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Autore: Rota    25/09/2011    1 recensioni
-Matt! Ehi, Matt! Svegliati! Matt, svegliati!-
Fu la voce di Alfred a rubarlo, con forza e prepotenza, al mondo dei sogni. Dovette stroppicciarsi più volte gli occhi, colpa anche del notevole male al cranio che gli intontiva completamente i sensi e la posizione innaturale che aveva assunto e mai più cambiato nel cadere come un masso sul proprio letto.
Il fratello lo aiutò nel processo, cominciando a scuoterlo come uno straccio sporco. Matt non ebbe neanche la forza di insultarlo o pregarlo, semplicemente, di smetterla.
Alfred aveva la pessima abitudine di trattarlo come gli pareva, senza avere molta cura di qualcosa che fosse al di là della sua persona. Matt aveva sempre pensato a lui come un bambino troppo cresciuto – e per questo impossibile da colpevolizzare – ma c’erano certe volte che avrebbe tanto voluto prendere la propria mazza da hockey e spaccargliela in testa, conservando sempre tutta la ragione possibile.
Quello era uno di quei momenti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, Francia/Francis Bonnefoy, Russia/Ivan Braginski, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 13

 
 
Every time that I look in the mirror
all these lines on my face getting clearer
the past is gone
it went by like dusk to dawn
isn't that the way
everybody's got their dues in life to pay(7)
 
La gente grida attorno a lui – lo ha sempre fatto, senza mai rinunciare a urlare il proprio intervento con esagerata energia, senza comprendere quanto una minaccia sussurrata possa essere più pericolosa della lama di un coltello.
La gente urla attorno a lui, lanciando insulti e parole dure e prive di delicatezza al suo indirizzo.
Dicono che ha quasi ucciso un uomo, in quel raptus di pura follia.
Lo chiamano ubriacone, barbone e finocchio – specialmente l’ultima, ma con epiteti anche più colorati.
Ivan sorride, perché sa che loro si sbagliano.
Ha calcolato bene, prima di picchiare quel viscido verme a due zampe. Un solo colpo alla testa, per stordirlo – poi il resto sopra gambe e braccia, per fargli sentire più dolore possibile. Forse ha calcolato male la forza del primo colpo, perché davvero si è stupito quando è uscito dal cranio del ragazzo tutto quel sangue.
Non ha smesso, però, perché non ha potuto certo provare pietà per lui. Non dopo quello che ha detto a Francis.
-Brutto frocio!-
Lo ricorda perfettamente, è come marchiato a fuoco nella sua memoria.
-Brutto frocio!-
Lo ricorda, e la rabbia lo assale di nuovo. Ma non è stata solo quella battuta a scatenare il tutto, Ivan ha imparato, da quel brutto episodio, a saper gestire la stupidità delle persone.
Sono stati i suoi occhi a farlo arrabbiare a tal punto – è stato lo stesso guardo che il signor Wang gli ha rivolto, così tanti anni prima.
E la rabbia del momento si è sovrapposta e aggiunta alla rabbia di quel tempo.
Ivan sospira, mentre gli arriva in viso un altro schiaffo. Non fa male, serve solo a intimidirlo. Prima, qualcuno gli ha versato della birra sullan in testa, ma quando ha replicato che preferisce la vodka a quel piscio i poliziotti si sono arrabbiati e hanno gridato ancora di più.
Guarda nel vuoto, immaginando di essere lontano – e sorride, cercando davvero di accontentare quei poliziotti che lo vogliono caduto e agonizzante.
Provò a parlare con tranquillità, ma nessuno parve credergli. Ha già detto loro di non conoscere neanche Bruce, che quello della serata è stato il loro primo e unico incontro e che non ha mai davvero pensato di ucciderlo o qualcosa del genere. Ha solo desiderato, per quel secondo fondamentale, di tappargli la bocca. E così si era comportato, coerente con sé stesso.
Ma i poliziotti gridano ancora che non è possibile, che sta mentendo e che è un brutto finocchio.
Allora torna a guardare il tavolo, immaginando un basso e una chitarra che suonano assieme, e alla fine ogni rumore diventa una melodia rassicurante.
   
 
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