Titolo:
Fragments Of Time (Words And Facts)
Autore: Rosalie_
Fandom: FullMetal Alchemist
Personaggi: Edward Elric,
Roy Mustang
Raiting: Giallo
Genere: Generale,
Sentimentale, Slice of Life
Avvertimenti: Yaoi
Tipologia: One Shot
Disclaimers: i personaggi
non sono miei, appartengono a Hiromu Arakawa. Niente lucro, solo divertimento.
Note
Autore:
Eccomi qui, dopo ben quattro anni torno a pubblicare una fan fiction su
FullMetal Alchemist (nuove storie, nuovo nick x3). Pensavo di farlo per il
RoyEd Marriage e invece mi è uscita questa cosetta, ispirata da questa
deliziosa immagine ** click,
e ho deciso di portarla a termine altrimenti non sarei riuscita a concentrarla
sull’altra! Un po’ sono emozionata perché mi sembra di essere tornata a casa
dopo un lungo viaggio, ma alla fine non potevo stare senza scrivere su di loro
x3
Un grazie a liena,
la mia tata (che mi fa da sorella, amica e tutto il resto) che mi ha fatto
riscoprire l’amore per questa coppia e a Setsuka per aver indetto il Pair520
Contest! Chissà che per il 10 potremmo leggere un po’ di sano RoyEd <3
Vi lascio alla storia. Buona lettura!
Fragments Of Time (Words And Facts)
Come se non ci
fosse un domani,
parlami.
Come se non ci
fosse un domani ,
toccami.
Come solo un
amante sa fare,
amami.
Edward Elric sfogliò una pagina
pigramente, più per passare il tempo, che per reale interesse.
Quel tomo di alchimia era stato il suo
primo libro, quando da piccolo si era avvicinato alla materia. Conteneva tutte
le regole basilari e ogni tanto si divertita a rileggerne qualcuna come se si
fosse trattato di un libricino di frasi per tutte le occasioni.
Una buona parte steso sopra di lui, con
il braccio che penzolava fuori dal letto, Roy Mustang si era sopito
profondamente qualche ora prima, lasciando Edward a bearsi del suo calore.
Quel peso sopra di lui aveva un che di piacevole,
come se fosse avvolto in un bozzolo di protezione.
Sentiva i capelli corvini solleticargli
la spalla e il respiro regolare s’infrangeva sul suo braccio sinistro bloccato
dalla mano dell’altro con fare possessivo.
Aveva ripreso a leggere quando una scia
di baci umidi percorse il suo braccio fino ad arrestarsi sulla spalla, dove
ricevette un piccolo morso.
«Ahi, ma che… ».
«Shh».
Seviziandolo con morsi e baci, il
colonnello giunse al collo, sotto all’attaccatura dei capelli. Affondò il naso
tra le ciocche sciolte e ispirò a fondo.
Un brivido corse lungo la schiena di
Edward, mentre Roy continuava a vezzeggiarlo. Intrecciarono i piedi e l’uomo si
schiacciò di più contro il suo fianco. Ed sentiva tutto il suo desiderio,
pulsare contro di lui, ardere come fuoco.
Voltò la testa e intercettò le labbra di
Roy, accarezzandole con la lingua. Mordicchiò il labbro inferiore e lo succhiò
piano assaporando quella pelle così morbida.
Roy, una mano posata tra la sua schiena
e il materasso lo fece rotolare a pancia in su, mentre l’altra andava a
chiudere il libro lasciato aperto che scivolò sul pavimento.
Perdendosi nell’inchiostro dei suoi
occhi, afferrò a palmi aperti le sue spalle larghe e lo attirò a sé. Ogni
centimetro di pelle a contatto era come carta che bruciava.
Amami
come se non ci fosse un domani
Amami
come se il tempo non esistesse
Amami
come se ogni giorno fosse il primo
«Grazie, per avermi baciato quella volta».
Roy guardò Edward appoggiato alla sua
spalla e come meglio poteva da quella posizione, tirò le lenzuola e coprì
entrambi. «Ero nei paraggi e lo sai che aiuto sempre i miei sottoposti».
Sorrise sornione.
«Stupido di un Colonnello, hai
approfittato della situazione come al tuo solito!», lo accusò Ed.
«Se mi hai appena ringraziato?!»,
ribatté incredulo e confuso.
«Sta di fatto che lei ne approfitta
sempre», borbottò rivolto al soffitto, ma un sorriso increspava le sue labbra.
«Se non l’avessi fatto questo non
sarebbe mai cominciato».
Lo sussurrò piano, soffiandogli
sull’orecchio, mentre con la mano scendeva a toccare punti che lo facevano
impazzire. Un gemito si levò a conferma di quelle parole.
«Già», gli rispose Ed, voltandosi a
guardarlo con occhi seri. «In questi anni, durante i viaggi con Alphonse, mi
sembrava di essere una trottola, che girava su se stessa, sbatteva contro gli
angoli, rimbalzava e continuava a vagare senza mai fermarsi. Poi mi sono
trovato a roteare tra le tue braccia, sempre meno, fino a fermarmi. Tutto ciò
che prima era solo un vorticare di eventi con te è diventato vita».
«Edward… ».
«No, ascolta».
E Roy lo ascoltò. Sapeva quando Ed fosse
un tipo difficile quando entravano in gioco i sentimenti. Se lui era un abile
oratore, avvezzo a conquistare le persone con le giuste parole, Acciaio
sostituiva le mancate doti declamatorie con i fatti. Pugni ben assestati,
combattimenti discutibilmente pericolosi, biglietti d’andata per il primo
ospedale di Central nei paraggi. Lui lo sgridava e Ed lo baciava. Parole,
fatti.
Con un cenno della testa lo invitò a
continuare. «Ho imparato ad assaporare la quotidianità e le piccole cose, a
vivere i giorni non solo in funzione di mio fratello e del nostro peccato. Sono
riuscito a ritagliarmi piccoli spazi di tempo soltanto per me». Non lo disse
troppo forte, perché gli sembrava di voltare le spalle alla promessa che si
erano fatti lui e il fratello, ma neanche troppo piano, perché un po’ pensava
di meritarselo. Semplicemente lo buttò fuori perché gli altri sapessero che
aveva cominciato a vivere.
E Roy lo strinse a sé, emozionato,
scombussolato.
Per la prima volta sentiva le parole abbandonarlo,
loro che gli accarezzavano sempre il palato e premevano per uscire, insistenti,
maliziose, canzonatorie. E subentravano i fatti.
Raccolse il viso di Edward tra le mani e
indugiò sulla sua bocca con piccoli tocchi. Poi lo baciò in modo gentile, per
niente frettoloso. Solo un incontro di labbra per imprimersi il suo sapore
sulla pelle.
Gesti e parole che si fondevano. Un
equilibrio perfetto.
Restarono lì, uniti, stretti stretti, le
coperte che lambivano i loro fianchi.
Incorniciati così in quel piccolo
frammento di tempo.
Come se non ci
fosse un domani,
sussurrami.
Come se non ci
fosse un domani,
accarezzami.
Come solo tu sai
fare,
baciami.