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Autore: Rhyssen    03/06/2006    11 recensioni
Certe volte un errore può causare conseguenze peggiori della morte. Come reagirà Draco quando si renderà conto di quello che ha veramente fatto? Quando anche Harry verrà coinvolto in un guaio che gli cambierà la vita. Queste sono le conseguenze di un desiderio infantile. PS questa è una storia tradotta HxD
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POZIONE IRRESISTIBILE

POZIONE IRRESISTIBILE

Scritta da: Rhyssen.

Tradotta da: Hepona

Ho letto questa fic e mi è piaciuta tantissimo. Per chi l' avesse già letta nella lingua originale (inglese) deve sapere che io la traduco dalla versione in spagnolo, perciò è possibile che alcune piccole cose non sia proprio uguali, perdonatemi per questo ^^.

Capitolo quattordici: Polvere e Cenere

Chi ama crede nell’ impossibile.

“Credi nel Destino, Hermione?”

Il fresco vento della sera spettinò i neri capelli disobbedienti di Harry; non si scomodò a togliere il ciuffo che gli cadde sugli occhi. Fissava il lago, tranquillo come uno specchio di vetro liquido, allo stesso tempo che nella sua mente nascevano onde di inquieti pensieri.

“Tu sì?” chiese semplice Hermione

Harry strinse le spalle con lo sguardo fisso nelle acque, gli piaceva come rimanevano tranquille anche quando venti mansueti ne smuovevano la superficie. C’ era una grande qualità, un equilibrio ne lago che lo rendeva infinitamente tranquillizzante.

Però anche dopo la calma che segue la tempesta, il danno rimaneva.

Quando Harry non rispose, Hermione fu sul punto di dire qualcosa, però si trattenne.

Harry rimase zitto per un momento, cercando le parole corrette per spiegare le cose non capiva.

“Non lo so” disse alla fine, frustrazione e disperazione brillavano attraverso la sua voce, rilucendo come lacrime non versate “C’ è qualcosa che lo rende più facile da accettare?”

L’ espressione di Hermione si addolcì, allungò una mano e toccò il braccio di Harry

“Non è colpa tua” disse a voce bassa “E nemmeno di Malfoy certe volte le cose sono più diverse da come ce le aspettiamo”

Come il fatto che è stato lui a bere la pozione e che sono io che trovo difficile lasciarlo indietro?” disse brusco Harry con un tocco di amarezza poi si controllò e disse velocemente “Voglio dire, lasciare tutto quanto alle spalle”

Hermione respirò profondamente e sospirò

“Non puoi lasciarti alle spalle quello che prima di tutto non è mai stato tuo” guardò Harry intensamente; il suo tono era significativo “Veramente , Harry, non è mai stato tuo. Devi ricordare che la pozione d’ Amore che lo influenzava e che qualsiasi effetto, o… o amore, quello che sembrava – niente era reale”

La inclemente realtà frantumò la fragile calma di Harry – una cruda emozione gli percorse il corpo con il bagliore di un lampo e chiuse gli occhi. Non aveva niente da vedere, niente con cui sostenersi.

Niente era reale.

“Questa sembra un’ occasione perfetta per incolpare il Destino, non credi?” disse con tono stanco “Era tutto sbagliato fin dall’ inizio – mi riesce difficile non credere che tutto questo non fosse già scritto in qualche stella una notte molto scura” la sua voce tremò “ La notte in cui siamo andati nella Foresta Proibita”

“Così pensi che eravate destinati ad incontrarvi?” chiese pensierosa Hermione, leggermente accigliata.

“Non posso spiegarlo in altro modo” rispose Harry “Non avrei dovuto essere fuori dal letto. Mi si era messo in testa che dovevo uscire nel pieno della notte a spedire un gufo a Sirius, anche senza il Mantello. E quella stessa notte Malfoy era nella Foresta Proibita nello stesso momento in cui sono passato io. Pensi che questo strano incrocio dei nostri destini fosse solo una coincidenza?”

Hermione rimase pensierosa. I suoi occhi brillanti e attenti, come se la sua mentre stesse percorrendo tutto quello che era successo da quella notte nella Foresta Proibita – che fosse Destino, Fortuna o qualcos’ altro.

“Non credo sia Destino” disse alla fine “Semplicemente è successo” fece una pausa poi aggiunse dolcemente “E nel posto più improbabile tu e Malfoy vi siete incontrati”

************

Draco si sedette sul letto con le braccia incrociate, la fronte e le labbra corrucciate. Era stato così tutto il giorno. E ieri. E il giorno prima. Finché Tiger e Goyle non avevano capito che era meglio non chiedergli cos’ aveva e si tenevano a distanza a meno che non li chiamasse.

Draco sospirò e si girò fino ad essere sdraiato a pancia in giù.

Quando niente di significativo riempiva il suo tempo era facile essere messi al correnti di quello che pensava. Era passata quasi una settimana da quando Harry gli aveva dato il mantello dell’ Invisibilità; nascosto attentamente nel suo baule ai piedi del letto.

Si sentiva turbato – però era un diverso genere di turbamento, non al bordo di un sogno, se non alla sua fine, quando la realtà portava la bellezza e la perfezione che l’ illusione aveva richiamato . Era l’ inquietudine del ricordo.

Aveva finito con Harry. Si era assicurato che Harry lo sapesse.

Forse adesso doveva cominciare a convincere se stesso.

Seguendo un impulso si chinò bruscamente e cercò intensamente il baule ai piedi del letto, le sue dita tastarono il metallo freddo, il tocco di gelo che una volta aveva stretto il suo polso, marcandolo più profondamente di quello che aveva compreso – fino adesso.

Il freddo era calore, essere posseduti un’ offerta fatta di propria volontà. Questo era quello che Harry gli aveva fatto. Prese la manetta e la sostenne per esaminarla. Il metallo liscio brillava alla luce del fuoco scuro che proveniva dall’ unica torcia sulla parete del dormitorio. Il peso della manetta sul suo palmo era confortante, un cerchio rotto che incastrava perfettamente all’ interno dei contorni della sua mano.

L’ iscrizione sull’ orlo distaccava come una scritta di fuoco argentato sulla parte esteriore, un cartello immaginario che formava un semplice nome. Draco chiuse gli occhi mentre i ricordi gli inondavano la mente, una marea implacabile che lo soffocava – allora tutto cominciò a dissolversi nell’ implacabile crogiolo del suo cuore, finché non rimase che l’ essenza, che ancora aveva un posto nel più profondo del suo cuore.

Aprì gli occhi, e guardò il nome di Harry sulla manetta: H.J.Potter.

Harry James Potter, il Ragazzo Sopravvissuto in modo che la gente mettesse in dubbio il proprio sistema di credo. Harry sicuramente gli aveva insegnato il significato di ‘niente tornerà più come prima’ e questo era quello che Draco – che potesse rovinare e distruggere Harry. C’ era troppo in gioco. Troppo da perdere e nessuno dei due poteva darsi il lusso di farlo.

Draco lasciò che la manetta cadesse morbidamente sulle coperte; come un petalo d’acciaio caduto, forato al centro. Draco lo osservò per un lungo momento.

Aveva fatto che lo poteva per allontanare Harry.

E aveva funzionato.

**************

“Avete intenzione di dirci perché tu e Harry non vi parlate?” chiese Seamus, sempre l’ epitome del tatto e della discrezione

Ron, che stava seduto vicino al camino nella Sala Comune dei Grifondoro, alzò lo sguardo dal suo libro; la sua espressione chiusa e la sua voce era dura quando disse “In realtà non è niente”

“Va bene. Perché non parli nemmeno con Hermione?”

“Guarda” Ron sembrava improvvisamente agitato “Perché non lo chiedi a Hermione? Le sai di più su Harry che non io”

L’ abbiamo fatto” disse triste Seamus “Però non ce l’ ha detto. Ci ha detto di farci i fatti nostri”

“Non è un cattivo consiglio” fece notare Ron.

“Però queste parete invisibili che vi state costruendo attorno non sono positive” protestò Seamus “Potremmo attraversarle”

“Oh, andiamo Ron” protestò Dean, avvicinandosi al rosso “Le guerre sempre si combattono per una ragione. , la maggior parte delle volte è così. Insomma cos’ è? Harry ha letto il tuo diario? Si è dimenticato il tuo compleanno Cos’ ha fatto che sei così tanto arrabbiato con lui?”

“Magari è qualcosa che non hai fatto” disse Ron con una linea di rabbia nella voce “Si è dimenticato che ero suo amico” Un’ espressione di amarezza gli attraversò il viso “C’ è stato un tempo in cui credevo di conoscere Harry. Credevo che si fidasse di me, nello stesso modo in cui io mi fidavo di lui. Però mi ero sbagliato” fece spallucce “non lo conosco per niente”

Dean e Seamus si scambiarono sguardi allarmati.

“Cielo Ron, fermati, ci stai spaventando” disse Seamus con gli occhi spalancati “Che sta succedendo?”

“Non voglio parlarne” disse breve Ron, con un deciso movimento della testa “Senza offesa non capireste” sì alzò bruscamente in piedi e camminò verso il buco del ritratto “Vado a farmi un giro” disse parlando da sopra le spalle; e se ne era andato.

“La tua giovane carriera di spionaggio è arrivata fino a qui, Seamus” commentò Dean “Un consiglio, non darti nemmeno alla psichiatria. I tuoi pazienti scapperebbero, come ha appena fatto Ron

“E’ solo un piccolo contrattempo nel piano” Disse Seamus stoicamente. “Non preoccuparti capiremo presto cosa sta succedendo. Fidati di me”

“Sicuro” mormorò DeanProbabilmente quando quello che stiamo cercando ci verrà in contro

**************

Harry entrò da solo nel dormitorio. Gli mancava Ron – e quindi si sentiva colpevole perché, nelle due settimane in cui era stato occupato ad aiutare Draco, non era stato un buon amico per Ron. Harry si diresse verso il proprio letto – e in lontananza una macchia scura sul cuscino attirò la sua attenzione . Batté le palpebre e si chinò per vedere meglio.

Quando capì cos’ era, il suo cuore fece un balzo. Con mani tremanti prese ciò che stava sul cuscino.

Era una rosa nera.

Harry l’ osservò per un’ eternità – tutto sembrò scomparire attorno a lui, come se le ombre indietreggiassero dal puro nero della rosa che teneva in mano, i suoi oscuri petali vellutati dispiegati in un fiore perfetto. Una spina sul gambo lo punse sul dito, un promemoria della realtà , però Harry l’ ignorò. Sentì che le gambe cominciavano a tremargli e si sedette pesantemente sul letto.

Non c’ era nessun biglietto con il fiore, nessun segno di chi avrebbe potuto dargliela, a parte la rosa stessa. Harry aveva visto la lista degli ingredienti per la Pozione d’Amore tante volte da sapere quale fosse l’ ultimo ingrediente della miscela – una rosa nera.

Da quando gli aveva mandato il Mantello dell’ Invisibilità non aveva saputo più niente di Draco. Aveva mezzo sperato che Draco glielo restituisse, però il Serpeverde non l’ aveva fatto; aveva accetto il pacchetto senza nessuna risposta. Era passata quasi una settimana e Harry non aveva perso la speranza di avere notizie di Draco; non aveva detto a nessuno sul prestito del Mantello, nemmeno a Hermione.

Adesso tutte le parole che aveva aspetto erano rinchiuse nella rosa – il colore della notte in cui si erano incontrati, al fragile perfezione che sarebbe svanita solo col tempo. E la goccia di sangue era un promemoria del nuovo tipo di dolore che Draco gli aveva insegnato a sentire.

Perché gli aveva dato una rosa nera?

Harry si alzò ingoiando le emozioni che minacciavano di soffocarlo. Alzò la rosa e l’ osservò di nuovo; il nero era più pallido, qualcosa della sua vibrante oscurità si diffondeva nell’ atmosfera di tristezza nostalgica che lo circondava.

Cosa aveva voluto dirgli?

Prendendo un libro della biblioteca che Hermione gli aveva prestato, Harry uscì dal dormitorio e andò a cercare Hermione. Non era nella Sala Comune, cosicché Harry si diresse verso le scale del dormitorio delle ragazze. Bussò due volte, ma non ebbe risposte dall’ interno – però non aveva sperato che qualche ragazza di Grifondoro fosse nella stanza e metà giornata.

All’ improvvisa si ricordò che Hermione aveva un incontro con la McGranitt sul suo progetto di Trasfigurazione Avanzata. Entrò nel dormitorio e lasciò il libro sul letto di Hermione. Però quando stava per uscire vide un foglietto sul comodino di Hermione che gli sembrava… familiare.

Esitò, poi si chinò e lo prese. Un brivido lo percorse quando si rese conto di cos’ era – e adesso il suo ricordo sembrava così isolato, lontano, come di un’ altra vita passata.

Era il tema sulla Maledizione Imperius di Draco.

Si sedette sul bordo del letto di Hermione e srotolò il foglio cominciando a leggere. I suoi occhi esaminarono velocemente sulle lettere, allo stesso tempo in cui sentiva come ogni sfumatura delle parole di Draco lo attraversava, contorcendosi come il dolore di un frammento di spada perduto profondamente dentro la sua anima.

Con il tempo, probabilmente l’ effetto più distruttivo dell’ Imperius in una persona è la graduale resa della propria mente cosciente, finché la sottomissione sarà quasi volontaria, un’ abitudine acquisita…”

Harry chiuse gli occhi incapace di leggere di più. Sentiva una terribile stretta al petto, che quasi non gli permetteva di respirare. Quando finalmente riaprì gli occhi, per un istante le parole sfocarono, prima che potesse ritornare a leggere con chiarezza.

è quando la maledizione ha conquistato l’ ultima cittadella della persona… il suo cuore”

Harry non avrebbe saputo descriverlo meglio.

**************

“Ora cominciamo un nuovo argomento” annunciò il prof. Lupin “Che avrà molto valore pratico per tutti voi. Oggi impareremo di più sui duelli tra maghi”

Harry guardò Hermione, che gli era seduta accanto, scrivere laboriosamente su di un pezzo di pergamena, che a poco a poco si stava riempiendo con la sua piccola scrittura. Quando Lupin fece una lieve introduzione sui duelli, Harry guardò furtivamente verso destra, dove Ron era seduto con Neville.

Da quella notte nell’ ufficio di Silente, lui e Ron non si erano scambiati più di due parole; Harry ricordò con dolore la litigata che avevano avuto al quarto anno, quando Ron aveva interpretato la sua entrata al Torneo Tremagli come una richiesta di gloria.

L’ unica differenza era che : questa volta non si era sbagliato.

Ron aveva capito perfettamente la situazione, forse più di quello che Harry poteva ammettere – che in un modo o nell’ altro contro ogni senso logico, Harry aveva trovato un posto nel proprio cuore un posto per Draco Malfoy. Questa era la verità. E non c’ era niente che Harry potesse fare questa volta per rimediare al suo errore, nemmeno affrontare un drago fiero avrebbe cambiato qualcosa.

Allora passò lo sguardo per l’ aula, verso Draco.

Il biondo Serpeverde stava girando indifferente la proprio piuma tra le dita, sembrava annoiato in un modo completamente affascinante. Harry notò come stava dritto, libero dal peso invisibile del desiderio non corrisposto, che prima lo aveva soffocato. Lo osservò alzare una mano per togliersi un ciuffo di capelli dagli occhi, osservò la fermezza della sua mano, dita delicate portavano i capelli dietro l’ orecchio.

Sembrava così diverso e allo stesso tempo lo stesso. Era una strana parodia osservarlo adesso, dopo aver visto due facce così differenti. C’ era il Draco che aveva conosciuto prima, che teneva tutti in riga con le sue frecce di sarcasmo crudele e sdegnoso; però c’ era anche l’ altro Draco , che era riuscito a conoscere così intimamente, che era orgoglioso ma non arrogante, ingegnoso ma non malvagio – però a volte, torturato senza speranza, soffrendo senza cura.

O questo aveva pensato.

Quindi Harry gli aveva dato la cura di cui aveva bisogno; e al farlo aveva rinunciato al Draco di cui si era sentito attratto, di cui aveva cominciato ad importargli. Era stato un folle ad essersi aspettato, che in un qualche modo, dopo che le cose fossero tornate alla normalità, Draco non sarebbe tornato lo stesso di sempre.

L’ aveva già ferito una volta. Quel lacerante bacio nell’ aula era più che sufficiente per fargli ricordare che pensare che Draco si sentisse ancora attratto da lui era un sogno che doveva essere estirpato. E Draco gli aveva fatto questo favore in modo eccellente.

Da allora Harry aveva fatto in modo di credere che Draco non si preoccupava più di lui.

Fino alla rosa nera.

“… invitare Harry Potter a raccontarci la sua esperienza?” arrivò la voce di Lupin, interrompendo i suoi pensieri.

Harry batte le palpebre, ritornando con un sobbalzo alla realtà, prese frettolosamente la sua piuma e la bilanciò sul pezzo di pergamena. Vide che il resto della classe si era girata a guardarlo con un’ eccezione – Draco non aveva nemmeno girato la testa.

Hermione si schiarì la gola “Vuole farti delle domande” sussurrò da un angolo della bocca.

“Si, professore?” Harry si alzò in piedi, sentendosi agitato e impreparato. Non aveva prestato attenzione alla lezione di Lupin e non aveva idea di cosa gli stava chiedendo.

Se Lupino aveva notato la sua distrazione non lo diede a vedere.

“Ho letto molti libri per questa lezione. C’ è molto che posso dirvi sui duelli” Lupin gli diresse un sorriso rassicurante “Però, credo che sentire Harry condividere la sua esperienza sui duelli dimostrerà a tutti che battersi a duello non ha niente a che vedere con l’età, ma molto con l’ abilità, e più importante con la determinazione. Harry – vieni qui davanti per favore?”

I Grifondoro sorrisero apertamente e applaudirono quando Harry si mosse verso dove stava Lupin. Harry sentì che stava arrossendo e sperò che non fosse troppo ovvio.

“Bene Harry” cominciò Lupin “Raccontaci sui duelli – no, non verso di me, ai tuoi compagni, racconta a loro”

Reticente Harry si girò per guardare il resto della classe. Si sforzò per non guardare Draco. Non poteva darsi il lusso di dimostrare quello che sentiva, non davanti a tutto il mondo. Sarebbe stato troppo umiliante, per lui e per Draco.

“Sui duelli?” chiese Harry in parte evitando il tema e in parte senza sapere da dove cominciare.

“Quando ne hai sentito parlare per la prima volta?” chiese tranquillamente Lupin “Quando è stato il tuo primo duello?”

Qualcosa nella domanda di Lupin sciolse il nodo in Harry; e improvvisamente l’ apprensione sparì e le parole vennero in modo naturale, come acque che escono da una diga rotta, una profusione di emozione repressa che finalmente trova espressione. “La prima volta che ho sentito parlare dei duelli è stato quando sono arrivato ad Hogwarts” cominciò a dire, la sua voce lo sorprese per forza e fermezza. Alzò gli occhi per guardare diretto a Ron “E il mio amico Ron mi ha spiegato come funzionavano”

Ron alzò lo sguardo, sorpreso per la nomina del suo nome.

Harry mantenne lo sguardo mentre continuava “era, per dire il meno, una cosa che mi aveva piuttosto intimidito. Non avrei mai pensato che sarei stato capace di sostenerne uno – e quando sono stato sfidato per la prima volta ad uno, non avevo idea di cosa fare” Harry abbozzò un sorriso triste “Però Ron mi è venuto in aiuto, offrendosi come mio secondo. Se non fosse stato per lui, non avrei mai raccolto il coraggio per accettare la sfida”

Ron lo stava fissando con incredulità. Harry gli sorrise, un sorriso fervente, che parlava del suo dolore e chiedeva perdono. Ron esitò e non gli restituì il sorriso, però gli angoli della bocca tremarono leggermente e l’ espressione nei suo occhi si ammorbidì.

E cosa successe in questa prima sfida?” chiese Lupin.

“Non c’ è mai stata” rispose Harry. “Il che, in realtà, è stato un sollievo, dato che non credo che in quel periodo conoscessi sufficientemente la magia, e gli incantesimi mal riusciti sono spesso più disastrosi del necessario” Harry fece una smorfia “Credo che Gazza abbia molto da dire in proposito”

Lupin fece un piccolo sorriso in risposta.

“Se questo non ha avuto luogo, allora quando è stato il tuo primo duello?”

“Nel secondo anno iniziò un Club dei Duellanti” rispose Harry; si obbligò a non guardare un certo ragazzo seduto dalla parte Serpeverde dell’ aula “Ci insegnarono gli elementi fondamentali di un duello e dei semplici incantesimi come l’ Incanto Disarmate. Poi ci hanno disposto a coppie per il primo duello”

Lupin annuì “E in retrospettiva, cosa pensi di questo primo duello?”

Harry non esitò nemmeno un attimo “Credo sia stato il duello più importante della mia vita”

Due file davanti a lui, una testa bionda si alzò bruscamente e un paio di occhi grigi guardarono Harry con sorpresa contenuta.

“Sul serio?” chiese Lupin con un sopraciglio alzato “Puoi dirci perché?”

Harry si obbligò a rimanere fermo, mantenendo gli occhi finti su Lupin. Ma anche così, senza guardare, poteva sentire lo sguardo di Draco su di sé, e il formicolio di essere guardato da Draco gli mandava dei brividi freddi lungo la schiena “Ci sono molte ragioni” Harry disse alla fine “e molte di loro non mi sono state chiare per molto tempo. Però ho acquisito molta esperienza durante questo primo duello, lezioni che ho portato con me”

Che tipo di lezioni?” incitò Lupin

“Come stare IN allerta” rispose Harry “Come guardare il tuo avversario e non fidarsi mai che possa giocare secondo le regole” fece una pausa “Le regole consono qualcosa che ti possono aiutare a sopravvivere. Nei primi pochi istanti del duello ho trovato un’ abisso di differenza da come avrebbe dovuto essere a com’ era realmente”

Lupin sembrava leggermente stupito, forse non si era aspettato una confessione così franca da lui , specialmente non davanti ad una classe che avrebbe dovuto imparare la giusta etichetta di un combattimento magico. Ma lasciò che Harry continuasse.

Harry si morse il labbro inferiore; riportò in dietro la mente a quella sera in Sala Grande quando era stato sfidato da Malfoy, aspettando il conto alla rovescia. Il tempo non aveva cambiato nulla.

“Mi ha insegnato ad aspettarmi il peggio e ad essere pronto per affrontarlo” Harry parlava a voce bassa, però nel silenzio dell’ aula si sentiva chiaro come un malinconico risuonare di campana. “Era la prima volta che tenevo la bacchetta per battermi e non sapevo cosa aspettarmi”

Harry si interruppe bruscamente, e per un momento i ricordi furono tanto devastanti che si zittì, troppo oppresso dal ricordo per fare giustizia all’ intensità dei sentimenti che lo percorrevano.

“Ricordo l’ unica domanda che il mio compagno mi fece quella sera” la voce di Harry era piena di un tono d’ accettazione tranquilla, delicata “Mi chiese se avevo paura e io gli avevo risposto ‘ti piacerebbe

Le sue parole provocarono un attacco di risate nella classe, però Harry non sorrise. La sua espressione rimase completamente seria quando riprese a parlare.

Però la verità è che avevo paura. Troppa paura per ammetterlo – tanto meno davanti ad una persona …che mi disprezzava tanto” Harry fece un respiro profondo “Suppongo ci sia una prima volta per tutto in questa vita, non solo nei duelli”

Allora Harry si girò a guardare direttamente Draco ; i suoi occhi si fermarono e tutto sembrò svanire nel nulla, franando, quando mantennero gli sguardi per quel istante eterno. Gli occhi di Draco erano remoti, tuttavia pieni di una velata emozione, troppo vaga per essere interpretata. Harry si sentì trascinato, come una falena dalla fiamma (verso la sua distruzione) per il loro forte potere.

Le labbra di Harry si mossero e le parole lasciarono la sua bocca come un mormorio in un sogno profondo “E quando non hai fatto o sentito niente di simile prima” gli occhi di Harry non lasciarono mai quelli di Draco “hai paura”

Qualcosa attraversò l’ espressione tranquilla negli occhi di Draco, onde rapidamente placate da acque tranquille – allora Draco distolse lo sguardo, rompendo l’ intenso contatto visivo.

La falena bruciò in cenere.

Tutto prese di nuovo vita; in modo diverso – non cadendo, ma franando. La mente di Harry gli girò un po’ quando si sforzò di girarsi verso Lupin.

Era la fine. Non c’ era più niente da dire - e adesso non poteva dire che c’ erano cose non dette, perché non c’ era più niente. Aveva detto quello che aveva voluto, aveva messo a nudo una parte della sua anima davanti a tutta la classe, perché questo era l’ unico modo per farsi ascoltare da Draco… e adesso non aveva più nient’ altro da dare.

“E” disse Lupin “come ti hanno aiutato queste lezioni negli ultimi duelli?”

Al sentire la domanda di Lupin Harry fu colpito all’ improvviso dall’ ironia simmetrica tra passato e presente, gli errori fatti e le lezioni raccolte – e un sentimento di schiacciante tristezza lo riempì, perché finalmente il cerchio si era chiuso.

“Ho detto che c sono state delle lezioni” Harry abbozzò un sorriso triste, amaro “Ma non ho detto di averne imparata nessuna”

Ormai non c’ era più bisogno di pretendere. Harry alzò lo sguardo e vide Hermione che lo osservava ansiosa; sapeva che lei aveva capito di cosa stava parlando. Era molto di più di quello che poteva dire dei suoi altri compagni, incluso Ron,

anche se sembrava sconcertato davanti ai criptici commenti di Harry.

Però Harry non aveva parlato per loro.

Aveva detto quello cose per Draco.

“Grazie per aver condiviso le tue esperienze HarryLupin lo guardò pensieroso, e proprio quando Harry stava per ritornare al suo posto aggiunse “Prima che ritorni apposto, un’ ultima domanda2

Harry si fermò e si girò, si sentiva stanco in più di un senso“Si professore?”

“Chi è stato il tuo primo compagno di duello?”

Harry guardò Lupin per un lungo momento.

Draco Malfoy” disse alla fine.

Tra i suoi compagni si alzò un basso brusio, tutta la classe era stata presente al Club dei Duellanti, cinque anni fa. Molto probabilmente ricordavano in particolare il duello tra Draco e Harry perché si era concluso con la scoperta che Harry sapeva parlare Serpentese. E più probabilmente erano confusi e sconcertati per il chiaro riconoscimento da parte di Harry di aver avuto paura quando aveva sfrontato Malfoy in quel duello. Come aveva potuto dirlo, soprattutto davanti a Malfoy?

Malfoy?” Lupin sembrava sorpreso; lui in quel periodo non c’ era stato a Hogwarts. Osservò Draco con rinnovato interesse “Non avevo idea che tu e Harry vi fosse battuti in un duello primo d’ ora…” e che foste sopravvissuti per raccontarlo, era l’ affermazione discretamente implicita alla fine della frase.

Draco rimase impassibile e non disse nulla.

Harry solo annuì; e aggiunse piano “L’ abbiamo fatto” questo e molto di più da allora.

“Bene” Lupin disse pensieroso “Dato che stavo pensando di fare una dimostrazione dal vivo di un duello per la classe, mi chiedo se a voi due piacerebbe essere i partecipanti” fece una pausa osservando Harry e Draco “Specialmente i debito al fatto che il vostro duello precedente ha dimostrato di essere qualcosa di memorabile. Draco puoi essere sicuro che parte dell’ esperienza che Harry ha ottenuto durante il duello con te probabilmente l’ ha aiutato a vincere quando si è scontrato con il Signore Oscuro”

Quest’ ultimo commento causò un mormorio d’ indignazione tra i Serpeverde, però Draco rimase zitto. Forse non molto composto, se non troppo preoccupato perché gli importasse.

Lupin lanciò uno sguardo a Harry con la coda dell’ occhio “Vuoi aiutare nella dimostrazione?”

Gli occhi di Harry si posarono brevemente su Draco, il Serpeverde rimaneva seduto, ma Harry poteva vedere la tensione nelle sue spalle dritte, il suo corpo delicato orgogliosamente dritto. Anche se il suo viso non mostrava nessuna emozione, Harry poteva vedere la perspicace cautela insita in lui; sembrava un gatto all’ avvicinarsi delle ombre, preparandosi ad attaccare.

Si - se lo vuole lui” rispose con cautela Harry, una volta ancora non sapeva cosa aspettarsi, e l’ idea di battersi a duello con Draco un’ altra volta aveva risvegliato dentro di lui una sensazione emozionante.

Tutti si girarono verso Draco. Il ragazzo biondo non mosse ciglio o muscolo – rimase semplicemente seduto, indifferente considerando l’ elevata anticipazione che aspettava la sua reazione nei momenti cruciali che avrebbero seguito.

Finalmente si alzò in piedi, con boria. In un fluido movimento della mano sinistra prese la propria bacchetta dal banco. Si allontanò dalla sedia e, trasudando pura eleganza e sicurezza suprema, camminò fino in cima alla classe, dove Lupin e Harry stavano aspettando. Si fermò ad alcuni metri davanti ad Harry.

“Grazie Draco” disse Lupin affettuosamente, ma continuando il suo tono aveva una chiara avvertenza “Adesso, per favore, tenete a mente che questa è una dimostrazione. Gli incantesimi usati durante questo duello devono appartenere alla lista degli incantesimi consentiti, che si trova sul vostro libro. Se la situazione esce di controllo fermerò subito il duello – così se volete ottenere il maggior beneficio e esperienza in questo esercizio , comportatevi di conseguenza” Lupin osservò i due ragazzi con attenzione “Non mi tratterò con avvisi d’ attenzione, dato che entrambi sembrate preparati”

Entrambi sembrate preparati. La bocca di Harry fece una smorfia senza umore sicuro.

Lupin si rivolse alla classe “Come potete vedere Harry e Draco sono nella posizione iniziale di un duello: in piedi, ad una distanza giusta l’ uno dall’ altro, le bacchette pronte. Sempre il piede destro un passo davanti all’ altro e spalle dritte.”

Adesso Lupin fece una pausa e guardo gli studenti che aspettavano ansiosi.

“Manca qualcosa” disse Lupin “qualcosa che normalmente è presente in un regolare duello di magia. Chi può dirmi cos’ è?”

Come al solito la mano di Hermione fu la prima ad alzarsi. Lupin la indico “Si, Hermione?”

“Il Secondo2 rispose Hermione “In modo che si occupi del duello se succede qualcosa al duellante principale”

“Esatto” Lupin annuì con approvazione “ Durante i duelli non sempre si da la giusta importanza ai Secondi, dato che non sono obbligatori. A volte le situazioni non permettono che sia assicurato un Secondo per entrambi i duellanti. Però per la nostra dimostrazione permetteremo che i nostri combattenti abbiano il proprio Secondo; Harry, chi scegli?”

Ron” disse Harry senza esitazione.

Con un sobbalzo Ron si drizzò improvvisamente sulla sedia, sembrava agitato. Harry gli lanciò un lungo sguardo di supplica silenziosa. Si afferrò agli ultimi resti delle sua agonizzante amicizia; e aspettò con fervore che Ron non rifiutasse adesso – altrimenti avrebbe significato che le cose tra loro erano veramente al di là di qualsiasi riparazione.

Ron” disse di nuovo Harry con un tono un po’ più basso ma chiaro “Vuoi essere il mio Secondo?”

Sentire nuovamente Harry pronunciare il proprio nome sembrò stimolare Ron all’ azione. L’ osservò ancora per un attimo, poi si alzò prese la propria bacchetta dal banco e si diresse di fronte alla classe.

Harry respirò sollevato; e da dov’ era seduta, Hermione si fece scappare un piccolo sorriso quando Ron si mise al suo fianco, Harry si volse verso Ron rivolgendogli un sorriso di gratitudine che gli nacque dal profondo.

“Grazie” sussurrò.

Ron solo annuì per risposta; però nei suoi occhi azzurri Harry vide tornare quel colore familiare, che gli era mancato tanto il quelle ultime settimane. I loro spiriti si alzarono leggermente e l’ oscurità sembrò retrocedere – almeno non tutto era perduto.

Harry alzò lo sguardo e trovò Draco ad osservarli. Anche se i suoi occhi erano come sempre in scrutabili, sapeva con chiarezza che il Serpeverde aveva individuato il principio di riconciliazione tra lui e Ron.

Lupin si girò verso Draco “Chi scegli come tuo secondo?”

Draco scosse la testa una volta, senza distogliere lo sguardo da Harry “Non ne ho bisogno”

L’ arroganza che scivolava dalla voce di Draco era così naturale che provocò un movimento tra i suoi compagni. I Serpeverde sorrisero sdegnosamente e animarono il proprio compagno. I Grifondoro mormorano indignati davanti alla sua irriverenza e lanciarono sguardi scuri ai suoi compagni.

Lupin gli diede uno sguardo significativo “Ne sei sicuro Malfoy?”

“Assolutamente” l’ espressione di Draco non mutò.

“Bene, è la tua scelta” Lupin rivolse la sua attenzione a Ron “Per questa dimostrazione se Harry vene sconfitto o temporaneamente confuso per un incantesimo, tu prenderai il suo posto nel duello”

Adesso Lupin guardò prima Harry e poi Draco e alla fine il resto della classe.

“Questo è molto importante perciò ascoltate con attenzione” disse “In realtà durante i duelli reali nessuno aspetta il conto alla rovescia prima di lanciare il primo incantesimo. S e esitate potreste capire di essere già stati trasformati in qualcosa di poco gradevole. Così la domanda è: come si sa quando attaccare?”

Lupin indicò a Harry e Draco di prepararsi.

“Tutto ha a che fare con la precisa sincronizzazione dell’ inchino. Nel momento in cui i combattenti fanno l’ inchino il duello comincia e gli incantesimi arrivano veloci e furiosi. Cosicché è indispensabile che abbiate già in mente il primo incantesimo. E’ veramente importante. Adesso” osservò significamene Draco “ricordate solo incantesimi permessi”

Lupin indietreggiò di un passo, per lasciare sufficiente spazio al duello. Il resto della classe si piegò in avanti sui banchi, interessati per qualcosa che preannunciava di sparare scintille fino alla Torre di Astronomia. – un duello tra Harry Potter e Draco Malfoy.

Harry e Draco erano faccia a afaccia. L’ aria carica d’ anticipazione – Harry poteva sentire i battiti del proprio cuore rombargli nelle orecchie mentre guardava il suo compagno di duello, e Draco era tutto ciò che vedeva, tutto ciò che gli importava in questo momento, che era esclusivamente suo.

Alzando un sopracciglio, in modo quasi impercettibile, Draco inclinò la testa laconico. Harry fece lo stesso stringendo le dita attorno alla bacchetta e quando alzò di nuovo la testa, fu colpito, non dal primo incantesimo, ma dall’ espressione di calma perfetta sul volto di Draco.

Era la quintessenza della calma e del controllo, come se non ci fosse nulla di quel momento, transitorio nel tempo, che Draco volesse cambiare, aspettando sul bordo di un istante che era sul punto di perdere per sempre.

Nessuno si mosse. La quiete ruggì come una fiamma silenziosa.

Lupi guardò Harry e Draco con curiosità.

“Potete cominciare” suggerì.

Passò un eternità e sparì come fumo.

Draco avanzò di alcuni passi e Harry si tese, con un incantesimo di difesa sulla punta della lingua – però, per sua sorpresa, Draco si inginocchiò su una gamba di fronte a lui.

Con entrambe le mani, Draco pose con attenzione la propria bacchetta ai piedi di Harry e poi con un solo fluido movimento si rimise in piedi. Rimanendo così davanti a Harry, i suoi occhi di fiamma argentata ardevano come sale su spiagge artiche; Harry si ritrovò paralizzato sul posto, incapace di fare altro ce fissarlo, schiavizzato.

Le labbra di Draco si aprirono per proferire una sola parola “Concedo”

Quindi si allontanò, senza aggiungere altro o girarsi indietro, verso il proprio posto. Harry osservò Draco in assoluta confusione; frammenti di pensieri vorticavano nella disordine della sua mente come fiocchi di neve contro un cielo all’ alba, che si fondevano nell’ attimo in cui li prendeva in mano – nessuno aveva senso.

Per la prima volta tanto i Grifondoro come i Serpeverde rimasero a bocca aperta. Tutti si scambiavano sguardi di curiosità e si giravano a guardare Draco; il ragazzo biondo mantenne deciso lo sguardo davanti a sé, il suo volto era una maschera e non esprimeva niente di più di quello che avevano fatto le sue azioni.

Persino il professor Lupin era leggermente stupito.

“Bene” si schiarì la gola “Quello che Malfoy ha appena fatto non è come si concludono i duelli, ve lo posso assicurare. Però al meno avete visto come ci si prepara per un duello e la posizione di partenza. Grazie per la tua partecipazione Harry. Abbiamo coperto gli elementi base che dovete sapere e quello che discuteremo più avanti saranno gli incantesimi oscuri normalmente lanciati durante i duelli e come difendersi da essi

Lupin controllò l’ ora, mancava solo un minuto alla fine della lezione.

“Molto bene, per oggi è tutto . Potete andare” guardò DracoMalfoy, prima che te ne vada, una parola, per piacere”

Harry si fermò al proprio banco mentre il resto della classe prendeva le proprie cose e usciva dalla classe, mormorando con eccitazione ciò che era appena accaduto. Harry era tanto assorto nei suoi pensieri da dimenticarsi che Ron gli era accanto, finché l’ altro ragazzo non gli toccò la spalla.

“Stai bene Harry?” la voce di Ron lo riportò al presente e si girò velocemente. Ron lo stava guardando con un misto di preoccupazione e curiosità.

Harry scosse la testa ancora un po’ confuso “Non ne sono sicuro” fu tutto quello che poté dire mentre Hermione si avvicinava.

Harry!” Hermione sembrava non aspettasse altro che dirgli qualcosa “Stai bene? Non ci posso credere quello che Malfoy ha fatto quello che ha fatto. Semplicemente…”

Sembrava veramente sorpresa “Semplicemente non ci riesco. Malfoy tra tutti!”

Che vuoi dire?” chiese Ron lanciando uno sguardo sospetto verso Draco “Cosa diavolo significa?”

Malfoy ha concesso” disse Hermione ha voce bassa, piena di stupore “Sapete che significa?”

Harry batté le palpebre “Cosa?”

Hermione fece un suono esasperato “E’ nel libro di testo, nella sezione centrale nel capitolo dei duelli tra maghi . Non leggete mai il libro?”

“A dir la verità è una delle tue abitudini che non ci hai attaccato” rispose Harry con impazienza “Adesso mi dirai che cosa significa concedere?”

Hermione lo guardò come a calcolare l’ effetto della risposta.

Concedere in un duello è la più alta forma d’ etichetta che esista” disse alla fine “E’ qualcosa che succede raramente – è successo meno di una dozzina di volte nella storia registrata del mondo magico, che una parte concedesse all’ altra. Nella maggior parte dei casi è avvenuto quando uno studiante ha dovuto affrontare il proprio mentore” fece una pausa per un maggior effetto “Concedere è il massimo segno di rispetto, un umile riconoscimento che uno non è degno del proprio avversario. E’ il maggior tributo che qualcuno può fare al proprio avversario.

Harry la fissò stupito. Gli ci vollero alcuni istanti perché l’ impatto della spiegazione di Hermione affondasse. Persino Ron non sapeva cosa dire; i tre stavano in piedi, in silenzio, pensierosi.

Allora Harry, da sopra la spalla, guardò Draco, che adesso stava in piedi in cima all’ aula parlando con Lupin . Osservò quella testa bionda e per la milionesima volta si chiese che diavolo stava pensando Draco.

Perché l’ avrebbe fatto?” chiese piano Harry, quasi a se stesso.

Hermione inclinò la testa pensierosa e rimase in silenzio per molto tempo, alla fine disse “Non ne ho la più pallida idea”

**************

Così, una volta ancora, Harry fece quello che aveva giurato di non fare mai più, un errore che non avrebbe commesso due volte – decise di andare a cercare Draco all’ uscita dei sotterranei dei Serpeverde.

Dopo la lezione di Lupin, aveva detto a Ron e Hermione che tornassero alla Torre di Grifondoro senza di lui.

Ron era sembrato sul punto d’ obiettare però Hermione era velocemente intervenuta dicendo “Ti aspetteremo lì” poi aveva preso Ron fermamente per un braccio trascinandolo via. Mentre li aveva osservati andarsene Harry ricordò quanto doveva ringraziare per avere un’ amica come Hermione. Con un senso di sollievo pensò a come la sua amicizia con Ron sembrava andare sempre in meglio, e sperò che la parte peggiore fosse terminata.

Se l’ amicizia era dura l’ amore era una maledizione vicino all’ impossibile.

Il vestibolo che portava ai sotterranei dei Serpeverde era vuoto; tutti i Serpeverde erano già entrati. I corridoi erano silenziosi da entrambe le parti e in ombra, come un riflesso della problematica mente di Harry. Il tempo sembrava passare in modo lento e agonizzante e Harry era inquieto e impaziente, in piedi aspettando.

Però per Draco avrebbe sempre aspettato.

Finalmente Draco apparve dietro ad un angolo, vide subito Harry; non sembrò minimamente sorpreso di vederlo lì anche se un’ emozione occulta tremò in quegli occhi di ghiaccio grigi.

Harry parlò per primo “Ho bisogno di parlarti

Senza una parola Draco segnalò con la testa l’ aula dove erano stati l’ ultima volta che avevano parlato. Entrarono e Harry fu colpito da una sensazione di deja . Tutto sembrava così famigliare – le oscure tende d’ ombra, l’ eccitante rumore di malinconia e seduzione… ricordava tutto con doloroso e vivido dettaglio.

Draco avanzò solo un passo, e rimase fermo davanti ad Harry.

“Stiamo parlando” disse chiaro, il suo sguardo perforò l’ anima di Harry.

Perché hai conceduto?” le parole di Harry fluirono libere per la potente intensità degli occhi di Draco. Gli angoli della bocca di Draco si alzarono impercettibilmente e Harry poteva giurare che fosse un sorriso triste. Però sparì velocemente com’ era nato, come tutte le cose belle.

Perché meritavi di vincere” la sua voce era tranquilla piena di una sincerità che commosse Harry per la sua semplice e cruda verità “L’ hai sempre meritato”

No Draco” disse Harry dolcemente “Abbiamo perso entrambi”

“C’ è una prima volta per tutto” rispose Malfoy, l’ eco delle parole di Harry suonarono agrodolci sulle labbra di Draco “Abbiamo imparato la nostra lezione” fece una pausa significativa “o no?”

Non era una domanda e nemmeno una dichiarazione. Era una sfida e una accettazione, domanda e risposta, un passo insicuro in un regno sconosciuto, per paura della verità che avrebbe incontrato.

Draco inclinò leggermente la testa guardando ancora Harry “Grazie per il mantello. Ti direi che non dovevi farlo – però lo sai già. Perciò ti chiederò: perché ha voluto farlo?”

Harry fece spallucce “Era il minimo che potessi fare” la sua voce era nostalgica all’ aggiungere “Tutto quello che posso fare”

“Mi suona famigliare” disse Draco tranquillo “Ti ho già sentito dire prima d’ ora”

Harry annuì sentendo una stretta alla gola e non poté trattenere la domanda che gli uscì dal più profondo del suo essere “Cosa è cambiato da allora?”

Draco, però, rispose solo “Niente2

Harry non riuscì a nascondere la sorpresa “Ti ho già sentito dire prima d’ ora”

La stessa parola, dalla stessa persona. Niente. Detta nello stesso luogo, la stessa situazione. Però faceva un mondo di differenza – ferendo la prima volta, curando la seconda.

Qualcos’ altro venne in mente ad Harry “Perché mi hai dato la Rosa Nera?”

Un a chiara espressione attraverso il volto di Draco – non era calore, anche se sembrò fondere la remota lontananza dei suoi occhi.

“Pensavo lo sapessi” disse Draco liberamente, i suoi occhi brillavano come argento brinato.

“No, non lo so” rispose Harry; non c’ era niente che desiderasse di più “Perché non me lo dici?”

Ci fu una lunga pausa, piena d’ aspettativa e speranza così fervente che non poteva articolarsi eccetto per il silenzio che seguì – il delicato equilibrio del passato condiviso e il futuro incerto, di quello che entrambi sapevano ma non si azzardavano a credere.

E finalmente quando Draco aprì le labbra, per parlare, Harry era senza fiato per l’ aspettativa. Draco sembrò esitare, come se la sua eloquenza naturale l’ avesse abbandonato in questo momento critico, o come se le parole fossero l’ unico conforto quando i suoi sentimenti non riuscivano a trovare altra consolazione.

Se non fosse stato per la Rosa Nera” disse alla fine “io non sarei mai stato nella Foresta Proibita quella notte. La Rosa Nera è stata la ragione per cui ci siamo incontrati” Si interruppe – fece un respiro profondo, poi continuò “E sembra giusto che sia dove ci separiamo”

Non ci posso credere finalmente ce l’ ho fatta a finire di scrivere questo capitolo ma ne manca solo uno e poi il mio lavoro epico avrà fine, ho-ho-ho verrò ricordata come una nuova Virgilio. Scherzi a parte un grande ringraziamento a tutti quelli che mi hanno commentato in questi mesi d’ assenza.

Grazie a: Goten , spero di riuscire ad aggiornare anche ‘il tempo si sdoppia’ abbi fede ^^,. Entreri, Hitch, Lily Emily Potter, ho fatto il più presto possibile. Lux, cara, è una vita che non ti ‘vedevo’, avevo già avvisato che per quanto tempo ci avrei messo non avrei abbandonato le mie storie al cimitero delle fanfiction. Lyrachan, spero che l’ attesa non si riveli migliore del capitolo (non facciamo come Leopardi) riguardo al possibile abbandono della storia ti rimando sopra.

Per il prossimo capitolo spero di metterci meno, ma con l’ esame alle porte e i professori che ci alitano sul collo per adesso è tutto.

CIAO ALLA PROSSIMA!!

Hepona

  
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