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Autore: AsiaAddicted    24/09/2011    3 recensioni
Cinque ragazzi, una sola decisione da prendere.
Cinque ragazzi, un solo disastro da evitare.
Cinque ragazzi, un solo destino a cui non possono scappare.
Un incubo non può uccidere. Un incubo non ha mai ucciso nessuno, giusto?
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sì, lo so, mi state odiando. Lo so ferjfnsoriegfmrsio. E' da un casino che non aggiorno, ma ho avuto diversi problemi e..chiedo venia. In compenso, questo capitolo è un po' più lungo. (: Qua si entra nel vivo della storia (giuro.). Scusate per eventuali errori, spero possa piacere, recensite tutto il recensibile e..vi ringrazio già da ora, anche se leggerete soltanto!

Nell’istante stesso in cui Tera poggiò la mano sull’impugnatura della porta, ecco che Noah sussultò.
- Sento di nuovo, sento di nuovo qualcosa. - disse solo, ad occhi spalancati.
Nessuno parlò.
- Aprila Tera, aprila. - aggiunse poi, deciso.
- Ma Noah, tu..
- APRILA.
Non poteva più aspettare, quello era un ordine.
Abbassò la maniglia e diede una spintarella alla porta, ma quello che vide fu solo nero, il nero di una stanza buia e inutilizzata.
I cinque ragazzi si guardarono per un momento con l’intenzione di chiedersi cosa fare, ma non ebbero il tempo di farlo: una ventata di aria gelida arrivò da dentro la camera e li trascinò all‘interno, forzatamente, come fosse umana.
A Kevin pulsavano le tempie, dolorosamente, ma in quel misto di paura e sofferenza si costrinse a non urlare e a cercare di sopportare. Era estremamente complicato.
Finirono a terra, ammucchiati uno addosso all’altro come sacchi di patate, in un angolo della stanza. 
Tera sentì la mano di qualcuno stringersi intorno al suo braccio sinistro, convulsamente, ma era ancora troppo buio per vedere qualcosa.
Tuttavia ebbe paura di sottrarre il braccio o dimenarsi, riusciva solo a restare ferma e a respirare il più piano possibile, ad occhi chiusi.
- Finalmente. Finalmente siete tutti qua.
Questa volta la voce era ben udibile da ognuno di loro, non solo da Noah. Era quella di una donna, calma e profonda, che proveniva da chissà dove.
- Chi sei? Che cosa vuoi da noi? Perché siamo qua? - quella volta era Vanessa a sparare domande, visto che Kevin era più occupato a soffrire in silenzio.
- Tempo al tempo bambina, tempo al tempo. Amdir, fai quel che devi fare.
Nessuno ebbe il tempo di chiedere chi fosse, perché tutti rimasero sbalorditi dall’improvviso bagliore violastro che apparve dinanzi ai loro occhi.
Man mano che quella “cosa” prendeva forma, pareva essere sempre più umana, e con la luce che emanava finalmente i cinque riuscirono a guardarsi in faccia. Tera realizzò che chi gli stava ancora stringendo il braccio era Kevin, in preda al dolore.
Quell’Amdir, qualsiasi cosa fosse, era davvero di una bellezza mozzafiato. 
Pelle tendente allo scuro, occhi d’un indaco intenso, labbra carnose e piene e capelli castani.
Emanava beltà attraverso quella sua luce propria e brillante.
Si avvicinò piano a loro, con fare rassicurante, per poi andare a piazzarsi esattamente davanti all’asiatico, che ancora si teneva la testa fra le mani.
Gli posò una mano sulla nuca e Kevin istantaneamente aprì gli occhi, guardandolo incantato.
Niente più mal di testa, era sparito del tutto al contatto con quell‘essere che, ora cominciavano ad accorgersene, doveva essere un elfo o robe del genere date le sue orecchie appuntite.
- Che..che cosa..? - biascicò l’orientale, confuso.
- Hai un acutissimo senso del pericolo, Kevin, l’ho sempre pensato. Ogni volta che avverti pericolo reagisci di conseguenza, ma ora che Amdir ti ha tranquillizzato i tuoi sensi si son calmati. - spiegò la voce.
- I miei sensi non si sono affatto calmati, ti dispiacerebbe uscire fuori da ovunque tu sia? - sbraitò, neanche fosse una donna nel suo periodo no.
In quell’istante si accorse della mano che ancora circondava il braccio di Tera, i due si guardarono per un attimo e Kevin si scusò staccandosi da lei.
- Quanto siete impazienti, voi giovani. Come volete.
In pochi attimi si materializzò davanti a loro un’alta donna tutta curve, dai capelli lunghissimi e color rosso mogano.
Aveva lineamenti perfetti, occhi neri come la pece e sguardo felino; anche lei di una bellezza stravolgente.
In più, fluttuava a qualche centimetro da terra pur essendo priva di ali.
I cinque compagni la fissavano sbalorditi, le ragazze in adorazione e i maschi…beh, i maschi la fissavano e basta, si può immaginare perché.
- Io sono Fay, e lui è Amdir, e noi siamo la ragione per cui voi siete qua. Beh sì insomma, non solo noi in realtà.
- Smettila di girarci intorno e spiegati per piacere, chiunque tu sia. - disse impaziente Vanessa.
- Bene bene, non scaldarti tesoro. Comincerò dal principio. 
- Nono, frena, prima avrei una domanda. “Cosa” sareste voi..? - chiese Tera, interrompendola.
- La ragione per-
- No, non quello. Che cosa. Che..creature…?
- Oh, mi sembrava strano non me l’aveste ancora chiesto. Amdir è un elfo, un elfo dell’oscurità.
E’ lui che vi ha portato i sogni. Non ha, purtroppo, la facoltà di parola, ma pochi fortunati possono comunicare con lui tramite la mente, compresa me.
Io sono un protettrice oscura di elfi e folletti. Vi ho trascinati io qua. Ho una notevole padronanza della magia e inoltre ho, come vedete, sembianze umane.
Non sono sempre così come mi presento ora, però. Dovrete abituarvi anche alla parte oscura di me, sono una creatura magica d’altro canto. -
Quella “donna” raccontava il tutto come fosse la cosa più chiara e limpida dell’universo, come se fosse qualcosa che si affronta ogni giorno. Dava alla testa quel suo tono.
- Ah. Certo, immaginavo. Ora puoi continuare. - disse quindi Tera con una punta di sarcasmo che però Fay non perse tempo a notare.
- Dicevo, comincerò dal principio.
   Milioni di anni fa, su questa stessa terra, paranormale e non convivevano 
   pacificamente l’uno con l’altro, che ci crediate o no.
   Le creature magiche portavano aiuto agli umani e gli umani rispettavano 
   loro. Purtroppo però col progredire del tempo ci furono sempre più
   incomprensioni fra i due popoli e, si sa, il troppo stroppia.
   Scoppiò una guerra sanguinolenta e logorante che durò per quelli che
   sembrarono secoli e secoli, ma gli uomini, con le loro strategie e i loro imbrogli meschini, la ebbero vinta e costrinsero i superstiti dotati di poteri sovrannaturali a crearsi, con l’aiuto di questi ultimi, una dimensione parallela dove segregarsi fino alla fine dei tempi.
   Li esiliarono, diciamo così, e li costrinsero a imprigionarsi con l’aiuto delle loro stesse “armi”. Fu crudele da parte degli umani.
   Tuttavia, non andò completamente come speravano. Fin da subito ci furono persone ancora in grado di mettersi in contatto con noi esseri fatati, e neanche oggi gli umani sono riusciti a isolarsi del tutto dal paranormale. -
- Fammi indovinare, noi dovremmo essere quindi, secondo te, alcuni di quelli che ancora convivono con voi? - chiese scettico Kevin.
- Non secondo me, non è chiaro? Non mi vedi, forse? Non vedi Amdir?
L’asiatico aprì la bocca come per dire qualcosa, ma la richiuse subito e distolse lo sguardo dalle creature.
- In ogni caso non ho ancora finito e gradirei se teneste il silenzio, grazie.
Dov’ero rimasta? Ah, giusto.
Come il nostro gentile giovane, qui, ha voluto farci notare - disse indicando Kevin con un cenno della testa - voi siete alcuni di quelli che ancora possono vederci e entrare in contatto con noi. Non gli unici, per carità, ma alcuni.
Il fatto che siate qua ha un significato, comunque. Siete diversi dagli altri.
Non è per essere banale, ma sì insomma, voi siete i prescelti.. -
- Ah, fammi il piacere. I prescelti? Perdonami ma questa è la vita reale, non un libro per bambini. - esordì Gil, che fino a quel momento era rimasto zitto e immobile.
- Sei libero di non credermi, ma cosa pensi di fare? Non puoi svegliarti, questo non è un sogno, che ti piaccia o no. 
O forse lo è.
Non lo so, prova a scappare, vedi se ci riesci. - rispose pacata, ma abbastanza a tono da far tornare l’immobilità fra i presenti, Fay.
- Continuando da dov’ero rimasta, siete i prescelti. Se siete tutti qua e se siete stati voi a essere attirati da me fino a questo posto, siete i prescelti.
- Prescelti per cosa? - chiese Noah, che pendeva dalle labbra di quel demone stupendo fin da quando aveva cominciato a parlare.
- Prescelti per salvare me e il mio mondo.
Ascoltatemi bene, siete la nostra unica possibilità. Dovete aiutarci.
L’insanità sta minacciando di invadere il mondo secondario.
- Il..il mondo secondario? - chiese Tera, sempre più atterrita.
- Il mondo secondario è il nostro, mia cara. Il vostro, quello umano, viene considerato il mondo primario dalla fine della guerra.
Noi, poiché siamo stati cacciati, viviamo da quel giorno in una dimensione parallela che viene chiamata così.
- Mm, bene. Ma io, scusatemi, non ho ancora capito perché dovremmo aiutarvi. Con tutto il rispetto, quello che succede nel vostro mondo sono affari vostri, noi non c’entriamo. Vi vediamo, abbiamo sempre convissuto con voi a quanto pare, ma non per questo ce ne dovrebbe fregare qualcosa. Non ricordo sia mai stata una cosa positiva per me l’avervi accanto. - disse Vanessa, stizzita.
- Oh, sì, sì, hai anche ragione tesoro, davvero.
Ma purtroppo, c’è una cosa che ancora non vi ho detto. -
Tutti guardavano quell’essere demoniaco in preda al panico, tutti sapevano che avrebbe detto qualcosa che sarebbe servito a incastrarli.
- Ecco…dal momento che voi siete a conoscenza del nostro mondo e fa parte della vostra quotidianità, avete un legame diretto e importante con esso. -
- Spiegati meglio. Spiegati. - disse Gil cercando di sembrare calmo, venendo però tradito dal tremito che si era annidato nella sua voce.
- O ci salvate, o affogate con noi.
Potete decidere di non aiutarci, la scelta è libera, ma se l’insanità colpisce noi, beh…colpirà anche voi. -
- Stai dicendo che impazziremo? - disse Noah, a fiato corto.
- State già impazzendo. C’è poco tempo, ragazzi, davvero troppo poco. - rispose Fay, abbandonando quella calma che aveva accompagnato il suo tono fino a ora: la tranquillità aveva lasciato spazio alla disperazione.
  
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