Capitolo
secondo
F |
eci un lungo sonno, un lunghissimo sonno. Lui
disse che avevo dormito per un giorno terrestre intero. Quant’era un giorno terrestre? Era
tanto o poco? Era normale dormire così? Lui diceva di sì, che è normale per me,
perché mi dovevo preparare al cambiamento.
“Cambiamento” significa
anche “diverso”…Ma fino ad allora non avevo mai visto nulla di diverso dal
solito, a parte quella farfalla dai mille colori.
Mentre
dormivo avevo fatto un sogno. Nel sogno correvo, verso qualcosa di sconosciuto
e allo stesso tempo abbagliante, che brillava di luce propria… tuttavia non
riuscivo a vederlo. Correvo ma non riuscivo mai a toccarlo, e se l’avessi
guardato troppo a lungo sarei diventata cieca. Poi ho sentito qualcosa, nel mio
corpo, come una spina conficcata nel ventre. Sono caduta a terra sanguinando.
Il sangue era di un colore…rosso scuro. Un colore sgargiante e meraviglioso.
Zampillava fuori dal mio corpo percorrendolo fino ai piedi. Luccicava e
traboccava di vita, ma allo stesso
tempo me ne sentivo privata.
Dopodiché
mi ero svegliata urlante, col dolore al ventre ancora reale, ma non c’era
sangue, e ben presto quella spina astratta scomparì col dolore e lo spavento del sogno. Non sapevo
cosa significasse, ma una nascosta e segreta parte di me, mi diceva di cercare, di cercare ancora…di cercare il
diverso.
Voglio cercare i confini di questo maledetto posto, voglio
trovarli, voglio fuggire. Deve esserci un altro luogo, deve esserci una via di
fuga. Io so che è così. Questa non so cosa sia, ma non è la mia vera vita.
Altrimenti come posso ricordare il nome “farfalla” se Lui non me l’ha mai
detto? Nella mia memoria c’è qualcosa di più di tutto questo bianco, ma ancora
non riesco a percepire quel “qualcosa”.
Nella mia mente
“qualcosa” era una parola molto comune. Ancora non sapevo il nome dei
sentimenti, quelli belli e quelli brutti, né dei colori, a parte il bianco e il
rosso.
Speravo
che pian piano quei ricordi sepolti nell’anima, riprendessero vita e mi aiutassero
a capire…perché i ricordi c’erano. Dovevano esserci.
Avevo
sonno, mi sentivo stanca, il mio corpo stava cedendo…Scivolai di nuovo nel
mondo dei sogni, solo io e i miei pensieri. Mi addormentavo molto spesso in
quel periodo…Speravo solo di riuscire a risvegliarmi presto. Dovevo cercare
ancora.
Non
avevo la percezione del tempo, ma sapevo di aver dormito molto.
Appena
mi svegliai, iniziai di nuovo le ricerche. Avevo camminato e camminato senza
sosta. Mi facevano male i piedi anche se mi sentivo stranamente in forze.
Questa volta sapevo che ce l’avrei fatta. Non mi sarei arresa come sempre! Il
cuore mi batteva così forte che lo sentivo perfino nella mia testa. Poggiai due
dita sulla vena principale del collo, sussultando per il gelido contatto.
Pulsavano ad un ritmo veloce.
Vita…
Dopo ore intere (erano ore?), iniziai a correre. Cos’era quella creatura?
Ed
ecco che è finito per ora il secondo capitolo! E' la prima volta
che scrivo una nota in fondo ad una delle mie storie, e oggi lo faccio
per ringraziare tutti coloro che hanno deciso di continuare a leggere
la mia (assurda) storia. Ci ho messo molto impegno ma purtroppo sembra
che non abbia molto successo ^_^" . In ogni caso la speranza è
l'ultima a morire, dunque se non riceverò alcuna recensione,
spero di vedere almeno il numerino 1 nella tabellina "seguita da" o
"ricordata da". Incrocio le dita. E rivolgo un grande grazie a te che
sei arrivato fino qui a leggere.