Anime & Manga > BeyBlade
Segui la storia  |       
Autore: SimmyLu    22/09/2011    2 recensioni
Mosca, Monastero Vorkof. Yuri Ivanov si trova costretto a richiedere l'aiuto di Kai Hiwatari, a causa di problemi economici riguardanti proprio il monastero che si è trasformato in un ricovero per gli orfani e i ragazzi senza fissa dimora della capitale russa. Ma non è solo questo problema che toglie il sonno a Yuri, il ragazzo presenta i sintomi di ferite più gravi e profonde che scavano nell'anima e nel cuore, fino a portare alla luce segreti mai rivelati. Il giovane russo è l'origine di misteriosi e inspiegabili fenomeni e l'unico che sembra poterlo capire è proprio Kai. Fra paure, incubi, ricordi del passato e un'infanzia dimenticata, cadono silenziose le piume rosse della fenice sul bianco lucente della neve moscovita.
[ Personaggi: Yuri, Kai, Boris, Sergej, Vorkof, altri ]
Genere: Generale, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’AMORE BIANCO

… di SimmyLu …


Capitolo TRENTATREESIMO: DEMONI





C'era qualcosa di regale e segreto, di solenne ed estremamente contraddittorio in Giappone.
Casa Hiwatari non faceva eccezione.
Tutto era ordinato, spigoloso, asettico, avvolto dal silenzio e dall'immobilità.
Ma queste erano solo caratteristiche apparenti. Oltre il velo dell'esteriorità si celava un mondo brulicante e frenetico di servitori, camerieri, collaboratori, in una lista pressoché infinita.
Il personale era sempre disponibile ad esaudire ogni più piccola richiesta, anche nel cuore della notte.
Quella in cui si trovava era solo una delle residenze della famiglia Hiwatari.
Kai si muoveva con algida disinvoltura in quello strano mondo di insonni figuranti senza volto.
Lo stesso non si poteva dire del ragazzo russo. Si sentiva fuori posto in quell'ambiente austero, perfetto e immacolato.

I giorni passavano, ma le occasioni per seguire Kai nei suoi giri d'affari e risolvere così la situazione del Monastero, erano state esigue e decisamente poco o per nulla proficue.
Yuri cominciava a spazientirsi.
Avevano incontrato Takao Kinomiya e parlato dell'accaduto, ma i loro erano solo giri di parole che tornavano sempre al punto di pazienza. Anche Takao sembrava essere pervaso da quella stanca tristezza che non voleva abbandonarlo.
Aveva descritto le sembianze della personificazione del suo potere con gioia ed esaltazione, ma c'era un'indistinta paura nel suo sguardo.
Come una tacita richiesta d'aiuto.

I giorni passavano.
Kai era sempre più sfuggente e taciturno.
Ottenebrato, nascosto, rifuggiva la sua compagnia con ogni scusa.
Fra le mura di quella casa si agitavano demoni potenti e silenziosi.
Yuri capì che avrebbe dovuto trovare il modo di risolvere i suoi problemi da solo.

Sospirò, steso sul letto della sua stanza.
I pensieri vorticavano nella sua mente in un ciclo senza fine, perpetuo e immutabile.
L'insofferenza e il risentimento crescevano, in quei momenti di depressa staticità.
Bussarono.
«Avanti.» disse mettendosi a sedere.
Una cameriera aprì la porta e si inchinò; aveva una divisa scura con tanto di grembiule e crestina inamidata.
«La cena è pronta. Il signore preferisce consumare il pasto in sala o nella sua stanza?»
«Scendo subito, grazie.»
La donna chinò di nuovo il capo e chiuse la porta senza far rumore.
Yuri aveva passato la giornata da solo e, esclusa la passeggiata fatta al mattino nel parco della villa, era rimasto confinato nella casa per il resto del tempo.
Sperò che Kai cenasse con lui per potergli parlare apertamente.
Si stropicciò gli occhi e si preparò a raggiungere la sala da pranzo.
Attraversò il corridoio del primo piano e scese le scale.
Sentì delle voci provenire dallo studio; la porta della stanza era socchiusa e proiettava un rettangolo di luce sulla parete opposta.
Non avrebbe voluto ascoltare la conversazione, ma non poté fare altrimenti: uno dei due interlocutori era Kai.
Dapprima non riuscì a distinguere che qualche parola, poi i toni si fecero più accesi.
«Ma cosa ti sei messo in testa?»
«Non ti riguarda in ogni caso.»
«Non dovrebbe riguardarmi? Kai, questa è un'autentica follia e tu lo sai bene!»
«Cos'hai? Improvvisamente ti metti a fare il padre!?»
«Sono preoccupato per te.»
«Avresti dovuto preoccuparti anni fa... ormai è tardi.»
Silenzio.
«Sai come tuo nonno risolve questo tipo di problemi. Stai giocando con il fuoco. Non otterrai mai il controllo delle industrie Hiwatari! Non te lo permetteranno!»
«Vattene.»
«Kai...»
«Ho detto vattene!!»
Kai urlò, qualcosa cadde a terra e si ruppe.
Un uomo uscì dalla stanza e incontrò gli occhi del russo nella penombra.
«Oh...tu devi essere Ivanov, Yuri Ivanov. Io sono Susumu Hiwatari, il padre di Kai.»
Disse tutto in un solo fiato, cercando di mantenere il proprio contegno in maniera infruttuosa; porse la mano a Yuri e la strinse bruscamente.
Suo figlio non gli assomigliava per nulla.
«Mi dispiace... hai sentito?» chiese preoccupato, sembrava avere una gran fretta.
Yuri annuì.
«Tu sei suo amico, cerca di farlo ragionare.»
Il russo stava per chiedere spiegazioni perché non aveva idea di che cosa stesse parlando quell'uomo, ma dalla porta dello studio comparve Kai.
I suoi occhi erano sottili fessure.
Susumu si allontanò velocemente.
Kai guardò Yuri scrutandolo dalla testa ai piedi, come se avesse potuto occultare dei segreti sulla sua persona.
«Cosa ti ha detto?» domandò il giapponese.
«Nulla, ci siamo solo presentati.»
«Che ci fai qui?»
«La cena.» spiegò Yuri.
Kai si voltò, osservando il lungo corridoio deserto.
«Ti raggiungo fra qualche minuto.»

Entrambi consumarono il pasto in un religioso e singolare silenzio, soli nella grande sala.
Kai toccò appena il cibo e dato che non sembrava intenzionato ad intavolare alcun tipo di conversazione, Yuri decise di affrontare l'argomento senza indugiare ulteriormente.
Non voleva ficcare il naso in questioni che non lo riguardavano, ma se gli affari di Hiwatari avessero compromesso la salvezza del Monastero, quello era un problema che riguardava anche lui.
Doveva saperne di più.
«Tuo padre era molto preoccupato per te.»
Kai sollevò gli occhi dal piatto guardandolo di traverso.
«Voglio dire... forse dovreste parlare con più calma e...»
«Stai cercando di darmi dei consigli sul rapporto con mio padre?» sibilò velenoso il giapponese.
«Io...»
«Sentiamo, cosa potresti insegnarmi? Tu non hai mai avuto una famiglia.»
Yuri lo fissò incredulo.
Era un'affermazione fin troppo maligna.
Persino per Kai Hiwatari.
Ma c'era qualcosa oltre il ragazzo.
Qualcosa che a volte non riusciva a governare.
Qualcosa che Yuri conosceva bene.
Fra le mura di quella casa si agitavano demoni potenti e silenziosi.
Kai parve smarrito.
«Non volevo dirlo.» sussurrò.
Il russo non rispose.
«Domani mattina vieni con me. Andiamo in un posto.»





FINE TRENTATREESIMO CAPITOLO, continua...

N.d.A: Susumu Hiwatari è il nome del padre di Kai che compare nel manga volume 3.

Beyblade © Takao Aoki
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: SimmyLu