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Autore: Josie_    21/09/2011    3 recensioni
Ora permettetemi di introdurvi i nostri personaggi, i protagonisti di questa storia semplice ma turbolenta, di amicizia e di amore. Due giovani ragazzi con una passione ed un taglio di capelli in comune che senza neanche accorgersene illuminarono pian piano l'uno il mondo dell'altro.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi siete mai domandati ad un certo punto di un'amicizia come sia cominciato tutto? Non negatelo, ognuno di noi si è posto questa domanda e per quanto ci si sforzi non si riesce a ricordare il momento esatto in cui si ha iniziato a parlare, sorridere e scherzare con una persona. E sapete perché? Semplicemente per il fatto che il nostro cervello non memorizza, giustamente, nessuno che sia degno di ricordo dal primo sguardo. A meno che non subentrino altre circostanze, che possono essere un incontro particolare o una sensazione, che fanno decisamente al caso nostro.
Ora permettetemi di introdurvi i nostri personaggi, i protagonisti di questa storia semplice ma turbolenta, di amicizia e di amore. Due giovani ragazzi con una passione ed un taglio di capelli in comune che senza neanche accorgersene illuminarono pian piano l'uno il mondo dell'altro. 
C'era Alex, un morettino apparentemente tranquillo ma che nascondeva un'indole agitata e paranoica. E c'era Jack, un ragazzetto vispo incapace di stare fermo per più di due minuti. Non si notarono subito quel pomeriggio nella biblioteca dove, insieme ad un'altra decina di alunni, erano stati costretti a trattenersi per punizione. Entrambi colpevoli di un male assolutamente comune: infischiarsi altamente della lezione tenuta dal professore di matematica. Non si notarono, dicevo, perché troppo impegnati a scarabocchiare ognuno sul proprio foglio bianco. Inutile dire che non avessero alcuna intenzione di svolgere i compiti che gli erano stati imposti dal povero professore di turno, ma semplicemente scrivevano e disegnavano qualsiasi cosa passasse loro per la testa. 
Probabilmente son tornata troppo indietro nel tempo, devo ammettere che quel pomeriggio non successe nulla di particolare, ma mi piaceva l'idea di farvi capire quanto sia influente il destino nella nostra vita. Quei due ragazzi erano separati da qualche tavolo e non si degnavano di uno sguardo, eppure da lì a qualche tempo sarebbero diventati inseparabili, sarebbero diventati come fratelli.
Proseguiamo quindi più velocemente e viaggiamo attraverso le stagioni fino a giungere ad un tipico sabato sera autunnale. Il nostro Jack borbottava continuamente tra sè, indignato che dovesse lavorare quando invece tutti i suoi amici si stavano divertendo in giro per locali. Ringraziò il cielo che nessuno fosse venuto nel pub in cui faceva da barista: non avrebbe sopportato una sola volta di più il sarcasmo per nulla divertente dei suoi compagni. Guardò per l'ennesima volta l'orologio appeso alla parete. Era lì da appena mezz'ora e non sopportava più niente di quel posto, come diavolo era possibile? Imprecava a mezza voce mentre asciugava i bicchieri e si domandava perché mai sua madre avesse deciso di insegnargli ad essere responsabile ed autonomo di punto in bianco. Ci avrebbe pensato l'esperienza, no? 
Fu così che non notò la gentile richiesta del ragazzo appena sedutosi di fronte a lui, un po' perchè immerso nei suoi pensieri e un po' perché aveva parlato a bassa voce. Solo quando si schiarì più volte la gola Jack alzò lo sguardo su di lui.
"Ehm...mi fai...una vodka liscia, per favore?"
Aveva l'aria depressa, gli occhi gonfi e rossi e sembrava terribilmente a disagio, quasi in soggezione dalla figura di Jack. 
Jack non poté evitare di alzare un sopracciglio per lo stupore che quella richiesta gli causò.
"Credo proprio di no. Scusa se te lo dico ma non dimostri affatto ventuno anni."
Il ragazzo sbuffò e abbassò il viso a fissare il bancone. 
"Per favore...diremo che è acqua tonica." mormorò debolmente, come se avesse già rinunciato.
Il nostro barista sorrise sempre più divertito dal comportamento insolito del ragazzino e si fece impietosire dal suo sguardo perso nelle sfumature del legno. Gli riempì nemmeno per metà un bicchiere e glielo posizionò davanti.
"Amico, se vuoi un consiglio: canta che ti passa."
Tentò di farlo sorridere, Jack, avendo notato la tristezza che copriva come un velo sottile gli occhi del giovane.
"Vorrai dire bevi che ti passa!" alzò il bicchiere, ammiccò e ne bevve il contenuto in un sol sorso. "Io sono Alex."
I due si strinsero la mano sopra il bancone sorridendosi reciprocamente.
"Jack. E sappi che se ci scoprono e mi licenziano, glielo dirai tu a mia madre."


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NdA:
Premettendo che questa non vuole essere una Jalex come il termine in sè potrebbe suggerire (niente slash, insomma), non ho intenzione di scrivere una FanFic estremamente lunga e articolata, tutt'altro. Nella mia mente sono ben pochi i capitoli definiti e spero che non se ne aggiungano altri.
In attesa di maggiore ispirazione, scrivo per divertimento, e questo è ciò che è nato! 
Un grazie a chiunque leggerà! (:
Sil.
  
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