How I Met Your Mom
Angeli e Demoni
23 Aprile, ore 17.37
Hermione
stava rigirando tra le mani i fogli che avrebbe dovuto inserire nella macchina
da scrivere, velocemente ed ossessivamente, gli occhi
spalancati.
Sei un
angelo. Sei un angelo. Sei un angelo.
La
frase le risuonava in testa ininterrottamente e sentiva che se avesse avuto Ron
davanti si sarebbe trasformata in un demone, e più passava il tempo più
desiderava non essere corsa via in preda al panico, essere rimasta lì a spedire
all’inferno quel presunto angelo. E poi magari
anche Ron. Anzi, quasi sicuramente. Ed era ormai decisa a farlo comunque appena
sarebbe rientrato – spedire Ron all’inferno, dico – quando lui tornò, carico di
spesa.
-
Ciao!
– disse allegramente, poggiando le borse della spesa sul
tavolo.
Hermione
sentì il cuore palpitarle a mille; okay,adesso prendilo per i capelli,
tramortiscilo, scava una buca e fallo soffocare lì dentro.
Lui le
sorrise.
-
Come
va il lavoro? – chiese, sistemando la spesa.
No.
Non ce la poteva fare.
Sorrise
forzatamente, rosa dalla curiosità e dalla mortificazione: - Uhm, sì, tutto
bene... – lui sorrise di nuovo, poi fece per uscire dalla cucina. Hermione venne
presa dal panico: un assurdo desiderio che lui, per nessun motivo, si
allontanasse si era impossessato di lei.
-
Ron! –
si ritrovò ad urlare di colpo. Lui si girò perplesso.
-
Mh? –
chiese.
Hermione
aprì la bocca a vuoto un paio di volte, senza sapere realmente cosa
dire.
-
No,
vabbè, niente... – disse a bassa voce abbassando lo sguardo. Ron si strinse
nelle spalle e si rigirò diretto alla porta.
-
No,
aspetta! – disse di nuovo lei.
-
Cosa?!
– chiese Ron, adesso con un tono di voce un po’
preoccupato.
-
Tu...
ehm... grazie per aver fatto la spesa. – sussurrò. Lui strabuzzò gli
occhi.
-
Ma no,
ti pare... –
-
E
grazie per sopportarmi anche quando sono così scorbutica. E quando ti trascuro.
E quando ti faccio fare tutte le faccende di casa. E... lo sai che ti amo, vero?
–
-
Hermione,
ma che hai? – Chiese, decisamente perplesso.
-
No, è
che... me lo diresti se... ehm... conoscessi un’altra ragazza e... ehm... –
cominciò poco convinta, tamburellando le dita di una mano e rigirandosi una
ciocca tra le dita dell’altra.
Ron la
scrutò con una strana espressione – quasi sollevata – per poi appoggiare le mani
sul tavolo e fissarla negli occhi.
-
Hermione,
io non ti tradisco. – disse, con determinazione.
-
No? –
chiese lei, insicura.
-
Assolutamente.
– ribadì, scostandosi, mentre lei sospirava un ‘okay...’. Ma appena uscì,
Hermione non potè far a meno di ripensare alla scena... magari era una commessa.
Poteva essere chiunque, effettivamente... non c’era bisogno di essere così
gelose. Si era immaginata tutto, sicuramente. Sorrise sollevata, e infilò un
foglio dentro la macchina da scrivere, improvvisamente ispirata.
23 Aprile, ore 17.59
Ron andò a stendersi sul divano, ripensando a cosa era successo. Non aveva mai visto Hermione così; cioè, non capiva proprio cosa l’avesse portata a pensare che lui la tradisse, o come le fosse venuta in mente che sarebbe potuto succedere.
Come
potevi essere così verme da tradire una persona con la quale hai passato così
tanto tempo, la persona che hai visto, non so, schiarirsi i suoi baffi
inesistenti con un intruglio non meglio identificato, la stessa persona che ha
la mania di non pulire la spazzola dopo essersi pettinata, la stessa persona che
molto spesso pur di non incolpare Grattastinchi di rovinare la tappezzeria con
le unghie si inventava dei folletti immaginari che giravano per casa e
graffiavano i muri... andiamo, devi per forza voler bene ad una persona che è in
grado di inventarsi dei folletti graffiatappezzeria e spulciarsi tutti i libri
che trova per capire se effettivamente esistono!
Soprattutto
se quella persona era Hermione.
Sorrise
perso nei suoi pensieri, per poi rendersi conto che non era arrivato al punto
della questione: come mai si era messa in testa una cosa del genere? Un pensiero
lo colpì: che avesse, non so, visto qualcosa tra lui e Jane? Ma era impossibile,
si erano visti solo due volte e sicuramente senza di lei – era totalmente
da escludere. Forse era solo una fissa, qualcosa del genere. Vabbè, tanto si era
risolto tutto... ma non era lui di solito a fare le scenate di gelosia? Pensò
sorridendo. Anche se la sua non era stata proprio una scenata...
Il suo
flusso di pensieri venne interrotto da un gufo che picchiettava insistentemente
alla finestra. Si alzò, lo fece entrare e gli porse una ciotolina con
dell’acqua, per poi aprire la lettera.
Cominciò
a leggerla, e un sorriso di trionfo gli si aprì sul viso.
-
Cos’è?
– Hermione era entrata nella stanza, incuriosita dal rumore. Ron si affrettò a
nascondere la lettera.
-
No,
no, nulla..! – disse precipitoso. Non poteva di sicuro farsi scoprire a quel
punto... ormai non poteva tornare indietro.
23 Aprile, ore 18.11
-
Cos’è?
– non finì di pronunciare la frase che vide Ron nascondere precipitosamente una
lettera – era sicura che lo fosse – dietro la schiena.
E
d’improvviso tutti i buoni pensieri che aveva fatto prima si dileguarono.
Finalmente
EFP è tornato *___* e finalmente, con fatica, mi sono messa a scrivere questo
capitolo... ringrazio tantissimo: Clo87, funkia, _Miwako_,
Evan88, babyButterfly, Xantippe, redRon,
daisy05, SiJay e la VALLYYY *_*