Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: TooLateForU    21/09/2011    2 recensioni
Eravamo vicinissimi, sentivo il suo respiro, e lo fissavo negli occhi nocciola, contornati da lunghissime ciglia. Avanti Georgia, pensa a qualcosa di epico da dire..Dai, dai, dai!
“Sai che ogni numero periodico ha la propria frazione generatrice?”
Oddio, che cazzo avevo detto?!
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Un insalata con feta e pomodori e..” Justin spostò lo sguardo dalla cameriera (che credevo stesse per avere un mancamento) a me, interrogativamente.
“Pane.” Fu la mia risposta secca, mentre chiudevo bruscamente quello stupido menù.
La cameriera-tonno sembrò risvegliarsi, ed accorgersi che c’ero anche io a quel tavolo. Sorpresa!!
Mi lanciò uno sguardo infastidito “Non è nel menù.” Ribattè, squadrandomi.
“Questo vuol dire che qui non servite del pane?”
“Non capisco cosa intendi.”
“Dovresti darmi del Lei, sono una cliente.” Continuai, sempre più irritata. Ma tu guarda se devo sopportare l’isteria di una folle Belieber, nonché stupido esemplare di cameriera.
“Prende la mia stessa cosa.” Si intromise velocemente Justin, facendo un sorriso alla deficiente, che parve subito dimenticarsi della nostra discussione. Prese il menù dalle sue mani quasi al rallentatore e fece di tutto perché le loro mani si sfiorassero, ma all’ultimo Justin la ritrasse per tornare a guardarmi.
La faccia della deficiente fu impagabile. Se ne andò tutta impettita, ed entrò nella cucina sbattendo la porta. Alla faccia sua!
“A me fa schifo l’insalata!” sibilai, nella direzione di Bieber.
“Almeno ti mantieni in forma.” Mi fece l’occhiolino, prima di sorridere impertinente. Io gli lanciai un tovagliolo, che gli finì dritto in testa, a mo’ di cappello. Fece una smorfia, e lo rilanciò sul tavolo.
“Io sono perfettamente in forma.” Replicai, sistemandomi meglio sulla sedia.
“Lo vedo.” Rispose, prima di squadrarmi senza ritegno. Avevo per caso un cartello appiccicato in fronte con scritto ‘Prego, fissatemi tutti quanti. No flash’?
“Hai finito, o vuoi anche le lastre?”
“Ho mangiato yogurt acidi più dolci di te.”
“Tu mangi gli yogurt acidi?”
Ruotò gli occhi al cielo, come se avesse a che fare con una bambina dura di comprendonio. “Era per dire! Una volta non era così acida..” finì, guardandomi dritta negli occhi.
Puntai lo sguardo sulla tovaglia, prendendo a disegnarci piccoli cerchi con le dita. “Una volta avevo un migliore amico che non spariva per anni, diventando una superstar.” Risposi.
Lo sentii sospirare pesantemente. Pensava sarebbe bastato questo a mettere le cose apposto? Un sospiro, delle scuse a mezza bocca e uno stupido ristorante greco? No.
“Per quanto ancora me lo rinfaccerai?” chiese, retorico.
“Per quanto basta, Justin.”
“Non è stata colp..”
“Non osare!” esclamai con voce strozzata, alzando finalmente lo sguardo e puntando i miei occhi nei suoi “Non osare dire che non è stata colpa tua, o giuro che esco da quella porta e tu non mi vedi più.”
“E allora dimmi cosa devo dirti. Avanti, dimmelo, perché sembra che dica solo le cose sbagliate!” Ribattè, alzando la voce.
“Non so Justin, tu cosa vorresti sentirti dire se fossi in me? ‘Scusa, amici come prima’? Ti basterebbe questo?”
Spostò lo sguardo da me, indurendo la mascella. Dio, come era cresciuto in questi due anni.. Non era più il mio amichetto Jus, era un ragazzo fatto e finito.
Era una superstar.
E non aveva più tempo per me.
Ma cosa ci facevo qui? Perché avevo accettato di andare a pranzo con lui? Era stato uno sbaglio. E inoltre dovevo tornare a scuola..
Non aveva senso passare del tempo con qualcuno a cui io non interessavo da tempo, ormai.
Mi alzai, e lui si voltò velocemente verso di me. “Devo andare.” Borbottai ad occhi bassi, prendendo lo zaino lì a terra.
Sentii una sedia strusciare rumorosamente sul pavimento, e un secondo dopo la mano di Justin si stringeva attorno al mio polso, trattenendomi.
“Ti prego Georgia, non andartene.” Soffiò, a pochi centimetri dal mio viso. Dio, eravamo vicinissimi, e lui era così dannatamente bello, era così dannatamente…Justin.
“Io..io devo..”
“Non devi fare niente Gee, devi solo darmi un’altra opportunità.” Mormorò al mio orecchio, ed io sentii mille e più brividi attraversarmi da capo a piedi.
In poche parole, era molto figo. Punto.
Mi scostai, e lo guardai facendo una smorfia “Da quando sei diventato così bravo con le ragazze, Bieber?” domandai.
Alzò un sopracciglio, e si passò teatralmente una mano tra i capelli. “Lo sono sempre stato, baby..”
“Si, certo Justin. Infatti al tuo primo appuntamento hai quasi azzoppato la povera ragazza di turno..” gli ricordai.
“Non è stata colpa mia! Andiamo, come si fa a non accorgersi che c’è un marciapiede?!”
“Insalata greca!” una voce nasale e squillante ci distrasse, e trovammo la mentecatta di prima accanto al nostro tavolo, con un’insalata in mano e una paresi facciale dal troppo sorridere.
Guardai l’orologio, ed urlai: “Ma che peccato! Ora devo proprio tornare a scuola. Jus tesorino, mi accompagni tu vero??” mi aggrappai al braccio di Justin, e gli feci l’occhiolino. Lui trattenne un sorriso, e mi cinse le spalle con un braccio.
“Ma certo, piccola! Scusa, noi andiamo.” Lanciò un ultimo disinteressato sguardo alla cameriera, che immagino avrebbero dovuto ricoverare da un momento all’altro, e senza togliere il braccio dalle mie spalle mi guidò fuori dal locale.
Appena fuori dal locale scoppiammo a ridere, lui che si teneva la pancia per le troppe risate ed io che lacrimavo.
Avrei voluto scattarci una foto, perché per un momento eravamo tornati il vecchio Justin e la vecchia Georgia.
Per un momento eravamo tornati migliori amici.
Può un momento durare per sempre?
 
   
 
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