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Autore: Kurokami    24/09/2011    2 recensioni
Cosa sarebbe successo....se Sasuke fosse stato una ragazza, Sasuko? me lo sono chiesto, ed è uscita fuori questa fanfiction.
AVVERTENZE: non ho ancora ben delineato tutta la trama, per cui potreste trovare alcuni spoiler. se è possibile, cercherò di segnalarli anche sul testo. grazie a chi ha già recensito, o recensirà! ^^
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sasuke....in rosa. '
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siamo ormai ai capitoli decisivi, gente! Vi auguro buona lettura di questo nuovo capitolo, e inizio ad anticipare i ringraziamenti per chi segue questa storia. Grazie infinite a tutti!





Promises.

 

Juugo non ci mise nulla a inserirsi nel villaggio, nonostante la sua apparente timidezza. Venne sottoposto a un test per analizzare le sue capacità di combattimento (ovviamente, tenuto costantemente d’occhio da me durante tutta la prova), e si scoprì che le sue capacità potevano essere tranquillamente paragonate a quelle di un Jonin: purtroppo le regole erano chiare, e il massimo grado a cui Juugo poteva essere ammesso era quello di Genin.
Inoltre, gli venne assegnato un appartamento in una palazzina, poco lontano dal quartiere degli Uchiha: anzi, sarebbe stato più corretto dire che dalla mia camera da letto si poteva benissimo vedere il suo salotto/camera da pranzo, e lo stesso era per lui, quindi dovevo stare mooooolto più attenta quando mi spogliavo, e tirare per bene le tende (non che non mi fidassi di lui, per carità, avevo intuito da subito che non era quel tipo di ragazzo che si mette a fare il guardone).


Qualche settimana dopo, una mattina in cui non avevo niente da fare, decisi di andare a fare un po’ di spesa, dato che le provviste in dispensa si stavano drasticamente esaurendo (non che dovessi comprare molta roba, comunque).
Dopo aver tirato fuori un pantalone e una maglietta a caso dall’armadio, uscii di casa. Adoravo l’atmosfera di prima mattina, con quella luce chiara e soffusa, e l’aria fredda e pulita che ti entrava nei polmoni. Quello era uno degli orari migliori per fare passeggiate.

Proprio mentre uscivo dal portone di accesso al quartiere Uchiha, vidi da lontano una folta chioma arancione…

-Juugo!- lo chiamai, sventolando una mano.

Lui si girò, e vedendomi, sfoggiò un espressione sorpresa. Poi alzò anche lui timidamente una mano, sorridendo.

-Vai anche tu a fare la spesa?- dissi io, non appena mi avvicinai. Avevo deciso di assumere con lui un approccio gentile: in fondo, lui si doveva fidare il più possibile di me, visto che avrei dovuto contenere i suoi sbalzi di umore.

-Ehm…sì. Però non sapevo dove andare: sai, non so ancora orientarmi bene qui…-fece lui, con il suo solito tono pacato.

-Tranquillo, segui me. C’è un negozio in cui fanno degli ottimi sconti- dissi: mio Dio, quanto era alto, dovevo alzare tantissimo la testa per guardarlo in faccia.

Detto questo, ci avviammo, lui dietro di me.
E va bene che aveva già completato qualche missione di basso livello (guadagnando così i primi soldi), però sembrava ancora molto insicuro di se.

-Allora…come ti trovi qui al villaggio?- chiesi io, cercando di intavolare un discorso.

-Uh…bene. La gente qui è molto più gentile- rispose lui.

-Beh, rispetto a dove ti trovavi prima, direi che Konoha è il paradiso…-

-EHI! SASUKO! JUUGO!-

-….ma a volte anche questo posto può rivelarsi un vero inferno-

Ci si avvicinò Naruto, anche lui in tenuta “oggi non ho niente da fare”, con uno dei suoi soliti sorrisi smaglianti.

-Ehi, come mai qui, voi due?- chiese il dobe, non notando la mia borsa della spesa.
-Stiamo andando in una missione si rango S, non vedi, usuratonkachi?- lo schernii io.

-Uffa, sei sempre la solita teme antipatica!- esclamò lui, ingrugnendo la faccia come sapeva fare solo lui.

-E tu sei sempre lo stesso, irritante, dobe- ribattei io.

Juugo assistette al dialogo con un espressione tra il sorpreso è il divertito.

-Comunque, stiamo andando a fare la spesa- conclusi io, mostrando la mia borsa da spesa.

-Ah anche io devo comprare alcune cose, sai? Allora andiamo tutti insieme?-

-Ok…- fece Juugo.

-Per me va anche bene. Ma prova a comprare del ramen istantaneo, e…..ti picchio- dissi: in realtà, la mia intenzione era dire “ti ammazzo io, prima che lo faccia il ramen stesso”, ma era meglio non pronunciare ancora certe parole davanti a Juugo.

Dopo che avemmo fatto la spesa, e Naruto ebbe finalmente comprato qualcosa di diverso dal ramen (sotto minaccia, naturalmente), uscimmo dal negozio di alimentari con l’intenzione di andare ognuno a casa propria.

-Ehi, guarda chi c’è! Sasuko, Naruto, Juugo!-

Evidentemente quella era la giornata degli incontri, visto che di fronte a noi c’erano Sakura, Ino e Hinata (inutile dire che quest’ultima arrossì violentemente quando vide Naruto).

-Siete andati tutti a fare la spesa, eh?- fece Ino, gaia come al solito.

-In realtà io stavo accompagnando Juugo, visto che non sapeva dove si trovava l’emporio- dissi io.

Sakura e Ino si scambiarono un’occhiata maliziosa, e poi rivolsero quello sguardo a me e Juugo. A cosa stavano pensando quelle due?

-Cos’è quella faccia?- feci io, brusca.

-Quale faccia?- chiese Sakura, con un tono da finta ingenua.

-Non scherzare, Sakura. Cosa state tramando?-

-Tramare?- fece Ino.

-Noi non tramiamo- asserì Sakura, con un tono ambiguo.

-Assolutamente- completò Ino.

-….Avete finito di fare le sceme?-

Intanto Juugo, osservava la scena in religioso silenzio: o era estremamente timido, o era proprio la sua natura essere così taciturno.

-Beh, dite quello che volete, ma io vado a casa- conclusi io.

Detto questo ci salutammo tutti. Mentre ci allontanavamo, notai che Ino e Sakura continuavano a confabulare tra di loro con quel fare cospiratore: ma insomma, che credevano? Che mi piacesse Juugo? ……..o forse viceversa?


Strada facendo, notai che il volto di quest’ultimo si faceva sempre più teso.

-Ehi, Juugo, tutto bene? Hai una faccia tirata….- iniziai a dire.

Lui appoggiò una mano sulla testa, come a voler reprimere qualcosa.

-Io….lo sento…sento il mio impulso…- mormorò lui.

Restai imperturbabile: l’importante, in questo casi, era essere calmi e trasmettere calma. Avevo deciso che sarei ricorsa allo Sharingan solo nei casi più drastici.

-Ok, Juugo. Adesso fai un respiro profondo…espira e inspira…non agitarti. Quando senti l’impulso di uccidere non allarmarti, cerca di rilassarti- dissi, poggiandogli le mani sulle spalle, e continuando a usare un tono il più pacato possibile, ma deciso allo stesso tempo.

Lui sembrò compiere uno sforzo enorme, ma poco dopo il suo viso era disteso e sereno. L’avevo scampata.

-Uff….grazie Sasuko…mi sento molto meglio…-disse.

-Di nulla, non mi devi ringraziare- ribattei io, con noncuranza.

Continuammo a camminare in silenzio, come prima. Solo che lui adesso mi fissava di tanto in tanto con uno sguardo tra l’impacciato e l’ammirato.

-Sasuko?-

-Mmh?-

-Posso strapparti una promessa?-

-Ossia?-

-Mi prometti che non scomparirai come ha fatto Kimimaro?-

A quella richiesta, sobbalzai leggermente. Ero così importante per lui?

-M…ma certo. Non scomparirò- dissi, un poco titubante.

-Davvero?-

-Una promessa è una promessa-

 

 

 


Non potevo più attendere oltre.
Erano giorni che mi allenavo, ormai. Dovevo trovare Itachi, e ucciderlo: non mi importava se avessi dovuto affrontare tutta l’Akatsuki al completo, non mi importava se i miei compagni mi avessero fermata, dovevo andare.

Alcuni giorni più avanti, venimmo a conoscenza di una notizia terribile: Asuma Sarutobi era morto, combattendo proprio contro due membri di Akatsuki.
Non starò a precisare come si sentivano Shikamaru, Choji,  Ino, e Kurenai che erano distrutti: i suoi tre allievi, però, erano anche più determinati che mai a fargliela pagare agli assassini del loro maestro. Come li capivo.
Naturalmente, partecipammo tutti quanti ai funerali: stranamente Shikamaru era l’unico a non essere presente. Chissà cosa gli era passato per la testa.

Con loro partì anche il maestro Kakashi, visto che Tsunade non poteva permettersi di lasciar andare quei tre da soli.

Nello stesso tempo, Naruto stava ultimando un allenamento riguardo un nuovo Jutsu, che si prospettava essere molto potente. Se fosse riuscito a completarlo entro un certo limite di tempo, la nostra squadra, capitanata di nuovo da Yamato, sarebbe partita per supportare Shikamaru e compagni.
Certo, per me in teoria sarebbe stata un’ottima occasione per carpire informazioni su Itachi. Purtroppo, la realtà era ben diversa; infatti, nonostante si trattasse esclusivamente di criminali, i membri dell’Akatsuki erano molto fedeli alla loro organizzazione, e mai e poi mai si sarebbero fatti sfuggire qualcosa sui loro compagni, per quanto potessero essere in cattivi rapporti.
Insomma, avrei soltanto perso tempo e energie a prendere parte a quella missione, per cui diedi forfait.

-Come sarebbe a dire “non ce la faccio a venire”?- mi chiese Sakura.

-È che da alcuni giorni mi sento sempre molto affaticata….- giustificai io. Chiaramente non avevo alcuna intenzione di dirle la verità.

-Che? Non sarà mica per via del sigillo?- mi interruppe lei, ancora più in apprensione.

-Sakura? Inspira ed espira, ok? Va tutto bene. Ho dormito poco in questi ultimi giorni, tutto qui, non sto mica morendo?-

-Sì, ma…insomma, affronteremo due membri di Akatsuki, e….-

-Sai meglio di me che è praticamente impossibile riuscire a estirpare qualche informazione proprio da loro, come lo sarebbe riuscire a catturarli vivi- ribattei. Infatti, Sakura mi aveva raccontato che, durante il combattimento contro Sasori, aveva provato a carpire qualcosa su Itachi, ma il marionettista aveva stoicamente rifiutato a parlare, nonostante fosse ormai in fin di vita.

-….Capisco- disse soltanto –allora cerca di rimetterti al più presto-

-Contaci-

 

 

 

Non appena seppi che la squadra formata da Yamato, Naruto, Sakura e Sai era andata ad aiutare Kakashi e gli altri, partii anche io.
Avevo preparato ogni cosa nei minimi dettagli, dovevo solo andare da Neko Baa-chan (=la Vecchia Gatta, ndA) per comprare alcuni articoli speciali, e sarei stata definitivamente pronta.
Creai una mia copia-ombra, che sarebbe servita a sviare i sospetti per un po’, anche se non sarebbe durata tantissimo.


Partii al crepuscolo: decisi di uscire dalla finestra in cucina, poiché se fossi uscita da quella in camera mia, Juugo avrebbe potuto vedermi.
Con indosso un mantello nero, per confondermi con le ombre, mi avviai verso una delle uscite di Konoha, stando ben attenta che nessuno mi vedesse o mi seguisse.


Purtroppo, non avevo fatto bene i miei calcoli, come al solito.

-Sasuko?-

Mi ero appena addentrata nella fitta boscaglia che contornava le mura del villaggio, sicura che nessuno mi avesse seguita, quando sentii qualcuno chiamarmi da dietro.
Era Juugo.

-Juugo? Che diavolo ci fai qui?! Perché mi hai seguita?!- chiesi io, con estremo disappunto. Ci mancava solo questo, pensai.

-Dove stai andando?- disse lui, per tutta risposta.

-Non sono affari tuoi- ribattei, arrabbiata.

-Stai andando da Itachi, non è vero?-

-E anche se fosse? Cosa vorresti fare? Ti avverto, non riuscirai a portarmi indietro-
Assunsi un atteggiamento minaccioso, per marcare ciò che avevo detto.

-Infatti voglio aiutarti-

Per un attimo pensai di aver avuto un allucinazione sonora. Poi, guardando l’espressione di Juugo, capii che diceva sul serio.

-I….in che senso?- chiesi, balbettando.

-Ecco, io so parlare con gli uccelli. Loro potrebbero aiutarci a trovare l’ubicazione dei covi di Akatsuki-

Se la situazione non fosse stata così seria, probabilmente gli avrei riso in faccia.

-Non guardarmi così, guarda che è vero. Essendo animali, gli uccelli riescono a percepire il chakra meglio di chiunque altro: fidati di me, non sto scherzando-

Aveva senso, in effetti. Avevo sentito parlare di animali che riuscivano a percepire un pericolo imminente, come catastrofi naturali, e roba del genere. E visto che per sigillare i mostri codati ci voleva una quantità di chakra non indifferente….

-Sasuko….tu mi hai aiutato come non aveva mai fatto nessun’altro in vita mia. Dammi l’opportunità di ricambiare-

Per un po’ fu il silenzio a farla da padrone.

-Va bene, Juugo- dissi alla fine –puoi venire con me. Ma promettimi una cosa: non appena avremo trovato Itachi, tu tornerai a Konoha, intesi?-

-Promesso-
 

   
 
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