Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Lussissa    22/09/2011    19 recensioni
-James?- Lui alzò lo sguardo su di lei, cercando di non pensare a quanto stesse male, in quel momento. -Mi baci?- James la guardò, sentendo la rabbia che piano piano gli saliva al petto. Ripensò a tutte le volte che aveva sperato di sentire quelle parole uscire da quelle labbra.[...] E lei era lì, calda, invitante, con le labbra che tremavano leggermente, gli occhi verdi velati da un sottile strato di lacrime, i capelli rossi scarmigliati, che dava voce ai suoi desideri più profondi con una semplicità disarmante.[...]Ma non poteva, maledizione. Non adesso, dopo tutto quello che era successo.[...]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
cap 36 Londra, 1760

-Fateci entrare.-
-Vossignoria, non credo sia il caso, per tre graziose fanciulle come voi, assistere ad un tale spettacolo...Il mio padrone ha perso molto sangue...-
Lady Susan della casata dei Lanchester scansò il gracile servitore con aria seccata, ritenendo che ci fosse troppo poco tempo per insistere con le buone maniere, e lei doveva vedere con i suoi occhi quello che era capitato al suo amato.
Non aveva potuto credere alle sue orecchie, quando il suo maggiordomo le aveva comunicato la notizia della tragedia.
La stanza dove lui era stato adagiato, su un letto che l'avrebbe accompagnato nella sua morte, era scura e poco illuminata, per dare modo a chi entrava di non notare con eccessivo disgusto le ferite profonde e gli squarci sanguinolenti che percorrevano tutto il corpo di Lord Spencer.
Susan si inginocchiò accanto al letto, tremante, mentre ricordi di baci infuocati e di notti passate cercando di non farsi scoprire le bagnavano il volto di lacrime.
-Amore mio.- mormorò, prendendogli la mano tra le sue e baciandogliela ripetutamente, incurante del sangue rappreso sotto le unghie spezzate.
Una ciocca di capelli rossi le sfuggì dalla crocchia così ben congegnata dalle sue servitrici, ma non se ne curò, persa a contemplare i riccioli biondi dell'uomo che amava con tutta se stessa.
-E' morto?- il mormorio di Lady Margaret fece fremere Susan d'indignazione e rabbia, per un secondo, per poi dirsi che il lieve tono di speranza che aveva avvertito era solo frutto della sua immaginazione.
Sapeva che nonostante tutto anche Margaret aveva molto amato Lord Spencer, anche se lui le aveva spezzato il cuore scegliendo lei al posto suo.
Allora si decise a scuotere la testa, senza mai distogliere lo sguardo da quel viso pallido e perfetto che tante volte aveva accarezzato.
-Non ancora.- cercò di contenere il tremore della voce. -Ma lo sarà presto se non facciamo qualcosa.- gli guardò le palpebre chiuse, e sentì i suoi occhi farsi lucidi.
C'era un'unica maniera per riportarlo in vita, e quest'unica maniera significava compiere un sacrificio terribile.
-Cosa possiamo fare?- squittì una terza voce, e Susan cercò di sorridere alla sorellina. Guardare i suoi riccioli biondi le faceva quasi male, ricordandole quello che rischiava di perdere.
No. Non lo avrebbe permesso.
Lui doveva vivere, anche se le conseguenze sarebbero state terribili.
Lady Lanchester si alzò, ancora con le gambe molli e il cuore che batteva nel suo petto, schiacciato dalla consapevolezza tremenda di quello che stava per fare.
Sarebbe finita all'inferno per quello, Merlino non concedeva pietà per gli assassini, ma non le importava.
L'idea di perderlo era molto più insopportabile di una caverna infuocata piena di demoni che ti tormentano per l'eternità.
Con la mano ancora tremante si sfiorò il fianco, dove sotto la gonna era nascosto un pugnale d'argento fabbricato dagli elfi e bagnato nel sangue di unicorno.
Si voltò verso le altre due, e si ordinò di stare il più calma possibile.
Estrasse il coltello dalle pieghe del vestito, facendo scintillare la lama sotto le luci delle candele, e vide Lady Margarett avvicinarsi di più alla più piccola di casa Lanchester e appoggiarle le mani sulle spalle, con aria spaventata.
-Con il sacrificio del nostro sangue, lo renderò immortale.-

Londra, 1977

Una figura incappucciata di nero percorreva il perimetro della stanza lentamente, osservando con finta curiosità i quadri appesi alle pareti, volti a raffigurare visi ed espressioni di personaggi appartenenti alle più nobili dinastie ormai estinte col passare dei secoli.
Attendeva con trepidazione buone notizie.
Sentì uno scricchiolio, che gli annunciò che il suo ospite tanto atteso era arrivato, finalmente.
Sul volto pallido si andò dipingendosi un sorriso mostruoso.
-Mark.- sibilò, con lentezza studiata, sperando che si accorgesse immediatamente qual'era il quadro che aveva catturato maggiormente la sua attenzione.
Lo sentì trattenere il fiato per un solo istante, che però gli bastò a capire che la sua speranza non era andata vana.
-Mio Signore.-
La voce, nonostante tutto, era tranquilla, ma lui sapeva bene che il suo interlocutore era un ottimo attore. D'altra parte, aveva avuto secoli per perfezionarsi.
-Sei arrivato, finalmente. Lo sai che non mi piace aspettare.-
Il biondo annuì, mantenendo un'espressione mortificata sul viso d'angelo.
-Chiedo scusa, Mio Signore, ma non è affatto facile evadere da Hogwarts.-
Con un fruscio del mantello nero, il Signore Oscuro si voltò a fissarlo, con aria quasi divertita.
-Credevo che una creatura millenaria come te fosse abituata a ben altro.-
Mark non rispose, limitandosi a stringere le labbra, senza però sollevare lo sguardo per non sembrare irriverente, nonostante persino il Signore Oscuro sapesse che non poteva permettersi di scherzare troppo, con una creatura come l'ultimo discendente della casata degli Spencer.
-E' tutto pronto, dunque?-
-Sì, mio Signore. Il Rito verrà compiuto domani notte.-
-E tu mi assicuri che tutte tre le Mezzosangue si assoggetteranno al tuo volere al punto da donarti il loro sangue e il loro cuore, e che grazie a questo io diverrò immortale?-
Al gesto d'assenso del ragazzo, Voldemort lo scrutò con più attenzione, per poi far comparire sul suo volto una smorfia irrisoria.
-Giusto, dimenticavo che tu sei la prova vivente del fatto che il Rito dei Tre Cuori funziona.-
Per un attimo negli occhi azzurri di Mark passò un lampo che Voldemort avrebbe interpretato come rimpianto, se non fosse stato sicuro che una tale cratura non poteva provare sentimenti simili.
Ancora si ricordava il giorno in cui l'aveva recuperato, in una caverna dimenticata dal tempo, nascosto nelle insenature più buie che cercava di lasciarsi morire di fame e di freddo.
Eppure, un demone avrebbe dovuto sapere che ci voleva ben altro per farsi fuori.
-Mi raccomando, nulla deve andare storto. Come farai a procurarti la terza Mezzosangue?-
Il biondo sospirò, per un secondo immergendosi nel ricordo di una chioma rossa che aveva il profumo di mille viole. Una volta conclusa quella faccenda, avrebbe finalmente potuto riavere tra le braccia l'unica persona che era stata in grado nel suo torbido passato di fargli provare dei sentimenti.
-Lei non si preoccupi, mio Signore. Lasci fare a me, e per domani notte avrà i suoi Tre Cuori, uno di una Mezzosangue che ancora  non ha conosciuto l'amore, uno di una Mezzosangue a cui è stato spezzato, e l'altro di una Mezzosangue disposta a morire per amore. Grazie a quelli e al loro sangue mischiato con sangue di unicorno, lei manterrà per sempre la sua giovinezza.- si bloccò un attimo, prima di aggiungere, a bassa voce. -Proprio come  dice la leggenda.-
Quella stessa leggenda che era diventata la sua maledizione.
-Eccellente.- il Signore Oscuro giunse le mani affusolate e pallide, in senso di compiacimento. -Sarai ricompensato come pattuito.-
Mark annuì, per un attimo lasciandosi scappare un sorriso all'idea della sua ricompensa finale, che finalmente avrebbe alleviato tutti quegli anni, diventati secoli ormai, dolorosi e strazianti.
Aveva congegnato il piano alla perfezione, ed era sicuro che nulla sarebbe potuto andare storto. Era stato anche piuttosto facile procurarsi le Nate Babbane: la piccola Jenny si era comportata come un gattino mansueto tra le sue mani, esaudendo subito ogni sua richiesta, e la mente di Marlene Mckinnon era stata talmente bene plasmata grazie ai suoi poteri, che ormai lei lo vedeva come la sua unica speranza di salvezza, ragione per cui era sicuro di averla totalmente in pugno. Nemmeno la terza Mezzosangue era un problema, se tutto andava come previsto.
Senza farsi notare, si tastò la tasca destra dei pantaloni, dove era conservato un pugnale d'argento bagnato nel sangue di unicorno.
Perfetto. Era tutto pronto.

-Evans, sbaglio o hai perso una scommessa?-
Lily alzò un sopracciglio, con fare scettico, osservando James seduto sul letto con un sorrisone che gli partiva da un orecchio all'altro.
-Potter, sbaglio o stai sparando minchiate?Sono perfettamente lucida!-
-Certo, certo. E' la prima cosa che direbbe un ubriaco!-
-James!- il tono di rimprovero però non potè che trasformarsi in una risata aperta, forse perchè non era ubriaca ma nemmeno totalmente sobria, o forse perchè trovava solo divertente il suo modo di arrampicarsi sugli specchi.
Non avrebbe mai saputo che in realtà James in quella scommessa non ci aveva messo nemmeno la metà dell'impegno richiesto, troppo curioso nel vedere che cosa mai si sarebbe rivelata la fantasia più nascosta di Lily.
Eppure un po' di scena doveva farla: da che mondo è mondo, mai più James Potter fa vedere che si arrende così facilmente.
-Se sei così lucida come dici di essere allora mettiti in equilibrio su una gamba, avanti!E poi toccati il naso. E saltella. Tutto contemporaneamente!- alla sua occhiata perplessa, rise. -Ah, vedi, ti rifiuti di farlo, significa che hai paura di non farcela perchè sotto sotto sai di aver perso.-
Gli lanciò un'occhiata divertita.
-A dire il vero Potter tra i due mi sembri tu l'ubriaco.-
Lui fece un verso di scherno.
-Ti pare?Non c'è alcolico che possa stendere il grandissimo James Potter!- cercò di mettere su un'espressione indignata, ma gli occhi non riuscirono ad abbandonare quell'aria maliziosamente divertita.
-Ed è per questo che non riesci a reggerti in piedi per più di dieci secondi, immagino.-
James mise su l'aria ruffiana che usava anche con i professori quando doveva convincerli della sua innocenza perenne e sincera.
-No, quello è dovuto alla tua bellezza sconvolgente, ovviamente.- accompagnò il tutto con il suo miglior sorriso da Malandrino, cosa che fece ridere Lily, che scosse la chioma rossa, tra l'esasperato e il divertito.
Poi fece finta di lanciargli un'occhiata truce, imitando quasi alla perfezione la Mcgranitt.
-Potter non cercare di cambiare discorso, comunque.- sorrise, maligna. -Ho vinto.- aggiunse, con una nota di trionfo.
-Vuoi dirmi che non eri ubriaca quando hai proposto che andassimo a fare pipì nell'ufficio della Mcgranitt?-
Lily lo fissò, sconcertata.
-Non ho mai proposto niente di simile!-
-Ah!Vedi, la perdita di memoria è il primo sintomo dell'ubriaco, Evans basta, non puoi più negare!-
-Potter!- nonostante volesse mantenere un'espressione severa, Lily non riuscì a fare a meno di ridere all'ultimo minuto, giusto quando l'occhiata severa avrebbe dovuto incontrare i suoi caldi occhi nocciola.
-Per non parlare della tua bellissima caduta, poi!Come giustificarla, se non con il fatto che ormai non riuscivi più a mantenerti in equili..-
Prima che potesse concludere la frase, Lily gli aveva tirato uno scappellotto sulla testa, ancora ridendo.
-La vuoi smettere?- rise ancora, alla vista della faccia fintamente offesa a morte che stava dipingendosi sul volto di James.
-Ma allora Evans potevi dirlo subito che volevi la guerra!- senza una parola di più le tirò addosso un cuscino, quasi ridendo alla sua espressione vendicativa che le fece afferrare al volo il cuscino rosso.
Tentò di ripararsi come meglio poteva quando lei contrattaccò, tentando di colpirlo più volte sul viso e su tutti i pezzi di corpo che trovava liberi, dando così il via a una lotta di cuscini che si concluse solo quando lei gli capitombolò addosso, per poi scoppiare a ridere così forte che dovette coprirsi la bocca con una mano, per paura di fare troppo baccano.
Anche lui rise, felice di vederla spensierata e bella e allegra come non la vedeva da un paio di giorni, e pensò che avevano avuto una bella idea, a concedere a Emmeline e a tutti una serata di divertimento.
La fissò per un po' mentre ancora i suoi capelli vermigli gli solleticavano il collo e il suo petto vibrava ancora contro il suo, carico di risate che gli facevano battere il cuore più velocemente del normale.
Le sorrise, quando la risata di lei si spense e i suoi occhi verdi si fecero di un'intensità tale che nemmeno nei suoi sogni di adolescente scapestrato aveva visto mai.
-Evans- le scostò i capelli dal viso, per scrutarla meglio. -ho capito che non puoi fare a meno di sentirti succube al mio fascino, ma andiamo, cadere due volte in una serata solo per questo non ti sembra un filino esagerato?-
Lily alzò gli occhi al cielo.
-Senti, brutto stupido idiota...-
-Wow. Sei riuscita a rivolgermi tre insulti in meno di mezzo secondo, adesso ho davvero la conferma che sei sobria.-
E lei non potè fare a meno di mettersi a ridere di nuovo, nonostante tutto, e fu proprio nel bel mezzo di quel suono vivace che James le prese il viso tra le mani, attirandolo a sè, e la baciò giusto per il gusto di farlo, e a volte si stupiva ancora, di poterlo fare senza avere la certezza matematica di finire in Infermeria l'istante dopo.
Si staccò, tenendo però sempre il viso di lei a pochi centimetri dal suo, e sospirò, fingendosi immensamente esasperato, mentre lei gli rivolgeva un sorriso soddisfatto.
-Allora- disse, alzando gli occhi al cielo, senza però riuscire a nascondere un sorriso. -visto che hai vinto, avanti, sentiamo questa fantasia.-
Lily si puntellò sui gomiti per poterlo osservare meglio, e si sentì arrossire appena realizzò che davvero doveva dirgli cosa frullava nella sua testa.
Si trascinò con i gomiti all'indietro, per riuscire poi a mettersi seduta e fissarlo di sottecchi, a disagio. Era stata tutta presa all'idea di vincere, ma non aveva considerato poi la parte più imbarazzante della vittoria.
Distolse lo sguardo.
-Uhm, forse è meglio di no. Facciamo che hai vinto tu, ok?-
Figurarsi, vederla imbarazzata per James Potter era come un invito a nozze, e lei avrebbe dovuto saperlo ancora prima che lui sorridesse con aria maliziosa e gli occhi nocciola gli si illuminassero di divertimento.
Non si sarebbe arreso tanto facilmente, anche perchè ormai sua la curiosità era aumentata a dismisura dopo la reazione della rossa.
-Eh no, Lily, una scommessa è una scommessa. Non puoi tirarti indietro proprio ora.-
Lei borbottò qualcosa di incomprensibile, per poi sbuffare, seccata.
-E' una cosa stupida.-
-Oh, avanti Evans, sei una Grifondoro o cosa?-
La ragazza lo fulminò con lo sguardo, per poi sospirare.
-Lo giuro Potter, se dopo osi prendermi anche solo un po' in giro...-
Lui annuì, fingendosi serio per un secondo, giusto per darsi un tono solenne.
-Non riderò, parola di Malandrino.-
Lily lo guardò, dubbiosa, sentendo che ancora il rossore sulle guancie non se ne andava.
Poi sbuffò, dicendosi che era una Grifondoro per qualcosa, e ordinandosi di smetterla di essere così imbarazzata.
-Va bene, allora. La cosa è un po' lunga, quindi mettiti comodo.-
Lui per poco non rise al suo tono professionale che pareva quello che usava nelle interrogazioni, ma corresse subito il tiro trasformando la risata in un colpo di tosse. Non voleva certo bloccarla proprio ora che si era decisa, e inoltre l'occhiata assassina che lei gli aveva lanciato era un chiaro avvertimento che aveva idea che se non lo avesse colto, sarebbe finito ucciso nel giro di pochi istanti.
Lily si schiarì la gola.
-Allora, sono in mezzo a una strada e c'è un temporale tremendo, io mi sono persa...- osservò James, che pareva concentrato nel proprio racconto. -Poi vedo un castello, e decido di entrare, per ripararmi dalla pioggia e per chiedere indicazioni, ma..-
-E' grande il castello?- la interruppe a metà frase.
Lei lo guardò, perplessa, per poi alzare le spalle.
-Boh, si, direi di si.- fece per riprendere, quando il moro la bloccò di nuovo.
-Quanto grande è?- James ghignò. Si divertiva troppo ad esasperarla.
La rossa lo guardò male.
-Questo è irrilevante ai fini del racconto.-
Ramoso si finse scandalizzato.
-E invece è importante!Tutti i dettagli sono importanti!-
Lily alzò gli occhi al cielo, irritata.
-Parecchio grande allora. Tipo Hogwarts, contento?Posso andare avanti adesso?-
Lui annuì, tutto allegro, e la ragazza sbuffò, anche se all'ultimo si lasciò scappare un sorriso.
-Dicevo. Entro per chiedere indicazioni, ma il castello sembra essere deserto. Decido di esplorarlo un po', in cerca di qualcuno che mi dia una mano, quando...-
-C'è chi la chiamerebbe violazione di domicilio, lo sai Evans?-
-Potter, vuoi che continui o no?-
James finse di cucirsi la bocca, alla sua occhiata omicida.
Lily si rischiarì la gola, guardandolo ancora un po' male.
-Allora sono lì che vago come una scema, quando sento improvvisamente una musica bellissima proveniente da una stanza al piano di sopra. Decido di salire...e- gli lanciò un'occhiata. -no, le scale non si muovono come quelle di Hogwarts.- lo anticipò, vedendo che aveva già aperto la bocca per parlare. La richiuse, sorridendole, invitandola a continuare.
-Mi avvicino alla stanza dove si sente la musica, e decido di aprire la porta. La stanza è luminosa, grande. Al centro c'è un enorme pianoforte nero, e lì, davanti, c'è un pianista che suona una melodia meravigliosa. Quando mi sente entrare si ferma, si alza, mi guarda e..-
-Sono io, il pianista?-
Lily alzò gli occhi smeraldini al cielo, con ovvietà.
-Certo che sei tu, il pianista.- James sorrise compiaciuto, e lei continuò, ormai totalmente presa dalla storia. -Insomma, mi guarda e  mi dice "e lei cosa ci fa qui, signorina?" io allora gli dico che mi sono persa, che non ho un posto dove andare, e allora lui mi dice che non posso stare lì, che è violazione di domicilio...-
-L'avevo detto io.-
Lo ignorò.
-E...insomma andiamo avanti e tra una storia e l'altra ci mettiamo a litigare...-
James non riuscì a trattenersi dal ridere.
-Fammi capire, anche nei tuoi sogni erotici litighiamo?-
Lily non si preoccupò di calcolarlo.
-Insomma, nel frattempo non so come ci siamo avvicinati al pianoforte e...Insomma, per farla breve, finiamo per farlo sul pianoforte.-
Si accorse solo in quel momento che le sue guancie si erano di nuovo accese di rosso, e che le ultime frasi le aveva dette talmente velocemente che si stupiva lui avesse capito.
Lo osservò di sottecchi, e si accorse che cercava con tutte le sue forze di non far schizzare gli angoli della bocca verso l'alto, per non prorompere in una risata che le aveva promesso di non fare.
Non ce la fece.
All'ultimo istante gli scappò una risata che cercò di soffocare, senza riuscirci, e si guadagnò così un'occhiata turpe da Lily, che ormai sentiva di stare andando in fiamme.
-Avevo detto che era una cosa stupida.- boffonchiò, senza osare guardarlo. -E smettila di ridere!-
-Lily, non è stupida.-  rise ancora, e lei lo guardò male, indecisa a quel punto se offendersi. Lui le prese le mani. -Non è stupida. E' che cerca di capirmi: non sarò ubriaco, ma non sono nemmeno totalmente sobrio, e la mia bellissima ragazza si rivela pervertita quanto basta a farmi andare fuori di testa. E', uhm, tipo il sogno di ogni uomo esistente sulla terra, credo. Rido solo perchè mi stupisco ancora di essere stato così fortunato.-
Lei alzò gli occhi al cielo, ma ora le labbra erano piegate nel consueto sorriso.
-Sei sempre bravo a leccare il culo, vero Potter?-
James rise, per poi accarezzarle il viso.
-Senza contare che per realizzare quello che mi hai detto mi ci vuole un po' di tempo. Intanto dovrei trovare il modo di procurarmi un pianoforte e ah si, ci sarebbe anche il piccolo particolare che dovrei imparare anche a suonarlo. Senza contare le quisquilie come il fatto che devo beccare un giorno dove piove a dirotto, devo farti perdere e fare in modo che tu segua...-
Prima che concludesse, lei si avvicinò e lo baciò, con foga. Forse in fin dei conti l'alcool stava avendo effetto adesso, perchè si sentiva particolarmente accaldata, oltre che senza le solite inibizioni o paranoie del caso che a volte la prendevano nei momenti più strani.
Poi si staccò, senza però allontanarsi da lui più del necessario.
-Facciamo così, Potter- gli accarezzò la linea del viso, continuando a fissarlo. -tu prenditi tutto il tempo che vuoi, organizzati come ti pare e piace e vedi se la cosa è fattibile o meno. Nel frattempo...-
Lui ghignò.
-Si?-
Lily in quel momento si staccò completamente, sorridendo malandrina e tirando fuori la bacchetta, lasciandolo con una faccia perplessa e confusa.
-Nel frattempo, è ora che tu ti faccia un po' di sana cultura musicale.-
Mentre lui sgranava gli occhi incredulo, con un rapido gesto di bacchetta lei trasfigurò il comodino di legno affianco al letto in un qualcosa che James non seppe bene come identificare, probabilmente un aggeggio Babbano, che improvvisamente si mise a trasmettere musica che lui non aveva mai sentito, ma la voce di quello che cantava era simile a quella del cantante del gruppo che Lily prima aveva detto che le piacevano tanto, i Beatles.
Osservò attentamente quella cosa Babbana, non sapendo bene se esserene più affascinato o deluso.
Lily rise, vedendo la sua espressione spaesata e quasi diffidente, e decise di infierire ancora un po'.
-Avevi detto che ti saresti imparato tutta la discografia dei Beatles a memoria.- trillò, allegra. -Bene, ti sto dando la possibilità di farlo. Ripeto, non posso stare con qualcuno che non conosca e apprezzi i Beatles.-
James rivolse lo sguardo sbigottito verso di lei, senza ancora essere in grado di proferire parola, al che lei rise, di nuovo, decidendo che aveva infilato anche troppo il dito nella piaga, e in fondo anche lei adesso era stufa di scherzare.
Gli si avvicinò di nuovo, quatta quatta, e fece un sorrisetto malizioso che era tutto un programma a pochi centimetri dal suo viso.
-Tranquillo- soffiò, col tono più languido che poteva tirare fuori. -conosco un ottimo modo per farteli apprezzare.- catturò le sue labbra con le proprie, e senza mai abbandonarle, neanche per respirare, lo accompagnò a stendersi contro il piumone rosso, che quella notte era destinato ad essere stropicciato non certo per coprire due persone che dormivano.
James in seguito avrebbe pensato che Lily aveva avuto ragione: da quel momento in poi, ogni volta che qualcuno gli avesse fatto ascoltare i Beatles, non avrebbe potuto fare a meno di sorridere.

Remus John Lupin aprì gli occhi, con estrema cautela, per non venire ferito eccessivamente dalla luce proveniente dalle tende.
Tentò di muoversi, per guardare l'ora sul comodino, quando si accorse di una testa bionda accoccolata sul suo petto che dormiva, rilassata.
La osservò per un attimo, rimamendone quasi incantato.
Emmeline era bellissima.
La bocca era piegata in una smorfia buffa, e il suo respiro caldo lo sfiorava, facendolo rabbrividire.
In un secondo si ricordò con nitidezza ogni cosa fatta la sera precedente, ogni bacio ardente che lei gli aveva lasciato scivolare sulla pelle, ogni gemito e ogni sospiro che aveva fatto da colonna sonora a quella notte infuocata, il corpo nudo di lei che si aggrappava al suo, come fosse un'ancora che le avrebbe impedito di affogare, e i suoi capelli biondi che parevano essersi appropiati di un raggio di sole che gli solleticavano il viso mentre le baciava per l'ennesima volta le labbra di fragola, e il suo vestito nuovo che finiva per terra e lei che esitava per un secondo, guardandosi imbarazzata le gambe che ancora portavano i segni di una violenza straziante che la feriva ancora.
E poi c'era stata quella singola lacrima che le aveva accarezzato lo zigomo, che lui si era preoccupato subito di asciugare coprendola di baci e carezze.
Si sentì andare a fuoco, mentre gli riaffiorava alla mente il ricordo di quelle curve che aveva accarezzato ripetutamente, con un'insaziabilità quasi animalesca e nel contempo dolce.
Emmeline si mosse, sintomo che si stava svegliando, e Remus per qualche strano motivo si sentì arrossire ancora di più.
E se lei si fosse rivelata pentita di quello che avevano fatto?In fondo, non aveva la certezza assoluta che lei non fosse ubriaca.
La bionda sollevò le palpebre, lasciando intravedere quei pozzi azzurri che lo facevano impazzire.
Sbattè gli occhi, confusa, accorgendosi solo in quel momento che il cuscino su cui aveva dormito non pareva affatto un cuscino, ma aveva molto più l'aria del un petto nudo di un ragazzo.
Non che si potesse lamentare, sia chiaro. Da che si ricordava, era stata una delle migliori dormite che si era fatta in tutta la sua vita.
Sollevò lo sguardo, ancora assonnata, per scontrarsi con il viso imbarazzato di Lupin.
-Remus?-
Lui annuì, non riuscendo a dire nient'altro. Non sapeva quanto Em si ricordasse della sera precedente: forse ora gli avrebbe tirato qualcosa in faccia per essersi approfittato di lei, o qualcosa del genere.
Cosa si doveva dire in quel casi?
La vide far scorrere lo sguardo da lui a se stessa, per poi spostarlo di nuovo a lui, aggrottando la fronte, perplessa. Non era mai granchè in grado di ragionare, da appena sveglia.
-Abbiamo fatto...abbiamo fatto sesso?-
Remus si chiese perchè, fra tutte le ragazze in quella scuola, colei di cui doveva invaghirsi era l'esatto miscuglio tra James Potter e Sirius Black, e di conseguenza fosse colei che con una sola parolina poteva farlo imbarazzare più di chiunque altro, senza peraltro rendersene nemmeno conto.
Si schiarì la gola, sperando intanto che il suo viso tornasse di un colore normale.
-Abbiamo...abbiamo fatto l'amore, si.-
Lei lo guardò, per un secondo incredula, e Remus in quel momento temette il peggio, ma poi, con sua grande sorpresa, Emmeline si aprì in un sorriso che le illuminò tutto il viso, rendendola più bella che mai.
-Wow.- mormorò, sorridendo ancora, e per un attimo il cuore di Remus quasi inconsapevolmente si riempì d'orgoglio. -Davvero...wow.- gli occhi le brillavano di una tale felicità che improvvisamente Remus si scordò del perchè si sentiva imbarazzato.
-Quindi...uhm...non sei pentita.- chiese, qualche timore che ancora gli attanagliava le viscere.
-Pentita?- lo guardò stranita, come se avesse appena detto una parola particolarmente disgustosa. -Come potrei essere pentita?è stato...è stato...fantastico. Meraviglioso. Davvero.-
Si riaccoccolò sul suo petto, chiudendo gli occhi e sospirando, contenta.
Flash della notte precedente continuavano a balzarle in testa, facendola sorridere.
Nessuno l'aveva mai fatta sentire così completa e appagata, e per un solo attimo si disse che forse la felicità poteva esistere, nonostante tutto.
Remus prese ad accarezzarle i capelli, con tenerezza.
-Era...- si schiarì la gola, di nuovo imbarazzato. -Era la prima volta che...era la prima volta, per me.-
Em lo fissò, sbigottita.
-Sul serio?- al suo cenno d'assenso sbattè le palpebre, ancora stupita. -Non l'avrei mai detto.-
-Davvero?- Lupin sorrise, compiaciuto, nonostante tutto, nel sentire venire così sottilmente elogiato il suo ego maschile.
-Davvero.- Em confermò, baciandogli poi la guancia e sorridendogli. Era così tenero.
Dopo pochi istanti di silenzio fu lui a parlare, di nuovo.
-Em?-
-Dimmi.-
-E adesso?-
Lei lo guardò, una muta domanda negli occhi, e lui sospirò.
-Io sono un Lupo Mannaro, e tu stai per sposarti. E adesso, cosa facciamo?Continuiamo questa...relazione segreta e basta, andiamo avanti come se nulla fosse?Non...-
La bionda lo zittì, appoggiandogli una mano sulle labbra, e lo guardò dritto negli occhi color ambra per un lungo istante.
-Tu vuoi che questa relazione vada avanti?-
Remus notò che il suo sguardo si era rannuvolato e incupito, e le accarezzò la chioma bionda, sentendo il cuore stringersi.
-Io voglio te.- confessò, con una semplicità talmente disarmante che la fece arrossire.
-E allora...e allora si, andiamo avanti e basta, come se nulla fosse. Io...io non voglio rinunciare a te, non ancora, non adesso che sento di riuscire ad essere felice. Voglio continuare ad esserlo, per un po'.-
Emmeline chiuse le palpebre, sentendo gli occhi farsi lucidi, per nessun motivo in particolare.
Lui la strinse immediatamente nel suo abbraccio, cullandola e accarezzandola, sentendo il cuore più pesante.
Non era giusto.
Non era giusto che lui fosse un Lupo Mannaro e quindi lei rischiasse la sua incolumità stando con lui, non era giusto che lei si dovesse sposare con un uomo che le avrebbe portato solo sofferenze, e non era giusto che non potessero vivere la loro relazione alla luce del sole, come le normali coppie felici.
A volte si chiedeva come sarebbe stato vivere in un mondo parallelo, dove tutto quel casino della guerra non esisteva.
Decise di non pensarci, in quel momento. Dovevano viversi la vita come gli veniva offerta, perchè era tutto ciò che gli rimaneva.
Allora la baciò, perchè improvvisamente gli era mancato il contatto con le sue labbra, e sentì che lei rispondeva con entusiasmo.
Staccandosi si sorrisero, con una complicità nuova che scaldò il cuore a Remus.
Stava per parlare, quando udì chiaramente delle voci avvicinarsi da fuori.
-Sei sicuro di voler andare nel dormitorio adesso?Staranno tutti dormendo...-
-Fidati, Evans. Conosco Remus, sarà come minimo sveglio da ore che si domanda che fine abbiamo fatto. Con tutta probabilità sarà pure arrabbiato perchè non abbiamo ancora fatto i compiti per domani, e...-
Remus gettò un'occhiata di puro panico a Emmeline, la quale lo guardò, altrettanto spaventata.
Fece giusto in tempo a coprirsi con il lenzuolo, che la maniglia della porta si aprì, con un cigolio, facendo entrare un James Potter che ancora parlava.
-...ci sgriderà perchè...Remus?!-  sgranò gli occhi e si fermò in maniera brusca sulla porta, notando in quel momento la scena che gli si parava davanti: Remus Lupin che lo guardava, vergognandosi come un ladro, e giusto appena affianco a lui Emmeline Vance, che tentava in tutti i modi di coprirsi il più possibile.
Si era fermato in maniera talmente improvvisa che Lily gli si schiantò sulla schiena, e per poco non cadde.
-Ehi, ma si può sapere cosa diavolo ti è pre...Emmeline?!-
Lily Evans spalancò gli occhi, mentre vedeva per la prima volta nella sua vita la sua migliore amica arrossire furiosamente.
Ci furono una manciata di secondi di silenzio imbarazzato, gli uni troppo sconvolti per proferire verbo e gli altri che cercavano freneticamente una scusa per giustificare la loro presenza lì, assieme, finchè Remus non si decise a schiarirssi la gola.
-Ecco...noi...-
Non era esattamente sicuro di cosa volesse dire, in realtà. Considerò che quantomeno forse era stato meglio venire scoperti da James, piuttosto che da Sirius, che ne avrebbe fatto un caso nazionale.
Anche se il sorrisetto che andava dipingendosi sul volto di James Potter non gli piaceva per nulla.
Poi James scoppiò a ridere, e Remus non seppe dire se era una cosa buona.
-Lo sapevo!- urlò, tra una risata e l'altra. -Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo. Haha!Evans mi devi dieci galeoni. Uh, anche Sirius me ne deve altri dieci. Sono ricco!E tutto grazie a te, Remmy bello!Grazie, è solo grazie a te se alla prossima gita a Hogsmeade riuscirò a comprarmi le provviste di dolciumi da Mielandia per tutto l'anno!-
Lily sembrò riscuotersi dallo stupore in cui era stata inghiottita.
-Che cosa?Oh, no!Em, mi hai delusa. Molto, molto delusa. Ecco, ora i miei ultimi dieci galeoni sono andati!-
James sghignazzò.
-Tranquilla, Evans, se proprio vuoi comprerò qualcosa anche a te da Mielandia.-
-Ma che gentile che sei, comprarmi qualcosa con i miei soldi! Potter non c'è che dire, sei proprio un cavaliere!-
-Avete...avete fatto delle scommesse...su di noi?!- Remus era incredulo. Da James e Sirius poteva aspettarselo, ma anche Lily!
-Non esattamente.- precisò James, con aria solenne. -Che vi giraste attorno da ormai qualche settimana era ovvio a tutti, sarebbe stata una scommessa vinta in partenza. Per essere precisi, abbiamo scommesso che stanotte sareste andati a letto insieme.-
Emmeline si portò una mano sulla fronte, non sapeva bene se per l'imbarazzo o se per evitare di mettersi a ridere. Per compensare, emise uno sbuffo divertito, arrossendo.
-Non ci posso credere.- fece James, con voce fintamente incrinata. -Il nostro bambino è cresciuto!- si asciugò una lacrima fasulla, mentre Remus lo fissava ancora senza parole.
Perchè tutto ciò che aveva a che fare con i suoi migliori amici finiva in qualche modo sempre nella demenzialità?
-Emmeline!Tu e Remus!E non mi dici niente?- Lily scosse la testa, indignata.
-Te lo avrei detto...ehm...è solo che...io...noi...-
La rossa la vide in difficoltà, e allora trattenne un sorriso.
-Signorina, ti rendi conto che è la prima scommessa che perdo da, tipo, anni?Come faccio a continuare a vincere se non mi dici le cose?Sei proprio una screanzata!- scimmiottò un tono severo che non combaciava con gli occhi verdi brillanti di curiosità e malizia.
Finalmente Emm si aprì in una risata senza freni, al tono da finta maestrina di Lily, la quale poi spostò lo sguardo su James, fingendosi minacciosa.
-Quanto a te, Potter, smettila immediatamente di fissare Emmeline nuda.-
James la guardò tirando fuori lo sguardo più ingenuo che aveva.
-Non la sto fissando!E poi è coperta dal lenzuolo, non vedrei comunque nulla!-
Lily mise su un'aria sospetta.
-Tu non guardarla in ogni caso!-
Lui le fece la linguaccia.
-Allora tu non guardare Remus!-
Emmeline si strinse al petto di Remus, ancora ridendo, capendo che quel teatrino altro non era che il modo di Lily di dirle che le voleva bene, e che, anche se non le aveva detto nulla, non importava, poteva prendersi tutto il tempo che voleva.
Tutta la tristezza dovuta alla consapevolezza che quei momenti felici si sarebbero sciolti come neve al sole non appena il tempo avesse reclamato il suo pagamento, se n'era andata, lasciandole addosso solo quel leggero imbarazzo e quella spensieratezza che una neodiciasettenne dovrebbe avere.
-A proposito- fece Lily, ghignando e rivolgendosi verso Em. -Come si muove Remus sotto le lenzuola?-
-Lily!- protestò James, guardandola male, e pure Remus fece un verso strozzato, che le fece ridere entrambe.
-E'...favoloso.- mormorò Em, guardando Lupin con aria quasi sognante e facendolo arrossire.
James fece per dire qualcosa, fintamente scandalizzato, quando Lily lo afferrò per un braccio, sorridendo alla coppia e intanto trascinandoselo fuori, capendo che avevano bisogno di qualche minuto ancora per parlare e che di sicuro la presenza propria e di James lì non li aiutava a vincere l'imbarazzo.
-Allora noi andiamo.- fece. -Voi rendetevi presentabili e scendete in Sala Comune, che poi vogliamo i dettagli!-
Chiuse la porta dietro di sè, scambiandosi un'occhiata complice con James.
Erano entrambi consapevoli che molto probabilmente nè Remus nè Emmeline sarebbero usciti da quella camera, almeno fino al giorno dopo.

Sirius Black era piuttosto sicuro che sarebbe morto.
Probabilmente sarebbe stato il primo uomo sulla terra a morire di post-sbronza.
Lo stomaco gli si contraeva in maniera disgustosamente spasmodica ogni volta che si azzardava solo a pensare a qualcosa di commestibile, mentre quel po' di cervello che aveva sembrava essersi spappolato all'interno del suo cranio, procurandogli così un mal di testa che, ne era certo, nel giro di pochi istanti l'avrebbe ucciso.
Quel che era peggio era che il suo ormai quasi ex migliore amico non capiva la gravità della cosa, e continuava a ridergli in faccia ogni volta che si lamentava, facendogli venire voglia di portarselo con sè nella tomba.
Decise di cercare compassione nella ragazza del suo migliore amico. Non era forse vero che le donne sono comprensive e non negano mai un aiuto?
-Evans, tu sei brava in pozioni, non è che creeresti una pozione che curi la post-sbronza, tipo, uhm, subito?-
Lei gli lanciò un'occhiata, tra il divertito e il serio.
-Non ci penso nemmeno, Black. La prossima volta ci pensi due volte, prima di ubriacarti in quel modo.-
Bene. Dunque o Lily Evans non era affatto una donna, o chi aveva affermato una cosa del genere aveva sparato una colossale cazzata.
Fece un mugolio disperato, affondando la faccia nel divanetto rosso della Sala Comune su cui era sdraiato.
-La tua ragazza è una stronza, James.-
Sia James che Lily risero.
-Fidati, Felpato. Lo so.-
-Oh, avanti.- Lily alzò gli occhi al cielo, stampandosi un sorrisetto da schiaffi in faccia. -So che mi amate entrambi per questo!-
-Proprio no.- mormorò Sirius, tastando il divano attorno a sè cercando un cuscino per mettersi più comodo.
James si limitò ad alzare gli occhi al cielo e a confermare, con un sorriso esasperato.
-Ma come!- fece la rossa, con fare melodrammatico. -Sirius, non è quello che mi hai detto l'altra notte!-
Sirius, naturalmente, che fiutava una buona possibilità di scherzo anche da sbronzo, la guardò, per poi fare un sorriso malefico.
In fondo Lily Evans era una perfetta malandrina, stava iniziando ad accettarlo e anzi, la cosa gli piaceva, fino a quando poteva avere un'ottima complice per gli scherzi perfetti a James.
-Lily!- esclamò, fingendosi disperato. -Avevamo detto che James non avrebbe mai dovuto sapere nulla della nostra relazione segreta!-
James li guardò male.
-Vorrei farvi sapere che non siete affatto credibili.-
Sirius sorrise, facendo l'occhiolino a Lily.
-Si, talmente poco credibili che se dovessimo basarci sul tuo sguardo, a quest'ora sarei morto e sepolto.-
Mentre James borbottava un -Non è affatto vero!- la Evans gli si avvicinò e gli scoccò un sonoro bacio sulla guancia, sorridendo poi.
-Prima o poi mi farò perdonare tutte quelle che ti faccio passare, promesso.-
-Ci mancherebbe Evans, o di questo passo inizierei seriamente a considerare le proposte indecenti delle mie innumerevoli fans.-
Prima che lei potesse ribattere trucidandolo con lo sguardo, intervenne Sirius.
-Per innumerevoli fans intendi tua madre?-
Lily scoppiò a ridere, sia per la battuta sia per la faccia scandalizzata di Potter.
-Ehi!Lascia stare la mamma, sacco di pulci.-
Il latrato d'ilarità del bel Black risuonò per tutta la Sala.
-Mi dispiace, Evans, ma come vedi non sarai mai la prima donna nel cuore di James, finchè Amy Potter sarà in vita.-
-Disse l'uomo che ogni volta che vede mia madre scodinzola come un cane...ah no scusa, scodinzola come te stesso, in effetti.-
-Scusa se apprezzo la donna che mi ha messo un tetto sopra la testa quando sono stato brutalmente cacciato da casa mia!-
-Ma che carini che siete, litigate come due sposini!- sghignazzò Lily, facendo in modo che immediatamente gli altri due la fulminassero con lo sguardo.
-Evans...- iniziò James, irritato, quando fu interrotto dall'improvvisa apertura del Buco del ritratto.
Ne entrò un ragazzino sugli undici anni, che Sirius riconobbe subito. Si alzò di scatto, stringendo i pugni, riconoscendo i capelli castani di Victor. Il ragazzino sembrava tremare sulle sue stesse gambe.
-Che diavolo ci fai tu qui, dannata serpe?Come hai fatto ad entrare?-
In quel momento si accorse che Victor stava piangendo, e strinse gli occhi a fessura, sentendo un pessimo presentimento che gli colava lungo lo stomaco.
-Io..io...volevo...dovevo avvertire qualcuno...non...-
-Chi ti ha dato la parola d'Ordine?-
Lily, vedendo che Sirius stava ottenendo solo di fare piangere l'undicenne ancora più forte, lo guardò male.
-Black.- lo ammonì, per poi rivolgersi al ragazzino di Serpeverde, in tono conciliante. -Dimmi piccolo, che è successo?-
Doveva farlo calmare, e poi forse avrebbero potuto chiedergli come diavolo era entrato lì.
-L..lui..lui l'ha...io...io volevo avvertirla, ma lui mi ha...mi minacciava, io non sapevo cosa fare...adesso...adesso lui sta...la sta...e ha detto che...ma lei era mia amica, davvero, non volevo le facesse del male!- rantolò, scoppiando in singhiozzi ancora più forti all'ultimo istante.
-Ehi, ehi calma. Fai un respiro profondo, okay?Cerca di raccontare tutto dall'inizio.- James si era chinato verso Victor, in modo da essere alla sua altezza, e lo guardò dritto negli occhi, con una sorta di urgenza che gli diceva che non c'era tempo da perdere. Aveva capito poco tra tutto quel balbettare, ma il poco che aveva captato non gli piaceva per nulla.
-Lui è potente, lui ha detto che avrebbe fatto del male alla mia famiglia se non lo aiutavo.-
-Lui chi?- chiese Lily, perplessa e arrabbiata. Chi era questo tizio che minacciava la gente?E chi minacciava, poi?
Sirius strinse i pugni, come se si aspettasse ciò che sarebbe venuto dopo.
-Lui..nessuno sa il suo vero nome. E'...sappiamo solo che è una creatura potente. Forse anche più potente di...del Signore Oscuro.-
poi tirò su col naso. -Si fa chiamare...si fa chiamare Mark.-
A quel nome, l'aria sembrò raggelarsi.
Lily spalancò gli occhi, mentre James le lanciava un'occhiata di sottecchi. Stava per dire qualcosa, qualsiasi cosa, dire che non era possibile, che si era sicuramente trattato di un errore, perchè per quanto poco avesse conosciuto Mark e seppur i loro rapporti non fossero finiti nei migliori dei modi, Mark, quello stesso Mark che aveva conosciuto lei, non era una persona cattiva, un po' saccente forse, ma non ce lo vedeva a far del male volontariamente a qualcuno.
Fu Ramoso a parlare, con voce bassa e seria.
-Dobbiamo andare da Silente.-
Prima che o Lily o Sirius si stupissero di quell'affermazione così poco da James Potter, il ragazzino urlò.
-No!- scosse la testa, frenetico. -Lui...ha detto che la ucciderà. La ucciderà, se avverto un professore. Ha detto...che se lo dico a un professore, lui lo verrà a sapere immediatamente, e allora...- qualche lacrima iniziò nuovamente a rigargli il viso. -Voi...lei mi parlava spesso di voi. Ho pensato che magari se avvertivo voi...io non voglio che muoia!Dovete salvarla!L'ha portata...l'ha portata nella foresta proibita.-
Sirius sentì le proprie unghie ficcarsi nei palmi, ferendoli e scorticandoli, ma non provava dolore. L'unica cosa vera che avvertiva era la voce del Serpeverde, e pian piano, tutti i tasselli di un puzzle che non sapeva nemmeno esistesse sembrarono andare al proprio posto.
Si ricordò una voce, ricca di miele e che pareva provenire da un altro secolo.
Così mi faciliti solo il lavoro, Black.
E poi gli occhi, gli occhi così grandi e belli e grigi e traboccanti di emozioni, così spenti e vuoti e senz'anima quando li aveva visti l'ultima volta.
E quella voce sempre allegra e esuberante con chi conosceva, quanto era timida con le persone nuove, quella stessa voce che gli era parsa metallica e fredda solo la sera prima, tutto gli tornò in mente e tutti i pezzi si collegarono tra loro in maniera dolorosa e raccapricciante.
E solo quel nome gli venne in mente, e gli venne spontaneo ripeterlo ad alta voce così come ormai la sua testa aveva iniziato a recitarlo di continuo da quando Victor era entrato in quella Sala.
-Marlene.-
Marlene, Marlene, Marlene.
Marlene era in pericolo.
E in quel momento non badò allo sguardo di Lily che si posò su di lui e non gli importava che anche lei stesse arrivando alla stessa identica conclusione propria, e non gli importava nemmeno più come diavolo Victor avesse fatto ad entrare nella loro Sala Comune, non gli importava nemmeno del fatto che si era messo a correre a caso come un disperato verso la Foresta Proibita, senza un piano e senza nemmeno sapere esattamente dove andare, nè gli importava che Lily fosse scattata nemmeno un secondo dopo di lui con la stessa opprimente sensazione nel cuore e con la stessa determinazione negli occhi. E nemmeno gli interessava che anche James l'aveva immediatamente seguito, pronto a scattare per suo fratello come sempre lo sarebbe stato.
Marlene andava salvata. Non gli importava nemmeno se lei lo odiava o se l'avrebbe odiato per il resto della sua vita, voleva che lo odiasse da viva, e così sarebbe stato, lo giurò.
Nessuno si curò più di Victor, che tirò un sospiro di sollievo, nonostante nessuno ormai avrebbe potuto salvarlo dal senso di colpa.










Buonasera =D (ormai sarebbe anche il caso di dire buonanotte, uhm XD)
Sono riuscita a postare entro due mesi *___* sono fiera di me stessa U.U siatelo anche voi di me XD puahuahauha XD
Coooomunque. Questo capitolo...uhm. Non so bene cosa dire su questo capitolo XD è più corto del solito e l'ho lasciato con un filino di suspance alla fine, muhahuaha XD
Si intravede il passato di Mark, e si capisce perchè agirà nel modo in cui agirà, se possiamo dire XD
Vorrei però che mi diceste sinceramente se si capisce, e soprattutto COSA si capisce XD perchè è importante che capiate questo capitolo, o meglio, è bene che si capiscano le cose serie in mezzo a tutto il resto di stupidità (mi sono divertita tanto però, a descriverli così idioti e innamorati e..idioti XD)
Da un lato mi piace questo capitolo e dall'altro no: più che altro davvero non so se sono riuscita a far capire quello che volevo far capire, quindi avanti con le interpretazioni, almeno so se devo darmi all'ippica oppure no XD
Altro da dire non credo ci sia, uhm. Ho deciso che d'ora in poi cercherò sempre di essere costante e aggiornare dopo due mesi U.U certo se riesco prima bene, però i due mesi sono, diciamo, la scadenza fissa. Almeno ci provo XD
Il titolo (suggerito dall'Ila =D grazie tessò <3) è un po' ambivalente: da un lato Mark muore (o dovrebbe morire) più o meno in quel periodo lì, mentre Voldemort stesso è un po' come il colera, una specie di malattia mortale e infettiva che non la riesci più a togliere.
Ora mi accingo a rispondere alle recensioni: se non vi dispiace però ne farei metà oggi e metà domani, perchè sono staaaanca morta (vado a letto con le galline, si U.U) XD. Allora, posto e rispondo alle recensioni e vado a letto U.U fatemi sapere e, buonanotte a tutti =D




  
Leggi le 19 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lussissa