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Autore: ElPsyCongroo    22/09/2011    5 recensioni
Tratto dalla storia: "Abbiamo passato troppo tempo insieme per non notarlo. Tu tenti di nasconderlo, ti ostini a mostrarti come sempre, come un bambino, dolce ed ingenuo, sempre pronto a sorridere a chiunque, ma non è così. Non più almeno."
Una considerazione su come potrebbe essere Rufy dopo due anni, fatta da una persona che lo ritiene molto importante e che di rimando viene ritenuta molto importante da Rufy.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perdonami... e grazie per tutto...

Sembri molto più adulto adesso.

Dopo due anni sei cambiato, molto, troppo forse.

Abbiamo passato troppo tempo insieme per non notarlo. Tu tenti di nasconderlo, ti ostini a mostrarti come sempre, come un bambino, dolce ed ingenuo, sempre pronto a sorridere a chiunque, ma non è così. Non più almeno.

Quando ti ho conosciuto eri un ragazzino tutto solo, in cerca di amici, di compagni, di qualcuno che si fidasse di te, mettevi tutto te stesso nel trovarli, e alla fine ce l’hai fatta. Per qualche strano motivo sei riuscito a farti dire di sì da tutti, anche da me, una persona solitaria e tutto sommato intelligente. E ci tengo a sottolineare la parte riguardo l’intelligente, perché nessuna persona sana di mente si metterebbe a seguire un pazzo come te.

Quando hai cominciato a radunare i membri della ciurma eri solo un ragazzino esagitato che gridava al mondo il suo sogno, com’è possibile che qualcuno sano, furbo e forte abbia deciso di seguirti? Ah già, forse è perché sei tu. È impossibile dirti di no, perché una volta visto il tuo sorriso non si riesce più a pensare ad altro.

Così hai iniziato a cambiare, sempre di più, sempre in meglio, cambiando anche chi ti stava attorno. Senza di te molto probabilmente molte delle persone che conosco non sarebbero come sono ora, o addirittura non ci sarebbero più. Tu sei in grado di salvare tutti, come un eroe. Hai risollevato dalla fossa in cui erano cadute molte persone che nemmeno conoscevi, solo perché era nel tuo istinto.

In cambio, tutti loro, e anch’io credo, ti hanno permesso di crescere, di maturare. Ora sei più sicuro di te, più forte, più coraggioso, e la tua forza di volontà è immensa. Grazie ad essa sei riuscito a diventare un pirata, a mettere insieme una ciurma e a scoprire mondi nuovi.

La tua fama è cresciuta sempre più, ed ora sei uno dei pirati più temuti al mondo. Sei partito senza un nome, senza una nave degna di tale definizione, una bandiera, una ciurma! Solo con i tuoi sogni e la tua grande passione e la tua gioia! Immagino che tu non abbia mai pensato neanche lontanamente alla possibilità di non trovare nessuno disposto a stare al tuo fianco, anzi, sicuramente hai pensato direttamente a te che trovi One Piece insieme ad un enorme ciurma di pirati su un enorme veliero! E la cosa più divertente è che ci sei quasi! Sei riuscito a mettere insieme una ciurma di grandi pirati, su una magnifica nave, e il nome di “Rufy Cappello di Paglia” ora riecheggia in tutti i mari, portando timore e nei cuori dei marine, ed è una cosa che mi diverte molto! In più provo un orgoglio immenso, come tutti coloro che ti conoscono immagino, per fama che sei riuscito ad ottenere. All’inizio, quando eri appena diventato un pirata, eri conosciuto come “il fratello del grande pirata Ace Pugno di Fuoco”, o come “il nipote del vice-ammiraglio Garp”. Al massimo venivi chiamato “il pirata di gomma” o più semplicemente “cappello di paglia”, tutti appellativi giusti credo, ma che non dicono niente su di te. Ora invece tutti ti conoscono come il temutissimo  Rufy Cappello di Paglia, capitano di una ciurma composta dai nove membri più pazzi di tutti i mari, membro delle undici supernove, sulla cui testa pendono 300.000.000 milioni di berry.

Di sicuro sei molto fiero della tua taglia. Ti è sempre piaciuto vedere di quanto aumentava, perché era il modo migliore che conoscevi per capire a che livello eri rispetto a tutti gli altri grandi pirati. Sicuramente sei fiero di essere così in alto avendo mantenuto il tuo animo pulito, perché tu sei tenuto sì, ma non come molti pirati che si fanno strada per la loro sete di sangue e potere, ma come pirata potente, talmente potente da avere il coraggio di attaccare un’isola della marina ed uscirne indenne insieme hai tuoi compagni. Tutte le tue grandi imprese che hai compiuto le hai portate a termine senza uccidere nessuno, senza perdere nessuno. Tutte le volte, tranne una, forse l’unica volta in cui davvero avevi bisogno di avere un lieto fine.

Forse, come dicevo prima, l’orgoglio per tua taglia e la gioia di essere di nuovo con i tuoi compagni dopo due anni sono le uniche vere emozioni che hai mostrato finora, e tutto ciò fa male, sia a te, che a me, che a tutti gli altri. Perché tutti hanno capito che menti loro ogni giorno, che è tutta una finzione, è inutile nascondermelo e nasconderglielo. Perché non sono più l’unica persona a capirti davvero, anche loro ti capiscono, e comprendono la tua tristezza, perché una cosa che lega la ciurma di Cappello di Paglia è l’aver perso qualcuno di importante, e forse proprio per questo anche loro fingono. Sanno cosa si prova, e non vogliono farti soffrire ancora di più.

Sapevano bene cosa aspettarsi, anche se trovarsi davanti la verità è sempre dura. Ma cos’altro ci si poteva aspettare? Era ovvio no? Il capitano, che si era sempre mostrato così forte e positivo, ora era distrutto dal dolore per la perdita del suo migliore amico, del suo punto di riferimento, il suo idolo, il suo fratellone Ace. Non poteva accadergli cosa peggiore probabilmente. Lui, il ragazzo/capitano più infantile ed ingenuo del mondo aveva perso ciò che gli era di più caro. Ed ora la sua ingenuità era sparita. Tutta. Non era rimasto più niente del vecchio e sciocco capitano. Che potessero dire quello che volevano, ormai  era cresciuto e di ingenuo non aveva più niente. La sua caratteristica ingenuità e il suo essere infantile, la sua spontaneità, tutto era morto insieme a suo fratello.

Gli era morto tra le braccia, solo per proteggerlo, e questo non se lo sarebbe mai perdonato, quando aveva capito che quella volta nessuno avrebbe salvato la situazione, qualcosa nel suo cuore era cambiato. Mentre pronunciava le sue ultime parole Rufy piangeva come un bambino e lo implorava di non lasciarlo, di mantenere la promessa. Ma era troppo tardi. Aveva fatto tanta strada per salvarlo per vederlo morire per proteggerlo, quando per una volta doveva essere il contrario…

Perdonami Rufy, perdonami… È colpa mia se ora soffri così… È stato egoista da parte mia molto probabilmente, ma devi capire che ho reagito d’istinto, perché sei il mio fratellino, e non potevo lasciarti morire davanti hai miei occhi… Non pensare a me come un freddo cadavere, ma come uno spirito finalmente libero, come ho sempre desiderato… Ora anche tu devi liberarti fratellino, liberarti da me… So che sarà difficile, ma devi farlo, per te stesso e per la tua ciurma… Hanno bisogno di un capitano forte e coraggioso, in grado di guidarli sempre e comunque, in qualunque situazione… Piangi se ne hai bisogno, loro capiranno… Non pensare che sia da deboli piangere, ho pianto anch’io alla fine no? Non penserai che io sia debole vero? Sfogati, piangi, strilla, urla, più che puoi, fino a sgolarti… Loro ti staranno accanto, perché sono tutti bravi ragazzi…

Ora devo andare… mi scuso ancora per il mio egoismo e per non aver mantenuto la promessa… Ma proprio per questo dovrai impegnarti ancora di più nel tuo sogno: diventa Re dei Piati, anche per me!

Addio, fratellino…
…e grazie per tutto……


«Capitano! Ehi, capitano! Svegliati! Siamo quasi arrivati all’isola per fare rifornimenti! Forza, svegliati Rufy, non è questo il momento di dormire!»

«…Nami?»

«E chi sennò? Forza, in piedi, è ora di lavorare! Ma cos’hai, sembri strano… stai male per caso? Hai fatto un brutto sogno?»

Rufy si alzò lentamente a sedere. Si era addormentato sulla polena, come suo solito, senza nemmeno accorgersene, e Nami era dovuta salire fin li per svegliarlo.

«Allora? Mi dici che hai o preferisci andare subito ad esplorare l’isola? Sai che non fa differenza…»

Rufy alzò lo sguardo su Nami e cominciò a piangere. Calde lacrime gli scendevano lungo le guance, passando sopra la cicatrice che si era fatto da bambino come segno di coraggio cadendo sulla testa del gigantesco leone sul quale era sdraiato.

«E-ehi Rufy, che hai!?» «Che ti prende capitano?» «Cosa succede Cappello di Paglia?» «Perché piangi capitano?» «Hai male da qualche parte? Se vuoi ti porto subito in infermeria!» «Yoh-oh-oh, vuoi una tazza di thé? Potrebbe aiutarti a rilassarti.» «Forza capitano, non c’è bisogno di piangere davanti alla potenza del grande capit-» «O è la fame? Non pensavo che potessi avere questa reazi-» gli ultimi due erano stati bloccati sul nascere da un colpo inflitto dallo spadaccino della ciurma. Non era il momento per le idiozie.

«…Ace…» mormorò a fil di voce Rufy, solo Nami riuscì a sentire, il che la porto a ripetere più forte il nome appena udito,  per far sentire a tutti cosa faceva soffrire tanto il loro amato capitano..

«Ho fatto un sogno, dove qualcuno mi parlava. All’inizio non avevo capito, pensavo che fosse uno di voi, anche perché non capivo se fosse maschio o femmina. Ma pian piano la voce si è fatta più nitida e ho capito che era Ace a parlarmi… M-mi ha detto tantissime cose, ha detto di essere o-orgoglioso di me, che sono cresciuto, c-che devo mantenere saldo il mio sogno, che g-gli dispiace per la promessa, che v-voi mi starete accanto, che devo piangere, piangere e l-lasciarlo andare! Ma non posso, d-devo essere forte, non devo mostrarmi debole! Aceeeeeeee! Non dovevi morire, toccava a me, perché è successo!?! Non devono vedermi piangere, vedermi debole, altrimenti penseranno che non sono un buon capit-» non terminò il suo sfogo perché lo schiaffo di Nami glielo impedì.

«Idiota! Stupido imbecille cretino idiota!» lo stava prendendo a pugni sul petto, e anche gli altri lo guardavano come se l’unico desiderio fosse quello di picchiarlo. Alla fine Nami lo abbracciò e lo strinse forte a sé fino a fargli male.

«Per cosa credi che esistiamo noi!?! Siamo qui per sostenerti, per confortarti quando ne hai bisogno, per farti piangere! Piangi idiota, piangi finalmente, e smettila di fare il finto insensibile, perché nessuno ti crede, nessuno! Fallo per te, per noi, per lui!».

Ora tutti erano sulla polena con loro. C’era chi lo abbracciava, chi gli dava pacche sulle spalle, chi semplicemente gli stava vicino o che piangeva con lui. Cominciò a piangere il più forte possibile, come nel momento in cui tutto era cambiato, ma questa volta i suoi compagni c’erano e lo sostenevano.


“Che ti avevo detto? Sei proprio uno stupido. Continua a piangere fratellino, fino a che ne avrai bisogno.”

“Ace…”

“Sono qui solo per dirti questo: sorridi. Sorridi come un tempo. Torna a sorridere come due anni fa. Ok piangere, ma non far sparire per sempre il tuo sorriso. A tutti manca il tuo enorme sorriso. Col tempo riuscirai a farlo senza bisogno che sia io a ricordartelo, ma per ora, ricordati solo questo: sorridi fino alla fine, come ho fatto io.”

“Ok Ace, farò come dici! Proverò a dimenticarmi di quel giorno, ma tu resta al mio fianco, ok?”

“Sempre.” E con un ultimo dolce e fraterno abbraccio Ace sparì, lasciando solo un segno del suo passaggio.


Tutti finalmente rividero quel gran sorriso che da sempre aveva caratterizzato il loro capitano, e capirono che, prima o poi, con il tempo, tutto sarebbe tornato come un tempo: finalmente i loro sorrisi, come riflesso del suo, che solo uno poteva toglierglielo e solo uno poteva ridarglielo, avrebbero solcato la acque che li separavano da One Piece come un tempo, fino a conquistare il loro grande sogno.


“Cresci e diventa sempre più forte fratellino. So che ti vendicherai del principale colpevole di tutto ciò, ma non ti fermerò: voglio vederti mentre spacchi quel brutto muso di Barbanera al posto mio, fagli vedere che far arrabbiare uno dei fratelli è stato il più grande errore della sua vita!”    

 


Nota d’autrice: Che dire, non so come sia riuscita, non so se sono stata in grado di esprimere tutto ciò che volevo (se qualcuno ha voglia di farmi un piccolo complimento, di consigliarmi qualcosa o di insultarmi, per favore lo faccia in una piccola recensione, please!). Ho voluto dedicare la mia seconda fan fiction al nostro adorato Ace, che immagino abbia sconvolto tutti con la sua morte. Oda ha scelto proprio colui che adoravo di più come primo morto della sua serie, ma pazienza, immagino che tutti abbiano sofferto un po’ per lui. Ciò che ho scritto su Rufy è ciò che penso veramente, non riesco a credere che possa tornare lo stesso ragazzo di un tempo, proprio non posso. Per questo ho scritto questa storia, che in fin dei conti è dedicata a quei due fratelli che tanto adoro. Spero che qualcuno sia così gentile da lasciarmi un commento, mi farebbe davvero piacere, grazie mille e alla prossima.

By ElPsyCongroo
  
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