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Autore: Miyu Orwell    16/05/2006    2 recensioni
Quando la tua anima è rimasta oppressa dal tuo modo di fare e dalle azioni che sei stato costretto a compiere, questa, prima o poi, farà a pezzi la tua maschera, dando libero sfogo al tuo rammarico, perché ciò che è stato fatto, non si può più cambiare.
Ma forse, un modo per evitare la distruzione c’è… un modo che, probabilmente, solo le stelle hanno potuto predire…
Ginny Weasley e Draco Malfoy, riusciranno ad esaudire il loro desiderio? Forse si, ma con un "piccolo" imprevisto.
Dalle menti geniali di Toru_Honda e Miyu68, sono felice di presentarvi The Desire! ^_^
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo dodicesimo

-Il ritorno -



Ginny sedeva per terra, appoggiata alla solida porta di mogano, mentre nella sua mente continuavano a ripetersi quelle parole glaciali, seguite poi da fantasie tremende.

Diventerà un Mangiamorte…pensò la ragazza. Sapevo… inconsciamente sapevo già che sarebbe dovuto accadere. D’altronde, è figlio di uno di loro… come non poteva diventare come Lui?...eppure, sentirselo dire così, da quella voce…guardare in quegli occhi così simili ai suoi, benché questo si limiti al solo aspetto…io, ora, come faccio a resistere?

Mi sento male…

Ginevra si alzò stancamente da terra. Si sentiva le articolazioni indolenzite da una notte passata sul freddo pavimento, ma quello era un dolore che non considerava nemmeno…
Si buttò di peso sul letto, portandosi a fatica con la testa sul cuscino, mentre una mano pallida, dalle dita lunge e affusolate, si posò sul suo petto.

Sento… come se un fuoco gelido mi fosse partito dal cuore che, pompando, lo spinge attraverso le mie vene e le mie arterie, lungo tutto il mio corpo.

Fa tanto male…

Ginevra si rannicchiò sulle delicate lenzuola di seta, abbracciandosi con un braccio le gambe, mentre la vista le si annebbiava a causa di grosse, calde e dolorose lacrime.

Cosa devo fare ora? Che cosa devo dire a Draco?
Con che coraggio posso dirgli ciò che è successo?
Non posso farlo… non ne ho la forza. E nemmeno le lacrime, tutte queste maledette lacrime mi aiutano… non placano il mio dannato dolore.
Oh, come vorrei poter urlare, fuggire, correre… voglio andare via! Basta! Basta!
Non ce la faccio più… mi sento scoppiare…

Qualcuno mi aiuti!

<< …Draco… >> singhiozzò Ginevra, prima di cadere in un sonno agitato, privo di riposo e ricco di incubi sporchi di sangue e morte.

*


Ginevra non dormì che un paio d’ore. A risvegliarla, fu un insistente rumore proveniente da una delle finestre.
La ragazza si alzò e, con passo pesante, si avvicinò alla finestra dalla quale proveniva l’insistente rumore. Quando Ginevra aprì la tenda, non poté reprimere un piccolo grido di stupore.
<< Errol! >> esclamò Ginny.
Il gufo di casa Weasley stava svolazzando (piuttosto stancamente –povero Errol ç_ç-) fuori dalla finestra, la quale venne prontamente aperta, con grande felicità del vecchio pennuto.
Il volatile si appoggiò stancamente sul braccio proteso di Ginny e le allungò una zampa, alla quale era legata una strisciolina di pergamena, che la ragazza afferrò subito, permettendo così a Errol di spostarsi e recuperare le forze.

Stai bene? Ti è successo qualcosa? Perché non hai scritto?

Il volto di Ginny fu scosso da un tremito di paura.
Draco, pensò la ragazza, riconoscendo la calligrafia del ragazzo. Devo dirgli la verità o…?

Una vocina nella sua mente rispose per lei: NO.

Ginny prese un pezzo di pergamena e scrisse velocemente poche parole.

Sto bene. Non ti preoccupare.
Non è successo nul


Ginevra si bloccò, la mano tremante e lacrime amare che sgorgavano dagli occhi grigio-azzurri del corpo di Draco. Alcune caddero silenziosamente sulla pergamena, facendo sbavare l’inchiostro. Ma Ginny non ci fece caso, non se ne accorse nemmeno. Riprese a scrivere, con la vista annebbiata e l’intero corpo scosso da singhiozzi.

la; semplicemente ieri ero molto stanca e mi sono addormentata presto.
Per questo non ti ho scritto.
Scusami.

Appoggiò la piuma sulla scrivania e si mise le mani nei capelli, cercando di frenare quelle inutili lacrime. Cercò di asciugarsi un po’ le guance con le maniche del maglione che indossava, ma un attimo dopo era già tutto come prima: le lacrime scorrevano copiose, senza sosta, mentre un fievole lamento disperato, strozzato dal dolore, usciva dalle labbra pallide.
Ginny si alzò, cercando di infondersi un po’ di forza grazie a del movimento. Prese la breve e sbavata lettera, la piegò e la consegnò al gufo che, dopo averla presa nel becco, sbatté rumorosamente le ali, uscendo dalla finestra rimasta aperta.

Ginevra si accostò alla finestra, facendosi investire dall’aria fredda di Gennaio. Fissò il volo di Errol finché il gufo non fu sparito all’orizzonte… e solo in quel momento, la ragazza sussurrò un flebile: << Perdonami >>

*_*_*_*_*_*


Severus fissò cautamente il Globo di Simar.
Era in qualche modo diverso dall’immagine che era disegnata sul vecchio libro che aveva consultato. Era più grande e sembrava essere più un grosso diamante, che una palla di vetro fragile. Sembrava che avesse acquistato molto più potere di quanto ne avesse all’inizio.

Possibile, se si pensa a tutte le anime che può aver risucchiato… anime di folli che tentarono un’impresa pressoché impossibile pensò Severus, guardando quasi intimorito il Globo. Un ghigno sarcastico si formò sul volto scarno dell’uomo. Folli come noi… rischiare la vita per uno stupido cane pulcioso!Se questo non è uno spreco…

I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Remus che lo stava chiamando. Intento com’era, non si era accorto di essere rimasto indietro.
Raggiunse Remus e Silente, che ora aveva tra le mani il Globo, e insieme a loro varcò una porta che li fece arrivare nella Sala dove era custodito il tanto pericoloso, quanto potente Portale.

<< Siamo arrivati >> disse Silente, avvicinandosi al Velo, senza mutare espressione. Non sembrava per nulla teso da quello che stava per accadere: sembrava che si fidasse ciecamente delle sue capacità e che fosse sicuro al cento per cento che il mattino dopo sarebbe entrato in Sala Grande, come ogni giorno, per fare una lauta colazione.

<< Severus… >> lo chiamò l’anziano. << …la fiala >>
Il professore di Pozioni si avvicinò lentamente all’uomo, come se volesse posticipare quel momento all’infinito. Si portò una mano sotto al mantello e qualche istante dopo estrasse una fialetta panciuta con all’interno un liquido rosso scuro.

Silente allungò la mano per prenderla, ma Severus si tirò indietro, inconsciamente. << Mi ripeta perché dobbiamo farlo.. perché lei debba rischiare la vita per Black! >> esclamò, facendo ancora un passo indietro.
Silente sorrise, mentre fissava intensamente Severus negli occhi. << Tu sai perché >> si limitò a rispondere, avvicinandosi all’uomo e prendendo la boccetta dalle sue mani.
<< Non credo sia un motivo sufficiente! Non può rischiare l’anima per un motivo così.. insensato! >> si ritrovò a urlare l’uomo. (Ehi! Il mio amore sconfinato non è un motivo insensato!! >.< nd Autrice che interviene a sproposito)
Remus, dal canto suo, si limitò a fissare la scena, con sguardo spento. Si sentiva diviso: da un lato, sentiva che ciò che stavano rischiando era troppo, ma dall’altro… oh, a lui mancava così tanto Sirius! Era l’ultimo… non poteva sopportare di restare definitivamente solo. Tutti i suoi migliori amici erano morti e lui… lui si sentiva così in colpa. Non era riuscito a fare niente per evitarlo. Non aveva mai avuto abbastanza forza per fare qualcosa… e ora si sentiva così responsabile che lui stesso avrebbe voluto usare il Globo. Per una volta, avrebbe voluto essere lui a rischiare. Ma Silente non era stato d’accordo… come non si trovò d’accordo con ciò che aveva detto Severus.
<< Severus, l’amore non è un motivo così insensato… trovo che sia l’unico motivo per cui valga rischiare qualcosa >> sorrise il vecchio mago, per poi stappare la boccetta e versarla sul Globo.
Severus fece per dire qualcosa, ma le parole gli si gelarono in gola: il Globo non si era fatto scappare nemmeno una goccia della Pozione.
Quella diavoleria …pensò Severus. …è un vampiro assetato di sangue e anime.
Intanto, Silente si era avvicinato al Velo che, sentendo la vicinanza dell’oggetto oscuro, iniziò a vibrare, sempre più forte.

All’improvviso le lunghe stoffe nere si alzarono, come se una folata di vento improvvisa si fosse avventata su di esso.
Tutto accadde in un istante per Severus e per Remus, ma non per Silente…

Tutto si era fatto bianco, poi rosso, poi nero e infine un miscuglio di colori che non si poteva identificare.
<< Chi sei? >> chiese una voce metallica; impossibile dire se chi stesse parlando fosse un uomo o una donna.
<< Mi chiamo Albus Silente >> rispose il vecchio mago.
<< Mai sentito nominare >> lo sbeffeggiò la voce.
Silente non si scompose.
<< Che cosa sei venuto a fare qui? >> chiese la voce, con una nota di irritazione.
<< Sono venuto per portare via una persona che è finita oltre il Portale >>
<< Chi è? >> chiese, con curiosità, la voce.
<< Si chiama Sirius Black >>
<< Da quanto tempo si trova lì? >>
<< Dallo scorso Giugno >>
La voce in principio non rispose. Poi con un tono triste, disse: << Non sento lo scorrere del tempo… non so che mese è ora, né l’anno… niente! >>
<< Siamo in Febbraio, anno 1998 >> rispose comprensivo il vecchio mago.
<< …è passato tanto tempo… >> bisbigliò mestamente la voce.
<< Più di cinquecento anni, vero Signor Simar? >>
<< Come fa a sapere il mio nome? >> domandò Alexander Simar, con la sua vera voce, ora tremante, forse per paura o forse per felicità.
<< Il Globo da lei creato porta il suo nome >> rispose semplicemente.
<< Capisco >> disse Simar. << Perché vuole riportare indietro quell’uomo, quel Sirius Black? >> chiese improvvisamente, di nuovo con voce metallica.
<< Una persona ha bisogno di lui >>
<< Perché? Quella persona non ha qualcun altro? >> chiese aggressivo.
<< Sì, è vero. Ma lei lo sa, Signor Simar: al cuore non si comanda >> rispose con dolcezza l’anziano.
<< Quale sentimento li lega? >> bisbigliò.
<< Amore >>
Alexander non rispose.
Silente rimase in attesa, mentre tutto intorno a loro ritornava ad essere bianco, come in principio.
<< Lo porti via… forse, lei ci riuscirà >> rispose con voce rotta Simar.
<< La ringrazio, Signor Simar >>

Davanti agli occhi di Silente era improvvisamente ricomparso il Velo, ancora con i tendaggi sollevati, a scoprire il nero abisso che di solito rimaneva celato alla vista.
L’uomo si avvicinò lentamente alla voragine, tenendo saldamente il Globo e avvertendo da esso un calore bruciante. Un movimento improvviso catturò la sua attenzione: dal buio spuntava una mano che era tesa verso di lui.

Silente non ci pensò nemmeno due volte: la afferrò e tirò con tutte le sue forze. Un braccio, una testa con lunghi capelli neri, due spalle larghe, un torace che si abbassava e alzava molto velocemente, due gambe lunghe che scalciavano per tirarsi fuori.
<< Sirius Black >> bisbigliò Silente, con un sorriso.
Sirius fissò i propri occhi terrorizzati in quelli rassicuranti dell’anziano. Black tirò un sospiro di sollievo e si lasciò andare alla presa di Silente, chiudendo gli occhi e smettendo di scalciare, essendo ormai del tutto fuori dalla voragine nera
. In quell’attimo, la sfera brillò, come un piccolo sole, illuminando tutta la sala. Dopodiché si disintegrò e una miriade di schegge scese sui presenti, come se si trattasse di finissima neve.

Quando Severus e Remus riuscirono a riaprire gli occhi, videro Silente inginocchiato davanti a un uomo sdraiato di fronte al Velo.
Si avvicinarono di corsa, preoccupati, ma si resero subito conto che Silente stava egregiamente; solo la mano sinistra, quella su cui prima era stato appoggiato il Globo, era ricoperta da vesciche.

<< Sta bene >> sussurrò il vecchio mago. << Sta solo riposando. È stata una brutta esperienza, più per lui che per me… mettetelo su una barella e portiamolo fuori di qui >>

Remus annuì e fece subito apparire una barella, sulla quale, con l’aiuto di un riluttante Severus, adagiò Sirius.
Il licantropo non poté trattenersi dal sorride, vedendo il volto del suo ultimo migliore amico rilassato e tranquillo.
<< Bentornato >> sussurrò al suo orecchio, non facendosi vedere da Severus, che avrebbe subito commentato acidamente una simile sdolcinatezza. Il professore era troppo intento a prendersi cura di Silente, per poter notare altro; si perse perfino la strizzatina d’occhio che l’anziano mago riservò a una certa persona che però non c’entra nulla con la storia. <- ovviamente, l’autrice, che, guarda caso, si infila OVUNQUE.


Continua…


Commenti dell’autrice:
Ehm… ciao ^^” è da un po’ che non ci sentiamo, eh? Qualche mesetto… circa… m-mh.. *imbarazzo*
Ecco, io mi volevo scusare con tutti coloro che seguivano questa storia, vi ho fatto aspettare davvero tanto e mi dispiace moltissimo. Ma non l’ho fatto con cattiveria. Semplicemente non sono riuscita a scrivere quanto avrei voluto, quando avrei voluto e cosa avrei voluto. Insomma, un mix di cose non fatte.
Scusatemi.
Ora, chiunque vada ancora a scuola, sa che questo non è un bel periodo. Quindi fino almeno l’inizio di Giugno NON mi rimetterò a lavorare sul capitolo quattordici (sì, il tredici è pronto da un pezzo, seppiatelo); ma appena dopo il ponte del due giugno, mi metterò sotto >__<

Perché io NON intendo abbandonare la storia. Io la finirò. Perché la amo. E non c’è altro da dire.

Ringrazio moltissimo coloro che mi sono stati vicini in questo periodo di silenzio, in particolare Tiziana che, fortunata fra le fortunate, s’è letta il capitolo in anteprima. XD
Mi scuso ancora con voi tutti per questa lunga assenza e ringrazio coloro che hanno commentato lo scorso capitolo.

Un bacio

Miyuncina

Ps: il prossimo capitolo si intitola Verità *angelic smile* <- terribilmente falso

  
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