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Autore: crazydiamond    26/09/2011    1 recensioni
Posò nervoso quei grossi occhiali di plastica sul banco di quella straziante classe di chimica e si voltò impaziente verso la sua compagna di banco. «Con me non attacca, Amy. Sò che tu e Styles avete solo montato tutto questo spettacolino per la scomessa che io e te abbiamo fatto.» Horan, manteneva sulle labbra un continuo sorrisetto beffardo ed intanto guardava la bionda concentrata -si fa per dire- su quell'esperimento chimico poco comprensibile per entrambi
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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authorspace
Dopo aver perso ogni briciola di speranza ecco che finalmente recensite! ringrazio le persone che l'hanno fatto, grazie (: vi avviso che il capitolo in questione subirà un radicale cambiamento, non sarà una storia leggera e spensierata come menzionata nel primo capitolo, ho voglia di far provare veri sentimenti ai personaggi. Vi prego di ascoltarvi questo capitolo con la meravigliosa canzone di Adele, hometown glory. bene, detto questo vi lascio al capitolo. Buona lettura. Peace&harmony, Lore

oneweeklater
Le giornate passarono velocemente, parevano foto che il vento faceva svolazzare di qua e di là. Niall sembrava più freddo del solito, la bionda non ne capiva il motivo, intanto la sua settimana si svolse tra uscite in discoteca e cinema vari con harry. Niente di eccitante, ogni qual volta provava a parlare col biondo, lui si allontanava o si inventava le scuse più banali, del tipo: «devo aiutare mia mamma con delle faccende» Lui non l'aiutava mai. Amy non capiva cosa al ragazzo stesse prendendo. Questa volta avrebbe cercato in tutti i modi di parlargli, di farsi spiegare, non avrebbe accettato nessun'altra scusa.
Quel giorno una forte e pesante folata di vento scompigliò i capelli della bionda, si strinse di più nel suo cappotto color marrone chiaro e si sedette sugli scalini dell'ingresso della scuola. L'avrebbe aspettato anche se d'avanti al lei ci fosse stato un tornado. Guardò impaziente le macchine che erano parcheggiate di fronte a lei, alcune erano nuove e tirate a lucido, altre erano vecchie e avevano persino la vernice arrugginita, a lei piacevano quelle macchine, adorava il rumore che producevano le macchine vecchie, sembravano stessero cadendo a pezzi da un momento all'altro, la ragazza si lasciò sfuggire un lieve sorriso, poi d'un tratto controllò nella tasca destra del suo cappotto ed estrasse accendino e pacchetto di sigarette, poi da quest'ultima ne estrasse una e l'accese. Intanto lei lo aspettava. «Ma dove sarà andato a finire?» mormorò la ragazza tra se e se, stringendosi sempre più nel suo cappotto. «Chi?» una voce proveniente da dietro le sue spalle la fece girare di scatto, il battito del suo cuore accellerò d'improvviso, sarà stata la paura? «Un biondo ossigenato.» la bionda replicò tranquilla, intanto si voltò di nuovo verso le macchine e le scappò un lieve sorriso. Odiava essere chiamato così. «Perchè lo stavi cercando?» Niall si sedette affianco alla ragazza e si strinse anche lui nel suo maglione a strisce rosse e bianche. «Gli devo parlare..» la bionda gettò la sigaretta e si voltò verso il ragazzo. «Se io fossi quel ragazzo, cosa gli diresti?» - «Gli direi che è uno stupido e poi gli domanderei del perchè lui mi stia evitando da almeno una settimana.» la ragazza abbassò il capo e suoi capelli intanto continuavano a svolazzare di qua e di là, senza una direzione nè una meta ben precisa. «Se fossi in lui, risponderei che la colpa non è la sua ma qualcosa in lui sta cambiando e che per il bene di tutti è meglio se lui stesse lontano dalla sua migliore amica.» il ragazzo fece per alzarsi ma le urla che gettò la bionda, lo fermarono «Beh, quel biondo ossigenato che si dà il caso è il mio migliore amico è uno stupido, cretino, idiota.» Amy si avvicinò a lui e lo spinse verso una di quelle tante auto parcheggiate. «Niall, non capisco, perchè vuoi starmi lontano? cosa ho fatto? spiegami, parlami e cercherò in qualche modo di rimediare!» quel dialogo in terza persona finì così. Il biondo fece spallucce e mormorando solamente un misero «scusami.» se ne andò, correndo il più veloce che potesse, non voleva essere raggiunto dall'amica.
La bionda si accasciò a terra, le lacrime si fecero spazio fra le sue guance, scivolavano fra queste ultime e continuavano a scendere senza sosta, un fiume in piena. Ogni lacrima che scendeva, la rifiutava passandosi su di essa il manico del suo cappotto, tra i milli singhiozzi la bionda mormorò infiniti «vaffanculo..» ancora non poteva credere di aver perso il suo migliore amico. Perchè poi? lei non lo capiva. In quel momento lei sperava, desiderava che tutto quello fosse solo uno stupido sogno e che prima o poi si sarebbe svegliata.
  
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