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Autore: Ciulla    24/09/2011    2 recensioni
Rabbrividisco al ricordo del triste incontro.
Rabbrividisco al pensiero di quei suoi occhi addolorati che mi guardano con disapprovazione mentre scherzo e rido con Rob.
Rabbrividisco mentre mi torna alla mente l’espressione che aveva mentre mi accusava di non averlo mai amato, di aver sempre giocato con lui.
Mi odio al pensiero di aver confermato la cosa.
E svengo nel ricordare il dolore lancinante di quando il proiettile del suo fucile da caccia mi ha perforato la pelle conficcandosi dentro di me.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Odio. Odio profondo verso la persona che mi sta di fronte. Che cazzo vuole da me?
“Ehm... Piacere, Ewan. Ewan McGregor.” Mi porge una mano, che io evito accuratamente di stringere.
Son tentato di sputarci sopra, quindi che non si offenda.
Abbassa la mano dopo qualche istante, con una smorfia e poche, semplici parole.
“Son venuto a vedere come sta Jude, mi sento in colpa. Perché siete arrivati in ospedale solo ora? E’ passato un sacco di tempo dal nostro incontro...”
Sono venuto a vedere come sta Jude! Gne gne gne!’ Stupida checca, Jude non vuole essere visitato da te.
“Ci siamo persi nel bosco.”
Semplice e conciso. Bravo Robert.
“Oh.”
Qualche attimo di silenzio, poi ricomincia a parlare - potete essere certi del fatto che io non contribuirò molto alla conversazione-.
“Senti, capisco che tu sia arrabbiato con me, perché, insomma, ho aggredito il tuo ragazzo e...”
“Non è il mio ragazzo” lo interrompo, e rimango basito nel constatare che è vero, non è ancora il mio ragazzo. Mmm... Bisognerà sistemare presto questa cosa.
“Sì, comunque sia, capisco che tu sia arrabbiato con me. Ma se potessimo provare ad avere una conversazione civile, avrei qualche cosa da dirti...”
Se ve lo state chiedendo, no, non sta risvegliando la mia proverbiale curiosità.
“Non mi interessa quello che hai da dirmi, a meno che tu non voglia confessarmi che stai per suicidarti, in qual caso potrei addirittura arrivare a darti il mio appoggio.”
Con questo ben poco implicito augurio di morte, mi allontano, dandogli le spalle.
Purtroppo, mi sento afferrare per una delle suddette spalle, e voltare di peso.
“Ora tu verrai con me in sala d’attesa, e ascolterai la nostra storia. Mia e di Jude.”
Pretenzioso e orgoglioso. In poche parole: odioso.


 
 
No, cara infermiera, non ho fame. No, grazie, non ho neanche sete. No, non si disturbi a portarmi un libro, non ho voglia di leggere. No, non c’è una domanda a cui potrei risponderle affermativamente, a patto che quella domanda non sia: ‘Posso levarmi dai coglioni?’
No, non ho bisogno di una camomilla.
Che palle. Questa infermiera sarà anche simpatica e sorridente, ma mi sta facendo pentire di essermi fatto togliere quel proiettile. No, davvero, ne valeva la pena?
Io sono qua dentro a farmi coccolare e viziare da questa pazza con gli occhi a cuoricino mentre il mio Rob è chissà dove con Ewan. E lei non vuole neanche darmi il cellulare! Il MIO cellulare! Non capisco neanche perché me l’abbia requisito, tra l’altro. A quanto pare ai pazienti non è permesso usarlo dopo un certo orario. Ma se son solo le sei!
No, cara infermiera, non ho sonno. No, non mi gira la testa. No, non ho la nausea.
Aspetta aspetta aspetta... Il mio salvatore!!
E’ arrivato un medico, l’ha mandata via per visitarmi. Chiunque sia, lo adorerò in eterno.
“Ciao Jude. Sono il dottor Kilmer, ma puoi chiamarmi Val.”
Gli sorrido. Quest’uomo ha tutta la mia stima.
 

L’ho seguito in sala d’aspetto, tanto non ho niente da fare e niente da perdere.
Sono sicuro che quello che mi dirà non avrà il potere di farmi cambiare idea riguardo ai miei sentimenti per Jude. Non smetterei di amarlo neanche se sapessi che nella sua vita precedente era una puttana.
“Ehi, Downey? Mi ascolti?”
Ah, ma stava già parlando?
“Sì, scusa... Puoi ripetere?”
Ewan fa un sospiro esasperato. “Ero già a metà storia, quasi.”
Che fa, mi sfotte? Ma io ora gli spacco la faccia...
Anzi, rettifico: prima ascolto la storia e poi gli spacco la faccia.
Accavallo le gambe, per mettermi comodo durante il racconto, e lui contempla il mio gesto passandosi la lingua sulle labbra.
Lo so, sono arrapante - mi piace tremendamente questa parola!- ma che ci volete fare...
“Sì, io... Dicevo...”, sospira profondamente e poi comincia a raccontarmi tutto. Semplicemente tutto.
 
 
“Allora, tu sei David Jude Heyworth Law, nato a Londra il 29 dicem...”
“Sì, sono io.”
Dovete sapere che odio quando la gente ripete i miei dati personali ad alta voce. Mi infastidisce.
Il dottore sorride - e ora come minimo salta fuori che l’infermiera è sua figlia - e comincia a mostrarmi le lastre di un osso della mia gamba, parlandomi della frattura avuta, della necessità di tenere la gamba a riposo per permettere alla frattura di guarire e di non estendersi, e che cazzo io non ci capisco niente è Rob che sta per laurearsi in medicina qui, non io.
A proposito di Rob, chissà cosa sta succedendo con Ewan. Si saranno già presi a botte? Se sì spero che Robert gli abbia fatto un occhio nero. E magari anche spaccato un labbro. Se poi gli avesse sparato, non mi lamenterei, ma non posso volere troppo dalla vita.
“Ehi? Mi ascolti, Jude?”
La voce del dottor Kilmer mi riporta alla realtà.
“No, mi scusi dottore, io stavo pensando a...a... ad altro...”
Sorride. “Niente dottore. Io sono Val.”
Sorrido anch’io, di rimando. “Bene, Val. Comunque non la stavo ascoltando ugualmente.”
“Bravo ragazzo. Ora vado, tu riposati. Vuoi che ti chiami l’infermiera?”
“NO!!! Cioè, no, grazie. Non ne ho bisogno.”
Il dottore - Val, Val, si chiama Val! - scoppia a ridere. “Sai, è un po’ esuberante, a volte, ma è davvero l’infermiera migliore e più efficiente che abbiamo.”
Devono essere messi proprio male in questo ospedale. Se mai diventerò ricco farò una donazione per assumere infermiere competenti. E possibilmente che non spingano i pazienti al manicomio.
No, dai, però in fondo mi è sembrata coscienziosa.
Moooolto in fondo.

 
 
“Io e Jude ci conosciamo da quando abbiamo tre anni, eravamo vicini di casa a Londra. C’eravamo incontrati per caso in cortile, durante una nevicata, e dopo qualche minuto ci eravamo ritrovati a lavorare sullo stesso pupazzo di neve. Lui aveva una carota per il naso, io i bottoni per la pancia: ci completavamo a vicenda. Così è nata la nostra amicizia.
Col passare del tempo, è diventata una cosa molto più seria. Non consisteva solo nell’essere compagni di giochi. Eravamo alla stessa scuola, e ogni giorno uno andava sempre alla casa dell’altro, a fare i compiti, a chiacchierare, a fare merenda. Avevamo anche molti altri amici, ma per me esisteva solo lui, e lo stesso era per Jude.
Venne il periodo in cui si è adolescenti, si comincia a pensare a primi amori. I nostri compagni fantasticavano su belle ragazze con grandi tette e chiappe sode, noi eravamo attratti dal’altro sesso. Quello che secondo i nostri compagni cresciuti da genitori omofobici, era il sesso sbagliato.
Abbiamo avuto un paio di ragazzi, generalmente conosciuti in vacanza, ma mai niente di serio.
Questo finché non ci siamo trovati. Finché non abbiamo notato che dopo una delusione d’amore ci buttavamo l’uno nelle braccia dell’altro per ottenere consolazione. Perché cercare altrove, se la felicità era così vicina? Ci fidanzammo all’età di tredici anni, dieci anni dopo esserci conosciuti. Pur essendo ragazzini, avevamo ben chiaro quello che volevamo dalla vita.
Per un anno tutto andò bene. Eravamo felici, i nostri compagni cominciavano addirittura ad invidiarci.
Poi i suoi genitori dovettero trasferirsi a New York. Lui mi aveva giurato che ci saremmo sentiti ancora, che niente tra di noi sarebbe finito, ma io ero depresso. Tuttavia gli sono rimasto fedele, pur sapendo che di lì a poco non ci saremmo più visti.
Il giorno prima della sua partenza, mi vide mentre discorrevo con un mio amico, Guy Ritchie. Gli stavo parlando di quello che provavo, della confusione, dell’abbattimento per la partenza imminente di Jude, ma lui nel vederci così vicini ha frainteso tutto, e si è arrabbiato. E se l’è presa con Guy, pestandolo a sangue. Lui è rimasto in ospedale per tre settimane, e tuttavia non ha voluto denunciare il fatto.
‘Lo capisco, Jude ha ragione.’ Continuava a ripetere.
Mi è venuto qualche dubbio, ho indagato, chiesto in giro, e alcune foto alla fine mi hanno rivelato che Jude, mentre era fidanzato con ME, si vedeva anche con Guy. E non solo come amico. E i loro rapporti fisici non erano solo baci.
Mi ha spezzato il cuore. Quella sera l’ho chiamato. La prima cosa che mi ha chiesto quando ha risposto è stata come si sentiva Guy. Gli ho urlato contro tutto il mio odio, tutta la mia frustrazione, è lui ha capito che sapevo tutto. Allora mi ha semplicemente riattaccato il telefono in faccia. Ho provato a richiamarlo nei giorni seguenti, ma mi dava numero inesistente. Non ha risposto alle mie lettere, alle mie meil. Dopo quell’episodio, che è rimasto impresso nel mio cuore come il momento più brutto della mia vita, non l’ho mai più sentito né visto fino a ieri, e neppure Guy. Ha voluto tagliare i ponti con il passato, con tutto ciò che gli ricorda la sua codardia e il suo comportamento vergognoso.
Tuttavia, volevo rivederlo. E’ con questo desiderio che mi son trasferito qui a New York. Lui lo sapeva, ma penso non te l’abbia mai detto, come penso non ti avesse mai detto chi ero io o semplicemente che lui era gay. Quindi, alla luce di questi eventi, mettiti in testa una cosa. Il Jude che conosci tu non è vero. E’ solo una maschera, una finzione. Spezzerà il cuore anche a te, e se ne andrà lasciandoti solo. E allora non potrai dire che non ti ho avvertito.”
Sono rimasto in silenzio per tutto il racconto, e devo dire che mi ha coinvolto parecchio. Dietro l’odio e il disprezzo, intravedo del sincero dolore negli occhi di Ewan. Non ha mentito. Tutto quello che mi ha detto è la sacrosanta verità, ciò che lui davvero pensa.
Ma ho bisogno di una seconda versione della storia. Mi alzo, do le spalle a quel ragazzo borbottando un saluto, mi dirigo verso la stanza in cui tengono Jude. 




Angolo dell'autore
Ho già aggiornato, ed eccovi la storia di Jude ed Ewan... Ciaooooo
   
 
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