Gli
amici rifecero esattamente ciò che avevano fatto il
giorno prima: cercarono inutilmente di far star meglio Kurapika.
“Dobbiamo
andarcene da questa casa…” disse dopo un
po’
Leorio.
“Cosa?”
chiese Gon sbalordito.
“Ormai
sanno dove siamo.” Spegò il medico.
“Ma,
Kurapika…” provò a protestare Killua,
senza
successo.
“Forse
dovremmo portarlo da un dottore specializzato.”
Ipotizzò Leorio.
“No,
è troppo pericoloso!” ribatté il mago,
con tanta
foga che nessuno lo contraddì.
“Dobbiamo
andarcene da questa città.” Kurapika si era
svegliato e si mise seduto.
“Perché
dici così?” Gon si girò a guardarlo.
“Perché
in questa città questa storia è senza
fine.”
Spiegò lui in un sussurro.
“Ovunque
andremo questa storia sarà senza fine…”
disse
Killua, con un tono non molto più alto di quello
dell’amico.
Il
silenzio calò sul gruppo, che, senza più parlare,
raccolse le cose più importanti e uscì di casa.
Due
ore dopo i ragazzi scesero dal treno che li aveva
portati in una città a duecento kilometri dalla vecchia.
Tutti
erano tesi, stanchi, preoccupati, ma felici di aver
seguito il consiglio di Kurapika.
Ripensarono
a Valeria, Canaria, Miki e tutti quelli che
li avevano aiutati e diventarono subito tristi.
Mentre
si dirigevano verso la stazione avevano incontrato
Valeria, che aveva dato loro dei soldi e aveva prenotato un albergo.
Il
tempo passò come in un sogno: senza neanche
accorgersene il gruppo raggiunse l’albergo descritto
dall’amica e ognuno andò
nella propria stanza, dove restarono fino a pomeriggio inoltrato.
Quando
si ritrovarono dell’albergo Gon disse: “Che ne
dite di andare a fare un giro, così visitiamola
città.”
“Io
ci sto, tanto qui non c’è niente da
fare.” Disse
Killua, sbuffando.
“Per
me va bene.” Dissero in coro Leorio e Hisoka.
Gli
amici visitarono la città da cima a fondo, poi,
quando ormai la notte stava finendo, si fermarono in un parco.
“Ci
sono tante cose che ancora non sappiamo.” Disse
improvvisamente il Kuruta.
“E
che forse non sapremo mai…” concordò
Leorio.
“Già,
io però vorrei sapere di più!”
insistette il
ragazzo, mentre gli occhi gli diventavano scarlatti.
“Vedi
Kurapika, alcune cose è meglio che rimangano un
mistero.” Disse il mago, lo sguardo perso nel buio.
Un
urlo in lontananza.
“Sono
loro!”
Lo, so è un finale orripilante, ma mi piaceva l'idea di concluderla lasciando la suspance... spero di non avervi delusi! Baci e grazie a tutti quelli che hanno seguito questa ff!