§§**…
I’m Searching The Way Of Home… But I Can’t See It… Because I’m Blind…**§§
Il cuore di Hao, per un
breve istante che durò una vita intera, smise di battere. Il fiato inesistente,
lo sguardo vacuo, le iridi posate sulla scena che si parava di fronte a lui. Il sudore gli percosse la fronte e le guance, e sentì un’improvvisa,
orribile fitta al cuore. Il sangue pulsava dolorosamente lungo tutto il suo
corpo. Dopo il breve istante in cui l’emozione a pervaderlo fu la sorpresa,
subentrò nel suo cuore un’angoscia opprimente, e in quell’unico, infinito
istante già capì che era finita. Qualcosa era andato storto. Tutto era andato
storto, fin dall’inizio. E lui non aveva capito nulla… Che razza di stupido…
Come aveva potuto pensare di poter cambiare le cose? Presuntuoso, sciocco
ragazzino senza speranze… Aveva fallito, se lo sentiva. Non sapendo nemmeno lui
come, era riuscito a comprendere tutte quelle orrende verità in quell’unico
istante.
L’istante in cui quelle
tre lame comparse da chissà dove colpirono i tre splendidi, angelici petti
delle dame… Trafiggendoli.
…
Uno schizzo di sangue
sporcò l’aria…
…
“Cos…?” Riuscì a
mormorare il piccolo Manta alle spalle del giovane, rimanendo ammutolito a
quella vista. Chocolove emise un gemito di visibile sorpresa, e perfino Pilica
e HoroHoro rimasero a bocca aperta non credendo a ciò che vedevano. Le ragazze
barcollarono appena, colte del tutto alla sprovvista… “Cosa… Cosa è… successo?
Io… Io non capisco…” mormorò Mathild tenendosi una mano nel punto
dal quale fuoriusciva un rivolo di sangue rosso vivo. Hao corse verso di loro
tentando di sorreggerle, aiutato dagli altri presenti. Il ragazzo era troppo
sorpreso per parlare, forse troppo impaurito… “io… Non lo so… Io… Io non…” Non
riuscendo a struttrare una frase a senso compiuto, il giovane si accovacciò di
fianco a loro, dopo averle distese, cercando di rassicurarle con piccoli gesti…
“Hao… Perché sentiamo così tanto freddo?” mormorò a fatica Marion, osservando
con occhi inespressivi il giovane disperato. Hao si sentì raggelare le vene.
“Ma no… E’ solo una cosa momentanea… Adesso passa tutto, siete solo molto
stanche…” Kanna sorrise appena, e disse in sua direzione “Appena staremo
meglio… Torneremo da tutti quegli uomini così valorosi e pieni di bontà che
sono venuti a perdonarci… Vogiamo parlare con loro… Ci porterai da loro, vero
Hao? Ce lo prometti?” Hao strinse le palpebre trattenendo un gemito di pianto,
per poi annuire col capo. Tutt’attorno regnava un silenzio tombale.
“Ma che significa? Solo
un’arma con un potere fuori del normale sarebbe in grado di uccidere le Tre
Streghe, pensavamo di essere gli unici a essere in grado di detenere tale
energia… “ mormorò HoroHoro, mentre Manta impallidiva tremando come una foglia.
“Stanno… Morendo?” Chocolove sbottò d’improvviso “No!! Non puoi dire una cosa
del genere, sai bene che le Streghe possono essere uccise soltanto da colui che
ha ricordato loro come amare, o dagli Eredi Maledetti scelti tra tutti per
vendicarsi sulle Streghe, e questi sono solo e unicamente Hao, HoroHoro e
Pilica! Quindi non stanno morendo, piantatela tutti di dire cose assurde!”
Aveva gli occhi rossi e il viso storto in una smorfia di dolore. Solo in quel
momento Hao si alzò in piedi, lentamente e in silenzio. Nessuno osò fiatare. Il
volto giovane era coperto dalle brune ciocche, e si voltò in direzione degli
uomini e le donne presenti di fronte al bianco balcone. Con voce carica d’odio
mormorò “Chi è stato?”
…
Nessuno fiatò. Stavolta
Hao non si limitò a domandarlo semplicemente, lo urlò con quanta forza aveva in
corpo “CHI E’ STATO???”
Ren, Faust, Yoh e gli
altri si lanciarono occhiate interrogative, probabilmente nemmeno loro si
aspettavano di assistere a una scena simile. L’Oste cercò d’istinto la mano
pallida e minuta dell’amata Elisa, ma di fianco a sé, la fanciulla, non c’era
più…
Una risatina cattiva si
levò, sovrastando il silenzio che fino a un attimo prima era calato. Una risata
di donna, una risata di Strega, che con un crescendo di goduria e soddisfazione
maligna riempì l’aria immobile. Il suono malvagio proveniva da un punto ben
preciso nell’aria, ove una sagoma femminile lievitava luccicando di energia
Oscura…
“Ahahahahahah… Ahahah!
AHAHAHAH!! Povero piccolo ingenuo ragazzino… Era tanto che aspettavo questo
storico momento, il momento in cui avrei potuto finalmente distruggere tutte le
tue assurde e infondate speranze! Quanta soddisfazione… Quale gioia!” Hao
rimase immobile a osservare quella dannata figura, e ancora una volta, con una
dolorosa fitta al cuore, capì che era finita… Era finita da sempre…
“Elisa…?” Faust aveva
mormorato con occhi inespressivi il nome di quella fanciulla che tanto aveva
amato. Quella fanciulla che ora si librava in aria come un nero angelo
maledetto, a ridacchiare con tono cattivo; tutta lei infondeva un senso di pura
cattiveria.
“Sei stata tu, maledetta.
Perché? Perché lo hai fatto, ora che eravamo riusciti nella nostra tanto
sperata vittoria?!”La donna ridacchiò ancora, con sempre più gusto. La sua voce
era tagliente e sinistra come il suono di una lama arrugginita sul marmo.
“Proprio non ci arrivi, vero?! Tu non sei riuscito proprio in niente Hao…
Davvero credevi di aver convinto tutte le persone del mondo che le tue povere
piccole principesse fossero brave persone, anime pure schiavizzate dal male?!
Ah! Quanto mi fai ridere, piccolo Hao…”
Il ragazzo si sentì
mancare. Yoh e gli altri compagni osservarono la scena che si parava di fronte
a loro, sorpresi nel vedere che tutti i presenti avevano assunto un’aria piena
di odio e furia. Lo sguardo fisso sul balcone ove stavano le Tre Sorelle della
Rosa.
“Noi non abbiamo mai
dimenticato tutto il dolore che ci hanno provocato quelle sgualdrine da quattro
soldi!” urlò una donna anziana tra la folla di persone. “Noi vogliamo solo che
paghino per il male che hanno fatto all’intera umanità!” “Vogliamo che
muoiano!” “A morte le Streghe!” “Uccidetele!!” “A morte! A morte! A morte!”
Ora le voci erano diventate
un coro d’ira e radicato odio. Ripetevano ossessivamente l’incitazione a
uccidere quelle tre innocenti creature…
“A morte! A MORTE! A
MORTE!!” Il giovane si coprì le orecchie con le mani, desiderando di morire,
nient’altro.
…
Non aveva… capito… nulla…
…
*
Ren, Yoh e gli altri
erano senza parole. “Che state dicendo?! Non potete fare sul serio!” esclamò
Yoh incredulo. Nessuno gli rispose, continuarono soltanto a urlare insulti e
imprecazioni. Si stavano mobilitando in massa verso il grande castello.
Tamao portò le mani alla
bocca, quasi piangendo, Ren la strinse a sé con gli occhi sbarrati; Tokageroh
era rimasto a bocca aperta, Faust non muoveva un solo muscolo, le iridi perse
di fronte a sé. “La mia Elisa… Cosa ti è successo? Perché lo fai?” mormorava soltanto.
La giovane e pallida donna si voltò verso di lui con un’espressione quasi di
indifferenza. “Ah, tu… Perdonami, amore, ma dopo tutti questi anni passati a
fingere di provare qualcosa per te mi hanno sfiancata indicibilmente!” Faust
rimase immobile a fissarla, inespressivo.
“Essere stata maledetta
dalle Tre Streghe non so dire se mi abbia facilitato il compito o meno… Certo,
ero pazza, ma perlomeno potevo mascherare la mia vera identità senza dover
compiere quelle assurde smancerie…” fece un’aria schifata, mentre Yoh si faceva
avanti esclamando adirato “Sei un mostro, Elisa”Ren e Tamao si tenevano
stretti, ascoltando quelle parole con occhi sbarrati. E loro che credevano il
loro amore fosse sbagliato… Si guardarono, e perdendosi nelle iridi dell’uno e
dell’altro si strinsero ancora di più…
Elisa squadrò Yoh con
aria di sfida “Io mostro? E secondo chi lo sarei? Io ho combattuto per millenni
per recuperare la mia libertà, ho usato mezzi spregevoli? Può darsi… Non mi
interessa. Voi non avete la minima idea di che cosa voglia dire trovarsi nei
miei panni…”
“Che motivo avevi di
odiare così profondamente le Tre Streghe? Al punto di ingannare tutti noi?”
sibilò Tokageroh con occhi sottili. Elisa lo squadrò, ridacchiando “Tze… Questo
non vi riguarda…. Non vi riguarda minimamente. Invece di perdere tempo a farmi
la seduta di psicanalisi, perché non vi occupate della strage che presto
metteranno in atto tutti i vostri preziosi ‘alleati’?”
Effettivamente la massa
di persone era prossima a raggiungere le porte del Castello, e in risposta
Manta, Chocolove e i due fratelli stavano usando i loro poteri per bloccare
ogni entrata. Se tutte quelle persone inferocite fossero riuscite ad entrare,
sarebbe sicuramente stata la fine per le tre dame, sfiancate, a terra, ormai
quasi prive di sensi… Come aveva potuto una comune arma ferirle
mortalmente? Rimaneva un mistero… Ma per Hao quello fu l’ultimo dei problemi,
in quel momento.
Cercava disperatamente
una pozione, un qualche elemento curativo per bloccare la fuoriuscita di
sangue, e non sapeva nemmeno se questo avrebbe cambiato le cose… Si avvicinò
alle fanciulle, domandando loro con voce alterata dalla preoccupazione.
“Ascoltatemi… Qui nel vostro castello… Deve esserci una stanza per le lozioni
curative… Dovete dirmi dove, è importante!” Le ragazze sembrarono non averlo
sentito; gli occhi persi di fronte a sé. La pelle pallida e fredda. Sembrava
che fossero tornate allo stato di sonno perenne di quegli ultimi mesi… Il
ragazzo le scrollò un po’, esclamando con voce rotta “Vi prego, rispondete!”
Kanna mosse le labbra, sembrava voler dire qualcosa. Il ragazzo non ne era
sicuro, ma sembrò che lo guardasse intensamente per poche frazioni di secondo,
e con un impercettibile gesto della mano indicasse qualcosa… Forse era il suo
avambraccio…
…
*
“All’assalto del
Castello!” “Uccidiamo le Streghe!” “Liberiamocene, una volta per tutte!!”
Inutile dire che, per quanti sforzi potessero fare i compagni di Hao per far
tornare in sé le persone presenti, la folla continuasse imperterrita nel suo
intento. Allora Yoh iniziò a sentire una rabbia intensa riempirgli il cuore,
l’anima, l’intero corpo. Osservò la donna sospesa in aria, che lo fissava con
aria di scherno, divertita dai suoi tentativi vani.
“Poverino… Il bravo
fratellino vuole salvare la situazione! Peccato che ormai sia troppo tardi”
“Non è mai troppo tardi per punire chi ha commesso azioni imperdonabili…”
sibilò il ragazzo, con le iridi scintillanti di energia. Elisa sogghignò “Mi
stai sfidando?”
Yoh, per tutta risposta,
si mise in posizione di battaglia, sprizzando energia da tutti i pori. Ren gli
andò incontro “Fermo, Yoh! Da solo potrebbe essere pericoloso!” “Non
preoccupatevi per me… Questa strega non mi fa affatto paura… E poi mi sentirò
meno in colpa se la prenderò a calci senza dover mettere in mezzo anche voi…”
Elisa ridacchiò estremamente divertita, mentre sibilava con voce inquietante
“Sappi che le mie simili non posseggono nemmeno un terzo dei poteri che detengo
io…”
Yoh per tutta risposta
mormorò “E io quando mi arrabbio sul serio posseggo più potere di tutte voi
messe assieme… Vogliamo verificare?” La donna rise ancora, stavolta la risata
non prometteva davvero nulla di buono. Le sue pupille sparirono completamente,
gli cchi erano bianchi e vacui. Si poteva percepire a distanza che il suo potere stava
aumentando…
Il cielo che poco prima
era pitturato di un azzurro candido si macchiò di grigie nuvole nere, e tuoni
lontani annunciarono l’arrivo di una tempesta furiosa… E forse non solo nei
cieli…
*
Ren, Tamao, Tokageroh e
Faust rimasero immobili a osservare i due sfidanti squadrarsi minacciosamente,
con i poteri che stavano accrescendo a dismisura da entrambe le parti. Il
Cacciatore fece una lieve smorfia, e mormorò “La vedo molto brutta; ho un terribile
presentimento” La sua fanciulla amata disse flebilmente e con voce spenta “Hai
ragione. Lo sento anch’io. E’ come uno spettro silenzioso e vorace che si muove
nell’aria ingrandendo la propria stazza di minuto in minuto, di secondo in
secondo… Ho freddo… Perché la temperatura è calata così di colpo?” Tokageroh le
mise una viscida mano sulla spalla, mentre affermava con voce profonda “Ho
paura che i guai veri non siano nemmeno cominciati, piccola Tamao”Faust non
disse una sola parola, era pallido in viso, tremava e non dava segno di
coscenza. Ren esclamò di colpo “Oh, adesso basta! Dobbiamo fare qualcosa,
presto! Qualcuno fermi le masse impazzite, io aiuterò Yoh a sbarazzarci di
questo demonio” fece per avvicinarsi al compagno, ma lui con un rapido gesto
della mano gli fece cenno di rimanere immobile. Il Cacciatore esclamò sul punto
dell’esasperazione “Yoh!! Cosa pensi di fare?! Sai bene che potrebbe avere dei
poteri a te sconosciuti, non puoi essere così sciocco da affrontarla da solo!”
Yoh non si voltò verso di lui, ma continuò solamente a fargli segno di stare
lontano. Strana espressione sul suo giovane, concentrato volto. La donna
schierata di fronte a lui stava sogghignando. Ancora quel sorriso malefico e
ricco di presagio mortale… Finalmente le sue pallide labbra si schiusero, e con
voce tagliente e inumana sibilò “Che la Battaglia delle Rose abbia inizio…”
…
Un fulmine spaccò il
cielo percorrendolo in tutta la sua ampiezza. Nero ritratto della Guerra. E’
sulla terra sottostante, però, che si stava iniziando a consumare, proprio in
quegli attimi, una delle più feroci battaglie mai viste da occhi umani.
La folla infuriata aveva
acceso macabre torce di guerra, armi taglienti e luccicanti ai riflessi dei
lampi si ergevano sulle loro teste minacciose, in procinto di assaltare
l’Invisibile Castello. Lamenti e imprecazioni, urla e furiose incitazioni
riempivano l’aria intorpidendola. Pochi individui riparavano le porte del
Castello, tenendole ben chiuse, ma non per molto avrebbero resistito. Manta,
Chocolove, HoroHoro e Pilica avevano dovuto ricorrere a tutti i loro poteri per
fermare dietro al pregiato legno tante migliaia di cuori ricchi d’odio.
Le Tre Dame erano ancora
a terra, ormai quasi prive di sensi, con gli occhi vacui e sognanti, i coloriti
pallidi. Tremavano e dalle loro labbra trasparivano dense nuvolette di vapore,
come era successo dentro al Baratro per tutti quei mesi. Accanto a loro, un giovane disperato,
distrutto, avvilito, sconfitto: unico appiglio a cui esse potevano aggrapparsi.
Hao le fissava con intensità mentre sembravano dir lui che ogni pozione era
inutile ormai per loro. Il ragazzo aveva osservato ben da vicino le ferite: le
punte erano bagnate di una sostanza velenosa a dir poco letale. Ma questo non
sarebbe dovuto comunque bastare. Perché le Streghe si sentivano così male? Come
aveva potuto un’arma mortale scalfirle, al punto di farle quasi morire? Il
ragazzo non si dava pace, mentre con crescente nervosismo osservava dal balcone
la folla sottostante avanzare verso il Castello, cercare ogni minima possibile
entrata. Erano lì per loro. Non avrebbero avuto pietà…
Poi, il suo sguardo cadde
su due figure luccicanti di energia, che stavano lottando senza tregua in mezzo
al resto della gente. Una emanava straziante energia negativa, l’altro
produceva l’inconfondibile energia di suo fratello…
“Yoh?” mormorò dapprima,
nell’osservarlo scagliarsi sulla donna sospesa, colpirla con la sua immensa
energia, prendere in pieno rapidi colpi assestati da lei. “Yoh!! Fermati,
fratello!” urlò stavolta, la voce strozzata. L’aura di Yoh era senz’altro molto
potente e intimidatoria, ma l’essenza della creatura contro cui stava
battendosi in qull’istante era a dir poco agghiacciante. Sapeva che se la lotta
fosse continuata sarebbe avvenuto il peggio…
“YOH!!” Il ragazzo a quella
distanza non poteva sentirlo. Si voltò verso le tre Streghe. Erano ancora a
terra, pallide e prive di forze. Come poteva lasciarle lì? Ma poi si voltò
verso la battaglia che si consumava aldisotto di lui. No, doveva intervenire.
Più osservava quel nero angelo del diavolo e più se ne convinceva. Yoh non
poteva vincere, e per un semplice motivo:
lui era incredibilmente
potente; Elisa era invincibile.
*
Ren e Tokageroh avevano
utilizzato le loro energie per aprire un varco tra la folla inferocita,
scaraventandoli lontani dall’entrata. In questo modo riuscirono a giungere di
fronte alla porta. Ren si voltò ancora una volta verso l’amico in battaglia con
la Custode. Tamao lo prese per mano “Te l’ha chiesto lui. Non sentirti in
colpa. Ce la farà…” Il ragazzo annuì.
“Presto, aprite!! Siamo
noi, lasciateci entrare!” urlò Tokageroh, mentre Manta apriva loro una piccola
porta facendo segno di correre dentro. Il gruppetto corse per quell’entrata,
Faust quasi trascinato dalla giovane Tamao. Ella lo spinse dentro rimanendo
l’ultima a dover oltrepassare la porta, ma mentre metteva piede nella sala del
Castello un intenso dolore le trafisse il polpaccio. “Aaah!!” urlò, e
chinandosi potè scorgere un bambino dallo sguardo omicida e il volto disumano
nell’atto di azzannarle la gamba. Lanciò un altro urlo, stavolta di terrore a
quella vista spaventosa. Ren con un calcio respinse la vorace creatura, e
trascinò la ragazza all’interno del palazzo. La porticina si chiuse con un
tonfo.
“HoroHoro, Pilica! Che
fine avevate fatto?” domandò Tokageroh alla vista degli amici. “Ora non c’è più
tempo per le domande, dobbiamo trovare il modo di frenare tutto questo!”
esclamò il Drow incredibilmente sudato per gli sforzi. “Solo le Tre Streghe
potrebbero avere la forza di risolvere le cose” affermò Chocolove. “Le nostre
Padrone hanno il potere di fare qualunque cosa” aggiunse manta fiero. Ren
osservò “Sì ma nello stato in cui sono ora potranno fare ben poco…” “Hao! E’
lui la chiave!”suggerì Tamao, mentre Pilica interveniva “Non ho mai visto nulla
che avesse sulle Tre Streghe della Rosa più potere di controllo di quel ragazzo.
Lui può fare qualcosa” “Dobbiamo raggiungerlo, prima che accadda
l’irreparabile!” “Solo così potremo sconfiggere Elisa e quindi portar fuori
pericolo Yoh” Manta e Chocolove affermarono “Noi resteremo qui a tener viva la
parete protettiva che impedisce alle persone di entrare” Anche Tokageroh, Ren e
HoroHoro si offrirono. “Presto, vai, Tamao, tu e Pilica dovete trovare al più
presto il modo di risolvere l’intera faccenda!” disse Ren osservando la ragazza
negli occhi. Lei annuì, e insieme all'amica cominciò a salire le scale che le
avrebbero portate ai piani superiori, verso la camera delle Streghe e quindi al
loro balcone…
*
“Perché ho l’impressione
che continui a contenerti con me?” domandò Yoh bloccando la sua lotta furiosa
per pochi istanti. Aveva nelle mani un’arma astratta creata con la forza della
sua energia. Elisa fece un mezzo sorriso “Non vorrei che la partita finisse
tropo in fretta…. E’ divertente giocare con te!” “Non sto giocando” il ragazzo
fece un’abile e studiata mossa di agilità, giungendo in pochi attimi alle
spalle della ragazza, colpendola violentemente sulla schiena. Elisa fu presa in
pieno, ma mentre veniva scaraventata verso il basso fece qualcosa che Yoh non
si sarebbe mai aspettato: riprese l’equilibrio e in un millesimo di secondo si
trovò nuovamente col viso rivolto in sua direzione, scagliando dalle mani
un’intenso potere malefico. Yoh schivò l’attacco, ma era rimasto turbato
dall’impressionante velocità e pronteza di riflessi della Custode. Ogni colpo
che sferrava era un colpo a sorpresa, ogni colpo a sorpresa suo si trasformava
a sua volta in una risposta a sorpresa di Elisa. Sembrava davvero che stesse
giocando. Aspettava le sue mosse facendole quasi andare a segno, poi all’ultimo
istante reagiva, come se per lei fosse tutto calcolato. E mentre il giovane
rimaneva ogni minuto che passava sempre più esasuto, la ragazza non consumava
quasi alcuna energia, rimanendo impassibile con quel suo sorrisetto malefico
stampato sulle labbra. Più il tempo passava più la preoccupazione di Yoh
aumentava. Si appoggiò al ginocchio destro per qualche secondo, recuperando
fiato, mentre la donna lievitava sopra di lui osservandolo divertita. Yoh
cominciava a stancarsi. “Ma come fai?” “A cosa ti riferisci?” “Le tue mosse, i
tuoi contrattacchi. Non fai una mossa falsa, è tutto perfetto. Nulla può
stupirti, è quasi come se riuscissi a vedere in anticipo e quindi prevedere
ogni mia mossa” Elisa ridacchiò divertita, affermando “Beh, ci sei quasi
arrivato… Vedi, una Custode come me ha il senso della vista molto ben
sviluppato fin dalla nascita… Nel mio caso, la vista non è sviluppata solo
nello spazio, ma anche nel tempo. E questo mio immenso potere l’ho appreso a causa
della maledizione infertami dalle Tre Streghe” Yoh scrutò quelle cristaline
iridi prive di sentimento, rimanendo in silenzio “I miei occhi, così segnati
dal dolore e dalle più inumane visioni aldilà del tempo, aldilà dello spazio,
si sono abituati a vedere cose che a occhio umano non sembrano rilevanti perché
ignorate. Il futuro, la conoscenza di ciò che ci attende, non può essere
compreso se non conosciamo, prima di tuto, il nostro passato. Io il mio passato
e quello di altri l’ho visto, è rimasto impresso in queste piccole pupille di
donna come un marchio irrevocabile, e in eterno vi rimarranno. E con poco
sforzo riesco anche a intravedere ciò che mi serba il futuro alcuni secondi
prima che accada…” Sorrise soddisfatta, mentre Yoh non aveva cessato nemmeno
per un attimo di fissarla. “Beh, credo che ora il nostro gioco però sia durato
abbastanza. Ho cose più importanti a cui badare, vecchie nemiche da ammazzare…”
Mosse alcuni passi in direzione del Castello, ma Yoh si parò di fronte a lei
con decisione, noonstante le numerose ferite e il fiatone, ancora circondato di
visibile energia. Il sorriso scomparve dal volto della Custode “Ma ho come
l’impressione che tu non mi lascerai passare, dico bene?” Yoh non rispose,
rimase immobile a fissarla. Elisa, visibilmente infastidita, cercò nuovamente
di avanzare, stavolta librandosi in aria, ma Yoh utilizzò la spada astratta per
bloccarle la strada. La Custode lo osservò adirata. Digrignò i denti, sibilando
“Bene. Mi dispiace per te, anche perché non sei male come avversario, ma…
Questa faccenda è per me troppo importante per essere lasciata in sospeso. Per
cui, mi dispiace per te ma se non ti sposterai di qui sarò costretta ad
ucciderti…” Yoh la schernì “Perché non provi a captare con la mente cosa
deciderò di fare?” “Cos…?””O forse prima dovresti conoscere il mio passato?
Leggimi nel pensiero, c’è da divertirsi, credimi” Elisa si illuminò di furia,
con le pupille che sparivano nuovamente per lasciare posto a un pallido
biancore d’energia. “Non prendermi in giro, Asakura…””Fai progressi, hai già
imparato il mio cognome?” La donna si avventò su di lui prendendolo per la
maglia, gli occhi fissi sui suoi. Da vicino incutevano ancora più terrore.
Nonostante tutto, Yoh rimase impassibile a guardarla. La Custode, dopo alcuni attimi,
riprese a respirare regolarmente, e con una risatina mormorò “Sei scaltro,
oltre che carino… Vuoi farmi perdere tempo per permettere ai tuoi amichetti di
trovare una soluzione, non è così? Mi spiace, ma te l’ho detto che posso
prevedere ogni tua mossa…” Yoh udì i rumori delle persone che riuscivano a
sfondare il portone d’entrata. D’istinto si voltò per osservare l’immensa folla
di uomini, donne e bambini che si addentrava come uno sciame impazzito
nell’imponente dimora.
Non potè trattenere un
gemito di terrore. Elisa sogghignò “Hai paura?” Il ragazzo l’osservò negli
occhi con un’espressione disgustata. La donna rimase turbata, osservando che
non si decideva a distogliere lo sguardo. Nessuno poteva fissarla negli occhi
senza rimanerne turbato. Invece lui continuò a fissarla. Ora era Elisa ad aver
paura.
Con un grido di furia
sospinse il ragazzo fino in cima al palazzo, di fronte al balcone dove Pilica e
Tamao avevano appena raggiunto Hao e le Streghe. Con un incredibile tonfo il
ragazzo aterrò di fianco ai presenti, schiantandosi contro una parete che tremò
e per certi punti iniziò a crollare.
“Yoh!!” Hao corse verso
il fratello scuotendolo un po’. “Fratello mio, risvegliati! Sei ancora in te?”
Yoh aprì gli occhi piano facendo un lieve cenno di acconsenso. Urla selvagge e
furiose provenivano dai corridoi sottostanti. Esplosioni e rumori tipici di una
lotta suggerirono a Hao e compagnia che le persone erano riuscite ormai a
penetrare nel castello e si erano imbattute nei loro compagni.
Kanna, Mathild e Marion
ebbero un sussulto. “Cos’è successo? Chi c’è qui?” Nell’udire quelle voci
femminili flebili e melodiose, Elisa si drizzò in piedi facendosi
incredibilmente seria. Una strana espressione le percosse il volto, mentre gli
occhi si trasformavano ancora. Un ambiguo sorrisino le si poteva osservare sul
viso. “Voi…” mormorò con voce metallica, ormai quasi mostruosa. Quasi da….
Anziana… Le Streghe, nell’udire quella voce, ebbero una simile reazione. Erano
sorprese, sì, ma anche terrorizzate. Rabbrividirono di botto, con i labbri
tremanti. Elisa mosse qualche passo verso di loro, ma Hao intervenne esclamando
“Non ti avvicinare a loro, megera!!” Elisa, per tutta risposta, respinse tutti
con un immenso getto di energia che li fece arrivare dall’altra parte della
sala. Nei suoi occhi ora traspariva una lieve vena di follia…
“Le Tre Streghe… Le
fanciulle che un tempo erano considerate le più sacre di questo pianeta…” la
sua voce era ancora incredibilmente distorta, sembrava che al posto suo stesse
parlando una vecchia. “Piccole principesse strappate dalle dolci braccia della
vita… Povere stelline… Mi fate solo ridere” Kanna balbettò un confuso “T-tu…
Non… Non puoi essere davvero…” “Perché, pensavate che non sarei tornata?
Pensavate che non sarei riuscita a liberarmi della vostra maledizione della
Pazzia?! Mi avete sottovalutata, carine…” Ormai la donna era a pochi passi dalle
tre fanciulle. Adesso anche il suo aspetto si stava modificando, profonde rughe
le segnavano il viso fino a un attimo prima giovane e bello.
“Ma noi… Siamo riuscite a
convincere il mondo della verità… Loro adesso… Sono pronti a ricominciare ad
amarci…” mormorò Mathild. Le voci della massa era però ormai molto vicina. Le
Sorelle ebbero un fremito. “Loro… Loro ci amano ora… Hao ci ha liberate… Tutto
si sistemerà” Elisa iniziò a ridere di gusto, una risata gracchiante e allo
stesso tempo agghiacciante. “Poveri piccoli gambi spezzati… Povere piccole
radici storte!! Ingenue ragazzine senza speranze! Avete creduto nella speranza
e questa è stata la vostra rovina! Credevate che il mondo fosse riuscito a
perdonarvi? Credevate che quello sciocco, inutile, stupido ragazzino avesse
trovato davvero il modo di liberarvi??! Avete perso molti colpi, credevo che
dopo secoli di torture aveste finalmente capito che la speranza per voi è morta
da tempo!!” Le dame erano rimaste ammutolite. Leggere lacrime rigarono i loro
volti bianchi e sofferenti. Uno strano vento penetrò da fuori. L’aria stava
cambiando… Era l’aria del tramonto…
*
Gli uomini e le donne
armati e pronti alla vendetta erano ormai alle porte. Hao si alzò a fatica,
mormorando “No… Io… non devo permetterlo… Non posso” Si mosse verso l’entrata
della stanza, aldifuori della quale erano giunti tutti. Con un tonfo sordo
entrarono nella camera inondandola, i compagni di Hao privi di sensi,
trasportati dalla massa come trofei di guerra. “Noo!” urlò il ragazzo sentendo
quasi le lacrime agli occhi. Elisa ricominciò a ridere. “Eccolo qui, Streghe.
Eccolo qui l’amore da voi tanto sognato, ecco a cosa vi hanno portato tutte le
vostre speranze, questo è e vuole essere per sempre il vostro destino:
dolore, dolore e ANCORA DOLORE!!”
…
…
Un attimo. Un breve
istante. L’istante in cui la lacrima che solcava le guance delle Tre Streghe si
trasformò in goccia di sangue. L’istante in cui il sole svanì dal cielo per
lasciar posto all’oscurità. L’istante in cui l’intero palazzo tacque, per la
prima volta, da alcune ore. L’istante in cui, Hao lo sentiva, era il vero
inizio della fine. L’istante in cui il cuore delle Streghe cessò di battere.
*
Erano ferme, statiche,
immobili sul freddo marmo del pavimento. Il sangue aveva creato intorno a loro
una vasta pozza ancora fresca. Gli occhi inespressivi. Le lacrime sanguigne come
immobilizzate nel tempo. Hao le fissò in silenzio. Piangendo in silenzio.
Dunque è così che dei bellissimi fiori appassiscono…
*
Ma l’istante che ne
seguì, fu l’istante in cui cominciava il vero dolore. Il battito riprese,
stavolta molto più veloce del normale, quasi come un ronzio. Le vene degli
occhi pulsarono, il cielo si colorò di rosso, l‘intero palazzo si trasformò con
un immenso rombo. Il terreno stava tremando. Hao e gli altri si guardarono
perplessi, impauriti, confusi. Ma allo stesso tempo sapevano bene cosa stava
accadendo.
Le Streghe che Hao aveva
imparato a conoscere erano morte. Morte per sempre. Delle nuove Streghe della
Rosa stavano nascendo. E avrebbero fatto una strage…
I corpi di Kanna, Mathild
e Marion iniziarono a contorcersi pericolosamente, illuminandosi, sfigurandosi,
trasformandosi. Tutti indietreggiarono terrorizzati, tutti tranne Elisa che
aveva ripreso a ridere di gusto, le mani alzate al cielo in sengo di trionfo.
Le tre figure vennero circondate da un'intensa luce rossa, turbinìo di energia
repressa per secoli e che in un attimo si stavano sprigionando. Le ombre che ne
uscirono erano completamente diverse da quelle che Hao conosceva.
Nell’osservarle udì una profonda fitta al cuore. Era finita.
Delle risate maligne
provenirono dall’energia che ora andava diradandosi. Delle voci, che erano
inconfondibilmente quelle delle Tre Streghe, ma completamente diverse da
sempre, parlarono: “Finalmente ci rincontriamo, comuni mortali…” “E’ stata dura
reprimere i nostri istinti omicidi per tutti questi secoli, autoconvincerci di
non far alcun male ai giovani che rapivamo…” “Ma ora che le parti buone di noi sono
morte e sepolte per sempre, potremo dar voce a ogni nostro desiderio mortale… “
L’energia si diradò, tre
fanculle si ergevano al loro posto. Gli sguardi carichi di malignità, i
sorrisi cattivi. Perfino gli abiti erano cambiati, ora maestosi e ricoperti di
piante oscure. Di rose Nere…
Hao cessò di respirare.
“Le Streghe Della Rosa
sono tornate…”
…
…