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Autore: Melany    17/05/2006    10 recensioni
Molti la definivano ‘La Regina delle Serpi’.
Non aveva nessun amico, se non un ragazzo con il quale si confidava.
Da quel che aveva capito era Inglese e viveva segregato in casa.
Era orfano, i suoi erano morti in un incidente auto.
Dormiva in un sottoscala, tormentato dal cugino e dagli zii con cui conviveva.
Neanche lui aveva amici.
Tutti lo consideravano uno sfigato.
Tutti tranne lei.
Si erano conosciuti per caso su Internet ed era iniziata la corrispondenza.
Lui si faceva chiamare ‘Harry11’ e lei ‘Serpe’ forza dell’abitudine.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Sorpresa | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tutto quello che fai è scappare.
Per tutta la vita.
Ripercorrendo la tua strada, ti accorgi che è così, e che non puoi farci nulla, se non andare avanti.
Sei fuggita da un passato che non ti apparteneva, sei fuggita da un destino non tuo, fino a raggiungere la vetta, di una montagna troppo alta, per essere scalata da soli.
E l’unica cosa che puoi fare in quel momento, e sederti, e aspettare un nuova alba.

-Pansy?- la chiamò piano il ragazzo.
Era rimasta voltata per tutta la notte, rifiutando qualsiasi contatto con Draco, dall’altra parte del letto.

Non ricevendo risposta, sospirò, piano. –Piccola, cosa c’è?- le sussurrò avvicinandosi al suo orecchio.

-Nulla- mugugnò.

L’aveva sognato ancora.
Lui, bello come solo lei lo aveva immaginato, in quei giorni d’infanzia, prima che tutto cambiasse.
Prima che la sua vita diventasse diversa.
Prima che avesse dei suoi amici, lo era stato lui.
Il suo unico amico.

-Cosa fai per Natale?- le domandò il biondo, accarezzandole piano la guancia morbida.

-Vado in Spagna, da mio padre...- Ambra/ Pansy, aveva accettato ogni singola condizione di quella nuova vita, meno una. Ogni anno, Natale, Pasqua e Compleanno li passava in Spagna, da Pedro, l’unica persona che avesse provato un po’ di autentico affetto per lei, all’infuori, ovviamente, dei suoi compagni di casa: Blaise, Theodor, Draco, Daphne e Millicent.
Draco sbuffò.

-Non dovresti tornare da lui, e lo sai!-

Quella frase la irritò, facendola alzare a sedere. –Scusa, perché?-

-Ti ha mentito, Pan-

-Mi ha cresciuto, Draco! Per undici lunghi anni della mia vita!-

-Ehy, ehy, ehy! Piccola, calma!- le cinse la vita, attirandola a sé.
Ecco il Draco freddo e schivo che si trasformava, quando era con lei, era diverso, e se ne accorgevano tutti.
Lo spinse via.

-Vado a vestirmi ed a fare colazione...- annunciò senza troppa convinzione, uscendo dalla stanza, mentre indossava la lunga vestaglia di raso bianco, che copriva la piccola camicia da notte di seta, sempre bianca, che le arrivava fino a metà coscia, tenuta su da due sottili fili di seta come spalline.

Theodor fischiò al suo passaggio, e Blaise strabuzzò gli occhi.
Era splendida, il punto era che ne era assolutamente consapevole.
Li incenerì con uno sguardo, entrando nel dormitorio femminile e cominciando a vestirsi, ignorando le occhiate curiose delle due compagne.

-Allora? Con Draco?- cominciò Millicent.

-Sentite, non ho voglia di sentire le vostre manfrine. Io e Draco non abbiamo fatto nulla stanotte... e ora, se permettete...- afferrò la gonna infilandosela velocemente.
Milly, ormai, l’aveva dimenticata.
Era tornata al suo giornalino pieno di pettegolezzi, ma Daphne continuava ad osservarla, cosa che diede molto fastidio alla moretta.

-Bhe? Che c’è?- sbottò.

-Ne parliamo dopo, Pans...- le disse solo con un flebile sorriso e una voce calda, dolce.

Daphne Greengrass era la ragazza più dolce di tutta Serpeverde, una mancata Griffondoro, notevolmente bella faceva da ‘mamma’ a tutti quelli che per un motivo o per un altro, si sentivano soli, o in ogni modo abbandonati da tutti.
Era in assoluto la ragazza più fantastica che Pansy avesse mai conosciuto conoscesse, nonché la sua migliore amica.

La osservò uscire e sbattere la porta, poi guardò l’altra ragazza, che aveva sollevato lo sguardo. –Le passerà...-

---

-Toh! Guarda chi si vede... Carlino Parkinson...-

“Oh, no! Ti prego, tutti ma non loro!!”

-Togliti di mezzo Weasley-

-Se no che mi fai?- la ragazza inarcò un sopraciglio.

-Non sono di buon umore Weasley, non giocare col fuoco...-

-Non dirmi cosa devo o non devo fare!-

-Perché non te ne vai?- sospirò esasperata la ‘Mezzosangue’.

-Ci sto provando Granger, ma ops, ci siete voi poveri bimbi sperduti a sbarrare la strada!!-

-Tornatene in Dormitorio, allora- ribatté acido Harry.

Chissà perché, quando era lui a ribattere, era come un spina velenosa che arrivava al petto della ragazza, e cominciava a premere per entrare.

-Sono le undici e mezza, Potter, ho un certo appetito... se non ti dispiace vorrei andare a fare colazione...-

“Calma Pansy, Calma! Sono solo Griffondoro...”

-Tutto bene Pans?- la voce rassicurante di Daphne la raggiunse dalle spalle.
Poteva sentirne lo sguardo freddo e deciso sui ragazzi di fronte a lei sfiorargli fronte dopo fronte, così come poteva vedere i ragazzi scossi da un lieve brivido di freddo.
Gli occhi azzurri di Daphne colpivano ancora, e non senza feriti.

-No, Daphne, questi poveri bimbi hanno smarrito la strada, e non si levano dai cosiddetti- ribatté spazientita.

-Sentite- inspirò piano la biondina. –Voi non state simpatici a noi, come noi non lo stiamo a voi... ma avremo il sacrosanto diritto di andare a fare colazione, come voi di prendere ripetizioni di pozioni!- aveva sganciato la bomba.

Le ripetizioni dei Grifoni era note quasi in tutta la scuola, ed erano stati derisi da tutti, perché quella era l’acuta dimostrazione della loro incapacità in pozioni, essendo che Snape non dava mai ripetizioni, se non nei casi davvero disperati.

-Fottiti Greengrass- ringhiò Ginny.

-Tasto dolente Weasley?- sorrise maligna.

-Perchè non ve ne andate a fanculo?- avanzò il moro.

-Perché non te ne vai e basta, Potter?- avanzò anche Pansy e si trovarono a meno di due centimetri l’uno dall’altro.
La ragazza poteva sentire il suo fiato caldo sul viso, e lo sguardo deciso nei suoi occhi.

-Andiamo Pan- la tirò per un braccio Daphne. –Domani sarai lontana da qui, nella tua amata Spagna- rivolse un ultimo sguardo di fuoco ai Griffyndor prima di spintonare le spalle di Hermione Ron, per aprirsi un passaggio.

---

-Allora...- cominciò la bionda. –Dimmi tutto-

-Tutto, cosa?-

-Mi nascondi qualcosa...-

-Non potrei mai!-

-Forse lo nascondi anche a te stessa-

Aveva colpito in pieno.
Era una cosa che stava negando da... quanto? Mesi? Anni? Era caduta vittima della sindrome di Romilda Vane... era innamorata... di Harry Potter...

-No, ma che dici!-

La Slytherin inarcò un sopracciglio. –Come vuoi. Non insisto-

-Ecco, brava!!!- continuarono a parlare del più e del meno per il resto della mattina, fino a quando non arrivò il momento dei bagagli e dei saluti, quel pomeriggio stesso.

---

Sul treno c’era tanta gente, la maggior parte non l’aveva nemmeno mai vista, ma nel vagone accanto, poteva sentire il ‘magico trio’, come li chiamavano a scuola, ridere dell’ultima cazzata.
Si alzò, facendo per andare in bagno, e, caso volle, che si scontrò con qualcuno.

-MA PORCA PUTT... Un po’ d’attenzione!!!- sbraitò dal pavimento, non accorgendosi che un paio di iridi verde smeraldo la osservavano, mentre il ragazzo le tendeva una mano.

-Scusa, Parkinson...-

Lo guardò storto, prima di afferrare la maniglia dello scompartimento e alzarsi da sola.

-Non ho bisogno dell’aiuto di un lurido Griffyndor- soffiò.

-Non dico il contrario... penso solo che tu abbia bisogno dell’aiuto di qualcun altro...-

-Sparisci Potter... non ho bisogno di te-

Il ragazzo sembrò ferito.
“Solo un’illusione ottica” si disse lei, aprendo con nonchalance [non so se si scrive così...] la porta del bagno e chiudendovicisi dentro, sperando che un UFO Terminator distruggesse Potter e i suoi amici nell’arco di 5 secondi, cosa, che, sfortuna volle, non avvenne.

Si alzò rassegnata, e uscì, lanciando un’occhiata allo scompartimento con i ragazzi.
Ridevano e scherzavano, come se non avessero una sola preoccupazione al mondo.
Il moro alzò lo sguardo per un secondo, incatenandolo al suo, e le fece cenno di entrare.

Lei si girò, tornando al suo scompartimento vuoto, e sedendosi fuori, osservando le figure che passavano veloci attraverso il finestrino.

---

Arrivò a casa circa ventiquattro ore dopo e la prima cosa che fece fu di buttarsi sul grande e morbido letto di piume, avvolgendosi nel morbido piumone.
Lasciò scivolare la mano sotto il materasso, come faceva sempre, dove conservava le cose più care.
Vi trovò una lettera, era di sei anni prima.

“Cara Ambra,
TANTI AUGURI!! Ora hai ufficialmente 11 anni.
Sai, mi hanno detto che gli 11 anni sono un’età magica e fortunata. Lo spero vivamente.
Ma io, sono già fortunatissimo ad aver conosciuto un’amica così dolce, simpatica e.. particolare
. Oh! Ambra, sei la mia migliore amica, anche se tu vivi a Madrid ed io a Londra.
Ti voglio, e ti vorrò sempre un mondo di bene.
Chissà se riusciremo mai ad incontrarci…
Ma se è sì, allora io voglio amarti.
E lo farò, Ambra, promesso!
Ancora tanti auguri.

Tuo, Harry James Potter”

Una lacrima le scivolò sulla guancia destra, e sentì quella situazione di disagio che non provava da tanto tempo.
Si alzò, sempre avvolta nel piumone e si avvicinò saltellando al PC.
Digitò velocemente il sito, il nome e la password.

Benvenuta Serpe!! Gli utenti collegati attualmente sono 5 te compresa:

-Fraçois56
-Ingrid
-Che Guevara 4ever
-Harry11

Harry 11 scrive - Ciao Serpe. Bentornata :)
  
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