Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: TooLateForU    18/09/2011    4 recensioni
Eravamo vicinissimi, sentivo il suo respiro, e lo fissavo negli occhi nocciola, contornati da lunghissime ciglia. Avanti Georgia, pensa a qualcosa di epico da dire..Dai, dai, dai!
“Sai che ogni numero periodico ha la propria frazione generatrice?”
Oddio, che cazzo avevo detto?!
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“No! Voglio andare da McDonald’s!” ripetei incazzata nera, sbattendo un piede a terra e fermandomi in mezzo alla strada
“E invece andiamo al ristorante greco.” Replicò Justin, imperturbabile, mentre controllava l’ora sul nuovissimo, fighissimo e costosissimo iPhone. Dio, stavo per prenderlo a calci. Lui, non l’iPhone.
Feci un respiro profondo, per calmarmi. “Okay, facciamo una bella cosa: tu vai al ristorante libanese..”
“Greco, ristorante greco!” mi corresse, spazientito.
“E’ uguale!” ribattei, facendo un gesto seccato con la mano“Dicevo, tu vai al ristorante greco ed io, DA SOLA, me ne vado al McDonald’s. Geniale non trovi? Bene, ciao.” Girai i tacchi e feci per andarmene quando lui mi tirò, non molto delicatamente, per un braccio e prese a trascinarmi per il verso opposto della strada.
“Justin! Molla la mia felpa!” strillai, dandogli uno schiaffo sulla spalla. Avrei avuto più successo prendendo a schiaffi un muro.
Mi lanciò uno sguardo di sbieco, piegando le labbra in un sorrisetto furbo che riuscì a distrarmi per un attimo. “Non ci penso neanche.” Cinguettò (sì, cinguettò..) allegramente.
Feci un verso simile al ringhio di una tigre scazzata, mentre continuavo ad essere trascinata come una bambina. “Se non mi molli mi metto ad urlare.” Lo minacciai, a denti stretti.
“Non lo faresti.”
“Ah sì? E che ne sai?”
“Forse perché ti conosco da quando neanche sapevi scrivere il tuo nome?” rispose retorico, esibendo l’ennesimo sorrisetto impertinente. Dio, ero indecisa tra il prenderlo a pugni e il baciarlo.
Feci un altro lungo respiro, e mi schiarii la voce. Ero pronta.
“AIUTO! AIUTO! MI STA MOLESTANDO!” presi ad urlare, con tutto il fiato che avevo. Justin si voltò repentinamente verso di me, sconvolto, mollando la presa sulla felpa come se si fosse scottato.
“Georgia, che cazzo ti urli?!”
“QUALCUNO MI AIUTI! E’ PAZZO, PAZZO!!” continuai indicandolo, mentre notavo una coppia di anziana dall’altro lato del marciapiede voltarsi verso di noi.
Stavo per lanciare un altro urlo stile aquila, se non fosse che Justin mi saltò letteralmente addosso, coprendomi la bocca con una mano e spingendomi verso il retro di un negozio più avanti. Io gli diedi un pugno sul petto, ma neanche lo sentì, credo.
“Ragazzo, che diavolo stai facendo?” una voce sconosciuta giunse alle nostre orecchie.
Ora, provate ad immaginare cosa questo povero disgraziato possa aver visto.
Un diciassettenne che tappa la bocca e tenta di spingere verso un angolo una ragazza che prova a prenderlo a pugni, dopo essersi sgolata urlando che un certo tizio la stava molestando.
Cazzo.
Sia io che Justin eravamo pietrificati, tanto che lui non mi aveva ancora tolto la mano dalla bocca.
L’uomo del mistero si avvicinò, e puntò un dito contro Justin “Mollala immediatamente, ragazzino!” tuonò. Lui si allontanò da me, portando entrambe le mani davanti il viso.
“No, aspetti, non è come sembra..”
“Davvero? E allora cosa volevi fare, idiota?!” continuò lo sconosciuto, avvicinandosi in modo non molto amichevole a Jus. Oddio, oddio, è tutta colpa mia!
“E’ mia amica! Glielo giuro, la conosco da una vita! Non volevo farle nie..”
“Bene, lo spiegherai in questura!” lo interruppe lo sconosciuto muscoloso e tatuato, mentre prendeva Justin per un braccio.
Cogliona, fai qualcosa!
Mi risvegliai dallo stato comatoso in cui ero caduta, e mi avvicinai di corsa verso i due.
“No! No, è solo un equivoco signore! Stavamo giocando, davvero!” presi ad urlare, gesticolando. Quello mi guardò scuotendo la testa “Bimba, non devi difenderlo, adesso lo portiamo in questura e vedrai che non ti infastidirà più..”
“Ma io non ho fatto niente! Sono Justin Bieber, non vede?! NON HO FATTO NIENTE!” strillò Jus, cercando di divincolarsi dalla presa dell’uomo, che lo teneva stretto.
“E chissene frega? Meglio se taci, ragazzino.”
“La prego, mi ascolti, è mio amico! Era solo uno scherzo, un gioco, mi creda!” continuai, agitata. Dio mio, quanto ero stata cretina! Era solo colpa mia!
L’uomo mi guardò socchiudendo gli occhi “Sei sicura?” chiese, poco convinto.
“Sì! Sicurissima!” asserii, annuendo velocemente con la testa. Lui alternò lo sguardo un paio di volte da me a Justin, che tentava sempre di scogliere la presa del tizio dal suo braccio, e finalmente parve decidere che dicevamo la verità.
“Va bene, vi credo.” Sibilò, mollando bruscamente il braccio di Justin “Ma la prossima volta non fate più stronzate come questa, chiaro? Bene.” Senza neanche aspettare una nostra risposta si voltò e tornò sulla strada da dove era venuto.
Mi voltai verso Justin, che si stava bruscamente aggiustando la felpa.
“Jus?” lo chiamai, a bassa voce, quasi mi vergognassi. Alzò lo sguardo verso di me, fissandomi gelido.
“Che altro vuoi? Metterti di nuovo ad un urlare in modo che mi sbattano direttamente in galera?” urlò, furioso. Se gli sguardi avessero potuto uccidere, io sarei già nell’oltretomba.
“Mi dispiace, davvero. È stata una cosa stupida..”
“Sì, molto.” Mi interruppe velocemente, prima di superarmi e darmi le spalle. Lo seguii, cercando di stare al suo passo.
“Scusa, scusa, scusa! Davvero, mi dispiace da morire!” esclamai, tentando invano di farlo girare verso di me.
Non rispose, ovviamente. Continuava a camminare velocemente, tanto che stavo quasi correndo per tenergli il passo.
“Justin, girati un attimo!” gli misi una mano sulla spalla, ma si scansò. Poi, senza preavviso, si fermò e io sbattei il naso sulla sua spalla.
“Ahi..” borbottai, massaggiandomi la punta del naso. Nel frattempo lui mi guardava, in un iroso silenzio, a braccia incrociate.
Era il momento delle Scuse Ufficiali.
“Senti, mi dispiace tanto. Non volevo, è stata una cazzata e ti prometto che non lo farò più. Mi perdoni?” senza neanche sapere come, mi ritrovavo ad implorare il perdono di una delle persone che più odiavo al mondo. Era pazzesco. Ma non potevo sopportare l’idea che fosse arrabbiato con me.
Non sono affatto contraddittoria, vero?
Fece una smorfia, continuando a squadrarmi da capo a piedi. Era incredibile, ma era  più alto di me, e non è che fosse esattamente un giocatore di basket.
In poche parole, era un nanetto, ma comunque più alto di me.
“Ti perdono solo se vieni con me al ristorante greco.” Replicò, lanciandomi uno sguardo di sfida. Dio mio, quanto era sexy quando assumeva quello sguardo..
Ma che cazzo vado a pensare?! Sembro una ragazzina alle prese di qualche squilibrio ormonale..
..Bè, in effetti lo sono.
 “E va bene, andiamo a questo stupido ristorante greco!” acconsentii, allargando le braccia per poi farle ricadere sui fianchi, sconfitta.
Lui fece un sorriso brillante, superando di gran lunga la luce proveniente il cielo ancora un po’ nuvoloso, e mi prese per mano.
E poi le sentii. Sì, loro, quelle bastarde farfalle che..sfarfallavano dentro il mio stomaco. Maledette.
E maledetto lui, la sua mano intrecciata alla mia e il suo fottuto sorriso brillante.
 
 

Credo che ormai si sia capito, ma comunque è meglio ribadirlo..
In questa storia SELENA GOMEZ NON ESISTE! *stappa bottiglia di champagne e balla per la stanza*
No, seriamente, credo proprio non apparirà..Comunque potrei anche cambiare idea! Ma tanto non le farei fare una bella fine.
Non arrabbiatevi con me per questo, io non la odio perché sta con Justin, mi è sempre stata sulle palle, dai tempi dei Maghi di Waverly, e mi starebbe sul cavolo anche se non stesse con lui.
Alla prossima!
   
 
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