1. Preludio del nuovo dramma

Per la prima volta gli sembrò di scorgere un vantaggio pratico dell’essere un doppiogiochista: entrambe le fazioni non miravano ad attaccarlo pensandolo dalla loro parte.
Anche se in mezzo a quella tessitura di schiantesimi e maledizioni, non poteva considerarsi immune e permettersi di abbassare la guardia.
In effetti, quella era stata un’osservazione del tutto inutile. Un pensiero vuoto per riempire la mente, nel tentativo di conquistare lo spazio di cui una certa consapevolezza si stava impadronendo passo dopo passo.
Se c’era una cosa di cui Severus Snape non aveva mai sentito la mancanza, quella era un’assolutamente realistica concezione del mondo. Un’indiscussa ragionevolezza lo aveva accompagnato sin da bambino, deturpando la tendenza al trasporto emotivo, allenando, invece, le attività razionali. Quest’attitudine si rese nociva complice nella sua vita e fondamentale risorsa per l’attuazione dei suoi doveri.

Il mantello nero, imitato nei movimenti dai lunghi capelli neri, seguiva un andamento irrequieto, quasi a voler volare via da quella figura alta e snella che avanzava velocemente trascinandolo con sé. Pensieri scomodi trainati dalla cognizione del reale.
Profondi e vuoti occhi neri lo guidavano. Vuoti.. ma si può definire vuoto un lungo pozzo solo perché non è possibile (o forse non è concesso) vederne il fondo?
Dietro quegli specchi di petrolio stava prendendo quota il dovere di rispettare un patto. Il rispetto di un patto è un’indiscutibile e ammirevole segno di lealtà. Ma quando il prezzo della lealtà vale almeno quanto l'ammontare di un debito insaldabile frutto di un grave errore, la lealtà perde parte della sua qualità.

E avanzava, guardingo come sempre, sospeso tra il fuoco dell’innocenza e quello della colpevolezza.
Lampi di luce si disegnavano alla sue spalle, sullo sfondo di una Hogwarts in battaglia, quando aveva ormai raggiunto le scale della Torre di astronomia. Esitò prima di salire il primo scalino: interruppe di colpo la sua avanzata. Il mantello lo abbracciò e lo intrappolò con le funi di un calore gelido al gusto di condanna.
Afferrò la bacchetta con forza e la strinse per fissare e concentrare la coraggiosa dose di convinzione di cui aveva bisogno. Un gradino e poi un altro e un altro ancora: una determinata ascesa (verso la redenzione? Certo che no, bensì) verso un nuovo inizio di un dramma infernale.

‘Avanti, Severus, Atto VII - Scena XXXIII’
 

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Una nuova visione Pitoniana di una scena del libro. Mi aspetto di leggere i vostri commenti per sapere se il vostro Severus ha gli stessi pensieri del mio e per qualsiasi altra osservazione!
So che non c'è nulla di inovativo nella storia e sapete come prosegue, ad ogni modo aggiornerò domani con il prossimo capitolo.

Eileen