“Fra! Come stai? Abbiamo organizzato una cosa per te stasera!” la mia amica Francesca (sì, una delle mie migliori amiche si chiama come me, ed è bellissimo!) prende parola con molto entusiasmo.
“Oddio cosa? Sto bene grazie, vi amo tutte!” io ho paura di quelle ragazze, sono matte! Ma le amo davvero tanto.
“Ricordi quando avevamo 17 anni e ogni sabato andavamo al Wellington ad ubriacarci come delle sceme? Hai appena compiuto gli anni, ed eri ammalata, devi rifarti, dobbiamo festeggiare come quando eravamo adolescenti! Andremo tutti insieme in qualche locale a festeggiare stasera, e verrà anche il tuo ragazzo, che però non vedo…”
“E’ uscito a prendermi una brioche, almeno, ieri sera ha detto che avrebbe fatto così…”
“Va bene, comunque, stasera passiamo a prendervi alle 22, va bene?”
“Perfetto! Grazie mille ragazze!” finalmente festeggerò il mio compleanno, il mio 26esimo compleanno!
Vado a cambiarmi, a mettermi qualcosa che non sappia di influenza, il che consiste in pantaloni viola e maglia rossa della Nazionale Spagnola con scritto “Campeones del Mundo”, passo per il salotto per andare in cucina e vedo che Bart sta rientrando e quando mi vede, mi osserva con aria sospetta.
“Hai litigato con il cuscino?”
“Eh? Cosa?”
“I tuoi capelli, sembri un non-so-cosa, però sono simpatici!” e ride.
“AH-AH. Che ridere proprio! Forse perché mi sono svegliata da poco e le mie amiche mi hanno detto che stasera andremo a festeggiare il mio compleanno, a proposito, ne sapevi qualcosa tu?”
“Io? Ehm, diciamo che mi avevano detto qualcooooooosa, forse…solo che doveva essere una LORO sorpresa, non mia, quindi non ti ho detto nulla.”
“Ahhh, vabbè, te lo perdono, dai! Dobbiamo essere pronti alle 22, quindi io starò tutto il giorno a cercare qualcosa da mettermi!”
“Ah ecco, volevo dirti che –se vuoi- dopo possiamo andare a fare un giro per negozi, così puoi prendere qualcosa per stasera, no? Un vestitino…un paio di scarpe col tacco a spillo, magari nere…”
“Caro, vacci piano, non attacca con me!”
“Non ci credo nemmeno se me lo giuri.” Si avvicina a me con uno sguardo da cacciatore. Ammesso che esita uno sguardo da cacciatore. E nel caso non esistesse, l’ho appena inventato.
“Sono seria! Devo andare a lavarmi capelli, tu vai a preparare la tavola, ORA!”
“Agli ordini capitano! Dopo pranzo andiamo subito a fare shopping, così hai tutto il tempo per prepararti.” Francesca 1 – Bartholomew Cubbins 0. YEAH!
Mi lavo i capelli, mi cambio, vado a tavola; dopo pranzo andiamo in centro alla ricerca del vestito perfetto per il mio compleanno. Il tempo passa in fretta quando ci si diverte, e quando è quasi ora di
cena ho il mio vestito nero senza spalline, abbastanza MOLTO corto, con scarpe nere lucide abbinate con tacco 12. Non credo di aver mai comprato un vestito simile in tutta la mia vita, ma sto festeggiando il mio 26esimo compleanno nella città dei miei sogni, devo assolutamente fare qualcosa che rimarrà nella storia, e poi ho deciso che gliela farò pagare a quello e il suo sguardo da cacciatore.
Per cena ordiniamo una pizza, mangiamo e subito dopo ci precipitiamo a cambiarci. Ovviamente lui ci mette meno della metà del tempo che impiego io a prepararmi, e va sul divano a guardare la TV mentre mi aspetta.
“Staranno arrivando, prendo la borsa e sono pronta!” intanto scendo le scale.
“Va bene…io sono pront…OMMIODDIO.”
“Cosa c’è ora?” non abbiamo tempo, non voglio essere in ritardo.
“No niente, è che, ti sta bene quel vestito. Molto bene. Davvero.”
“Davvero? Grazie, non so perché ma sapevo che avresti reagito così.” L’ho fatto apposta, lo ammetto. E’ solo l’inizio della vendetta.
Campanello che suona, eccole sono arrivate. Finalmente usciamo, pronti a divertirci insieme.
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Possibile che devo avere sempre il mal di testa quando mi sveglio al mattino? Aspetta, che ore sono? Le 11. Che giorno è? Domenica. Ieri era sabato, e dov’ero? Fammi pensare, ah ecco, ero uscita con le mie amiche e Bart a festeggiare il mio compleanno. Ma dov’è Bart? In casa non c’è, lo chiamo e non risponde. Gli mando un messaggio, prima o poi lo leggerà: “Ma dove sei finito? Se sei vivo, fammi un fischio!”.
Non passano nemmeno due minuti e mi risponde “prova a pensare a cos’hai fatto ieri sera, e capirai”.
Cos’è successo ieri sera? Non ricordo nulla. Ho bisogno delle mie amiche, le chiamo e dopo poco arrivano, con un’espressione triste.
“Ragazze, io devo sapere cos’è successo ieri sera, mi sento in colpa ma non so per cosa…”
“Non è così facile dirti tutto. Ma sarà meglio farlo, per te. Sarò veloce e concisa, in poche parole hai bevuto un po’ troppo ieri sera, e sei finita col provarci con chiunque fosse intorno a te, il tuo ragazzo se n’è andato non so dove, e credo fosse un po’ deluso dal tuo comportamento”.
Credo di aver combinato un grosso casino.