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Autore: littlemandz    21/09/2011    1 recensioni
Katherine è una ragazza abituata al lusso di Parigi, si ritroverà catapultata in un mondo completamente diverso dal suo, a cui dovrà imparare ad abituarsi e ricominciare tutto da zero, con l'aiuto di un'amica...e..chissà...
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Accesi la luce del salotto, ma trovai il divano già occupato. Infatti un ragazzo, poco più grande di me supposi, ricciolino, stava già dormendo. Appena me ne accorsi cercai di spegnere la luce il più veloce possibile, ma andai a sbattere contro il tavolino.
«Ahi!»
«Joseph, che cavolo...» disse il ragazzo tirandosi su, si passò una mano tra i capelli.
«Oddio scusa... non volevo... spengo subito» ero piuttosto imbarazzata, non sapevo bene cosa dire. Dopo essersi passato una mano sul viso mi guardò.
«Scusa... tu sei?»
«Katherine, Katherine Adams, sono un'amica di...» non mi fece finire la frase che Joe arrivò alle mie spalle. «Mia» mi porse in mano la cioccolata, «tieni, bevi che se no si raffredda» disse sedendosi sul divano. «Hei Kev, falle un po' di posto, credo abbia bisogno di stare un po' tranquilla...»
Lo guardai, «oh no tranquillo. Non ce n'è bisogno. Joe tuo... fratello» dissi sperando di non aver fatto una figuraccia, «stavo riposando... forse è meglio se torno a casa».
«Ma non se ne parla, non da sola poi. E io ora sto bevendo la mia cioccolata, non posso uscire» guardò il fratello, «se vuoi in cucina ce n'è ancora un po'» ma lui scosse la testa. «No grazie, passo» ci guardò ancora un po' confuso, poi mi fece spazio sul divano e io mi sedetti tra i due.
«Joseph, non per farmi gli affari tuoi... vostri più che altro... ma... tu, che porti a casa una ragazza, che ha ancora tutti i vestiti addosso e le prepari una cioccolata? C'è mi dispiace di aver rovinato il vostro grande momento romantico probabilmente, ma non è molto da te...» guardai Joe senza dire niente.
«Dai perché mi devi far fare sempre queste brutte figure davanti alle ragazze?» rise e mi strizzò l'occhio, «comunque, potrà sembrarti strano, ma Katherine non è ancora follemente innamorata di me...» capii che mi stava prendendo in giro e gli diedi una spinta.
«Ma falla finita scemo...» bevvi un po', «in realtà non volevo venire qua a disturbare però...»
«Quel cretino di Michael le è saltato addosso» Joe finì la frase per me.
«Oh mamma, non dirmi che vi siete picchiati un'altra volta per favore...»
«Un'altra volta?»
Joseph ignorò la mia domanda. «No, questa volta gliele ho date sul serio. Non può continuare a fare così, se le è solo meritate».
«Giuro, se si verrà a sapere a scuola e la preside deciderà di cacciarti... questa volta te la vedi da solo». Scosse la testa, «non ti preoccupare. Non dirà niente, ha troppa paura che io racconti in giro tutto quello che gli ho visto fare e ci sono i testimoni in mio favore».
«Ti chiedo solo di non cacciarti nei guai, per favore...»
«Non ti preoccupare, lo tengo io sotto controllo» intervenni.
«Fratellino perché non vai a prendermi un po' di cioccolata mentre io chiacchiero con la tua amica? Sai, mi sta molto simpatica, a differenza delle altre che ho provato a conoscere» lui sbuffò, ma comunque lo fece.
Rimasi da sola con Kevin, mi chiese come stavo, se ero ancora scossa, se avevo bisogno di qualsiasi cosa e se per caso mi faceva male in qualche punto. Mi chiese come al solito da dove venivo, dal momento che non mi aveva mai vista da quelle parti e così raccontai ancora una volta la mia storia, della Francia, dei miei genitori, delle mie prime settimane. Lui fu disposto ad ascoltarmi per tutto il tempo, senza mai interrompermi, non mi fece domande e io nonostante ciò continuai a raccontai. Anche quando Joe tornò in salotto non interruppi il mio racconto. Aveva un qualcosa di particolare quel ragazzo, era come se avesse scritto in fronte che di lui ci si poteva fidare, che era lì apposta per te. Aveva un'aria protettiva, dolce, quasi strana per un ragazzo della sua età, mi ritrovai a pensare che era come parlare con la mia mamma, quando mi sentivo spaesata, persa, quando non sapevo come comportarmi. Ecco, aveva come un'aria da genitore. E dopo poco capii anche perché. Era lui che mandava avanti la famiglia, ovvero i suoi fratelli. Si occupava lui di tutto, del fratellino più piccolo, che in quel momento era già addormentato in camera sua, di Nicholas e tutte le sue fisse, di Joseph e tutti i problemi che aveva portato.
Mi raccontarono che il padre era via, all'estero, per lavoro aveva detto, ma era quello che diceva tutte le volte che tornava a casa solo per fare un cambio di valigia. Forse lavorava davvero, alla fine i soldi arrivavano da lui, ma non ne potevano essere sicuri. E la madre, bé la madre si era trasferita, con un altro uomo, dopo aver tradito loro padre per un sacco di anni aveva avuto il coraggio di ammetterlo, aveva fatto le valigie e se ne era andata. Forse era per quello che loro padre non era mai a casa, per non sentire il vuoto lasciato dall'ormai ex-moglie. Non aveva però pensato ai suoi figli e così Kevin, il fratello più grande aveva preso in mano la situazione. Ora tutto andava avanti grazie a lui e ci avevano anche quasi fatto l'abitudine. Lavorava in un piccolo bar vicino a casa perché non era sicuro che il padre gli avrebbe sempre mandato soldi e quei pochi che guadagnava li metteva via. Portava a scuola il fratello più piccolo, Frankie e nonostante tutto non aveva mai fatto mancare niente agli altri due.
Certo, una cosa mancava a quei ragazzi. Una figura femminile. Kevin infatti non aveva una ragazza da mesi ormai, troppo occupato a prendersi cura dei fratelli, Joseph aveva ricercato questa figura femminile probabilmente in troppe ragazze, mentre Nicholas non aveva voluto avere più niente a che fare con loro, fino alla sera del ballo ovviamente.

  
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