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Autore: TooLateForU    24/09/2011    2 recensioni
Eravamo vicinissimi, sentivo il suo respiro, e lo fissavo negli occhi nocciola, contornati da lunghissime ciglia. Avanti Georgia, pensa a qualcosa di epico da dire..Dai, dai, dai!
“Sai che ogni numero periodico ha la propria frazione generatrice?”
Oddio, che cazzo avevo detto?!
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei ringraziare tutte quelle sante ragazze che recensiscono, o che solo leggono in silenzio. Vi adoro <3
 
 
“Muoviti! Sono in ritardo, cazzo!” urlai, girandomi solo un attimo verso Justin, che mi seguiva correndo.
Controllai velocemente l’orologio allacciato al polso sinistro, e senza trattenere un verso strozzato mi accorsi che ero in ritardo di quindici minuti. Mi avrebbero ucciso, maciullato e poi avrebbero buttato i miei resti nel bidone della mensa..Ma il peggio del peggio è che avrebbero anche chiamato mia madre, e quella sì che sarebbe stata una catastrofe.
“Gee, aspetta, fermati!” esclamò Justin, dietro di me. Io scossi velocemente la testa, mentre saettavo tra le macchine parcheggiate là sul marciapiede. Porca miseria, quanto cazzo era lontana quella scuola?!
“Fermati un attimo!” feci finta di non sentirlo. Quale parte di ‘Sono in ritardo, cazzo’ non gli era chiara?  
Ad un tratto sentii qualcosa trattenermi per la manica sinistra, e dovetti fermarmi, rischiando di cadere con il culo per terra.
Io lo ammazzo. Lo ammazzo con le mie mani.
“Justin, CHE VUOI?” mi girai furiosa verso di lui, sperando di incenerirlo con uno sguardo.
“So che ti è difficile fare qualcosa che non sia urlarmi contro, ma prova a ragionare..” iniziò, prendendo fiato dopo la folle corsa.
“Ah ah, divertente. “
“Se entri adesso tutti si accorgeranno che sei in ritardo e che sei stata fuori scuola a pranzo, mentre se non entri affatto potranno pensare che ti sei sentita male, o cose così.” continuò, guardandomi con l’aria di chi la sapeva lunga.
Ruotai gli occhi al cielo. Questo ragazzino aveva totalmente dimenticato cosa significare una persona anonima e normale, con dei doveri.
“Justin caro, questo non è il mondo delle Superstar, pieno di mini pony arcobaleno e soldoni, questo è il pianeta Terra.” arricciò il naso, incrociando le braccia al petto “Mi hanno vista tutti stamattina, a scuola, e stavo benissimo. Se torno ora posso dire che ero rimasta chiusa in bagno,o cazzate così..” finii, facendo un gesto vago con le mani.
“Bloccata nel cesso, questo sì che è un piano astuto! Neanche l’FBI riuscirebbe a smascherarti.” mi prese in giro, appoggiandosi alla portiera di una macchina là vicino. Una folata di vento mi investii in pieno, e una ciocca di capelli neri mi finii davanti gli occhi. La scacciai infastidita.
“Invece il tuo piano quale sarebbe? E ‘non tornare affatto’ non è un piano, è solo una gran stronzata.”
“E invece è un’idea grandiosa! Non c’è da stupirsi, comunque, dato che è venuta in mente a me..” si pavoneggiò, mettendosi anche in posa, quasi. Io gli mollai uno scappellotto, con grande delicatezza.
“Ahia!” urlò, massaggiandosi la nuca, e lanciandomi uno sguardo ostile. Io scoppiai a ridere, divertita.
“Sai, sei cresciuto un bel po’, ma non sei ancora abbastanza grande per non essere picchiato da me.” gli dissi, dandogli una spintarella con due dita.
“Purtroppo tu sei anche più ragazza di prima, quindi non posso picchiarti.” Ribattè, con una smorfia.
“Pensa cosa direbbero i giornali! ‘Popstar mondiale malmena povera ragazza indifesa.’ ”
“E tu saresti la povera ragazza indifesa?”
“No, io sono la popstar, la ragazza sei tu.”
A malapena riuscii a finire la frase, perché Justin mi sollevò da terra e in un puro sacco di patate style mi caricò sulla sua spalla.
Non ci credo! Questo ragazzo è pazzo!!
“JUSTIN! MOLLAMI!” strillai, cercando di trattenere le risate.  Lui in tutta risposta girò su se stesso,  ed il mio urlo e  la sua risata cristallina si sparsero nell’aria.
Questo mi fa cadere e mi ammazza, me lo sento! Mi spiaccicherò sul terreno, e quelli di C.S.I verranno a farmi la sagoma bianca intorno!
“Justin, o mi molli o ti uccido!” lo minacciai, dandogli uno schiaffo sulla schiena. Magari se avessi smesso di ridere sarei anche riuscita ad incutere timore.
Mi riprese per in fianchi e dopo qualche secondo i miei piedi toccarono nuovamente terra, ed ebbi la sua faccia davanti.
“Sono ancora io la ragazza?” mi domandò, senza mollare la presa dai miei fianchi. Aveva un sorrisetto stampato sulle labbra a cuore, e i raggi di un pallido sole che spuntava dalle nuvole gli illuminavano i capelli color miele
Dovetti sbattere un paio di volte le palpebre, per non rimanere imbambolata a guardarlo. Dannazione!
“Ehm, in realtà sì..” risposi, facendogli la linguaccia. Tentai di sgusciare via dalle sue braccia, ma mi bloccò nuovamente, stringendo le braccia attorno alla mia schiena.
Eravamo vicinissimi, sentivo il suo respiro, e lo fissavo negli occhi nocciola, contornati da lunghissime ciglia. Avanti Georgia, pensa a qualcosa di epico da dire..Dai, dai, dai!
“Sai che ogni numero periodico ha la propria frazione generatrice?”
Oddio, che cazzo avevo detto?!
Fece un faccia confusa, ed aggrottò le sopracciglia. “Cos’è un numero periodico?” chiese.
“Non sai cos’è un numero periodico?! Dio mio ragazzo, ma tu nuoti nell’ignoranza..”
“Scommetto che non lo sai neanche tu!”
“E invece si!”
“No.”
“Si.”
“No!”
“Si!”
“Si!
“NO! Cioè, SI!” esclamai, correggendomi. Lui scoppiò a ridere, e slacciò le braccia dalla mia schiena. Se non fossi stata troppo impegnata a fissarlo adorante mentre rideva, mi sarei infastidita.
“Sei più fuori di mio nonno Benjamin, Gee. E lui crede che sia ancora il 1928.” Disse, senza smettere di ridere.
“Grazie, anche io ti voglio tanto bene Justin!” Ribattei, sarcastica. Gli diedi le spalle e feci finta di andarmene..Sperai si sbrigasse a fermarmi, altrimenti sarei dovuta veramente andare via, e sarebbe stato davvero pietoso.
Fortunatamente sentii una pressione sul braccio sinistro, e quando mi rigirai Mr Superstar era lì.
“Dai, guarda che nonno Benji è simpatico!” continuò, tentando di rimanere serio.
“Sai cos’altro è simpatico? Io che ti prendo a ginocchiate.”
“Oh, che cattivona che sei!”
“Senti Mr Superstar, non mi provocare.” Lo avvertì, puntandogli un indice sul petto. Fece un sorriso dolce, e si mise velocemente a posto la frangia.
“Mr Superstar è carino.” Affermò, avvicinandosi un po’ di più a me. Sentivo il cuore accelerare sempre di più- bum bum, bum bum…
Lo sentiva anche lui?
“Tu sei carino.” Replicai, senza pensare. Solo un secondo dopo aver pronunciato quelle parole mi accorsi di cosa diavolo avevo detto.
Idiota idiota idiota!
“Io non..cioè, mm, intendevo carino..ma non carino in quel senso, cioè non che siano molti sensi in cui intendere la parola ‘carino’ ma..cioè..Nnngg!” iniziai a sparare cose senza senso, velocemente, cercando disperatamente di riparare al danno fatto.
“Ehi Gee, calma, anche tu sei carina. Più di me.” mi interruppe, facendomi l’occhiolino.
Scossi la testa, decisa “Mr Superstar, non scherziamo.”
Mi prese una mano, delicatamente, poi si avvicinò al mio orecchio e disse: ‘Se io sono Mr Superstar tu sei Miss Little Star.” Sussurrò, con la sua voce calda e bassa. Non feci in tempo a ribattere che mi schioccò un sonoro bacio sulla guancia, stordendomi del tutto.
Stavo pensando di articolare qualche suono, quando si allontanò e lasciò la mia mano.
“Ci vediamo Gee.” Mi fece un cenno con la mano, camminando all’indietro. Poi si voltò, alzò il cappuccio della felpa sopra la testa e piano piano vidi la sua sagoma rimpicciolirsi.
Io rimasi su quel marciapiede, un espressione ebete e la bocca aperta in una O muta, per non so quanto. Forse dieci minuti, forse una vita intera.
“Ciao Superstar.” Sussurrai, al vento.

 
   
 
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