Anime & Manga > Twin Princess
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Autore: _BlueLady_    22/09/2011    3 recensioni
E' incredibile come a volte un semplice scontro possa rivelarsi l'incidente più determinante della propria vita, soprattutto se ci si è appena trasferiti in una nuova città come aveva appena fatto lei.
Difatti la madre, a causa del lavoro, era costretta a trasferirsi più volte da una città all'altra, e lei ovviamente era destinata a seguirla dovunque andasse.
Tuttavia, la città di Wonder pare avere qualcosa di diverso, se non di magico: è come se fosse giunta lì per caso, quasi come per volere del destino...
Ambientarsi non sarà facile, soprattutto perchè, dall'ammirazione dei ragazzi, scaturisce una particolare avversione da parte delle ragazze.
Se poi ci si mette di mezzo anche Shade, odioso compagno di scuola, ma terribilmente affascinante, non si sa se le cose degenereranno o meno.
Ma non tutti i mali vengono per nuocere, in fondo...
Cosa le riserverà il futuro?
La storia di Twin Princess ai giorni nostri.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rein, Shade, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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...Beh, dato che ho aggiornato anche l'altra fic, non vedo il perchè non debba farlo anche con questa! ;)
Vi avevo promesso un altro colpo di scena, ed eccolo qua.
Come avete detto voi, la storia sembra ormai conclusa: Rein e Shade si sono finalmente dichiarati, Fine si è rappacificata con Mirlo ed Altezza, e Bright è corso in difesa della rossa, il che ci fa sperare ad un possibile rapporto futuro tra i due che vada oltre l'amicizia...
Sembra tutto perfetto, eppure...
Non credete di starvi dimenticando qualcosa?
Come la mettiamo con Rein ed il suo traferimento?
Godetevi il terz'ultimo capitolo ;)

 

CAPITOLO 28   ADDIO…?

 

  - Aaah…- sospirò Rein, mentre sbatteva la porta di casa, gli occhi a cuoricino, reduce dall’ennesimo appuntamento con Shade.
- Bentornata a casa, tesoro!- le urlò la madre dal salotto, sovrastando di poco il chiacchiericcio proveniente dalla televisione.
- Oooh - disse Rein in risposta alla madre, guardandola con un sorriso da ebete mentre si sedeva accanto a lei nel divano, non prima di aver scaraventato la borsa sulla poltrona adiacente.
- Vedo che sei piuttosto di buonumore oggi!- constatò la madre, osservando la figlia che aveva uno sguardo sognante perso nel vuoto. Probabilmente stava pensando al suo Shade.
- Terra chiama Rein!- le disse a un tratto, passandole una mano davanti agli occhi.
- Uh?- fece Rein, volgendo lo sguardo verso sua madre.
– E’ più grave del previsto... - disse quella, pensierosa - Pensi di riuscire a pronunciare anche qualche consonante, o dobbiamo andare avanti a suon di vocali per tutto il giorno?- le domandò alla fine, ridendo.
Rein non rispose, ancora assorta nei suoi pensieri. Ormai era da tre settimane che andava avanti così, e la madre sapeva benissimo che prima di un’ora la figlia non si sarebbe certo ripresa.
- Deve piacerti parecchio questo Shade, per toglierti le parole di bocca in questo modo ogni volta! - la stuzzicò, ma quella non diede ancora alcun cenno di vita.
Elsa alzò gli occhi al cielo:- D’accordo, ho capito - sospirò - speravo di parlarti non appena ti fossi ripresa dal tuo appuntamento, ma credo che dovrò fare un’eccezione, per questa volta -
- Eh?- fece Rein, puntando gli occhi sorpresi sulla madre.
- Rein - disse quella, facendosi improvvisamente seria - devo dirti una cosa che so già che non ti piacerà-
 
- IIIIIHHH!- esclamò Rein, puntandole il dito contro – Non puoi dire sul serio, mamma!- urlò, infine.
- Oh, inizio finalmente a sentire qualche consonante!- la prese in giro Elsa, ridacchiando.
- Mamma!- gridò quella, accigliandosi – Non cercare di cambiare discorso!- continuò – Che cosa significa che dobbiamo trasferirci!?-
- Quello che ho detto: dobbiamo trasferirci- rispose risoluta la madre – L’azienda in cui lavoro ha cambiato nuovamente sede, e sai cosa implichi tutto ciò -
- Ma…ma…ma.. non puoi!- strillò Rein, con le lacrime agli occhi – Non possiamo trasferirci! Io qui ho i miei amici, la scuola e… Shade! Non puoi farmi questo, mamma! Non adesso!-
Ma la madre la guardò, seria:- Sapevi benissimo che questo momento sarebbe arrivato prima o poi - le disse.
- E…Toulouse?- domandò Rein, guardandola negli occhi. Elsa si rabbuiò improvvisamente.
- La città in cui dobbiamo andare dista parecchi chilometri da qui…- sussurrò, con un filo di voce - Le probabilità che abbiamo di vederci sono molto poche - continuò.
Rein la osservò intristirsi sempre di più, e le sembrò anche di vedere qualche lacrima che le precorreva il volto - L’ho lasciato, Rein - mormorò, con voce tremolante - Che altro potevo fare?-
“Mamma…” pensò dispiaciuta la turchina mentre la madre si alzava dal divano, dirigendosi a volto basso in camera da letto.
 
- Come sarebbe a dire che ti trasferisci!?- strillarono in coro Sophie e Lione, con voce acuta.
Rein sospirò amareggiata:- E’ così, purtroppo, ragazze. Me lo sarei dovuta aspettare prima o poi -
- Ma è inaudito!- esclamò Sophie, adirata – Non puoi trasferirti proprio ora! Che ne sarà della scuola, di noi, di Shade…- chiese preoccupata. Rein non rispose, abbassando lo sguardo.
- A proposito di Shade - disse Lione timidamente -cos’ha detto a riguardo?-
Rein affondò gli occhi azzurri in quelli dell’amica, malinconicamente:- Non gliene ho ancora parlato…-
 

¤¤¤¤¤¤
 

- C’è qualcosa che vuoi dirmi?- le chiese lui, scrutandola con i suoi occhi blu, mentre passeggiavano tranquillamente per i viali del parco in una fresca sera di primavera.
Rein non rispose, non riuscendo ad incontrare quegli occhi tanto penetranti, che riuscivano a leggerle le sue emozioni più nascoste.
Come faceva? Come faceva a dirglielo, se ogni volta che tentava di farlo le salivano le lacrime agli occhi, e le si fermava la voce in gola?
Si strinse a lui, affondando il viso nella sua giacca:- Shade…- sussurrò timidamente. Lui diresse lo sguardo verso di lei, cingendole le spalle con un braccio - Tu cosa faresti se dovessi andartene via, abbandonando le persone a te più care… probabilmente per sempre?- gli domandò, riuscendolo finalmente a guardare negli occhi.
Quella domanda lo lasciò leggermente spiazzato, e sgranò gli occhi con stupore. C’era qualcosa che turbava Rein, quella sera. E quel suo strano comportamento, le domande che gli faceva, confermavano ancora di più il suo sospetto.
- Beh, dipende - disse a un tratto, alzando gli occhi al cielo per ammirare le stelle - Se fosse una scelta che non dipende da me, probabilmente cercherei di convincerle tutte a seguirmi - e rise, sperando che lei partecipasse, ma senza successo.
Rein lo osservava con sguardo sempre più malinconico.
- Oppure…- continuò, tornando serio - cercherei semplicemente le parole migliori per dir loro addio -
Rein distolse lo sguardo,volgendolo alla sua sinistra, in modo che lui non potesse vedere le lacrime che le colavano dagli occhi.
- Shade - disse, stringendogli forte i lembi della giacca - c’è qualcosa che devo dirti -
- Ti ascolto - disse, e ascoltò ogni singola parola che aveva da dirgli.
Non si stupì quando lei gli raccontò del trasferimento: aveva capito fin dall’inizio che era quello il motivo per cui Rein era così turbata.
Non si arrabbiò quando la vide piangere, sebbene fosse consapevole quanto lei che quello sarebbe stato l’ultimo momento che avrebbero trascorso insieme.
Non si disperò quando capì che quello era un addio.
Mentre camminavano avvolti dall’oscurità della sera, i singhiozzi di Rein che riecheggiavano nell’aria, giunsero casualmente al centro della piazza che precedeva l’entrata del museo, quello stesso museo in cui si erano conosciuti la prima volta, il luogo dove tutto aveva avuto inizio.
Shade abbozzò un tenero sorriso:- Guarda un po’ dove siamo capitati…- le disse, mentre lei si asciugava le ultime lacrime e riconosceva il fatidico posto - La prima volta che ci siamo incontrati qui mi hai dato uno schiaffo - continuò lui, ridacchiando, mentre affondava nuovamente il suo sguardo negli occhi di lei.
Rein sorrise, ripensando a quel momento:- Ti ricordi?- gli chiese, con aria interrogativa.
Lui annuì:- Perfettamente - sussurrò.
Si sedettero sui gradini che conducevano all’entrata dell’enorme edificio, mentre si alzava una lieve brezza primaverile che fece rabbrividire la turchina. Il ragazzo la strinse ancora di più a sé, mentre altre lacrime sgorgavano dagli occhi azzurri di lei.
- Non piangere - le sussurrava dolcemente - Sai quanto odio vederti triste -
Ma Rein non riusciva a smettere, e bagnò inevitabilmente la sua giacca di lacrime.
- Non c’è motivo di disperarsi - cercò di confortarla lui, mentre lei cessava di singhiozzare, osservandolo sorpresa - Sono solo qualche centinaio di chilometri, in fondo - continuò, sorridendole - verrò a trovarti, ogni tanto-
Shade sorrise, accarezzandole la nuca:- E poi, se mai dovessi sentirti sola - aggiunse - ti basterà alzare lo sguardo al cielo, e pensare che stiamo ammirando la stessa luna - e alzò lo sguardo al cielo, ammirando l’enorme sfera bianca che illuminava la notte.
Anche Rein osservò la luna, ma inevitabilmente le lacrime ripresero a scorrere capricciose sul suo viso.
– Lo so - mormorò Shade, mentre si guardavano nuovamente negli occhi - non sono stato molto convincente, vero?-
- Shade!- esclamò lei tra i singhiozzi, abbracciandolo.
Shade la strinse a sé, affondando il viso tra i suoi capelli:- Mi mancherai…- sussurrò, mentre entrambi erano coinvolti in un abbraccio che desideravano non avesse mai fine.
 
- Ci mancherai, Rein!- dissero in coro Sophie e Lione, abbracciandola.
- Oh, ragazze! - disse la turchina, sorridendole - Mi mancherete un sacco anche voi!-
La macchina era ormai pronta: mancavano solamente poche valige.
– Non combinare troppi guai nella nuova città - le disse Lione, ridacchiando – Cercherò di limitarmi - le rispose Rein, sorridendole.
- Rein!- la chiamò una voce alle sue spalle. La turchina si girò, e non poté fare a meno di stupirsi quando si vide venire incontro nientedimeno che Shade, Auler e Bright – Pensavi di andartene senza nemmeno salutarci?- le chiese il biondo, fingendosi offeso.
- Oh, ragazzi!- esclamò lei, sorridendogli – Siete venuti anche voi!- e gli corse incontro per abbracciarli.
- Accidenti, adesso qui sarà una noia mortale senza di te! - si lamentò Auler, sbuffando - Hai decisamente movimentato le cose durante questi mesi…- e osservò con malizia Shade e Bright, che lo fulminarono con lo sguardo.
Rein ridacchiò:- Vedrò di farmi perdonare in qualche modo! - disse.
- Vedi di non fare troppe conquiste nella nuova città - le sussurrò Bright, scompigliandole amichevolmente i capelli - e puoi stare tranquilla: a Shade ci penso io! - e le fece l’occhiolino.
Rein gli sorrise:- Grazie, Bright - gli rispose abbracciandolo.
Infine, arrivò davanti a Shade.
Il ragazzo se ne stava immobile, le mani in tasca e lo sguardo rivolto altrove, cercando di fare il disinvolto.
- Beh, ehm… allora ciao, ci vediamo presto- mugugnò, cercando di fare l’indifferente - Passerò a farti visita, ogni tanto- 
Rein gli sorrise, prendendogli le mani:- Ti aspetto - gli disse, fiduciosa.
- Beh!? Tutto qui!?- si lamentò Auler, poco distante tra loro – Nemmeno un bacio? Avevo ragione quando dicevo che con le ragazze non ci sai proprio fare, Shade! - lo canzonò, mentre quello arrossiva,
- Di che ti impicci tu?- gli urlò lui, accigliato.
- Andiamo, timidone!- lo prese in giro il verde – Non ci scandalizziamo mica per un bacio! Cos’è, non ne hai il coraggio forse?-
- Idiota- mugugnò Shade tra i denti, mentre Rein ridacchiava tra sé e sé – Potrei anche ucciderlo, uno di questi giorni - dichiarò - Adesso che mi lasci da solo, avrò un mucchio di tempo libero per escogitare un astuto piano omicida…-
- Attento a non farti scoprire però, perché ti ricordo che io non sarò qui a testimoniare la tua innocenza! - gli disse lei, sorridendo.
Shade sorrise:- Ti ho già detto che mi mancherai, vero?- e, così dicendo, le prese delicatamente il viso, e la baciò teneramente sulle labbra.
- Uhuuu! Vai così, amico! Era questo quello che volevo!- gli urlò Auler, da lontano, simulando un coro da stadio.
– Vuoi chiudere quella boccaccia?- lo rimproverò Sophie – Stai rovinando un momento romantico!-
- Sophie ha ragione, amico, lasciali in pace! Potrai prendere in giro Shade quando Rein se ne sarà andata!- constatò Bright, ridacchiando.
La voce della madre che la chiamava la riportò alla realtà: i bagagli erano pronti, non restava che salire in macchina.
Con il cuore gonfio di tristezza, la turchina diede un ultimo saluto agli amici, per poi correre verso la macchina, trattenendo a stento le lacrime che tentavano continuamente di sgorgarle dagli occhi.
 

¤¤¤¤¤¤

 

- Ti sembra questo il modo di salutare la tua sorellina?- le domandò sarcastica una voce alquanto familiare alla sua destra.
Rein si voltò in quella direzione, inarcando la bocca in un malinconico sorriso:- Fine - disse alla rossa poco distante - anche tu qui-
Fine annuì:- Come potevo mancare?- le disse.
Il vento prese a soffiare, scompigliando i capelli delle due ragazze - Beh, cos’è questa fuga improvvisa? Proprio adesso che eri riuscita a risolvere tutti i tuoi problemi te ne scappi via, mollando tutto?- le chiese Fine, volgendole uno sguardo d’intesa.
Rein abbassò gli occhi, sorridendo languidamente:- Sai benissimo che tutto questo non dipende da me…- sussurrò - Lo so - continuò la rossa, distogliendo lo sguardo.
L’elegante fruscio del vento riempì quel momento di silenzio tra loro.
- E Toulouse dov’è?- chiese poi Rein, rompendo l’atmosfera.
Fine fece un cenno col capo:- In macchina ad aspettarmi, preferisce starsene lì…- disse, con tono ambiguo - Sa già che se scendesse da quella macchina, non lascerebbe più partire Elsa, dopo -
La turchina annuì:- Era davvero molto innamorato…- constatò.
 – Innamorato?- esclamò Fine, volgendo lo sguardo in direzione della macchina dentro la quale stava il padre - Diciamo che gli riesce molto difficile accettare la vostra partenza, e ancora di più accettare il fatto che Elsa lo abbia lasciato- continuò, fissando Rein negli occhi.
La turchina abbassò lo sguardo, mortificata – Ma, in fondo, è stato meglio così - le disse Fine, accennando un sorriso - gestire un rapporto a distanza è molto difficile…- constatò.
Rein sospirò, intristendosi. Un rapporto a distanza era difficile da gestire, già.
Ma allora, che ne sarebbe stato di lei e…?
 – Tuttavia…- le disse Fine, avvicinandosi e interrompendo l’affollarsi di pensieri nella sua mente - E' anche vero che ciò che la lontananza non distrugge, si rafforza…- 
La turchina alzò il viso verso di lei, con sguardo interrogativo – Tranquilla, Rein - le disse la rossa, sorridendole - Shade non si lascerà scappare così facilmente una ragazza come te, dopo tutto il tempo che ci ha messo per trovarla! - e le fece l’occhiolino.
Rein le sorrise, leggermente sollevata ma con un’espressione ancora languida sul volto: Fine era riuscita a leggere la sua paura più nascosta in quel momento, ciò che più la turbava.
- Grazie, Fine - le disse, rivolgendole un ampio sorriso e asciugandosi una lacrima che le stava sfuggendo dagli occhi. Fine ridacchiò, dandole un tenero abbraccio che la turchina non rifiutò.
- Fatti valere nella nuova scuola, Rein, e ricordati che nessuno può metterti i piedi in testa, quel compito spetta soltanto a me!- e le fece una linguaccia, ridacchiando.
Rein le sorrise, sciogliendosi dall’abbraccio della rossa:- Me lo ricorderò…- sussurrò, mentre si allontanava per dirigersi verso l’automobile: sua madre l’aveva chiamata per l’ennesima volta, e sembrava alquanto spazientita per la troppa attesa.
 
  

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Immagini veloci e confuse correvano fuori dal finestrino, come chiazze colorate indistinguibili.
Rein se ne stava in silenzio, il gomito appoggiato alla portiera e lo sguardo perso nel vuoto, triste e malinconico.
Tante volte era stata costretta a separarsi dai suoi amici, ma mai aveva provato così tanto dolore e tristezza.
Partendo, aveva lasciato in quella città anche una piccola parte di sé.
- L’avevamo trovata, mamma…- sussurrò a un tratto alla madre, che smise per un secondo di osservare la strada per ascoltare ciò che aveva da dire la figlia - La città adatta a noi - mormorò Rein, atona - E noi invece siamo scappate come delle vigliacche…- 
 

  
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