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Autore: Akela    20/09/2011    0 recensioni
In un mondo diverso dal nostro, ove il sottile filo che separa il sovrannaturale e la realtà è inesistente.
La storia di una giovane donna ,la storia di un'amore indissolubile ,la storia di settanta immacolati pegni d'amore in un deserto scarlatto del sangue di una cruenta battaglia .
( una fiaba semplice semplice,spero ugualmente che con la sua conclusione possa stupire =)...)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era la figlia della sultana di quel regno, i palazzi splendenti, i privilegi che l'accerchiavano erano parsi incredibilmente esagrati agli occhi di una bambina che prima di tutto ciò non aveva nulla, con triste severità dava gli ordini ai servi che la riverivano dall'alba al tramonto, la disgustava la differenza sociale che spopolava in quelle terre, il suo sogno era di andare un giorno nelle fertili e rigogliose terre del nord, li la popolazione era allegra, la schiavitù era abolita e da li proveniva il suo èiù grande amore. Anni prima la data fatale del matrimonio combinato venne fissata via missiva, senza essersi mai visti ne parlati i due giovani erano stati legati da un'indissolubile quanto crudele legame, quando alla cerimonia di fidanzamento Ismar giunse alle terre del Sud e si comobbero, non ebbero più dubbi, erano fatti l'uno per l'altra. Due metà in attesa di colmare il proprio vuoto. Non pensavano minimamente che la guerra potesse dividerli. Ogni giorno da quando Ismar era partito , la ragazza trascorreva le giornate li , nei portici , nelle rive dello stagno,ma principalmente alla voliera, amava con tutto il cuore quegli ultimi doni del suo amato, settanta colombe bianche, settanta immacolati pegni d'amore , e una colomba nera, l'unica appartenente a Ismar. Da quando era stato costretto a partire per la guerra contro il popolo dell'est ,si erano promessi di scriversi sempre , affidando il loro amore al volo di quelle colombe, una metà, le colombe maschio le aveva portate con lui, e una metà, le restanti femmine le aveva tenute lei, a turno liberavano un maschio od una femmina ,affinchè questa sorvolasse i mari per ritrovare il proprio compagno, l'amore delle colombe era indissolubile, se una colomba muore, il suo compagno si toglie la vita, ma se invece non ne ha notizia lo cerca disperatamente finchè la morte non sopravviene sul suo corpo. A loro affidavano le loro preghiere, i loro sogni , fino ad una terribile serata, in cui alla voliera del palazzo giunsero in volo tutte le controparti maschili delle colombe, tutte insieme, ed in mezzo ai gorgheggi di felicità delle povere bestiole lei pianse perche sapeva che una grave disgrazia era accaduta. Il giorno seguente arrivò alla voliera un'ultima colomba, la favorita di Ismar , un giovane volatile maschio completamente nero come la notte. Giunse mentre ancora affranta dall'inspiegabile accaduto era adagiata al bordo dallo stagno, atterrò sulla statua interna all'acqua, lei dal riflesso lo vide, nero come un minuto corvo dagli occhi rossi , a lui porse riluttante la mano e questo vi ci si posò. Pochi secondi dopo mentre la nera colomba volava verso la voliera, le guardie diedero l'allarme e la servitù accorse alla sua signora, svenuta, tra le mani un foglio incrostato di sangue portava un singolo marchio a fuoco , la firma del popolo dell'est. L'armata di Ismar era stata sconfitta.
  
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