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Autore: rui    25/09/2011    5 recensioni
"Le grida sovrastavano la musica. Ansimavo leggermente e sulla mi fronte vi era un velo di sudore: quel tipo si era rivelato piuttosto duro da battere. Diedi una rapida occhiata in giro... e lo vidi. Appoggiato al muro, un tavoletta di cioccolato fondente in mano e gli occhi di ghiaccio che mi trapassavano. Per un attimo fui catapultata indietro di alcuni anni: un passato che avrei voluto dimenticare per il troppo dolore patito. Perché 'lui' era qui?"
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, Mello, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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_In fine giustifica i mezzi.


Il 16 agosto...
Domani...
Passai il 15 tormentata dai pensieri più catastrofici: ipotizzai che Mello avesse già messo la foto su Internet, e che mi volesse incontrare per farmi avere qualcosa per poi darmi l'illusione di averli salvati. Non gli sarebbe però convenuto, perché poi le informazioni non le avrebbe avute. Poteva invece tenere la foto per ricattarci, ma in quel caso bastava che scrivesse "questa la teniamo noi, nel caso pensiate di tradirci". Allora cosa serviva incontrarmi?! Voleva farmi fuori così da dimostrare che non scherzavano? Oppure voleva rapirmi? Sapeva quanto Joe teneva a me: in questo caso, però, a cosa serviva prendere la foto? Poteva trovare altri modi per prelevarmi.
Mi arrovellai il cervello per un numero indefinito di ore e se qualcuno provava anche solo a parlarmi, gli rispondevo male.
Avrei potuto barattare la foto con...
-Rui?-
...però in quel caso non avrei più potuto usufruirne dopo.
-Rui?!-
Ma non potevo far rischiare la vita alla mia famiglia! Mello...
-RUI!!-
-DANNATO!!- urlai, dando voce ai miei pensieri.
Vidi che Sean mi guardava.
-Sì?-
-Ti ho chiamato tre volte.-
-Oh. Davvero? Non mi sono accorta.-
-Ho notato.- mi fissò preoccupato, poi si sedette sul divano di fianco a me -Che hai oggi? Sei sfuggente e costantemente persa nel tuo mondo!-
Scrollai le spalle:-Ho solo molti pensieri.-
-Non è che sono dovuti ad una cosa in particolare?-
Lo guardai: possibile che sapesse della foto?!
-Per esempio al biondo con cui parlavi ieri sera? Era il tipo della Wammy's, no? Quello per cui avevi una cotta!-
No, non sapeva della foto.
Sbuffai sonoramente e feci per alzarmi: -Non avevo alcuna cotta per nessuno, Sean!-
Mi bloccò per un braccio: -Si si...- agitò una mano come per dire "farò finta di crederti" -C'entra comunque, però. Rui, io credo di conoscerti abbastanza bene e lo vedo che quel ragazzo ti fa uno strano effetto!-
-... Sei sulla pista sbagliata.-
-Aha. Certo come vuoi.- mi lasciò -Tanto a me non la dai a bere!-
Mi allontanai. Nonostante i miei pensieri riguardassero un'altra cosa, Sean aveva ragione: Mello mi faceva uno strano effetto. Se fosse stato qualcun altro, l'avrei subito rintracciato e gli avrei messo la canna della pistola in gola pur di fargli dire dove era la foto e, nel caso non avessi nulla da ricavare da quella persona, lo avrei ammazzato. Ma con Mello era diverso: c'era qualcosa che mi imponeva di fare la brava bambina e seguire i suoi ordini. D'altronde, sarebbe bastato trovare il nascondiglio dei malavitosi e metter loro una bomba sotto casa, dopo di che accertarsi che tra le macerie ci fosse anche il suo corpo. Invece no. Dovevo rendere la cosa più difficile!
Uscii e per andare in palestra: dovevo tenermi occupata in qualche modo e scaricare la tensione. Mi bloccai dopo pochi metri, riflettendo sui miei pensieri di prima: se c'era in gioco la mia famiglia, potevo diventare esattamente come loro. Anzi, non solo in quel caso, anche per ottenere informazioni.
Mello aveva ragione: il fine giustifica i mezzi.

Guardai il display del cellulare: 15.40 del 16 agosto. Mi guardai intorno, nel cantiere della periferia di Los Angeles: dovevano costruire l'ennesimo grattacielo, ma ci furono dei problemi e di conseguenza il progetto fu abolito e quella zona venne chiusa. Mi chiesi come mai non l'avessero utilizzata per qualcos'altro, invece di abbandonarla. Comunque dovevo ammetterlo: era il luogo ideale per un incontro clandestino visto che non c'era anima viva. Il sole picchiava e non si trovava sollievo nemmeno all'ombra: in sostanza, si moriva dal caldo.
Cuffie nelle orecchie, mi controllai in un vetro impolverato e sporco, sistemandomi alla meglio gli shorts e la canotta bianca. Non avevo con me armi, non volevo usarle contro di lui. Non era una scelta molto saggia, ne ero al corrente, ma una parte di me mi aveva impedito di prendere la pistola. Mi sistemai la coda di cavallo: non riuscivo a stare ferma. Guardai per l'ennesima volta l'ora: 15.47.
E che cazzo ti vuoi muovere? Non ho intenzione di aspettare tutto il giorno qui come una demente! Nonostante la musica nelle orecchie, avvertii dei passi alle mie spalle: attraverso il vetro vidi Mello.
Deglutii e mi voltai: avevo pianificato vari piani di fuga nel caso la situazione fosse degenerata.
Lo osservai attraverso gli occhiali da sole: non riuscii ad arrivare ai suoi occhi di ghiaccio sia a causa delle mie che delle sue lenti oscurate. Si fermò a pochi metri da me, una mano in tasca e l'altra, che teneva la cioccolata, portata alla bocca. Lentamente, mi tolsi gli auricolari, arrotolandoli e mettendoli nella tasca della shorts: solo dopo ebbe la mia completa attenzione. Sorrise sghembo, soppesandomi da capo a piedi.
-Che cosa vuoi?- chiesi dopo un po', a disagio.
Finii tranquillamente di mangiare la cioccolata, come per dimostrarmi che al gioco "aspetta i miei comodi" era più bravo lui.
Deve sempre essere più bravo lui.
Ne approfittai per squadrarlo, maglia di pelle senza maniche, guanti e pantaloni del medesimo materiale e anfibi: da crepare di caldo! Senza volerlo, mi soffermai sui lacci delle braghe, reputandoli a dir poco eccitanti. Scossi la testa: ma che andavo a pensare?! In quella situazione poi! Che mi importava come si vestiva: insomma mica ero lì per... Oddio, non pensare a cose del genere, Rui! pensai imbarazzata, cercando comunque di darmi un contegno, perché non sarebbe stato molto furbo arrossire così di punto in bianco, inoltre Mello non era scemo, avrebbe capito perché! Stupidi ormoni!
Nel mentre, incurante del mio terremoto interiore, il biondo accartocciò la stagnola, gettandola da una parte, per poi tirar fuori la mano dalla tasca e con essa la foto.
Serrai la mascella.
Avanzò di un passo e d'istinto arretrai andando a sbattere contro il vetro: un'espressione di disgusto si dipinse sul mio volto rammentando la sporcizia a cui ero finita contro. Questo fece divertire ancora di più il biondo.
-Tranquilla. Se ti avessi voluto morta ti avrei già ammazzata.- disse con una leggerezza che mi fece percorrere la schiena da un brivido.
-Che cosa vuoi?- ripetei, dandomi un contegno.
-Quanta fretta. Prima di tutto voglio parlare.-
-Abbiamo già parlato l'altra sera.- replicai lapidaria.
-Non mi pare tu sia nella condizione di rifiutare una chiacchierata con un vecchio amico.-
Digrignai i denti: odiavo quando mi toglievano la possibilità di scelta: mi sembrava di essere in trappola.
-Una bella famiglia.- disse, mentre osservava l'immagine -Sarebbe un peccato che le succedesse qualcosa.-
Strinsi i pugni, generando le risate del biondo.
-Ahah! Sembri una tigre in gabbia! Datti una calmata cazzo, non ti mangio mica!- fece una pausa -Potrei fare molto di peggio.-
-...Era questo che intendevo.-
-Cosa?-
-Sei diventato... spietato, esattamente come un mafioso.- notando che stava per commentare, mi affrettai ad aggiungere -E non venirmi a parlare del fine che giustifica i mezzi, perché ne so quanto te! Però...-
-Però?-
Rimasi in silenzio.
-Tu questo non l'avresti fatto, vero? Mettere in una condizione come questa una persona a cui hai voluto bene...- disse dopo un po'.
-Ti ho già detto che le informazioni le avrai, che altro vuoi?-
Non rispose.
Stavo per scoppiare: non riuscivo più a reggere quell'attesa, quell'ansia. Quella paura.
-Ti assicuro, però,- continuò -che non sono venuto qui per parlarti in veste di mafioso, quanto come vecchio amico.-
Risi forte: -Ahahah!!!! Certo perché un vecchio amico minaccia di uccidere i tuoi cari! Non sparare stronzate del genere, fammi il favore.-
Sbuffò: -Speravo fosse più semplice parlarti.-
-Facciamo una bella cosa: parliamo quanto ti pare, ma una volta finita la conversazione, tu mi dai quella foto.-
Osservò di nuovo l'immagine: -Sono sempre stati la cosa più cara che tu avessi, ma adesso sei ancora più attaccata a loro... Che sia successo qualcosa che vi ha fatto avvicinare ulteriormente?-
Scossi la testa: -È la mia famiglia: questo spiega tutto. Non mi aspetto che tu capisca.-
Mi morsi la lingua: avevo detto una cattiveria.
-Non credere che io non abbia voluto averne una.- replicò irritato -E la Wammy's house non può definirsi tale.-
Potevi unirti alla mia...mi sorpresi a pensare.
-Perché siete venuti a Los Angeles?- chiese.
-È una storia lunga.- cercai di far cadere la discussione: sapevo che non si sarebbe bevuto una bugia, esattamente come aveva capito che io le informazioni le avevo.
-Come l'hai capito? Che potrei avere delle informazioni, intendo!-
-Da come mi hai parlato fuori dal Phantom.-
-Potevo semplicemente non avere voglia di parlarti.-
-Ovvio, ma hai liquidato quell'argomento più velocemente degli altri, inoltre sei troppo sveglia per non averne.-
-Quindi vuoi ricattarmi per aver le mie informazioni.-
-Corretto.-


****angolo autrice****

Eccomi come promesso! Allora, premetto che questo capitolo è venuto un po' così: personalmente non mi fa impazzire, ma dovevo scandire gli eventi, quindi chiedo perdono!! *si inchina* Non ho altro da dire: se ci sono punti oscuri chiedete, mi raccomando! ;)

-2 capitoli a "ciò che è successo quella notte"!!! xD

Baci, rui

  
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