Capitolo cinque: il confine tra la vita e la morte
“Tu saresti morto? Come è possibile?” chiese Usopp
dando voce alla domanda di tutti. “Se lo fossi non dovresti essere qui!”
“Nemmeno io dovrei eppure eccomi qua in carne ed ossa! Si fa per dire
perché mi sono rimaste solo le ossa. Yoho…ho…ho…”
La risata di BROOK venne interrotta dagli sguardi glaciali che gli erano
stati lanciati dagli altri membri della ciurma, i quali non trovavano che ci
fosse niente di divertente in quel momento.
“Quello che è successo a me, è meno complicato di quanto è successo a
BROOK. Io non sono vivo per magia o per qualche insolito fenomeno.
Semplicemente mi hanno preso in tempo. Tutto qui!” disse RUFY alzando le
spalle.
“Tutto qui?” disse Nami sbattendo le mani sul
tavolo “Come puoi dirlo con tanta leggerezza?”
“è una cosa passata ormai e io sto bene!” disse RUFY, spiegando il perché
non provasse nessuna preoccupazione per quanto gli fosse successo.
“Sarà anche una cosa successa mesi, anni o secoli fa, ma mi sembra che sia
ancora una ferita aperta per qualcuno di voi!” disse la navigatrice del passato,
indicando la futura sé stessa che aveva lo sguardo abbassato e con forza
stringeva i pugni che teneva appoggiate sulle gambe.
RUFY, il quale non si era ancora seduto da quando era rientrato in cucina,
si avvicinò a NAMI, accarezzandole la testa e dandole un bacio sui capelli.
Questo atteggiamento così esplicito, fece andare di traverso l’acqua a Rufy, mentre colorò nuovamente le guance di Nami.
“Lo so che NAMI ci soffre ancora e…” cominciò il
capitano, ma venne interrotto dalla voce della donna.
“No! Lo so che è una cosa passata. Tu sei ancora fra noi ed è questo quello
che conta, ma ciò non toglie che io abbia paura che si possa verificare
nuovamente e questa volta per sempre!”
NAMI prese a piangere silenziosamente. Non era la tipa che amava farsi
vedere debole, ma ora era giustificata anche dagli ormoni impazziti.
RUFY avrebbe voluto dirle che non sarebbe mai accaduto un’altra volta e
farla calmare, nelle sue condizioni non doveva agitarsi, ma erano pirati e
rischiavano la vita tutti i giorni e questo lo sapevano benissimo tutti i
membri della ciurma. Solo a Umi il concetto non era
ancora chiaro. Per una bambina il pensiero di poter perdere tutti non per una
causa naturale, ma per delle assurdi leggi che condannavano certi stili di vita
in quanto considerate sbagliate, non era facile da comprendere. Nemmeno gli
adulti a volte capivano il perché, sapevano solo che le cose stavano in quel
modo e cambiare le cose era un percorso arduo e lento.
“Come è successo?” la voce di Rufy interruppe il
silenzio che si era venuto a creare.
RUFY sospirò e prima di iniziare il racconto, chiese alla sua compagna di vita se volesse tornare
nella sia stanza per evitare di rivivere quel ricordo doloroso, ma la donna
scosse violentemente la testa.
“Quello che mi è successo è stata la conseguenza di una trappola che la
marina ci ha teso e che ci ha colti impreparati!” fece una pausa per guardare
gli sguardi dei compagni e vide che tutti erano in attesa che andasse avanti.
“Come ben sapete, sia io che Ace siamo stati cresciuti in un luogo dove la
marina non ci avrebbe trovato, per far sì che potessimo vivere nonostante
avessimo la colpa di essere nati da genitori ricercati e considerati i più
pericolosi al mondo. La nascita di mia
figlia invece non è stata tenuta nascosta. Non abbiamo pensato nemmeno per un
secondo di separarci da lei, nonostante con noi sia in costante pericolo. Ma in
quanto suoi genitori ci siamo ripromessi di proteggerla con tutti noi stessi!”
“Non saremo i suoi genitori, ma anche noi mi sembra che abbiamo fatto un
lavoro niente male in questi anni!” disse ZORO con le mani dietro la testa.
RUFY sorrise “Direi un lavoro impeccabile. Ma tornando al racconto, quel
giorno non fu la solita marina a tenderci una trappola, ce la saremo cavati
senza problemi altrimenti, ma vari ammiragli erano presenti. E uno più forte
dell’altro. Lo scontro durò a lungo, alcuni ammiragli riuscimmo a sconfiggerli,
tra cui Aokiji, ma esso con i suoi poteri aveva messo
fuori combattimento gli arti di alcuni.
SANJI ad esempio aveva le gambe interamente congelate e io il braccio
sinistro. SANJI era fuori combattimento, ma io continuai a lottare e con me
tutti gli altri. Riuscimmo a sistemare due o tre ammiragli, ma al prezzo di
perdere lo stesso numero di compagni. ROBIN infatti giaceva a terra priva di
sensi e BROOK aveva subito una brutta ferita al cranio, che lo aveva portato ad
avere vertigini e quindi perse anche la capacità di reggersi bene in piedi.
Eravamo tutti esausti, ma credevamo di potercela fare. Però…”
RUFY sospirò “…però non avevamo tenuto conto di un
nemico. Un ammiraglio che fino a quel momento non aveva agito e mostrato la sua
presenza: Kizaru. Ha sempre rappresentato un
problema, insieme ad Akainu!”
Rufy al nome del secondo ammiraglio strinse i
pugni tanto da farsi male.
“Kizaru fece la sua comparsa con in braccio Umi e NAMI presa in ostaggio. Non avevamo notato nessun
movimento sospetto e quanto vedemmo ci colse di sorpresa, permettendo ai nostri
nemici di renderci inermi e incapaci di reagire. Io, CHOPPER, ROBIN e BROOK
eravamo stati immobilizzati da catene di agalmatolite
marina. Provai a usare l’Haki, ma esso è efficace
solo se si fa uso di tecniche che prevedono il contatto con un avversario che
possiede un rogia e quindi la speranza che Kizaru e gli altri nemici cadessero a terra privi di senso
era pressoché impossibile.
La sua intenzione era ovviamente giungere alla mia testa e con Umi e NAMI come ostaggio aveva me e gli altri in pugno e
non sembrava mostrare la ben che minima pietà verso una bambina di appena sei mesi.
Ricordo ancora quanto affermò…” disse RUFY
chiudendo gli occhi e ricordandosi quel momento come se si stesse svolgendo
proprio in quell’istante “è un vero peccato dover eliminare una così bella
bambina, ma ha commesso una grande colpa nascendo come TUA figlia MONKEY D.
RUFY!”
RUFY strinse i pugni e continuò “Ricordo di aver cercato di ribellarmi per potermi liberare e aiutarle, ma nemmeno
ZORO avrebbe potuto spezzare quelle catene, in quanto era stato privato delle
sue armi. Insomma eravamo proprio nei guai. E l’unico modo fu quello di puntare
sull’orgoglio della marina. Era me che volevano e quindi mi offrì loro su di un
piatto d’argento, chiedendo in cambio che venisse risparmiata la vita di NAMI e
di Umi.
Kizaru all’inizio non fu propenso a voler
accettare la mia richiesta, dato che in realtà mi aveva già catturato e insieme
a me, anche gli altri. Poteva scegliere fra due opzioni. Cioè rischiare che
facendo il diavolo a quattro, sarei riuscito a liberare tutti, e conoscendo la
mia reputazione sapeva che potevo anche riuscire a cavarmela, oppure cedere
alla mia richiesta e farmi promettere che non avrei mosso un muscolo e
permettere loro di fare quello che volevano. Inoltre gli ricordai che se avesse
solo avesse toccato mia figlia con un dito e noi altri, la Marina ne sarebbe
stata macchiata e sarebbe potuta diventare nemica del mondo intero. La Marina
se la passa già male per conto suo, ma sa bene che noi Mugiwara
siamo temuti dai vari pirati, i quali non hanno coraggio di attaccare i
villaggi dove noi abbiamo garantito la nostra protezione e siamo ben visti
dalla maggior parte dei civili in quanto non consentiamo ai bucanieri di
distruggere le loro vite tranquille.
Quando Barbabianca fu ucciso e il suo dominio sui
mari venne meno, i villaggi da lui protetti vennero attaccati, senza che la
marina potesse fare molto. Se succedesse qualcosa di simile e per l’ennesima
volta per colpa della marina, essi avrebbero perso tutto il loro prestigio.
Insomma avevano tutto da perdere eliminando l’intera ciurma, mentre eliminando
solo me, avrebbero perso uno dei loro nemici più pericolosi e garantito ancora
una certa sicurezza in certi luoghi,
dato che la mia intenzione era quella di impartire l’ordine ai miei compagni di
garantire la pace nei mari che solcavamo. C’è poi da tenere conto che se avessero
eliminato anche sua nipote, Dragon non se ne sarebbe rimasto in disparte. Io
ormai sono adulto e la mia vita me la devo gestire io, ma mio padre non avrebbe
permesso un’altra ingiustizia a danno di una bambina!”
“Quindi Dragon è ancora in circolazione” disse Robin sorridendo.
“Ehi aspetta un momento. Torna indietro. Cosa ti fa pensare che noi avremmo
continuato a fare i pirati, una volta che tu saresti passato a miglior vita?”
chiese Sanji. Era convinto che senza Rufy la loro ciurma si sarebbe sciolta, in quanto non
avrebbero voluto seguire nessun altro capitano.
Ma la voce tuonante e seria dei due Zoro che
suonò all’unisono disse “Perché sarebbe stato l’ordine del capitano e gli
ordini non si discutono!”
“Ora forse pensi ancora che la ciurma si possa sciogliere, ma dopo così
tanti anni passati insieme, la ciurma non si scioglie a causa della morte di
uno di noi, anche se dovesse trattarsi del capitano. Noi siamo i pirati di Mugiwara e sempre lo saremo, anche se mancasse l’elemento
che ha costituito questa ciurma!” disse SANJI mentre compiva il suo solito
gesto di prendere una sigaretta, ma si ricordò di non accenderla in quanto NAMI
era li con loro.
“Ma tutte le navi pirata devono avere un capitano. Chi lo avrebbe
sostituito?” chiese Usopp.
“Se RUFY la pensa come me, sarebbe stato ZORO!” Disse la voce del capitano
del passato, facendosi sentire per la prima volta da quando avevano iniziato la
conversazione.
I mugiwara del passato lo guardano allibiti.
“Vuoi dire che tu hai già preso la decisione di nominare Zoro come prossimo capitano nel caso tu dovessi…”
chiese Nami non riuscendo a pronunciare l’ultima
parola.
“Da quando questa ciurma era composta solo da cinque di noi, avevo già
valutato l’idea di chi avrebbe potuto sostituirmi nel caso il destino mi avesse
preso prima del previsto!” disse Rufy con un sorriso
tranquillo.
“Ho perso la mia occasione di diventare capitano!” disse tristemente Usopp.
“Peccato, ti ci vedevo bene!” disse Chopper “Però preferisco che Rufy non muoia!”
Silenzio.
“Mi sarei aspettata qualche sorte di reazione dal cuoco! Ehi amico, l’hai
presa piuttosto bene !” disse FRANKY, il quale non vedendo risposta dall’interpellato,
gli sventolò una mano davanti agli occhi per vedere che in lui non c’era
reazione “è andato!” disse infine, riferendosi al fatto che Sanji
avrebbe dovuto sottostare agli ordini dello spadaccino.
“Lasciamolo perdere, voglio sapere cosa è accaduto dopo, perché per fortuna
non si è arrivato a questo punto!” disse Nami.
“Su Nami, non disprezzare così Zoro, non credo che sarebbe poi male come sostituto
capitano!” disse Rufy ridendo.
“Lo penso anch’io!” Disse l’interpellato.
“Non intendevo questo con “per fortuna, ma…bha
lasciamo perdere!” disse Nami esasperata.
“Su avanti continua la storia!” disse Chopper emozionato, dimenticandosi
per un po’ che quanto avvenuto era una cosa reale.
“Dunque eravamo arrivati al fatto che la marina, uccidendo tutti, sarebbe
potuta anche andare in rovina, quindi Kizaru accettò
la mia proposta e fece catturare solo me e…NAMI!”
continuò RUFY.
“Come NAMI? Non avevi detto che…” un pugno ben
assestato alla testa di Rufy da parte di Nami, permise al capitano del futuro di continuare senza
che qualcun altro lo interrompesse.
“NAMI venne catturata per garantirsi che non avrei davvero cercato di
scappare. La mia era pur sempre considerata la parola di un pirata dopo tutto.”
“Io non mi opposti. Ero pronta a morire per salvare Umi
e quello che restava della ciurma, anche se ciò sarebbe significato dover
lasciare orfana mia figlia. Ma sapevo che sarebbe stata in buone mani!” disse
NAMI accarezzandosi il ventre, pensando che se le cose si fossero messe male,
quel piccolino che si trovava nel suo grembo non avrebbe avuto la possibilità
di nascere.
RUFY riprese “Venimmo condotti a Marineford,
ormai ricostruita dopo gli eventi che…bhe lo sapete…” disse immaginando che per Rufy
la perdita del fratello fosse una ferita ancora troppo aperta “…e venimmo rinchiusi in due prigioni diverse, in modo tale
che nessuno sapesse dell’altro. Passarono non so quanti giorni, finché Magellan venne a prendermi per portarmi nella sala delle
esecuzioni!”
“Sala delle esecuzioni?” chiese Robin curiosa.
“Esatto, da un po’ di anni
l’esecuzione pubblica in piazza è stata abolita, in quanto di cattivo gusto e
di cattivo esempio per i bambini e i giovani. Anche questo lo dobbiamo a Dragon
nonostante il suo intento era quello di eliminarla completamente!” spiegò intervenendo
l’archeologa del futuro.
“è già un passo avanti!” disse Robin “Scusa RUFY per l’interruzione,
continua pure!”
“Oltre al luogo, anche il modo di eliminare il ricercato è cambiato ed è
solo permesso quell’unica maniera di condannare a morte una persona. Un modo
più lento e doloroso rispetto a prima. Ora iniettano una sostanza mortale nelle
vene del mal capitato, sempre la stessa, ma credo che con me abbiano dovuto
trovare un’altra sostanza. Magellan sapeva che dopo
essere sopravvissuto a uno scontro con lui, i veleni mi sono per lo più
indifferenti, mi creano qualche fastidio, ma di sicuro non mi portano alla
morte, ma la marina stava programmando la mia morte da un bel po’, perché
avevano ideato una sostanza da usare con i possessori del frutto del diavolo
più resistenti!”
Chopper e Usopp terrificati da quanto stava
raccontando, si abbracciarono in attesa che l’uomo andasse avanti togliendo
loro di dosso quell’ansia che si era impossessata dei loro cuori.
“La sostanza di cui RUFY sta parlando e l’agalmatolite
marina in forma liquida. Questo minerale se fuso a un alta temperatura, può
trasformarsi dallo stato solido a quello liquido ed essere utilizzato per
quanto vi stiamo raccontando!” disse SANJI “Se al solo tocco un possessore del
frutto del diavolo perde le energie, con quella sostanza in corpo accade molto
di più e gli effetti vi assicuro non sono gradevoli. RUFY ci ha messo come
minimo due settimane per riprendersi completamente e sapete quanto in fretta
recuperi le forze solitamente!”
“Ok sta cosa è spaventosa! Quale pazzo ideerebbe questo sistema di
uccidere?” chiese Usopp.
“Diciamo che in parte è colpa mia!” disse FRANKY sentendosi colpevole. “è
stato un incidente, sia chiaro. Ho fatto venire in mente questa pazza idea a un
membro della marina. Mi stavo scontrando contro Smoker.
Oh meglio ci provavo, dato che senza l’utilizzo di Haki
non ero in grado di colpirlo. Ho fatto uso di una tecnica, che il vostro Franky non avrà ancora inventato, che mi permette di
rendere il mio corpo incandescente. Con quella tecnica se Smoker
mi avesse colpito si sarebbe ustionato, abbassando la guardia e permettendo
agli altri di attaccarlo. Sapete quel bastone, che quel marine da quattro soldi
si porta sempre dietro, che sulla punta ha un frammento di agalmatolite?
Bhe nel tentativo di pararmi da uno dei suoi colpi,
l’ho afferrato e l’algamatolite si è sciolta
gocciolando a terra.
Smoker guardando la fine del suo prezioso
bastone, sorrise compiaciuto dicendomi “Grazie per l’idea Cyborg!”. Allora non
capii a cosa si riferisse, ma quando RUFY venne condannato a morte, ci
arrivai!”
“Caspita, ti devi essere sentito in colpa per quanto successo allora!”
disse Chopper.
“Si direi di si, ma sinceramente RUFY non mi attribuisce nessuna colpa!
Disse FRANKY rilassato.
“C’era d’aspettarselo dal capitano, inoltre come hai detto tu, è stato un
incidente!” disse Sanji “Continua come hai fatto a
salvarti se nel tuo corpo era già in circolo quella sostanza?”
“Bhe non ho ben capito come si sono svolti i
fatti. Sinceramente a me importava solo di essere vivo e di non essermi perso
le prime parole di Umi, i primi passi e…tutto quello che c’è stato fino ad ora nella vita di mia
figlia!” NAMI sorrise dolcemente “Dovresti farla a CHOPPER questa domanda!”
disse RUFY infine.
La renna del futuro, sentendosi preso in causa, arrossì timidamente, ma
cercò di rispondere in modo esauriente alla domanda.
“Avevo preso a studiare l’agalmatolite, nonostante
mi venisse difficile, dato che non potevo maneggiarla come volevo. Avevo
intenzione di trovare un modo per annientare gli effetti collaterali di questo
minerale, ma con scarsi risultati. Ma un giorno, Usopp
entrando di scatto nella mia stanza, mi fece rovesciare il miscelato preparato
per le rumble ball sul minerale ed è avvenuta una
reazione chimica strana. Il minerale si è praticamente sciolto, fino a
rimanerne solo un mucchio di polvere. Il fatto è che le rumble
ball sono create con una miscela che consente di modificare il corpo senza che
esso subisca danni, quindi in un certo senso crea una barriera che protegge gli
organi da eventuali espansioni o restrizioni che a lunga andare avrebbe causato
lacerazioni e quindi gravi danneggiamenti.
Ragionandoci sopra, sono arrivato alla conclusione che con qualche piccola
modifica della miscela delle rumble ball, avrei
potuto ottenere una sostanza capace di debellare il veleno dell’agalmatolite!”
Chopper fece bene attenzione alle parole del suo futuro sé stesso e riuscì
a comprendere per filo e per segno quello che gli era appena stato raccontato
conoscendo bene le proprietà della rumble ball, ma
sinceramente non aveva mai pensato di pensare a un ulteriore sviluppo del
farmaco.
“Sapevamo cosa avrebbero somministrato a RUFY e nonostante il nostro
tentativo di fare in fretta e di impedire che l’esecuzione iniziasse, arrivammo
in ritardo. Pensammo a salvare prima NAMI e poi con le varie guardie che
ostacolarono il nostro cammino, non potemmo giungere a destinazione prima che
scattasse l’ora x. Se poi teniamo conto che una volta giunti in sala
esecuzione, abbiamo dovuto anche vedercela con Magellan,
vi può far comprendere del perché abbiamo rischiato seriamente di perdere il
nostro capitano.
Per fortuna le proprietà delle rumble ball ci hanno protetto dal veleno di
quell’individuo, se no nessuno si sarebbe salvato quel giorno. Solo ROBIN
rimasta sulla Sunny con la piccola Umi.
Per nostra fortuna, gli altri ammiragli presenti all’esecuzione, non
intervennero. Erano sicuri che ormai per RUFY non c’era più niente da fare.
Fu quello che temetti anch’io, quando non sentii più pulsazioni nel
capitano. Ricordo di essermi paralizzato dalla paura, quando scoperto a che ora
era iniziata l’esecuzione, intravidi una piccola luce di speranza.
L’agalmatolite era stata iniettata nel corpo di
RUFY da appena un paio di minuti e tutti i veleni hanno bisogno di tempo per
agire e fare il giro completo del sistema circolatorio. Il cuore aveva cessato
di battere, è vero, ma si ha spesso una possibilità di recuperare la vittima,
se si riesce a impedire che il cervello rimanga privo di ossigeno troppo a
lungo e si interviene con un massaggio cardiaco.
Non perdetti tempo, iniettai le proprietà delle rumble
ball in RUFY sperando che il farmaco andasse a proteggere il cervello
dall’attacco dell’agalmatolite e che gli altri organi
già colpiti, venissero protetti da nuovi attacchi, che li avrebbero distrutti
completamente e come previsto, il cuore riprese a battere, dopo un lungo ed
estenuante massaggio cardiaco!” terminò CHOPPER.
“Infine ricordo solo di essermi svegliato due settimane dopo completamente
stordito, ma salvo, nel mio letto e le persone che amo di più!” disse RUFY con
un sorriso diretto verso NAMI. Aveva provato una forte emozione al suo
risveglio, ritrovandosela accanto. Aveva vegliato su di lui per tutto il tempo
del suo coma senza abbandonarlo un minuto. Le era davvero grato per quanto
aveva fatto per lui e per quanto continuava a fare ogni giorno.
Ecco qua il capitolo cinque e questa volta niente suspance
alla fine. Avrei dovuto inventare qualcosa. Mannaggia. Va bhe…per
questa volta mi è scappato.
Che dite? La morte di RUFY è credibile? Sinceramente non sapevo cosa
inventare. Farlo affogare e farlo riprendere poco dopo, mi sembrava una cosa
trita e ritrita, allora ho optato per questo, così ho avuto anche la
possibilità di far conoscere qualche cambiamento del mondo del futuro.
Spero che
non sia stato troppo noioso in quanto non c’è stata una vera e propria azione.
Se è così…gomena sai!!!
Bhe ditemi voi.
Aspetto le
vostre recensioni.
Byebye
Neko=^_^=
Ps: qualcosa nel prossimo capitolo dovrebbe smuoversi un po’!!!