necessity” Lord Byron

Il magnifico bagno dei maschi di Hogwarts, piastrellato di mattonelle di un cupo verde petrolio, era pieno d’acqua. Non solo per i giochi d’acqua raffinati, per rilassarsi e rinfrescarsi in qualsiasi momento. 

Una tubatura era stata rotta. Uno degli eleganti e candidi rubinetti era in mille pezzi, la ceramica frantumata era sparsa ovunque.

I getti d’acqua uscivano in maniera incostante dal lavabo distrutto. 

Lo scroscio dell’acqua era il perfetto sottofondo per Mulciber ed Avery ed i loro misfatti, in quanto avrebbe attutito le urla della vittima. I riflessi iridescenti del liquido che fluiva via nelle piccole grate a terra si riflettevano sugli specchi e sul soffitto scuro. Come se quella raffinatezza, quei colori delicati, potessero attenuare la scena terribile che si era prospettata.

Mulciber ed Avery, due Serpeverde noti per la loro discendenza da maghi vicini a Tom Riddle, il Signore Oscuro, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, inseguivano tra ghigni ed imprecazioni, la  loro vittima, che zoppicava con fatica verso un riparo sicuro.

Era pertanto naturale la loro inclinazione verso le Arti Oscure e non vedevano l’ora di mettere in pratica i preziosi insegnamenti che il loro mentore, la loro guida verso il Signore Oscuro, stava dispensando negli incontri clandestini presso una bettola di Hogsmeade. 

Ogni singola fibra muscolare di un Sangue Marcio andava fatta tremare. 

Le ossa babbane dovevano essere ossequiosamente intinte nel lago oscuro di magie proibite, di Maledizioni senza Perdono.

Il terrore e la paura dovevano regnare negli occhi di un nato Babbano. 

La magia era per pochi. E per i puri.

Lucius Malfoy, l’abile affabulatore dalla voce melliflua, durante quelle riunioni, incitava i due scapestrati non solo a studiare, esplorare le Arti Oscure, ma anche a praticarle. Non mancavano di certo le cavie ad Hogwarts. Volontarie o meno, era ininfluente.

Solo così, secondo il biondo Mangiamorte, avrebbero potuto vedere e conoscere Lord Voldemort in persona. Sarebbe stato certo orgoglioso di avere due talenti cristallini come i due studenti in questione. Un futuro brillante e quantomai glorioso li attendeva, accanto al mago più potente di tutti i tempi. 

Avidamente, non vedevano l’ora di compiacerlo, di soddisfare la crescente sete di sangue, di violenza. Una malsana voglia di fare il vuoto attorno a sé, di purificare quell’arte sempre più sporca di scorie non gradite.

Mary MacDonald non era di certo una maga debole, non le mancava il coraggio e la forza di volontà per opporsi a quello scontro impari.

Era stata colta di sorpresa, mentre camminava da sola verso il campo di Quidditch. Uno Schiantesimo di lieve potenza l’aveva colpita, per poi farla crollare a terra, indebolita, vagando tra coscienza ed incoscienza.

Il momento era stato propizio per i due maghi: Avery, il più corpulento e forzuto dei due, si avventò su di lei e la prese, portandola in braccio allo stesso modo con cui si trasporta un mucchio di stracci. Da lì, il percorso era stato piuttosto tranquillo e privo di imprevisti, data anche l’ora, anche se i due tennero alta la guardia e la bacchetta magica pronta a Schiantare chiunque fosse apparso davanti a loro.

Una volta arrivati nei bagni, chiusero le porte con cura e si dedicarono con piacere perverso a risvegliare la propria vittima con un deciso Innerva.

La giovane Grifondoro era scattata in piedi, rendendosi immediatamente conto di essere finita nel bagno dei maschi di Hogwarts. Cercò di correre verso la prima porta più vicina, ma Mulciber l’aveva afferrata per le spalle. Era troppo forte per lei, non riusciva a divincolarsi e gli urli venivano o soffocati dalla mano del rapitore, o dalla bacchetta magica di Avery, che con qualche scintilla verdastra la ammutoliva. Pronunciava i nomi degli incantesimi ringhiando, carico di disprezzo, come se avesse davanti un oggetto di scarso valore.

La presa su Mary era alquanto brutale, le dolevano le spalle e le braccia e quella combinazione di dolore lancinante non l’aiutava a mantenere la calma. Mulciber, spazientito, la scaraventò a terra, praticamente sopra i giochi d’acqua che zampillavano magicamente dal pavimento.

I vestiti s’inzupparono molto in fretta, poteva essere un ostacolo considerevole per i suoi movimenti, ma non se ne curò. Si alzò in fretta in piedi, ma non poté evitare il primo lampo verde che le arrivò addosso.

“Imperio” esclamò con vigore Avery. I suoi occhi scintillavano, nella trepidante attesa di vedere i risultati del suo incantesimo. La sua prima Maledizione senza Perdono su una Sangue Sporco.

Mary si sentì in una sorta di calma innaturale, come in una trance, probabilmente.

Si sentiva in pace, ma anche terribilmente vuota. Come se qualcuno la stesse muovendo come una marionetta, tirando i fili delle sue braccia e delle gambe.

Provò a ritornare in sé, richiamando tutte le forze che aveva. Vagava tra strati d’alterazione, di vuoto totale e di lucidità. In un attimo di lucidità provò a liberarsi dall’incantesimo maledetto.

Riuscì ad estrarre la sua bacchetta magica, cercando di lanciare un portentoso Schiantesimo.

“STUPEFICIUM!” urlò disperata ed in un attimo si scrollò di dosso quell’orribile sensazione di essere controllata da qualcun altro.

Prese di striscio Mulciber, che non fece in tempo a difendersi con un controincantesimo, e quest’ultimo incespicò, stupito. L’incantesimo impattò contro il lavabo dietro di lui, frantumandosi in mille pezzi. I getti d’acqua schizzarono molto alti, fino a toccare il soffitto.

I due Serpeverde si guardarono, un po’ meno sicuri di loro stessi. Speravano non si fosse sentito troppo il frantumarsi del lavandino.

Mary cercò di correre verso l’uscita. Le sue scarpe si immergevano nello strato lieve d’acqua che si era formato

“Dove scappi, Sangue Sporco?!” sghignazzò Avery, intanto che Mulciber si ricomponeva.

La ragazza sbatté contro la porta, picchiando i propri pugni disperata. Le venne lanciato un nuovo incantesimo come ammonimento. 

“Dovresti sentirti onorata, piuttosto: sei la nostra prima cavia” disse mellifluo Mulciber “Abbiamo ancora tante cose da fare assieme, non sei contenta?”.

La vittima si voltò verso i due maghi, con uno sguardo determinato, stringendo con forza la sua bacchetta. Non l’avrebbe mai data vinta ai due Serpeverde. Dato che non poteva fuggire, doveva combatterli.

“Prima di poter fare le porcherie con la Magia Oscura dovrete passare sopra il mio cadavere ... EXPELLIARMUS!” gridò. Dalla bacchetta di Mary uscivano delle scintille dorate ed ustionanti.

 

“L'orrore del reale è nulla contro l'idea dell'orrore. I miei pensieri, solo virtuali omicidi, scuotono la mia natura di uomo; funzione e immaginazione si mescolano; e nulla è, se non ciò che non è”.

 

Severus non lo dava a vedere, ma era il più preoccupato di tutti.

Cupe parole riecheggiavano dentro di sé, dando voce alle sue paure più folli ed inconfessabili. Quelle frasi che aveva letto quel pomeriggio con Lily, sul quel libro magico, non lo abbandonavano. Ronzavano come delle mosche fastidiose nella sua testa.

Erano vere.

Provava orrore al pensiero di quello che era successo, di quello che li attendeva nelle ore successive. Tuttavia, si sentiva ancora più terrorizzato di fronte alle sue elucubrazioni. 

Che cosa poteva essere successo? Preferiva a momenti non pensare più a nulla e trovarsi il misfatto davanti.

Sperava che non avesse a che fare con le Arti Oscure, ma non n’era certo. Non aveva alcuna sicurezza. Doveva essere pronto a tutto, non aveva idea di cosa sarebbe potuto accadere da lì in avanti.

Se avesse dovuto combattere, l’avrebbe fatto. 

Sarebbe fuggito via, se fosse stato necessario.

Avrebbe difeso Lily e chi avrebbe potuto, se ci fossero stati pericoli.

L’unica cosa di cui era certo era che quanto stava accadendo avrebbe macchiato la reputazione di qualcuno. Di più di qualcuno.

Come avrebbero fatto a cancellare quella macchia a suo avviso indelebile, se si fosse rivelata tale?

Cercava di mantenere la calma di fronte a Lily, giustamente preoccupata. Non disse nulla, si limitò a stringerle forte la mano mentre lei discuteva concitata con le altre. Si erano spartite le zone del castello di Hogwarts. In caso non l’avessero trovata per l’ora di cena, conclusero, avrebbero dovuto avvisare la Direttrice dei Grinfondoro, la professoressa McGranitt e molto probabilmente pure il Preside Silente. 

Il gruppo si era diviso in coppie, rigorosamente formate da un ragazzo ed una ragazza. Sev si era preso Lily con sé e si stavano aggirando per i sotterranei infestato da fantasmi. Erano nella zona dello studio del professor Lumacorno e dell’aula di Pozioni. La Sala Comune dei Serpeverde non era troppo distante.

Lily si teneva stretta al braccio del ragazzo, guardando con un certo timore gli spettri che si aggiravano tra le mura ed i pavimenti un po’ sconnessi in quell’ala dell’edificio.

L’oscurità totale, interrotta ed attenuata dalla fila ininterrotta di torce accese ed il clima particolarmente umido non aiutavano di certo a rendere quel luogo più gradevole. Si poteva avvertire l’odore della terra, del suolo perennemente intriso d’acqua. Non era gradevole, era un odore alquanto stantio e lievemente nauseante.

Sev era concentrato e silenzioso. Doveva trovare Mary e pensare a proteggere Lily ad ogni costo.

I suoi occhi scrutavano il vuoto, nella speranza che potesse davvero trovare qualcosa nelle tenebre. La risposta ai suoi dubbi. Mary.

I passi dei due ragazzi riecheggiavano per quel corridoio, segnalando la loro presenza in quella zona. Cercavano di non sbattere i piedi in maniera eccessiva e soprattutto, non volevano fermarsi.

“Sev, che cosa può esserle successo?” chiese tutt’a un tratto Lily, rallentando il ritmo della camminata.

Per tutta risposta, il ragazzo scosse la testa. 

“Davvero non lo so cosa possa esserle successo”. I suoi pensieri vagarono verso la Camera dei Segreti, era uno dei pochi a conoscere la storia di quella camera, sperando che quella Grifonodoro non fosse stata pietrificata per quella stanza costruita da Salazar Serpeverde. Era un’ipotesi assurda.

Vedeva la morte. Era una visione che avrebbe voluto strapparsi via dalla testa.

 

“Scuotetevi di dosso questo molle sonno, contraffazione della morte e guardate la morte stessa! Su, su, e guardate la grande immagine della triste sorte”.

 

Sev non ne poteva più di quelle frasi che gli tormentavano la mente: ma se non gli davano pace, allora presentavano un fondo di verità. Era sempre stato così per lui.

Lily era stanca ed esasperata.

Camminava e non otteneva niente. Brancolava nell’oscurità e non vedeva altro che quella. Nessun segno di Mary e di un eventuale passaggio di umani, lì.

“Ascolta, proviamo a chiedere a questi spettri se hanno visto qualcosa. Magari loro sanno qualcosa, vedono qualcosa che a noi non è concesso di vedere”.

Il ragazzo conosceva qualcuno di quei fantasmi, poiché nei sotterranei essi erano quasi tutti appartenenti a Serpeverde, o meglio, nella loro vita passata facevano parte di quella casa.

Una dama che fluttuava nell’aria, con vestiti tipici della corte francese del ‘700 stava osservando da qualche tempo i due ragazzi. Severus le fece segno di avvicinarsi a loro. Lei arrivò galleggiando, sistemandosi l’eccentrica parrucca. Gli abiti non avevano più colore e consistenza, ma sembravano ancora degli abiti di lusso. I ricchi gioielli scintillavano al collo ed ai polsi della donna.

Bonsoir, miei cari ragazzi, che cosa vi porta qua nei sotterranei?” li accolse con una voce flautata la nobildonna, inchinandosi con eleganza di fronte ai due ragazzi.

Severus prese la parola.

“Signora, ci aiuti. Da questo pomeriggio, è sparita l’amica della ragazza che vede accanto a me. Stiamo cercando ovunque, ma sembra essere sparita nel ... nulla”.

La dama, che non si era ancora presentata, agitò il ventaglio indignata di fronte a quelle parole.

Je vous en prie, non dite così, mio giovane mago. Hogvar’ non perde mai nessuno. Io, Marie Sophie Virginie de Polignac, cugina di quei conti de Polignac in Francia, non ho mai visto nessun studente, professore od elfo domestico perdersi in questo castello, jamais!”. 

“Allora” fece con una punta di sarcasmo Sev “M’illumini, signora: ha visto cose che i miei occhi mortali non hanno potuto vedere?”. A Lily, pur in quella tragica circostanza, le scappò da ridere.

Mon petit, non ho visto niente di particolare, tuttavia ... Posso dirti che c’erano delle serpi inquiete”.

Le ultime due parole lasciarono perplesso Sev. 

Qualcosa nella nebbia iniziava a prendere forma ad avere finalmente un senso. 

La forma di qualche serpe. Non voleva ammettere a se stesso che cosa potesse essere. Chi potesse aver scatenato quel putiferio.

“S-serpi, inquiete?” s’intromise Lily timidamente.

Virginie de Polignac si voltò verso la ragazza e la guardò con un po’ di disprezzo.

Ma petite, sai bene che dobbiamo apparire come fiori innocenti, ma dobbiamo nascondere le serpi che sono in noi. Tu sais, ma chère, di questi tempi in questi sotterranei ci sono troppi studenti che sembrano tranquilli. In realtà, tramano piani oscuri ...”.

Lily impallidì e si voltò verso il ragazzo.

Quelle sembianze serpentine presero delle forme umane.

La dama galleggiò con eleganza verso Sev e lo scrutò con attenzione.

Oh là là, voilà un serpent! Tu sei come loro!” esclamò trionfante.

Severus sobbalzò. “Signora, ma che cosa dice!?”.

“Oh, semplicemente che fai parte della loro casa. Quei due sono abbastanza misteriosi. Rudi, fiori pieni di spine, ma di notte tramano, camminano alla chetichella, rasentando i muri. Parlano e parlano ancora, lasciando che il veleno dentro di loro si sedimenti. E quando questo liquido mortale sarà pronto ad uccidere, ecco che potranno diventare serpi indisturbate, anche alla luce del sole”.

Il ragazzo sentiva le gambe cedere e non dovevano farlo, non in quel momento.

Mulciber ed Avery. Non aveva in mente altre persone, per svariati motivi.

I due cosiddetti Mangiamorte. I due più aperti simpatizzanti ed aspiranti utilizzatori della Magia Oscura.

I due più misteriosi, con un cupo ed orrido senso dell’umorismo.

Parlavano sempre più frequentemente di Arti Oscure, di teorie circa la purezza dei maghi e cose del genere. Quieti e studenti nella media, di notte alcune voci insistenti volevano che sparissero. Per vagare nella foresta, forse. Altre voci sussurravano che vagassero per le bettole di Hogsmeade. 

Altre ancora accennavano a solo a due parole: Notturn Alley. Come facessero andare in quel quartiere di Londra e tornare indietro nottetempo era una questione del tutto da chiarire.

Respirò a fondo. 

“Virginie” iniziò con la voce più ferma possibile “Sai dove sono andati? Abbiamo davvero bisogno di saperlo”.

La dama si avviò decisa verso un muro e svanì per qualche istante, senza dire nulla ai due, forse un po’ sconvolta da tanta confidenza da parte del ragazzo.

Lily si voltò verso Sev, con gli occhi spalancati. Vi potevi leggere la paura, ma soprattutto, tante domande che necessitavano di una risposta chiara.

“Chi ha portato via Mary? Dei Serpeverde?” gli chiese diretta e precisa, con un tono di voce fermo e senza esitazioni.

Severus non aveva alcuna intenzione di mentirle. Non a lei. Avrebbe potuto esserci Lily al posto di Mary, date le sue origini babbane.

Stavano iniziando a mettere in atto il loro piano diabolico. O meglio, non era di loro proprietà. Iniziavano ad attenersi scrupolosamente alle direttive del Signore Oscuro, dettate dalla bocca di qualche sedicente servitore di Voldemort.

“Si. Mulciber ed Avery” rispose secco il ragazzo. Si sentiva sconvolto. 

Personaggi come loro macchiavano il nome della sacra arte della magia, buona o maligna che fosse.

Severus era sicuramente uno dei maghi più potenti, lui avrebbe potuto avere una grande conoscenza della magia, Arti Oscure comprese. Ma un conto era praticare le Arti Oscure come materia di studio, come difesa in caso estremo ... Un altro conto era usarle impunemente e gratuitamente su una povera ragazza innocente, la cui unica colpa era di avere genitori babbani.

Sev sapeva di nutrire una certa attrazione per la magia oscura, ma sapeva bene che era per il suo amore per la conoscenza e per sua esclusiva curiosità. Non sarebbe mai riuscito a fare qualcosa di così abietto nei confronti di una studentessa, o di una persona qualsiasi.

Lui pensava a se stesso, a diventare un mago potente e completo. Certe idee balzane non lo toccavano. A lui interessava solo conoscere ed imparare il più possibile. Le lotte per il potere, la supremazia di questa o di quella razza non facevano per lui.

Lily si limitò a stringergli forte la mano. Il ragazzo vi avvertì la paura, ma soprattutto una rabbia crescente.

Il fantasma della nobildonna tornò.

Bien! Sono tornata e sono riuscita a capire, grazie ai miei simili dei piani superiori, dove si sono nascosti i serpenti! Sono nel bagno dei maschi, nascosti là con quella Marie”.

“Grazie” dissero seccamente entrambi, congedandosi dallo spettro di Marie Sophie Virginie de Polignac. Mentre si avviavano verso i piani superiori, la dama disse una frase inquietante.

De toute façon, io penso che comunque certa racaille* non abbia nemmeno diritto di avvicinarsi al mondo della magia. Specie se appartengono a quella razza di cui faceva parte quel disgraziato del marito che mi uccise perché possedevo dei poteri magici. Au revoir, mes chers”.

Non avevano tempo di starla ad ascoltare, ma quelle parole riecheggiarono per le pareti e parte di quelle frasi folli raggiunsero i due ragazzi.

Lily pregava in cuor suo che la povera Mary non fosse ferita in maniera grave. Confidava nella forza e nell’energia della ragazza. Sperava si fosse difesa, che fosse riuscita a sfregiare in qualche maniera quei due delinquenti.

 

Quando arrivarono ai bagni dei maschi, potevano vedere l’acqua scorrere placida da sotto le porte.

Sev disse a Lily di aspettarla lì fuori, ma la ragazza obiettò.

“No, entro con te! C’è Mary là dentro, non rimango fuori!” 

Il Serpeverde mise le mani sulle spalle della propria ragazza e nel tono più persuasivo possibile, cercò di convincerla a rimanere fuori, solo per qualche minuto.

“Lily, ti prego. Lascia che io vada dentro e controlli che non siano ancora lì quei due e soprattutto che non ci sia nulla di strano. Non voglio che ti accada nulla. Se tutto fosse in ordine, allora potrai entrare”.

La ragazza non rispose, con gli occhi lucidi si morse il labbro. Era disperata e preoccupata. Il cuore le batteva troppo forte per poter replicare con qualcosa di sensato.

Il ragazzo, mentre lanciò il suo “Alohomora” si voltò ancora una volta verso la sua amata, lanciandole uno sguardo rassicurante. 

La Grifondoro lasciò andare Severus, fidandosi di lui e prese in custodia il suo lungo mantello con lo stemma dei Serpeverde. 

Lo osservò a lungo, ricamato con fili verdi ed argentati. 

Lei non provava odio verso tutti i Serpeverde, lo trovava inutile e senza senso. Ma si sentiva ribollire il sangue nei confronti di alcuni di loro e nei confronti delle loro idee folli.

Questa era una questione che andava oltre l’appartenenza alle case. Era un problema di cosa fosse buono e cosa non lo fosse. Chi si schierava da una parte o dall’altra avrebbe dovuto accettare completamente le conseguenze di tale scelta. 

Passarono dei minuti interminabili, le parvero ore. Voleva entrare, la parte più irrazionale di lei aveva voglia di prendere i due malfattori e ridurli in cenere. E quelle ceneri, le avrebbe volute disperdere nel vento, per far sì che non si sarebbero mai più ricomposte e sarebbero rimaste solo sterile polvere e nulla più.

Lily camminava nervosamente, facendo avanti ed indietro di fronte all’ingresso del bagno. Intravedeva dei bagliori provenire dall’ampio locale, Sev stava facendo qualcosa, tuttavia il suo istinto le suggerì che non stava succedendo niente di grave: probabilmente, stava cercando di fare ordine e di sistemare come poteva quel macello. L’acqua smise di defluire ed iniziò a tornare indietro. Poco dopo, il ragazzo sbucò fuori dalla porta, provato ed un po’ spaventato. Sembrava più pallido del solito.

“Lily, vieni dentro”.

La ragazza non se lo fece ripetere due volte. Lanciò i due mantelli a terra e si precipitò dentro.

Il bagno era bellissimo, nuovamente ordinato e lucente. Erano spariti i cocci di ceramica, i frammenti di specchi e di legno. Le fontane zampillavano tranquillamente, come se niente fosse.

Al centro dell’immenso e ricco bagno, trovò Sev seduto a terra, con Mary tra le braccia. Era priva di sensi.

Lily corse con le lacrime agli occhi verso l’amica e si buttò accanto al proprio ragazzo.

Era ancora viva, respirava stancamente.

Per fortuna, non aveva ferite gravi, solo qualche graffio qua e là. Aveva un ginocchio sanguinante, magari le avrebbe dato fastidio solo per qualche giorno. Era molto pallida, madida di sudore. Di certo si era difesa strenuamente.

“C-che cosa le hanno f-fatto?” chiese in un soffio Lily.

“Hanno lottato di sicuro. Probabilmente quei due pensavano di avere vita facile ... Mary si è difesa con tutte le sue forze. Sicuramente ci sono stati degli Schiantesimi ...” tacque per un secondo, incerto se rivelarlo o meno “E molto probabilmente una Maledizione senza Perdono”.

La ragazza dai capelli rossi sbiancò.

Cruciatus? Imperio? Quale?!” 

Sev non rispose subito. 

“Credo la seconda che hai detto, ma non ne ho la piena certezza. Ora, ascoltami bene. Dobbiamo avvisare la professoressa McGranitt, il professor Lumacorno e ... Mary va portata in infermeria”.

Lily si alzò in piedi “Vado ad avvisare i due professori”. Detto questo, corse fuori dal bagno.

 

Nelle successive, Mulciber ed Avery non si presentarono a cena. Nemmeno Lily e Severus si fecero vedere ai rispettivi tavoli, così come i due professori Direttori di Grifondoro e Serpeverde. 

L’episodio ed i relativi dettagli andavano tenuti il più riservati possibile.

Chiaramente, i due studenti sarebbero stati messi in punizione, ma non solo: i loro movimenti nel corso del giorno e della notte sarebbero stati tenuti sotto stretta osservazione. I genitori dei due sarebbero stati avvisati ed eventualmente invitati ad Hogwarts per incontrare il Preside ed i professori. 

Lily e Severus discutevano sommessamente delle misure prese da parte degli insegnanti al di fuori dell’infermeria. Aspettavano di poter entrare e vedere Mary e sincerarsi delle sue condizioni di salute.

“Conoscendo le famiglie da cui provengono” borbottò Sev “I genitori accarezzeranno le testoline arruffate dei due ragazzi, complimentandosi per il loro tentativo ammirevole e daranno loro un buffetto affettuoso sulle guance”.

Lily si voltò a guardarlo. Non l’aveva mai sentito così amareggiato.

Il ragazzo anticipò qualsiasi parola della Grifondoro ed aggiunse: “D’altronde, non li chiamano Mangiamorte per caso ...”.

“Mi chiedo come tu faccia anche solo a parlarci, di tanto in tanto. Sono orribili” osservò Lily.

“Articolare discorsi che vadano al di là della Magia Oscura con loro è abbastanza difficile. Quelle volte che ho rivolto loro la parola è stato per parlare di un paio di lezioni di Difesa contro le Arti Oscure... Ma nulla più, credimi”.

“Sev, lo sai che mi fido ciecamente di te” rispose la ragazza, con un lieve sorriso “So che non ti faresti coinvolgere in quelle azioni atroci. Non sarebbe da te”.

Eppure, Severus si sentiva in colpa, come se il solo fatto di apprezzare le Arti Oscure l’avesse reso automaticamente colpevole di un misfatto con cui non aveva nulla a che fare. Reputava che in qualche modo quell’arte fosse stata intaccata da quell’azione barbara e sconsiderata. Il peso che gravava sulle sue spalle lo incitava a farsi avanti, per ripulire il disastro combinato. Si sentiva in dovere di ridare alla magia la sua lucentezza perfetta. Non avrebbe mai ammesso altri gesti simili, anche a costo di usare lui stesso qualche incantesimo contro Mulciber ed Avery.

Avrebbe fatto tutto questo senza chiedere nulla in cambio, spinto solo dal forte amore che provava per le arti magiche. Il suo bisogno di purificarsi era divenuto impellente.

Per qualche attimo, sentì quello strano ringhio cupo risvegliarsi dentro di sé. Partiva dalla bocca dello stomaco, facendolo rabbrividire.

Stai lontano da me” pensò Sev e si ricordò dei resti del proprio dragone nero. Di tanto in tanto, si risvegliavano, causandogli fastidio e qualche tormento. Ogni volta che lasciava la sua mente vagare per il mondo nascosto della Magia Oscura, i ricordi di quella mattina di Natale si rifacevano avanti. 

Quel nuovo avvenimento sarebbe stato solo nutrimento per la bestia macilenta. Si sarebbe rafforzata.

Lily, senza aggiungere altro, gli prese la mano e gliela strinse forte. Capiva lo stato d’animo di Severus.

La grossa porta in legno si aprì lentamente: la professoressa McGranitt ed il professor Lumacorno uscirono dall’infermeria, seguiti da Madama Chips.

I due ragazzi corsero incontro ai propri insegnanti.

“Professoressa McGranitt, come sta Mary?” chiese subito Lily.

“Signorina Evans, vorrei subito rassicurarla: la signorina MacDonald non ha ferite gravi e non è in pericolo di vita. E’ solo molto provata, ha dovuto affrontare da sola due maghi molto potenti, non esattamente con le migliori intenzioni”.

Il professor Lumacorno si avvicinò alla ragazza e, con i soliti modi affabili, volle rassicurarla.

“Abbiamo già preso i nostri provvedimenti con i signori Mulciber ed Avery, sono già nel mio studio che mi aspettano per la punizione ed un discorsetto. Le pergamene di richiamo sono già state scritte e firmate dal Preside Silente in persona e sono già in viaggio verso le famiglie dei due ragazzi. E’ stato molto grave e sconsiderato quello che hanno compiuto, ma crediamo che sia solo dovuto all’ambiente in cui sono cresciuti e siamo certi della piena collaborazione da parte dei loro genitori per far si che non ripetano quei gesti molto più grandi di loro”.

Severus non ne era così certo, ma non osò obiettare. Se avesse potuto sfondare i crani dei due compagni, lo avrebbe fatto seduta stante.

“Verranno tolti dei punti a Serpeverde” continuò la professoressa McGranitt “ma ne verranno anche aggiunti alla stessa casa, dato l’intervento del ragazzo che ha accanto, il signor Piton, che vorrei ringraziare per l’aiuto disinteressato e lucido, sapendo andar oltre alla rivalità tra le case”.

Lily si voltò e sorrise orgogliosamente a Sev, che ricambiò con un sorriso goffo.
“Professoressa, io non penso di meritarmi tutto questo” si schernì il ragazzo.

L’insegnante di Pozioni diede un colpetto sulla spalla al proprio studente, che si sentì ancora più a disagio per quei gesti a suo parere un po’ troppo confidenziali.

“L’ho sempre detto che il ragazzo è speciale, Minerva. L’ho sempre detto”.

Severus voleva aiutare in qualche modo la povera Mary, rendersi veramente utile, al di là di tutto. Rimase in silenzio mentre vedeva gli insegnanti parlare con Madama Chips circa le scorte di pozioni rinvigorenti ed energetiche e decise di cogliere la palla al balzo.

“C’è qualcosa che posso fare per aiutare davvero Mary, professori?” chiese il ragazzo, facendo voltare i diretti interessati.

“Signor Piton, non penso che ci sia altro che lei possa fare. Ha già fatto abbastanza” rispose gentilmente la professoressa McGranitt.

“N-non so, se il professor Lumacorno non ha nulla in contrario, potrei aiutarlo nella preparazione delle pozioni per Mary ...”. Mentre lo diceva, guardava il proprio professore e Direttore della casa. Lily lo guardò con sguardo interrogativo, non capendo il perché di quell’offerta.

Il volto dell’uomo anziano s’illuminò di un sorriso raggiante.

“Mi sembra un’ottima idea, da parte mia non ho alcun problema: non saranno pozioni troppo difficili da preparare”.

“Bene, signor Piton, vedo che il suo Direttore non ha nulla in contrario. Può procedere senza nessun problema. Poppy, Horace, signorina Evans e signor Piton vogliate scusarmi ora, ma torno dai miei ragazzi. Buonanotte a tutti” concluse con un sorriso elegante l’insegnante di Trasfigurazione, andandosene verso la Sala Comune di Grifondoro. Si percepiva appena lo strascico del suo lungo mantello verde, uno dei suoi mantelli preferiti.

“Potete andare. Piton, si ricordi che l’aspetto nel mio studio nei prossimi giorni nel pomeriggio, per preparare le pozioni. Ora potete andare” disse gentilmente Lumacorno ai due ragazzi.

Sev e Lily si avviarono con passo lento verso la Sala Grande, non troppo convinti di voler mangiare qualcosa. Rimasero in silenzio, lasciando che solo i loro passi riecheggiassero per le mura. Le loro mani si sfioravano appena. Erano stanchi.

“Sev, perché ti sei offerto di preparare le pozioni?” Lily interruppe quel lungo silenzio. “No, non fraintendermi, non ti sto criticando! Ma ... Tu non hai colpe, non hai fatto nulla a Mary, anzi. Non hai nulla da farti perdonare”.

Il ragazzo avrebbe desiderato spiegarle il vortice di sensazioni e di pensieri che a volte lo mandavano fuori di senno. Avrebbe voluto farle sentire il vortice potente che lasciava terra bruciata attorno a sé. Però, non voleva allontanarla: il solo pensiero lo terrorizzava.

Si sentiva colpevole di apprezzare, di sentirsi attirato dalle Arti Oscure, ma mai come in quel giorno, si era ripromesso che non avrebbe torto un capello alle persone innocenti.

Gli dispiaceva che Mary fosse stata maltrattata e ferita.

Si sentiva sporco come se fosse stato gettato nel fango. Doveva ripulirsi in qualche modo.

“Lily ... Non so se sono bravo a spiegarlo a parole” esordì.

“No Sev, non ti preoccupare, la mia era solo curiosità. Non sei tenuto a spiegarmelo, se non te la senti, davvero”.

Il giovane si fermò e guardò Lily per qualche istante. Con tenerezza le sistemò le ciocche di capelli rossi dietro le orecchie, per far si che i suoi occhi verdi non abbandonassero i suoi.

“E’ che mi dispiace per quello che è successo alla tua amica. Ma sento anche che quel gesto non potrà mai essere cancellato o ripulito da Mulciber ed Avery, perché loro andranno avanti per la loro strada, come se niente fosse. E ... Oggi, per come si sono comportati ...” tacque per qualche istante “E’ come se avessero macchiato parte di me. Lo sai che la magia è tutto quello che mi rimane, per sentirmi me stesso. No, aspetta, non mi fraintendere ...”.

La ragazza lo guardava con dolcezza e pazienza, senza alcuna fretta.

“E’ che ... Se tu sei la mia casa, la mia famiglia, la magia sono i muri con cui teniamo tutto assieme, no?”.

La Grifondoro ci pensò su un attimo e poi annuì, capendo il suo discorso.

“Certo! Se non fosse stato per la magia, non ci saremmo mai conosciuti”. Sev tirò un sospiro di sollievo, per fortuna aveva una ragazza intelligente.

“Io amo ogni singolo muro della nostra casa. Tutti, indistintamente, perché mi fanno sentire protetto e con uno scopo nella vita ... Io devo difendere la mia casa, è quello che devo fare. Oggi è come se mi avessero macchiato impunemente quelle pareti. Io devo ripulirle, per far sì che siano sempre nostre”. 

Finito quel discorso, si sentì esausto. Non aveva mai parlato così in vita sua. Tuttavia, si sentiva meglio, perché era riuscito ancora una volta a confidarsi con la persona che non solo amava più di ogni altra, ma di cui si fidava nella maniera più assoluta.

Per tutta risposta, Lily lo abbracciò e lo guardò con occhi scintillanti.

“Sono senza parole, Sev, hai detto delle cose belle ed inaspettate”.

“Sembrano esagerate, lo so” si schernì lui, ma Lily gli appoggiò un dito sulle labbra.

“Non sono esagerate. Quanto accaduto oggi è preoccupante, confesso che mi spaventa. Succederà ancora in futuro? Non lo so. Devo essere vigile sempre e comunque per difendermi da un qualsiasi attacco? Non lo so. L’unica certezza che ho sei tu e quello che abbiamo tra le nostre mani. Proteggiamo il nostro legame e facciamo in modo che niente e nessuno di oscuro si metta tra noi. E’ l’unica cosa che ti chiedo. Non posso sopportare l’idea di vederti cambiato in qualcuno che non sei mai stato. Non lasciare che quella gentaglia ti plasmi. Promettimelo”.

Severus annuì, sollevato.

“Lily, te lo prometto su qualsiasi cosa”.

“No, non promettere su niente, perché le cose nel mondo cambiano e sono mutevoli ed incostanti. Mi basta la tua promessa” rispose con un sorriso luminoso. Sev si chinò le diede un lungo bacio sulla fronte.

“Io che parlo per metafore e tu che fai la poetessa. Oggi dev’essere successo proprio un cataclisma!” cercò di scherzare il ragazzo. Quell’atmosfera opprimente lo aveva disturbato a sufficienza.

Lily scoppiò a ridere. Finalmente quel clima opprimente si stava diradando, ridando spazio alla spensieratezza dei due adolescenti.

Ripresero a camminare verso l’ingresso della Sala Comune dei Grinfondoro e Lily, poco prima di entrare, si voltò verso il ragazzo. Non aveva voglia di lasciarlo andare, oggi. Aveva ancora bisogno della sua compagnia.

“Avrei fame, Sev. Ho un po’ di cioccolato fondente e qualche biscotto danese in camera mia ... Ti va se li mangiamo assieme?” gli chiese con un sorriso. 

Sev annuì, per la gioia della sua ragazza. Lily era in grado di farlo stare bene in qualsiasi situazione. Anche di fronte alla fine del mondo, lei avrebbe trovato qualcosa di positivo per farlo stare meglio. 

“Allora torno subito, dammi qualche minuto”.

Lily svanì dietro il ritratto della Signora Grassa, che si limitò a guardare bonariamente il giovane Serpeverde.

 

* * *

Piccolo angolo autrice - perché ci sto prendendo gusto.

QUESTO CAPITOLO E’ MASTODONTICO. Puff pant. Mi ha fatto penare e soffrire. Ma mi sono sentita meglio, nel scriverlo. Anche perché è un periodo pieno ed emozionante. Mi ha purificato.

 

Grazie a tutti coloro che lo leggeranno e lo recensiranno o lo guarderanno e basta. Lo so che è impegnativo. Ma grazie di cuore!

 

Ah, l’Irlanda tornerà molto presto!

 

Un abbraccio

Blankette_Girl 

Alessandra <3

*racaille: gentaglia
   
 
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