Fanfic su attori > Gerard Butler
Segui la storia  |       
Autore: irene862    21/09/2011    2 recensioni
2015 --> REVISIONATA E CORRETTA!
Dal IX capitolo..
“Hai perfettamente ragione, sei stato uno stronzo. Un emerito, grandissimo stronzo! Non ti permettere mai più di rifare o ridire quello che hai detto e fatto. Perché te ne pentiresti! “ Non so dove presi il coraggio di minacciarlo. Ma fui contenta di avercelo ficcato da qualche parte.
“Non so con chi hai a che fare quotidianamente, nel tuo mondo patinato di super divi miliardari, ma qui è diverso. Siamo nel mondo reale bello! La gente merita rispetto!” Eravamo talmente vicini che i nostri abiti si sfioravano. Gli puntai un dito sul petto e lo pungolai. ” E non mi importa un fico secco se sei un attore Hollywodiano o che altro. Non credo ad una sola parola delle tue scuse di poco fa quindi non starmi tra i piedi ed andremo d’accordo! Non sono venuta fin qui da casa mia per farmi insultare da un maledetto idiota borioso, come te!”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Dolce e delicata come il miele'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap. 25

XXV Capitolo

 

 

Le parole di George mi avevano fatto accapponare la pelle. 

Forse non era stata una buona idea fare un giro nel castello degli orrori.

Già … beh, ormai siamo in ballo, balliamo!

Dopo essermi schiarita la voce con un breve colpo di tosse chiesi a George di raccontarci qualcosa su quella casa.

Raccontò che gli ultimi proprietari sembravano una famigliola molto felice.

 

Una coppia, la donna innamoratissima del marito e lui altrettanto di lei. Dopo appena un paio d’anni di matrimonio lei rimase incinta e i due furono felicissimi della cosa. Pensarono che un bambino, un figlio, sarebbe andato a completare e ad arricchire il loro amore.  I bambini nati furono due, due gemelli, un maschio ed una femmina. Il marito però qualche mese dopo in seguito ad una ferita infetta curata malamente morì e la donna rimase sola con i figli. I bambini speravano di riuscire a riempire il buco che la morte del loro amato padre aveva lasciato nel cuore della loro mamma.

Il castello era enorme e per loro ogni piccolo dettaglio era motivo di risa, allegria e gioco. La donna però era ben lontana dalla felicità e la sua tristezza si tramutò in pochi anni in profonda depressione. Non riusciva proprio a capacitarsi della scomparsa del marito e nonostante i figli non si riprese mai.

Un giorno un urlo di donna squarciò l’aria.

La donna era morta e con lei i bambini, affogati entrambi nella vasca da bagno. La madre aveva ucciso, in un raptus di follia, i figli e poi resasi conto di cosa aveva fatto si sparò un colpo di pistola alle tempie.

Si racconta che i loro spiriti abitino ancora qui e che non si siano resi conto di essere morti.

 

“Come nel film The Others con Nicole Kidman?” domandai esitante

“Già, credo che la trama del film sia stato ispirato proprio da questa storia” replicò asciutto Gerard.

Solo allora notai la rigidità nel suo volto e nei suoi movimenti.

Era teso e per nulla contento del luogo. E non potevo dargli torto. Con un’occhiata mi accorsi che anche per tutti gli altri era lo stesso. 

“Beh, sarà pur successo qualcosa di felice in questo posto” replicai esasperata

“Forse, ma non contarci troppo!” mi rispose Chris seria

Forse non era stata una buona idea venire … mancava solo la scritta “Benvenuti all’inferno” alla porta!

 

 

 

Nonostante i racconti sempre più macabri di cui ci deliziava il nostro cicerone George, riuscimmo a visitare interamente le cantine e le cucine poi, passando per una porta secondaria, uscimmo in giardino, sul retro della casa.

L’erba era bassa ed umida e la nebbia offuscava ancora tutto. Cominciai a rilassare le membra, a sciogliere i muscoli perché, senza nemmeno accorgermene, ero rimasta in tensione tutto il tempo.

Stavo massaggiandomi la base del collo quando d’improvviso sentì delle deboli grida … quasi fosse un’eco.

Girai la testa a destra e a sinistra ma non vidi nessuno a parte i miei compagni. Stavano parlottando poco lontano, Gerard si voltò un secondo nella mia direzione, come a volersi accertare che fossi ancora li con lui, mi sorrise e si riconcentrò sulle parole di George. Scossi la testa pensando di essermelo solo immaginato.

Solo suggestione! Troppe brutte storie … troppa tristezza e dolore tra queste mura.

Stavo per unirmi agli altri quando risentì quell’eco di dolore. Sembravano urla intrise d’angoscia e di paura. Il solo sentirle era straziante.

Le stavo solo immaginando?

Sembravano così reali ed ora … così vicine. Decisi di verificare.

Tesi l’orecchio per ascoltare meglio e identificare con esattezza da dove provenissero.

Finalmente captai qualcosa. Sulla destra, non molto distante.

Dovevo controllare. Con uno sguardo agli altri mi accertai che fossero concentrati sulla conversazione e non su di me.

Mi allontanai velocemente finché la nebbia mi inghiottì oscurando la mia immagine agli altri e la loro a me. Non camminai per molto. Sentivo che le urla si facevano più flebili diventando però più penose.

La nebbia si diradò e mi  permise di scorgere un vecchio e diroccato pozzo non molto distante da dove mi trovavo.

Più mi avvicinavo più le sentivo nitide. Quelle urla divennero chiare e comprensibili.

Chiedevano aiuto e sembravano … no, non era possibile … eppure … le grida erano quelle di un bambino. Piangeva e chiamava la sua mamma.

Sentì una fitta dolorosa al petto e arrivata al pozzo allungai le mani. Mi appoggiai al bordo per sporgermi.

Volevo aiutarlo … magari era ferito. Dalla sua voce sentivo quanto fosse impaurito.

Mi sporsi ancora di più e a gran voce lo chiamai

“Hey … ti ho sentito. Stai bene? Sei ferito?“ domandai preoccupata

In risposta ricevetti solo mugolii di sofferenza

“Non preoccuparti ti tiro fuori da lì … fra poco sarai a casa con la tua mamma, non temere” ripresi con voce più dolce per cercare di tranquillizzarlo

 

Una mano bianca e forte si poggiò alla mia spalla e un braccio mi cinse la vita. Cacciai un urlo di spavento e tentai di liberarmi.

“Sophie … Sophie calmati, sono io. Ma che diavolo … cosa fai qui?“

Non lo avevo sentito avvicinarsi ed ora la sua voce sembrava preoccupata. Alzai lo sguardo verso di lui e vidi il suo volto teso

“Cosa hai fatto al viso? Perché sei ferita? E perché stai piangendo?” domandò ancora

Le sue parole sembravano avere poco senso così mi portai le mani al viso, per verificare.

Stavo piangendo e non me ne ero accorta?

Gerard mi prese le mani come per abbracciarmi ma anche quelle erano ricoperte da graffi ed escoriazioni. In alcuni punti usciva addirittura del sangue come se le avessi lacerate.

“Dio, sei gelata … ma cosa hai fatto? Dove te li sei fatta tutti questi graffi?”

Mi guardai le mani e poi guardai di nuovo verso il pozzo a pochi centimetri da noi.

 

“L’hai trovata? Sta bene?” le voci di Chris e degli altri mi raggiunsero

Sollevai gli occhi verso di loro e li vidi a qualche metro di distanza con le torce in mano

“Si, è qui” rispose Gerard abbracciandomi e allontanandomi dal pozzo

Mi voltai ancora verso quel punto … le grida erano scomparse.

Mi strinsi più forte a Gerard e accoccolai la testa contro il suo braccio.

D’improvviso mi sentì stanca, debole. Priva di energie. Confusa e spaventatissima.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Gerard Butler / Vai alla pagina dell'autore: irene862