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Autore: voiceOFsoul    25/09/2011    1 recensioni
“Volevo fossi tu” è liberamente ispirato ad una storia vera. Liberamente nel senso che non è realmente accaduto tutto ciò che leggerete.Seguirete Ram e Dario nella loro “never ending story”, la loro “storia infinita”, desiderata a quanto pare da sempre e da tutti. La storia è rapida, di corsa come è la vita vera.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lunedì pomeriggio. Ram era sul letto e pensava a come sarebbe stato ritrovare Dario, parlare di nuovo con lui. "Non è più il bambinetto di quattro anni fa, chissà com'è diventato."

Lunedì pomeriggio. Dario era sull'SH per andare a lavorare. Era in ritardo, come sempre, ma per il momento poteva permetterselo dato che il datore di lavoro era suo zio. Lo posteggiò al solito posto ed entrò di corsa nel bar.
- Tranquillo Dario: lo zio ancora non è arrivato e con la zia ti ho coperto io! - lo rassicurò la ragazza alla cassa.
- Grazie Gloria! -
- Ma non ti ci abituare: tu tra un mese te ne vai, ma io ci devo restare qui! Non rischio che lo zio se la prenda con me perchè Mr.Vanitoso ci sta due ore per uscire da casa! -
- Dai sorellina...in fondo sto migliorando! -
- Zitto e lavora. - gli lanciò il grembiule blu che doveva indossare con il simbolo del bar. Dario lo legò ai fianchi e iniziò a darsi da fare dietro il bancone.

Ram si faceva trasportare troppo dall'immaginazione. Si era raffigurata in mente, proprio come un film, tutta la situazione, ma adesso era presa dal panico. "E se invece..." Improvvisamente si guardò allo specchio e capì che stava esagerando.
- Ram, Ram! Ma che combini? Perchè sei così preoccupata? In fondo stai solo andando da un amico che conosci da tanto tempo...cosa potrebbe andare storto? -
In quattro anni non aveva mai avuto il coraggio di incontrarlo, perchè aveva paura. "Ma paura di cosa? BHO! Certo che sono una povera idiota!" Sorrise alla sua immagine riflessa, poi rise di sè stessa, delle sue paure ingiustificate, della sua ansia quando si parlava di Dario...del suo parlare da sola allo specchio!
- Dilla la verità...è che ti piace! Ti piace da quando vi siete conosciuti, vero? - Continuò a ridere - Ora basta parlare allo specchio, è il momento di muoversi! -
Iniziò a vestirsi. "Che mi metto? Allora...i jeans larghi no perchè a Dario non sono mai piaciuti, quelli chiari sono in lavatrice, quelli scuri non mi piacciono...AIUTO!" Alla fine optò per un paio di jeans scuri a vita bassa, larghi al punto giusto e pieni di tasche. "E ora la maglietta...Questa? Troppo scollata...non sono in vendita! Questa? No, fa troppo caldo..." Dopo un paio di quarti d'ora scelse quella che sembrava la più adatta: una t-shirt con delle scritte colorate su sfondo nero, che con quei jeans bassi lasciava scoperto qualche centimetro di pelle, ma non troppi! Si guardò frontalmente...poi di profilo...se ricordava bene i gusti di Dario, non avrebbe potuto scegliere meglio. Allacciò le NIKE nere e infilò il giubbotto di jeans. Prese ciò che le serviva per la lezione privata e lo costrinse nel bauletto del motorino. Tentò di accenderlo e per la prima volta da molto tempo ci riuscì subito. Stava per partire, ma fu assalita da un dubbio. "E se non lavora oggi? Meglio mandargli un sms...ma senza rovinare l'effetto sorpresa!"
'Ehi Dario...che fai?'
'Lavoro...tu?'
Ram non rispose. Infilò il Motorola nella tasca superiore del giubbotto e accellerò. La strada era quella che faceva sempre per andare in palestra, ma continuava ancora per poco ad infiltrarsi nel paese. Si infilò nella traversa precedente a quella del bar, fermò l'MBK vicino all'ingresso di un panificio. Il profumo del pane caldo la investì quando un ragazzo aprì la porta per uscire. Scese dal motorino e lo salì sul cavalletto. Aprì il bauletto per prendere la catena e la fissò alla ruota posteriore. "Nessuno tenterebbe mai di rubarlo, ma non si sanno mai le cose della vita! Chi poco ha, caro tiene! Metti che c'è uno più disperato di me..." Poi iniziò a camminare verso l'entrata delle scuole medie. Arrivata lì doveva solo attraversare la strada, spostare la tendina, aprire la porta e salutare, ma non ce la faceva. Il cuore aveva iniziato a batterle fortissimo e stava seriamente pensando di tornare a casa. Fissava quella porta a vetri, ma non riusciva a vedere al di là di questa. Prese il cellulare e iniviò un messaggio. 'Che palle! Sempre a lavorare...' Lo tenne in mano mentre attraversava distrattamente la strada rischiando di essere messa sotto da qualche autista di fretta. Arrivata sul marciapiede di rimpetto, realizzò che solo quella porta a vetri la separava da Dario. Il cuore era ormai impazzito e aveva paura che chiunque passasse riuscisse a sentirlo. Il Motorola vibrò.
"Nuovo Messaggio da: DARIO" 'Eh si...'
'Perchè non ti prendi una pausa?'
Aspettò qualche secondo e poi aprì la porta. Dietro il bancone, intento a giocherellare con il cellulare, c'era un barista biondo, c'era lui. - Buongiorno! - restò così immobile, sorridendo, sulla soglia della porta.
- Ciao. - Dario la guardò distratto per tornare a dedicarsi al cellulare. Alzò nuovamente lo sguardo. Stavolta si trattenne di più. Guardò quegli occhi e improvvisamente capì. Il suo sorriso si aprì. Senza dire una parola, uscì dal bancone e le si pose davanti. - Ram? -
- Dario? -
- CIAO! - la abbracciò forte, lei ricambiò affettuosamente. Ram lo guardò, era più alto di lei ormai, e di un bel pò di centimetri. Ma aveva ancora quel sorriso che le piaceva tanto, quello che gli arricciava le guance e gli illuminava gli occhi: no, non era cambiato! Era proprio lui, Dario Simoni. In quel momento sembrava proprio quel tredicenne a cui aveva detto addio il giorno dopo gli esami. - Cavolo non pensavo che venissi davvero! -
- Io mantengo sempre le mie promesse, l'hai dimenticato? -
- No...ma non speravo...cioè non immaginavo... -
- Dario calmati! -
- E come faccio? KEKKO...Kekko vieni qui muoviti! -
- Kekko? C'è anche tuo cugino? -
Da dietro una tenda spuntò un ragazzo alto, dalla carnagione scura, i capelli neri modellati accuratamente: "Cavolo! Kekko? E chi l'avrebbe mai riconosciuto?"
- Hai visto chi c'è? -
- Una ragazza? - "Gli è cambiata anche la voce...ma è sempre il solito idiota!"
- Dai, non la riconosci? Ram... -
- RAM? Ramona? Sei Ramona Centini? -
- Carramba che sorpresa! - Ram era un pò in imbarazzo perciò sparava le battute più stupide che le venivano in mente. Era davanti al suo passato, ai suoi ricordi, a quei piccoletti che adesso erano diventati molto più alti di lei.
- Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ci siamo visti? -
- Ormai saranno quattro anni... -
- Già... - Dario non parlò più.
La fissava coi suoi occhi azzurri, belli come Ram non ricordava, forse più espressivi di quanto non avesse mai visto. Zitto e sorridente. Kekko invece la tormentava di domande. Ram rispondeva senza realmente aver ascoltato, risposte brevi e molto confuse. Gli domandò di Mirko e seppe che il suo ex-compagno di classe aveva lasciato la scuola per il lavoro, ma che si trovava meglio così e che si era finalmente deciso a maturare, cosa che invece Kekko non aveva ancora intensione di fare.
- Come va il lavoro? - erano le prime parole che Dario pronunciava da circa un quarto d'ora.
Ram smise di ascoltare Kekko che nel frattempo continuò il suo monologo su un argomento che lei ormai neanche ricordava. Si voltò verso di lui. Per un attimo si perse in quell'azzurro. A fatica riuscì a formulare una frase anche se non molto sensata. - Diciamo che va...benino! -
- Ci sai fare coi bambini? -
- Non ho molta pazienza, ma ormai ci sono abituati. -
- Quanti ne hai? -
- Due gemelli... -
- COSA? - Kekko si intromise sconsideratamente nel discorso, senza aver realmente capito di cosa si parlasse. - Hai due gemelli? - poi fissò il cugino - Ecco perchè è qui oggi: il padre sei tu! -
Ram lo fissò sconvolta prima di iniziare a ridere, poi guardò Dario che era riuscito invece a mantenere la serietà.
- Certo! - dopo qualche istante di silenzio, Dario aveva risposto molto seriamente - Non gridare però! Ora hai capito perchè in questo priodo ero strano! Sai...sapere di diventare padre di due gemelli a sedici anni...è un pò shockante... -
Kekko sembrò non aver afferrato il sarcasmo del cugino. - E ora che fate? -
- Mi sembra giusto prendermi le mie responsabilità! -
- TE LA SPOSI? -
- Pensavamo a qualcosa di meno impegnativo per il momento. -
- Che hai combinato Dario? - Gloria aveva sentito Kekko, aveva visto suo fratello parlare seriamente, quasi preoccupato, della cosa, si era allarmata e aveva deciso di saperne di più. Dario però, vedendo la sua faccia ansiosa, non riuscì più a trattenere le risate. - Non ti rischiare a ridere di una cosa così seria! - Si rivolse a Ram. - Come stanno? Dove sono adesso? -
- Ma chi? - Ram non riusciva a capire come ancora Kekko e la ragazza che si ritrovava di fronte non avessero afferrato che si trattasse di uno scherzo.
- I bambini! -
- Ma quali bambini? State scherzando! Io non ho figli, tanto meno il cui padre sia Dario! E poi...scusa...capisco Kekko che almeno mi conosce, ma tu? Farti i fatti tuoi, no? -
Gloria la guardò molto irritata. Dario smise di ridere, diventò serio. Indicò la ragazza con l'indice, e cercò di spiegare a Ram la situazuione sottovoce. - Questa...è mia sorella Gloria! -
Ram capì l'errore commesso. - Opsh! Scusa Gloria...non ti avevo riconosciuto! -
Gloria sembrò tranquillizarsi. Si voltò e, dopo un occhiataccia a Dario, diede una sberla a Kekko. - Idiota! Mi hai fatto prendere un infarto! -
- Ma dai! Davvero ho la faccia di uno che si fa fregare così? - Dario aveva ricominciato a ridere. Guardò Ram nuovamente. - Ci sediamo fuori? -
Ram annuì e lo seguì verso l'esterno del bar dove erano stati organizzati un paio di tavolini. Si sedettero l'uno di fronte all'altra, riparati dal sole, sulle sedie di plastica, separati solo dal tavolo verde. Stettero in silenzio, quasi imbarazzati, per un interminabile minuto. Ram non si capacitava di quanto ancora le piacesse, di quanto le battesse forte il cuore, di quanto non trovasse qualcosa che le sembrasse giusta da dire per rompere quel silenzio. Poi Dario provò una domanda e iniziarono a parlare, come non facevano da troppo tempo, come durante quel corso di computer. Kekko li osservava da dietro la porta e aveva già capito come sarebbe andata a finire.
- Non ti ci affezionare di nuovo! te l'ha detto che tra un pò parte? - Non riusciva a starne fuori. Doveva esserci, doveva sapere cosa si dicevano.
- Quando? - Ram non capiva perchè questa notizia non le piacesse, oppure conosceva benissimo il motivo ma non voleva ammeterlo.
- A fine mese. -
- Dove vai? -
- Germania. -
- Quando torni? -
Dario la guardò, sorrise e abbassò gli occhi. Fu Kekko a rispondere al suo posto. - Diglielo che è un C*! Ha fatto solo il biglietto per l'andata. Non vuole tornare più. -
- Sei uscito di testa? -
Kekko rispose, ma Ram non lo ascoltò. Aspettò che Dario si decidesse a parlare. - E' vero...non l'ho fatto il biglietto del ritorno...semplicemente per poter tornare quando voglio! -
- In che senso? -
- Metti che non mi trovo bene e voglio tornare a casa dopo una settimana? Oppure metti che mi piace stare lì e voglio stare di più? Senza una data fissa, quando mi girano vado a prendere un biglietto, faccio le valige e torno. -
- Certo che solo tu puoi fare questi ragionamenti prima di partire! Ma dove vai a stare? -
- Da un'amica... -
"Cavolo! Una pugnalata al cuore! Mi raccomando non gli fare capire niente, non fare capire che stai rosicando!" - E...quando l'avresti conosciuta questa tedesca? -
- Internet. -
- E...stai a casa sua per tutto il tempo che vuoi, giusto? Allora non penso che tornerai presto! -
- Stai rosicando, vero? Hai la gelosia che ti esce anche dagli occhi! - Kekko era sempre riuscito a capire immediatamente cosa provava, ma non riusciva a tenerlo per sè. Era più forte di lui. Doveva per forza inpicciarsi dei fatti di chi gli stava vicino.
- C*! sparisci? - finalmente Dario si era deciso a far capire a Kekko che doveva starne fuori, che doveva lasciarli in pace.
- DARIO, DOVE SEI FINITO? - Gloria dall'interno del bar richiamava il fratello al lavoro.
- Zittisco mia sorella e torno! Non te ne andare! - lasciò Ram fuori col cugino ed entrò a parlare con Gloria.
Ram lo seguì con lo sguardò e restò così, voltata a fissare la porta che si richiudeva, con un sorriso che doveva sicuramente essere ebete stampato in viso. "Certo che è venuto su bene, davvero! Carino...carino...carino davvero! Ora basta però...Non ci pensare più...PARLA! Dì qualcosa!" - Cavolo! - "NOOOOO! Non ci poteva essere scelta più sbagliata! Ti sei dimenticata che qui c'è ancora Kekko che ti sente?"
- Ti piace...eh? Ti piace anche tanto, vero? -
- Cosa? - Ram uscì dai suoi pensieri.
- Mio cugino. Dario. Sai, quello biondino, con gli occhi azzurri, con cui parlavi fino a cinque secondi fa... -
- Si...Cioè no! - "Che cavolo stai dicendo? Perchè lo stai dicendo?" - Cioè si, è un bel ragazzo, non gli si può negare, ma...finisce qui la cosa! -
- Cioè? Vorresti farmi credere che non ti interessa? -
- Non come tu pensi! -
Le appoggiò la mano sulla spalla. - Ram...non sei mai stata brava a dire M*! Non devi fingere con me! Ricordati che alle medie io ero l'unico a sapere tutto... -
- Tutto? Tutto cosa? -
- Dai...le scritte sul diario...il numero di cellulare...queste cose a nove anni sono importanti! -
- Quali scritte sul diario? Non l'ho mai toccato il diario di Dario, nè lui ha mai visto il mio! -
- Si, ma io ho visto il suo...c'è sempre un motivo per cui io parlo! Sembro idiota, ma in fondo... -
- ...lo sei! Non sei cambiato di una virgola! -
- Lo prendo come un complimento? -
- Prendilo come vuoi! -
- Stavate sparlando di me? - Dario era appena ricomparso sulla porta.
- Veramente no! - Certe volte Kekko capiva quando era il momento di stare zitto. - Mi facevo consigliare sui capelli, perchè ora devo andare da Reb. -
Ram fece per strammare i ciuffetti studiatamente scomposti di Kekko. - Un tocco femminile è sempre utile! -
- Si, ma ora basta, che è già tardi! Ciao ragazzi. - e andò via.
Dario si avvicinò a Ram. Erano a pochi centimetri di distanza, sorridenti e silenziosi, un pò rossi in viso ma nessuno avrebbe giurato che quel rossore fosse causato solo dal sole che iniziava a farsi sentire più forte. Non si erano accorti che Kekko ancora era fermo a guardarli: non poteva perdersi la fine del film!
- Servirebbe anche a te una sistemata ai capelli! -
- Mi servirebbe qualche altra cosa, invece... -
- CUGINO! - Kekko tornò di corsa a mettersi tra di loro. - Devo insegnarti tutto io? Quanto ci stai a smuoverti? -
- Ma tu non dovevi andare da Reb? Muoviti prima che ti lascia di nuovo! -
- Cercavo solo di aiutarti! -
- Per il tuo bene fisico e mentale, ti consiglio di sparire il più in fretta possibile! -
- Va bene! Ciao! - fece per andarsene ma ancora non si era deciso a sparire del tutto.
Ram rideva di quella situazione, sembrava davvero di essere in un film comico! - Dai, lo sai che Kekko è così! Non lo fa apposta, è semplicamente nella sua natura! -
- Scusalo...ma...dov'eravamo? -
- Mi stavi dicendo che ti servirebbe qualcosa...ti serve un aiuto con il tuo fratellino? -
- Veramente si...ma il piccolo di casa sono io... -
- Non ci sono problemi... -
Per quanto si sforzasse, Kekko non riusciva a sentirli, perciò si avvicinava sempre di più cercando di non farsi notare. Purtroppo per lui qualcuno aveva deciso di cambiare la disposizione dei tavoli. Il fianco prese una brutta botta contro lo spigolo del tavolo, provocando non solo un fortissimo dolore, ma anche un terribile rumore. Dario e Ram sussultarono uscendo dal piccolo mondo privato in un erano entrati. - Scusate l'interruzione, ma mi ero dimenticato che dovevo sistemare qui, prima di andare... -
Dario era visibilmente disturbato dalla continua apparizione del cugino che sembrava proprio non volere togliere le tende.
- A proposito Ram... - Kekko si avvicinò ai due che sembrava avessero deciso di ignorare la sua presenza. - Quei bambini di cui parlavi prima, i due gemelli...se non sono figli tuoi...di chi sono? -
Ram rispose, ma senza scollare gli occhi da quelli di Dario, in cui ormai erano totalmente persi. - Dei loro genitori! -
- Ah...ma perchè ne stavi parlando? -
- Perchè sono il mio lavoro! -
- Fai la babysitter? -
- Così dicono... -
- ...e coi genitori? -
- Che vorresti dire? -
- No, dico...per i papà c'è un extra o è compreso nel prezzo? -
Ram riuscì a staccarsi da quegli occhi e puntò i suoi, diventati improvvisamente molto minacciosi, su Kekko. - Non sono una delle ragazze che frequenti tu! Io tengo d'occhio i bambini...i papà si fanno tenere d'occhio dalle mogli o da chiunque essi vogliano, ma non da me! -
- Calma, calma! Non ti agitare! Quanto siamo suscettibili! - Dario le poggiò l'indice sotto il mento e riportò i loro visi nuovamente l'uno di fronte all'altro. - Ma quanto ti prendi? -
Ram si scostò da entrambi i cugini. - Ma per chi cavolo m'avete preso? Vi siete scordati chi sono io? -
Dario sorrise e gli si riavvicnò. - Dai...si scherzava! E poi sei tu che pensi subito alle cose negative! Io intendevo quanto ti danno l'ora per fare la babysitter... -
- Non abbastanza! E poi il prezzo può variare. -
Dario si avvicinò, le scostò i riccioli dal volto e, contro tutte le regole di buoneducazione, sussurrò dentro il suo orecchio. - E per me, quanto viene? -
- Per te? -
Dario tornò al suo posto e annuì. Ram accostò le labbra all'orecchio del ragazzo. - Per te gratis... - Tornarono a fissarsi. Stavolta avevano entrambi uno strano sorriso malizioso. Avevano intuito che ciò a cui pensavano dallo stesso momento in cui si erano incontrati nuovamente era uguale a ciò che c'era nella testa dell'altro.
Solo una voce spezzò il silenzio. - Che siete carini! Vi guardate come due che si voglio baciare, ma non lo fanno perchè sono in pubblico! -
- Stavolta lo ammazzo! -
Dario stava per dirne di tutti i colori, ma Ram lo anticipò. - Ci hai pensato che forse è perchè un cugino idiota non si decide ad andarsene per la sua strada? -
- Ah, il problema sono io? Scusate...allora sparisco! - stavolta sembrava aver davvero afferrato il concetto. Dario e Ram si guardarono a lungo, ma il cellulare di Dario iniziò a vibrare. - Tranquillo, rispondi. - Dario infilò la mano nei pantaloni e uscì il Nokia. - Chi è? -
- Quell'idiota di Kekko! 'Datti da fare!' -
- Ci sono cose che non cambieranno mai! - Ram tirò fuori il Motorola e guardò l'ora. - Cavolo è tardi! Devo andare! -
- Che devi fare? -
- Ho la lezione privata. -
- Non la puoi saltare? -
- Flying mi uccide! -
- Dove ce l'hai il motorino? -
- Se ti riferisci a quella specie di bicicletta a motore, è fermo dietro l'angolo... -
- Ti accompagno? -
- Se ti va... -
- E me lo chiedi? -
Lei si incamminò seguita a ruota da Dario. Fece un cenno di saluto a Gloria e Kekko e uscì dalla porta a vetri. Gloria stentò un saluto: non le era mai piaciuta quella ragazza e vedendo suo fratello seguirla doveva fare qualcosa. - DARIO DOVE STAI ANDANDO? Torna qui. -
- Torno tra un pò. -
- Cavolo Dario, mettiti a lavorare...come la mettiamo se torna lo zio e non ti trova? -
Si allontanò da Ram per avvicinarsi alla sorella. - Gloria ti prego non rompere, è importante. Ti giuro che manco poco! -
- Sono stufa di vederti inseguire ogni ragazza che passa! -
- Tranquilla. - Guardò Kekko. - Mi sostituisci cinque minuti? -
- Tutto il tempo che ti serve! -
   
 
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