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Autore: luna nueva 96    20/09/2011    2 recensioni
Fanfic dedicata principalmente a Hikari-chan!
Non vi anticipo niente, voglio che siate voi a giudicare.
DAL SECONDO CAPITOLO:
E così, come se fosse ritornata indietro nel tempo, Sakura guardò quegli occhi neri in cui mille e mille volte si era persa, e gli anni più oscuri della sua vita ritornarono a galla nella sua mente, creando un subbuglio di reazioni dolorose all’interno delle sua viscere. No, non gli avrebbe mai perdonato ciò che le aveva fatto
.
-Che ci fai qui?- gli chiese con voce apparentemente calma e buia. Lui parve sorpreso da questo tipo di reazione: si aspettava davvero che gli buttasse le braccia al collo e iniziasse a saltellare come una bambina per il suo ritorno? Beh, si sbagliava.
-Che modi Sakura! Sono appena tornato e non mi dici neanche “ciao”?-
Maledetto bastardo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Occhiali scuri.

Vento tra i capelli corvini.

Aria spavalda ma sempre chiusa in sé stessa.

Profumo di notte.. profumo di pino.. profumo di lui.

Non era cambiato affatto in quegli anni Sasuke: bello, rilassato e con un’innaturale talento nell’ottenere tutto ciò che voleva. Quando lo aveva rivisto aveva sperato davvero che questa volta avrebbe potuto mettere almeno un po’ di voce in capitolo, ma era stato facile capire che alla fin fine era sempre la solita succube e si era rassegnata. Non per niente in quel momento era seduta su un comodissimo sedile in pelle di una grande decappottabile nera come la notte, a sfrecciare verso casa per le strade di Osaka (le quali sembravano essersi liberate al loro passaggio), pregando Dio che il viaggio durasse quanto più a lungo possibile; e a quanto pare anche Sasuke sembrava dello stesso parere: dando un’occhiata al contachilometri si poteva vedere chiaramente che la lancetta non raggiungeva mai i cento, cosa normale per chiunque, ma non per il moro, che aveva da sempre avuto un debole per le corse veloci.  

Lei lo sapeva bene. Oh, se lo sapeva.

E come se gli anni fossero solo secondi, smise di essere una famosa agente immobiliare con una grande carriera davanti, dimenticò di avere una casa propria, un marito che l’aspetta e che probabilmente aveva già preparato la cena; ritornò così ad essere una ragazzina dagli insoliti capelli rosa, all’ultimo anno di liceo, con grandi progetti e sogni d’amore e una vita che le avrebbe rivelato parecchie sorprese.



-Ma proprio oggi doveva ammalarsi quel baka!?!?-.
Il liceo di Osaka non era mai stato una passeggiata, e men che meno all’ultimo anno; tutti gli alunni, preoccupati fin dall’inizio per l’esame finale ma non abbastanza per mettersi comunque a studiare, cercavano ogni modo possibile per riuscire a copiare durante i compiti in classe o, i più fortunati economicamente, per corrompere i professori con ogni genere di bustarella. La maggior parte di quelle persone, però, richiamava su di sé tutte le antipatie degli incorrompibili proff di Osaka, intransigenti su ogni tipo di sgarro alla regola; in poche parole, solo in pochi riuscivano a farcela. E tra quei pochi c’era anche un certo Uzumaki che, chissà come e chissà perché, riusciva spesso a ottenere con qualche ora d’anticipo le tracce di compiti in classe, che prontamente faceva avere a lei e Sasuke, così che prendessero tutti e tre un voto abbastanza dignitoso da presentarsi agli esami di fine anno a testa alta.
Come riuscisse ad averle, quelle tracce, ancora non si sapeva: lei e Sasuke avevano immaginato, conoscendo Naruto e i suoi molteplici guai, che si trattasse di roba in cui centravano professoresse, spinelli e magari anche frustini.
Fatto sta che, però, la mattina del compito in classe di letteratura giapponese, quell’idiota non si era presentato a causa della febbre che gli era arrivata solo a 40, e aveva lasciato che sia lei che Sasuke consegnassero il foglio completamente in bianco. Non un dramma per l’Uchiha che vantava di avere una media di voti che raggiungeva l’ “Eccellente”, ma per lei, che riusciva ad arrivare a mala pena alla sufficienza, quello era un’ altra macchia nera nel suo listino scolastico.   
 

-Quell’idiota l’altra sera si è ubriacato e si è gettato nudo nel fiume*. Sono dovuto andarlo a recuperare io, e considerando che siamo a gennaio e la temperatura dell’acqua è gelida..- non finì la frase, troppo impegnato ad accendersi una sigaretta. Ben gli stava a quel baka la febbre a 40 gradi!, l’unico problema era che era lei a rimetterci in questa situazione. Certo, lei e Sasuke... ovvio.
-Cosa intendi fargli?- le chiese ad un certo punto, con una leggera punta d’interesse, il moro.
-Come scusami?-. Lo vide sogghignare leggermente.
-Naruto. Quale sarà la sua punizione?- Nei suoi occhi un lampo d’odio e di vendetta per il compito fallito, lo stesso che probabilmente c’era negli occhi verdi di lei.
-Non lo so, ma stanne certo: rimpiangerà quella birretta in più dell’altra sera .-



-A cosa pensi?- spostò la sua attenzione sul presente, dove Sasuke la guardava di sottecchi dal finestrino. Forse stava in silenzio da un po’ troppo tempo.
-Ricordavo-. Non c’era bisogno di aggiungere altro. Lui lo sapeva.
-Si. Anch’io-


Le mani di Sasuke indugiarono leggermente sotto la sua sottile maglietta,quella mattina.
Fu costretta a separarsi dal bacio profondo che si stavano scambiando, e che sarebbe potuto sfociare presto in qualcosa di più,per via dell’orario. Doveva arrivare a scuola in orario,e il professor Hatake, docente di matematica e fisica, aveva esplicitamente detto che non avrebbe più ammesso ritardi da parte sua.

-Ehi, non ti è bastato ieri sera?- soffiò Sakura contro le labbra del moro, il quale sembrava parecchio infastidito da quella brusca interruzione. -No Sakura. Dovresti saperlo che non mi basta mai.-   

 
Si toccò distrattamente la fede nuziale con impresso all’interno, oltre al suo nome, anche quello del suo attuale consorte. E non potè evitare di pensare che a quell’ora, su quello stesso anello, avrebbe potuto esserci scolpito un nome diverso.

-Ho sempre saputo che Naruto aveva una cotta per te- la sua voce scura attirò la mia attenzione- lui ti ha sempre amata. Sempre..- 


 
-Sakura devo dirti una cosa- disse Naruto prendendo un grosso respiro-riguarda Sasuke-.

Dopo il diploma, scoprire che lui se n’era andato senza lasciare traccia, senza dare né spiegazioni né indizi non solo alla sua ragazza, ma anche al suo migliore amico, era stata una pugnalata al cuore.
A Naruto l’aveva detto il giardiniere di villa Uchiha, ormai appartenente ad un’altra famiglia altolocata che però l’aveva comprata a poco prezzo, nonostante il suo reale valore in quanto villa seicentesca.


La notizia aveva sconvolto entrambi, scombussolato in modo irremovibile le nostre vite, disintegrato per molti mesi i nostri cuori, soprattutto il mio. Naruto aveva provato per mesi a cercarlo con ogni mezzo possibile, si era addirittura recato nell’ albergo dove, secondo le sue conoscenze, il moro risiedeva da parecchio tempo. Sasuke, però, non aveva voluto in alcun modo incontrarlo; inutili erano stati gli sforzi del biondo per entrare di forza nella stanza dell’amico: non avrebbe mai potuto fare niente contro la forza di tre bestioni dalla stazza enorme. Alla fine, con suo enorme dispiacere, ci aveva pensato lei a fermare quel teatrino per evitare che Naruto si facesse davvero del male e gli aveva detto di interrompere le ricerche.
A quanto pare Sasuke aveva preso una decisione e non voleva essere trovato da loro. 

Sapere che per lui, loro due erano stati solo un gioco, un passatempo, li aveva totalmente demoralizzati ad andare avanti, riuscendo a mantenersi in piedi solo grazie il sostegno l’uno dell’altra.

Questo fino a quando Naruto aveva detto “basta”, e si era ripreso, trasformando quel sentimento di malinconia verso Sasuke in puro e semplice odio.
Odio per quello che aveva fatto a lui.
Odio per quello che aveva fatto a lei.
Odio per quel cazzo di egoismo che si era sempre portato dietro.
Lei invece.. beh, lei era andata avanti affogando nel dolore, facendo un passo dopo l’altro, vivendo per inerzia, confortata solamente da calore umano di Naruto che ormai era entrato dentro il suo cuore in vesti più importanti di un amico. Lui la faceva star bene: per questo non aveva esitato a dirgli “si” in prima possibile.

 
-Siamo arrivati-disse a Sasuke, riconoscendo le luci di casa sua, dove immaginò che Naruto la stesse aspettando con un sorriso sulle labbra - grazie per il passaggio. Scusa se non ti invito ad entrare ma.. non credo sarebbe una buona idea-. Lui avrebbe capito certamente la situazione.
Ma proprio mentre stava per scendere dall’auto, qualcosa si strinse intorno al suo polso; gli occhi neri dell’Uchiha, forse per la  prima volta, imploravano qualcuno di rimanere con lui, e il bello era che era anche tentata di dire “si” anche a lui.
-Mi dispiace Sasuke- non sapeva dove aveva trovato il coraggio di dirlo- questa è la mia fermata.. e io scendo qui-.
La mano di Sasuke scivolò sul sedile, lasciando che il suo braccio fosse libero, come anche il resto del suo corpo.

La sua anima però..

Prima di voltarsi definitivamente verso casa, il finestrino automatico del posto del passeggero si aprì,e ciò che disse Sasuke le fece quasi perdere l’equilibrio, per quanto fu forte il giramento di testa che seguì dopo.

-Tu vorrai anche scappare e scendere qui.. ma sappi che non siamo ancora arrivati al capolinea, Sakura.- 

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*non so se c'è un fiume a Osaka.. prendetela come invenzione personale, se così fosse u_u

Holaaaaaa!, ok, ammetto di esseere abbastanza sorpresa di riuscire ad aggiornare anche questo storia nonostnate i moltepilici imegni legati alla scuola, ma a quantp pare con la buona volontà tutto è possbile!!!! :D
Il titolo del capitolo significa " Quando passato e presente diventano una cosa sola", e immagino che voi abbiate già capito perchè..
Ho immaginato che avreste voluto sapere cosa era successo prima no? Qualche flashback era d'obbligo è_é
Comunque, di questa storia inizio già a vedere la fine, quindi tenetevi forte, perchè inizia la discesaaaaaaaaaaa!!!!!!
Alla prossima
Baci
  
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