Fanfic su artisti musicali > Arashi
Segui la storia  |       
Autore: Shizuka Grape    24/09/2011    2 recensioni
"Comunque alla fine va bene anche se non seguiamo le indicazioni del produttore."
"Eh? Perchè adesso dici così?"
"Perchè tanto tu mi tocchi in altri modi."
Fanfiction su Ninomiya&Ohno, punto di vista di Ninomiya.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jun Matsumoto, Kazunari Ninomiya , Satoshi Ohno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
FANSERVICE FF 4

Completamente circondato dal buio della mia camera da letto, mi sveglio senza troppe difficoltà e vado a farmi un bagno caldo.


Questa notte è stata molto diversa da tutte le notti precedenti di questa settimana.

Ho dormito di un sonno profondo, senza sogni, e mi sono risvegliato poco fa con un piacevolissimo senso di pace interiore.

Ieri sera, come promesso, Jun mi ha portato in un bellissimo ristorante, piccolo ma molto elegante. E c'era anche Satoshi con noi.

Sebbene fossimo nel dopo lavoro e sebbene io e Satoshi avessimo già affrontato un importante chiarimento quel pomeriggio, la serietà di MatsuJun ha portato i nostri dscorsi a confluire su argomenti  piuttosto seri.

Abbiamo parlato di futuro, di lavoro, di amore.

Discutere con Jun su questi argomenti mi lascia sempre con una grande determinazione detro le ossa: quel ragazzo è entusiasta, caparbio, sognatore; riesce a convincerti che puoi sempre farcela, che tutto prima o poi si sistema, che l'eternità in fondo esiste, e ha un rispetto per noi quattro e per il progetto Arashi davvero sconfinato.

Mi conforta parlare con lui, soprattutto perchè crede in una continuità, in una durata infinita di alcuni valori che mi fa sempre sperare un pò che quella stessa infinità sia possibile davvero.
Il tutto accompagnato da quel sorriso brillante, di cui tanto si è invaghito Satoshi, e che effettivamente rasserena anche me.


Oggi è la vigilia del Waku Waku Gakkou: abbiamo delle prove generali e una breve riunione.
Esco dal mio appartamento e noto che il sole splende alto nel cielo. Sarà una giornata piena e domani ancora di più, ma mi sento allegro, finalmente, e pronto per affrontarla.



"OK, ABBIAMO FINITO PER OGGI. GRAZIE A TUTTI PER L'OTTIMO LAVORO E CHE DOMANI SIA UN GRANDE SUCCESSO!"

Le ultime prove e la riunione finale si sono appena concluse. E' quasi sera ormai, e dalle vetrate degli studi all'ottavo piano riesco a vedere il sole tramontare dietro i grattacieli di Tokyo.


Ad un tratto mi viene in mente che potrei chiedere a Satoshi di farci accompagnare a casa dallo stesso autista, così da stare insieme per qualche altro minuto.
Esco dalla stanza e vedo che si sta dirigendo nell'area fumatori.

"Ohno!"
Richiamo la sua attenzione e lui si volta verso di me, con quello sguardo un pò vacuo.

"Chiedo all'autista di accompagnare entrambi?" - mentre gli parlo stringo il suo braccio.
Non riesco a fare a meno di avere un contatto con lui, anche minimo, ogni volta che ne ho l'occasione.

"Si, va bene. Fumo questa e andiamo." - mi sorride, ma noto che la sua è una risposta meccanica, d'educazione. Sembra molto stanco.


Dopo qualche minuto scendiamo nel seminterrato ed entriamo nell'automobile dell'agenzia.

Ohno entra dopo di me: vedo che dice qualcosa all'autista, poi finalmente apre lo sportello e si siede vicinissimo a me stiracchiandosi varie volte.
Sento il suo profumo propagarsi nell'abitacolo... in qualche modo quella fragranza, unita al suo braccio caldo vicino al mio, mi rilassa.

I vetri oscurati non mi permettono di osservare fuori, e dentro l'automobile c'è solo silenzio. Non che mi dispiaccia a dire la verità, ma trovo strano che l'automobile si fermi più e più volte, probabilmente ai semafori. Di solito le strade che portano ai nostri appartamenti sono pressocchè isolate e lontane dal centro, quindi l'automobile non ha troppi problemi.

"Grazie, va bene qui."

Forse non ho sentito bene la frase di Ohno.

"Scendiamo adesso."

E invece l'ho sentita bene, perchè l'automobile rallenta e parcheggia proprio come richiesto da lui.

Mi giro verso Satoshi in cerca di una spiegazione ma lui mi ignora completamente, apre lo sportello ed esce.

Io lo imito, del tutto confuso e soprattutto curioso di capire dove siamo. Sono quasi certo che non c'è stato il tempo materiale neanche di uscire dal centro di Tokyo.

E infatti ci siamo fermati in una strada piuttosto anonima di Shibuya, circondata da piccoli negozi di abbigliamento ormai in chiusura, da luccicanti karaoke bar e da rumorosissimi locali di pachinko.

Ormai sono completamente entrato nel pallone e non so neanche se stavolta il leader mi potrà degnare di una sua cortese spiegazione.

Mi avvicino a lui che è in piedi all'imbocco di una stradina più stretta delle altre, e aspetto un suo qualsiasi segnale.

"Ecco."

Guardo prima lui e poi ciò che ho davanti.

"Lì."

Vedo che alza l'indice della mano destra in avanti verso la stradina di fronte a noi. In realtà non sta indicando un bel niente.

"Vuoi spiegarti meglio o devo tradurre i tuoi monosillabi?"

"Il locale è in questa strada."

Improvvisamente una speranza mi folgora.
No, non posso crederci. E' impossibile.
Una cena?

"Ohno..?"

Lui non fa una piega, semplicemente mi posa con gentilezza  una mano dietro la spalla invitandomi a camminare.

Percorriamo questa lunga via un pò più al buio rispetto a quella centrale.
Sento una strana tensione aumentare, tensione che raramente provo quando sono vicino a Satoshi.
Lui accanto a me sembra tranquillissimo, eppure sappiamo entrambi che di lì a poco sarà esaudita una richiesta che io gli faccio da anni: una cena noi due, da soli.
Finalmente.

"Sono contento che oggi tu abbia ripreso a toccarmi."

Questa frase mi fa sussultare ma anche mi mortifica. Me l'ha detta di nuovo con un tono serio, lo stesso di ieri pomeriggio, e io mi sento di nuovo in colpa.
Il fatto che l'abbia ripetuta mi dà la conferma che deve aver sentito forte la mia mancanza nei giorni scorsi.

"Mh." - annuisco - "Continuerò a farlo. Anche se mi viene mentre stiamo registrando. Grazie a quello che mi hai detto, adesso è tutto a posto.Quindi continuiamo pure ad accontentare  il produttore. Sono tranquillo adesso." - pronuncio quelle parole con calma e con lentezza perchè voglio essere sicuro che le ascolti, che capisca quanto gli sono grato per avermi rassicurato.

Nel buio di quella strada noto che abbassa leggermente la testa e sorride

"Alla fine va bene anche se non seguiamo le indicazioni del produttore."

"Eh? Perchè adesso dici così?"

"Perchè tanto tu mi tocchi in altri modi."

Ecco, siamo giunti al punto a cui arriviamo a proposito di quasi tutti i discorsi seri.

Arriva un punto in cui Satoshi dice una sua opinione, emette una sua sentenza, spara una frase enigmatica, e io non lo comprendo.
Lo invito col mio silenzio a proseguire il suo discorso.

"Per esempio mi tocchi quando sai che c'è un ospite che mi piace e allora mi guardi e sorridi. Mi tocchi quando c'è un argomento che sai che mi interessa e ti avvicini a me per vedere come reagisco. Mi tocchi quando sai che c'è qualcosa che mi irrita e cerchi di metterti in mostra per distogliere l'attenzione di tutti da me. Poi, fin dai tempi di Shukudai, mi tocchi quando c'è qualche piatto che mi piace e fai in modo che io possa assaggiarlo subito. Anche in VS Arashi, o quando giriamo un video, o quando parliamo per un'intervista... sempre... il tuo sguardo è sempre dolcemente posato su di me. Sei sempre attento a me. Ti prendi costantemente cura di me. Prima ancora che possa rendermene conto, tu sei già al mio fianco.* E sono dei gesti che nessun produttore noterà perchè sono televisivamente inutili. Ma per me sono la quotidianità."

...il mio cuore...

"Io credo di non potere più fare a meno di questo tuo 'toccarmi'. Se tu non lo facessi più, sono sicuro che diventerei immensamente triste. Si, sono stato triste quando non hai toccato il mio corpo per una settimana, ma... se non mi guardassi più, se non mi cercassi più con lo sguardo starei davvero male. Starei molto peggio. Io ti amo perchè sei tu. Però... sinceramente ti amo anche perchè sei gentile con me. Perchè per te non è facile denudarti, eppure con me ti sei aperto. E poi ti amo perchè, come ho detto, mi guardi sempre. Beh... questo l'ho già detto. L'ho già detto che mi sento protetto quando mi guardi? Beh, comunque l'ho detto adesso. ....Oh. Siamo arrivati."


Prima che facesse qualsiasi stupido passo verso quello stupidissimo ristorante, gli stringo forte la mano, lo tiro verso di me, e lo abbraccio con tutte le forze che ho.
Una mia mano circonda stretta la sua schiena mentre l'altra gli accarezza i capelli.
Ho le palpitazioni a mille.
Poi mi viene da piangere, e stavolta non mi trattengo.
Poche volte Satoshi riesce ad essere così logorroico. E se mi ha parlato per più di due minuti di fila ininterrottamente, vuol dire che ci teneva a dirmi ciò che pensa e soprattutto gli deve essere costato tanta fatica per superare l'imbarazzo.

Queste sono dimostrazioni d'amore più grandi di qualsiasi poesia, di qualsiasi canzone, di qualsiasi notte di sesso. E sono dimostrazioni che ci scambiamo reciprocamente, di cui siamo gelosi entrambi perchè appartengono solo a noi, ai nostri momenti e ai nostri giorni insieme.

Un singhiozzo mi esce involontario, per cui Satoshi si accorge che sto piangendo, non potendomi guardare perchè schiacchiato contro il suo omero.
Ma in fondo non mi interessa. Se si tratta della sua spalla, posso mostrare qualsiasi lato di Kazunari.

"Non piangere." - mi dice con una dolcezza infinita - "Doveva essere una serata bella..."

"Lo è." - lo rassicuro. Le mie lacrime non sono certo di tristezza - "E' una serata straordinaria."

"SATOKO-CHAN NON VUOLE VEDERE KAZU-KUN CHE PIANGE PERCHE' SATOKO-CHAN AMA KAZU-KUN!" - abbracciati stretti come siamo, quella vocina irritante mi entra ancora di più nei timpani.
Ho il vago e terribile sospetto che c'abbia preso gusto a impersonare Satoko.

"....Anche Kazu-kun ama Satoko-chan..." - gli faccio quella dichiarazione usando la mia voce normale. A dire la verità, gli ho solo espresso un sentimento che provo realmente.

Credo sia schifato perchè cerca di staccarsi da me.
"Se lo dici così è imbarazzante però."
 

Rido sonoramente.
"E' imbarazzante,vero? Te l'avevo detto ieri. La finiamo?"

"Finiamola."

"Finiamola finiamola."

"Meglio entrare."

I nostri sguardi si incrociano nella penombra della strada, e ad un tratto sento la sua mano accarezzarmi la guancia: Satoshi mi asciuga l'ultima lacrima solitaria con infinita premura.
Poi mi invita ad entrare e mi stringe la mano: il suo palmo grande e caldo aderisce al mio, e le nostre dita si intrecciano.
In un primo momento sono imbarazzato ad entrare così nel ristorante. Poi la solita sensazione di protezione e serenità mi invade, quindi cedo come sempre a questo benessere ignorando il resto..


Il locale è semivuoto, ma nonostante questo chiediamo di accomodarci in un angolo in fondo.

La tensione tra di noi è del tutto svanita.
Ordiniamo da bere, da mangiare, e intanto ci guardiamo negli occhi.
Non c'è imbarazzo, non c'è stranezza. Io dimentico persino che questo è il mio primo vero appuntamento con lui.
Abbiamo entrambi dei sorrisi da ebeti stampati in faccia, ma nessuno dei due smette di guardare l'altro. Probabilmente entrambi riceviamo una sensazione di tranquillità guardando l'altro, e adesso che possiamo goderci la nostra reciproca presenza, vogliamo approfittarne.

La cameriera ci porta le ordinazioni, e dopo qualche commento sulla bontà dei piatti, catapultiamo in un silenzio assoluto.

Solo i rumori delle bacchette e del brodo nella ciotola fa da sottofondo alla nostra serata, una serata dalle tinte lievi ma straordinariamente intensa.
 Anche stasera infatti, abbiamo avuto la conferma d'amarci l'uno l'altro, per cui sia io che lui non abbiamo bisogno di dirci più nulla.
Sono convinto che lui la sta pensando come me. 

Nella mia vita, Satoshi è l'unico con il quale riesco a stare in silenzio senza che l'atmosfera si appesantisca per questo, senza essere costretto a dover obbligatoriamente dire qualcosa.
E' per questo che - ho finalmente capito - quando sto con lui sento il cuore leggero: io mi impongo quotidianamente, con tutti, di recitare un ruolo. Anche un ruolo positivo, anche con persone che amo, anche con le persone da cui voglio essere amato recito un ruolo. O meglio, sono sempre vigile affinchè io riesca a non lasciarmi completamente andare, a mantenere il controllo della situazione. Ad essere oggettivo. Ad essere in un certo senso distaccato.

Con Satoshi invece ho abbandonato queste difese da un sacco di tempo. E lui mi accetta e mi ama proprio perchè con lui non ho barriere.
Ed è per questo che entrambi possiamo semplicemente essere noi stessi: il silenzio non ci dà fastidio, nè ci fa paura. Il silenzio, come il silenzio di ora, è anch'esso un modo per dichiarare i nostri sentimenti.

Intanto finisco di mangiare e la mia attenzione si rifocalizza nuovamente su Satoshi.

Vedo che sta fissando la ciotola ormai vuota e ha assunto quello sguardo imbambolato che è tanto tipico suo.

Accortosi probabilmente del mio sguardo, alza la testa, e ci guardiamo per altri, lunghissimi, istanti.

"Nino.."

"Mh?"

"Sei carino mentre mangi." - non so per quale collegamento il suo cervello abbia partorito un pensiero simile.

"Io sono sempre carino, non solo quando mangio."

"Vero."

Sento le mie guance andare in fiamme per quella conferma detta con una disinvoltura disarmante.

"Nino.."

"Che c'è ancora?"

"Ci baciamo?"
Sospiro un attimo. Mi fa paura che i miei battiti siano diventati più sonori. Ma cerco di non badarci.

Dal suo sugardo speranzoso capisco che Satoshi prende la mia pausa come preludio all'assenso.

"Sii grato del fatto che domani abbiamo il concerto e quindi non posso picchiarti."

Realmente dispiaciuto, Ohno abbassa la testa.
Poi entrambi sorridiamo, e ci guardiamo ancora, con dolcezza.

Alla fine decidiamo di andare a saldare il conto e mentre mi alzo realizzo che quel bacio mi avrebbe fatto felice, che forse ho sbagliato e avrei dovuto accondiscendere alla sua richiesta.

Scaccio di nuovo questi pensieri, e usciamo dal locale.

Sebbene sia giugno, un venticello serale si fa sentire generandomi dei leggeri brividi.

"Hai freddo?"
Eccoli.
Eccoli di nuovo quegli occhi grandi e luminosi su di me.
Ancora,come sempre, quegli occhi sono preoccupati per me, attenti solo a me.
Improvvisamente decido che il mio istinto e le mie palpitazioni non possono più aspettare.

"Vieni qui.."
Lo prendo per il mento, quel mento che tanto mi eccita, ma sto attento a non essere brusco.
A volte Satoshi mi sembra così fragile che ho paura di fargli del male. Ancora di più stasera, in cui i nostri sentimenti sembrano ad entrambi così profondi da renderci deboli.
Con delicatezza, poso le mie labbra sulle sue.
Sento che all'inizio è un pò restìo, forse stupito, ma poi mi cinge con le braccia e si lascia andare.

Il nostro è un bacio che ha il sapore di romanticismo e di possessione, di amicizia decennale e d'amore, di premure che ci regaliamo e di un'assurda attrazione che sentiamo l'uno per l'altro.
Quando ci stacchiamo, vedo che Satoshi non riesce a guardarmi negli occhi. Ma sta sorridendo e subito mi prende la mano.
Io rispondo altrettanto velocemente, in un'intreccio di dita che ormai è una nsotra meravigliosa abitudine.

Stiamo ora ripercorrendo la stradina che porta alla via principale, dove ci sta aspettando l'auto dell'agenzia.

"L'ho fatto solo perchè avevo freddo." - gli dico.
Vedo che gira la testa verso di me e annuisce. Entrambi sorridiamo.

Domani sarà una bella giornata, daremo il concerto.
L'unica cosa a cui penso in momenti simili, è che sono davvero un privilegiato.
La mia vita è impregnata di lavoro, ma il mio lavoro lo faccio con quattro splendidi amici.
E, uno di loro, è l'amore.





[A Ohno-san.

Conosco Ohno da quindici anni ormai, dai tempi dei Johnny's Juniors. E sono passati dodici anni dalla formazione degli Arashi.
Anche se ti ho invitato più volte a cena, tu non hai accettato di venire neanche una volta.
Però abbiamo avuto l'opportunità di andare fuori a cena l'altro giorno insieme a Jun, giusto? Abbiamo parlato di futuro, del nostro lavoro, del presente. E dopo quella volta, siamo andati di nuovo a cena, soltanto noi due. In tutta la mia vita è stata la prima volta che sono uscito con te per due giorni consecutivi.
Ma... quando eravamo noi due da soli, non abbiamo parlato di niente.
Io penso sia perchè avevamo già parlato di tutto. Per esempio durante le ore di pausa al lavoro noi abbiamo già parlato di qualsiasi cosa, per cui ormai ci comprendiamo a vicenda e non abbiamo più nulla di cui parlare.
E' semplice dire di avere un'amicizia simile con una persona che trova difficile esprimersi a parole, ma in realtà trovo che un'amicizia del genere sia realmente complicata. E io con te ho proprio questa amicizia così estremamente preziosa.
Penso che la nostra prossima cena insieme sarà tra altri dodici anni a partire da adesso, ma quando accadrà facciamo sì che, di nuovo, non diciamo neanche una parola.
Satopi, Grazie.]


NINOMIYA KAZUNARI, durante il WAKU WAKU GAKKOU, Giugno 2011 **

*"Prima ancora che possa rendermene conto, lui è già al mio fianco" è una frase detta realmente da Ohno Satoshi (riferendosi ovviamente a Ninomiya) nel 2008  durante un'intervista per un programma-manifestazione giapponese chiamato 24Jikan Terebi

** La traduzione del discorso realmente fatto da Ninomiya Kazunari durante la 'lezione' tenuta da Ohno per il WakuWaku Gakkou.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Arashi / Vai alla pagina dell'autore: Shizuka Grape