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Autore: cdm    05/06/2006    1 recensioni
agli immortali è vietato entrarci, ai mortali uscirne
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Titolo:Ciclico

Introduzione:agli immortali è vietato entrarci, ai mortali uscirne

Avviso: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni, i fatti e i personaggi non sono esistiti o esistenti.

 

Il ghiaccio diventa acqua.

L’acqua diventa aria.

Io rimango qui da solo in questa landa

col ricordo di te

e con la dolcezza di me.

 

È questo pensai quando vidi quella tomba davanti a me.

La tomba di colui che si ama.

Tua.

Freddo, il mio cuore è ghiacciato, sto morendo, no, non è vero , ma qualcosa di me è morto, cosa mi hai rubato dolce pensiero, canzone di straziante romanticismo.

Romanticismo?

Ma dove?

Eravamo molto più ruderi, quasi come i protagonisti di quel film, ma non altrettanto stupidi, però alla fine come quella pellicola uno dei due sopravvive e l’altro invece è in pace, bello e morto.

Sei uno stronzo.

Tipico tuo.

Il più bello, oltre che bono, nelle fantasie di tutte le donne, di alcuni uomini e nella mia realtà.

E come al solito mi hai lasciato per una bella donna, dalle vesti neri e da una prepotente falce.

Addio, perché piangere?

Per chi?

Tu non hai nessuno diritto di far piovere il distruttore, malinconico amore, dal mio volto.

Abbandonato, come al tuo solito, dovevi sparire con qualcuno, altrimenti non saresti stato tu.

Ti amo.

Dopo tutto ciò che ti sto dicendo, non riesco a dirti altro che ti amo, sempre di più, probabilmente ti perdonerò anche per questa tua ultima umiliazione verso colui che ti sopportava.

Mi sento solo.

La vita continua, ignorandomi, nessuna spalla consolatrice, nessuna parola per rompere questo silenzio mancante di ogni tua frustrante lemma e piena delle mie lamentele.

Ricordo quando ti ho visto.

La prima, l’ultima non importa, mi ricordo di te seduto su una panchina con i tuoi occhi fissi su ogni passante, tu amavi l’essere umano.

Le tue mani gigantesche trattenevano un libro che non hai mai apprezzato, il tuo petto muscoloso a malapena coperto da quella “stupida” camicetta bianca.

Elegante quel poco, per darti l’aria di playboy, ma non solo quella era; ogni giorno respirarti è stato assuefacente, se anche alla fine io cadevo in un baratro degno di un drogato.

Tu bellissimo, io cretino.

Avvicinarmi a te sedermi, giocare, provarci, cadere in quella disperazione in cui avevo fatto cadere, altrettante anime dannate.

Sei stato la punizione per le mie colpe, sei stato il mio dolore più lussurioso, sei esistito.

Colpe, pieno di colpe sono, tue, mie e solo io, ora,devo renderne atto.

Solo, sia tu che io, tu sei insofferente a ciò vero?

Io invece ne patisco tutte le controindicazioni, normale,perché io non dovrei essere qui, non mi sarei dovuto mai presentare, mai entrare in contatto.

Col fuoco ci si può bruciare, quindi devo bruciare, peccante di vita, peccatore di morte.

Ti ringrazio di aver condiviso la vita con me, almeno una parte.

Ora vivrò, seguirò la strada, che mi hai battuto, esaudirò il nostro sogno, farò ascoltare il tuo cuore al mondo, mio stronzissimo amore.

 

Iniziò a camminare, lontano dal mondo, quella terra che gli uomini chiamano quotidianità,essa moriva dietro ai suoi passi, un’altra ombra in un passato inesistente e come il ghiaccio diventa acqua, quest’ultima diventa aria,e poi ritorna tutto come prima, lui metteva altra cenere attendendo che diventasse una fenice, il ciclo,però, non risparmia nessuno.

Neanche gli immortali.

 

Perciò se non volete fare la stessa fine, o voi angeli o voi diavoli, non toccate ciò che muore altrimenti il tacito requiem vi colpirà.

Perché la solitudine è il requiem di un anima morta.

  
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