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Autore: elrohir    07/06/2006    3 recensioni
La musica, la scuola, i sogni. La vita. L'amore. Ma come è difficile quando hai diciott'anni e hai perso la testa per il tuo migliore amico. Come è difficile se tutto sembra assurdo, come una lastra di vetro nero che, improvvisamente spezzandosi, rivela tanti, minuscoli frammenti bianchi...
Genere: Generale, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehi…

Ehi…. Quanto tempo? Chiedo umilmente perdono per aver aspettato così tanto per scrivere questo capitolo… ma sono stata distratta da altre storie… Comunque, ora siamo qui, con il pov di Dani… spero vi piaccia! Kisses

A, dimenticavo, questo è per Venus, che mi ha chiesto quando continuavo questa fic e mi ha fatto pensare che, effettivamente, avevo trascurato troppo i miei gemellini.

E per Anarchy, che l’altro giorno aveva voglia di rileggere la dichiarazione tra Ale e Fra e mi ha spinto ad aprire un nuovo file e rimettermi all’opera.

Giusto per chiarire che, se volete lamentarvi con qualcuno, queste sono le persone a cui dovete rivolgervi!

 

Daniele- mi manca il tuo sorriso

 

Caterina è distesa nel letto, gli occhi socchiusi e le labbra sorridenti.

Ha un sorriso così tenue e freddo, la mia Cate.

Incredibile come sia diversa da lui. Da Niki, che con una risata sapeva colorarti una stanza.

Chi era quel poeta per cui ‘ridipingevano d’azzurro gli ospedali?’. Garcìa Lorca, credo…

E certo, me l’aveva detta Niki sta cosa. Chi altri?

Un verso di Neruda, però. Ricordo Niki stravaccato sul suo letto, la testa rovesciata all’indietro e un libro spagnolo aperto in grembo. La sua voce che legge parole sconosciute, la lingua che si imbriglia e si scioglie in quelle sillabe arcane. Calde. Come lui.

Dio, la fatica che facevo, in quei momenti, per non alzarmi e raggiungerlo, e coricarmi su di lui e farci l’amore così, senza quasi chiedergli il permesso.

Però, questo ce l’hanno in comune, Cate e Nico. L’amore per la poesia, intendo.

Lei l’ho conosciuta in questo modo. Un pomeriggio in facoltà.

Liberi di non crederci, ma mi ha ricordato istintivamente Nikita. Sarà per quello che prima di rendermene conto, le avevo già chiesto di uscire?

Lascio scorrere pigramente le dita tra i suoi capelli neri. Sono lunghi, lisci, sembrano tessuti nella seta. E sempre, sempre mi portano alla mente una testa arruffata di treccine rasta, dai mille colori.

Sospiro, e mi alzo in piedi.

La amo, Cate? Forse.

Credo.

Ma di certo, non come ho amato lui.

Non come amo lui. Anche adesso. Adesso che non lo vedo da quattro mesi.

Lei si stiracchia, simile a una gatta. Dopo l’amore, è sensuale quanto Niki.

L’unica differenza, è che Niki così sensuale lo è sempre.

Guardo la sua figura esile drappeggiata sulle lenzuola, le sue gambe nude, l’inguine coperto appena dagli slip bianchi, un braccio di traverso a schermare i seni. C’è qualcosa di sbagliato, in quest’immagine. Ma non voglio rovinarmi il pomeriggio pensando a come sarebbe diverso voltarmi, e vedere il corpo nudo di mio cugino su quelle coperte sfatte.

Mi chino, poso un bacio veloce sulle labbra di Cate.

-Scappi di già?- sbadiglia lei, coprendosi la bocca con una mano elegante. Annuisco, abbottonando i jeans e infilando una maglietta.

-Hm-hm, devo vedermi con Ale.

La lascio a sonnecchiare, godendosi l’ombra di questo settembre troppo caldo per essere vero.

A volte penso che l’estate si rifiuti di andarsene prima di aver riabbracciato il suo figlio perduto. Prima di aver spettinato ancora una volta Niki con la brezza tiepida.

Scuoto la testa, amaramente divertito.

Perché in un modo o nell’altro devo sempre ritrovarmi a pensare a lui?

E perché, dopo quattro mesi, mi salta ancora il cuore in gola quando scorgo quel profilo, pensieroso e familiare, ritagliato contro il cielo?

Ale siede al tavolo del bar, e guarda lontano. Pensa a suo fratello, ci scommetto.

Dovrò fare del mio meglio per tirarlo su di morale. Perché lui ha diritto di sentirsi sperso.

Mentre io… io sono solo un ragazzo che non vede suo cugino da quattro mesi.

E allora, perché mi sento come se mi avessero asportato un polmone?

-Ehi piccolo, come ti butta?

Mi guarda, sorride. Uno di quei sorrisi che volano dritti al cuore. Fra è davvero un tizio fortunato.

-Va… insomma, la scuola rompe le palle ma è normale. Poi, c’è sempre il basket.

Già, Ale, c’è sempre il basket… c’è sempre il pallone arancione che Niki guardava storto, sbuffando –A volte sono geloso di quella stupida palla.

Solo per vedere i tuoi occhi correre alla sua chitarra –E io che dovrei dire allora?

-Fra?- gli chiedo, tentando di spazzare via dalla testa i ricordi dispettosi.

-Sta bene, ha detto che se riesce fa un salto a salutare, più tardi. Domani passa di filo, quindi si è chiuso in casa a studiare. Ma ci scommetto quel che vuoi che non resiste tutto il giorno sui libri…

Guardo Ale e mi sembra di respirare meglio. Non so se è per la sua somiglianza con Niki, o per il semplice fatto che è lui, è sempre lui, il mio eterno bambino.

Anche se adesso è cresciuto, è cambiato, si è fatto il ragazzo.

Non che le cose siano poi molto diverse. In fondo, lui e Fra erano inseparabili prima, così come ora.

Ma mi sono scoperto stranamente protettivo. La prima volta che ho visto sul suo collo i segni di un succhiotto mi sono sentito mancare.

E gli occhi ridenti di Niki, che lo sfotteva… e Ale, scocciato –Cazzo Niki, devi insegnarmi a non farmi sgamare…

La risata si era spenta in fretta, almeno per me. Mentre voltavo lo sguardo sull’altro cuginetto, l’altro gemellino, accorgendomi in quel momento che per due anni mi aveva ingannato, senza che io ne avessi sentore.

Avevo cambiato argomento, per non far notare la mia gelosia.

Comunque, ho appurato che è normale essere gelosi dei gemelli.

Fra è quasi peggio di me, forse perché non ha scrupoli a dimostrarlo.

Le scenate che fa, quando qualcuno guarda con troppa insistenza Ale…

(E gli sbuffi di Niki, quando si lamentava che così glielo soffocava, il fratello…)

A proposito di tipi insistenti… il biondo all’angolo non gli toglie gli occhi di dosso.

Ridacchio tra me e me, mentre decido di restarmene zitto. E di godermi lo spettacolo.

Guardo il ragazzo avanzare.

Però, non è male…

Biondo, alto, atletico. Occhi azzurri, e un sorriso disarmante. Il tipo nordico, per intenderci.

I suoi passi sono sempre più veloci, man mano che si avvicina a mio cugino.

Alla fine, copre la distanza rimasta quasi correndo.

E poi coglie entrambi di sorpresa.

Perché siede al nostro tavolo, con un’espressione maliziosa, guardando fisso Ale negli occhi.

Si china su di lui.

E.

Lo bacia.

Ale è talmente stupito che neanche lo ferma. Il contatto è breve, solo uno sfiorarsi di labbra, come tra due amanti ritrovati da poco. Sconvolge la tenerezza, la familiarità.

Mio cugino ha gli occhi spalancati, quando il biondo si ritrae.

E poi, in un italiano dall’accento inglese, dice quelle parole che non dimenticherò mai.

-Ciao Nick… ti trovo in forma, sai? Ma quando sei tornato… l’avessi saputo sarei passato di qua prima…

Per un attimo, c’è silenzio tra di noi. Poi, Ale bisbiglia –Nick?

Il biondo è perplesso, ma quando mio cugino aggiunge –Io non sono Nick- arrossisce di colpo.

-Oh… oh my god… I’m sorry but… you are so alike… (scusate l’inglese, non sono brava a scrivere in quella lingua… voglio dire, la leggo senza problemi, ma se sono io a dover comporre, mi incarto. Cheppalle…)

-Hai conosciuto Nick da qualche parte?- chiede Ale, sporgendosi avanti.

Il tizio è ancora più perplesso, fino a che mio cugino non precisa –É mio fratello. Nick, intendo, Nico. È mio fratello. L’hai conosciuto, allora?

Lui trattiene il fiato, perso negli occhi di Ale. Poi annuisce, gli porge la mano. –Sì… sì io… l’ho incontrato quest’estate… mi chiamo Mark.

Ale afferra quella mano tesa. –Ale.

Lui sembra ancora più sorpreso, poi abbozza un sorriso –Nice to meet you, Ale…

Ed è in quel momento che una furia piomba su di noi.

Fra ha gli occhi gelidi, mentre guarda il suo ragazzo. Chissà perché, ho come la sensazione che abbia visto tutta la scena. Bacio compreso.

-Fra… Fra aspettami, devo spiegarti…

-Spiegarmi cosa, Ale? Cosa? Vaffanculo stronzo, mi fai schifo.

Mio cugino rovescia la sedia nella fretta di rincorrerlo.

Io resto fermo, a guardarli sparire dietro l’angolo. È come se il mondo improvvisamente si fosse fermato.

C’è questo inglese, Mark. Un bell’inglese. Biondo, alto, perfetto.

Che arriva qui, e bacia Ale. Chiamandolo Nick.

Dicendo di conoscere Nick.

Conosce Nick, e lo saluta con un bacio…

Merda… non… non devo piangere. Non in mezzo alla strada.

-Ehm… scusa…

Mi ero dimenticato dell’inglese. Non posso evitare di fulminarlo, mentre lo guardo di nuovo. Sembra perplesso.

Mi fa quasi tenerezza. Và che sono masochista… meglio spiegargli la situazione.

-Quello è il suo ragazzo. È piuttosto geloso.

Ha l’aria dispiaciuta. In fondo, non deve essere cattivo.

Lo odio.

-Così, conosci Nico.

Potrei darmi all’autoflagellazione. Credo di esserci portato.

-Sì… voglio dire… abbiamo girato insieme per un mesetto, poi io volevo venire in Italia e lui si è fermato in Austria. È… un bravo ragazzo.

Ah, lo so che è un bravo ragazzo. E tu l’avresti baciato solo per questo, giusto? Perché ti è simpatico… il fatto che abbia due occhi verdi e un corpo mozzafiato non c’entra niente, vero?

Noooo, Dani, come sei meschino…

Meriti una punizione per questa bassezza.

-Come vi siete conosciuti?

E il sorriso si fa sognante, mentre Mark comincia a raccontare. Devo dire che parla l’italiano benissimo, per essere straniero. Chissà se l’ha aiutato il mio cuginetto, a imparare…

-Ero in vacanza con un gruppo di amici. Sulla spiaggia, di sera… cazzeggiavamo, sparavamo stronzate… sai come vanno le cose, no? Io… bè, io sono… insomma l’hai capito no?

È arrossito. Machettenero…. Sì, l’ho capito che sei gay… per questo vorrei staccarti la testa dal collo, sai.

-Ecco, anche altri miei amici lo sono, e insomma, lui, Nick era da solo e… tu lo conosci?

-Sì.

-Beh, allora sai che… non passa inosservato. L’abbiamo invitato a bere con noi, piaceva un po’ a tutti… e Chris… Chris però gay non lo era.

Sollevo un sopracciglio. Lui continua –O meglio, così diceva. Però Nick è stato lui a farlo ubriacare, e a portarselo via…

Credo di essere improvvisamente sbiancato, perché si interrompe –Che succede? Stai bene?

-Io… cosa gli è successo?

-Niente. Cioè, lui era completamente sbronzo, non è che capisse un granchè. Quindi non mi sembrava giusto lasciarlo così, in balia di Chris… li ho seguiti. Erano in macchina e… Beh, ecco, puoi immaginare che…

Posso immaginare benissimo, grazie. Non c’è bisogno che continui. Ho già avuto il dubbio piacere di vedere il mio bellissimo cuginetto schiacciato dal corpo di un altro. Mi faccio forza e deglutisco. –L’hai tirato fuori tu?

Lui annuisce. –Chris… Chris era un po’ incazzato ma ha ammesso che era giusto così. Dopo. Il mattino ha anche chiesto scusa a Nick.

Io sto zitto. Lui mi sorride, comprensivo. –Gli vuoi molto bene, vero?

-È… è mio cugino.

-Beh, allora posso parlare tranquillo! Sai, per un attimo ho creduto che fossi qualche amante… insomma, per fartela breve, abbiamo avuto una storia in quel mesetto che siamo stati insieme…

Uno penserebbe che, superato un certo livello, i colpi non facciano più così male. Che l’abitudine li renda più sopportabili.

Decisamente, non ho mai sentito una stronzata più colossale.

Dopo esser collassato un po’, mi costringo a chiedere –E come sta?

-Nick? Bene… bene, direi. Oddio, ha sempre avuto quell’aria cupa e dark?

Niki… il mio Niki… CUPO? Vedendo il mio sguardo sconvolto, si affretta ad aggiungere. –Beh, non sempre… ma a volte, gli prendono ste crisi… durano qualche ora, ma si butta davvero giù.

-E… ti ha detto perché?- chiedo con l’aria più indifferente del mondo. Dovrebbero darmi l’Oscar per questa interpretazione…

Lui scrolla le spalle –Non parla mai molto di sé. Però quando Chris si è scusato per il suo comportamento, gli ha risposto di non preoccuparsi, che quella sera stava talmente male che avrebbe accettato anche una scopata, pur di sentirsi vivo. Sai… è strano vedere quelle labbra aprirsi su una frase simile.

Non dirlo a me…

-Gli abbiamo chiesto perché, e ha detto che aveva sentito qualcuno che lo faceva star male… per telefono credo… ma non diceva niente di più, sempre un mistero, figurati che non sapevamo neanche che aveva un gemello!

-Non vi ha mai parlato di Ale?- sono incredulo.

Mark sbuffa. –Beh, più o meno… sì, a volte accennava a un certo Ale, ma non credevamo fosse suo fratello. In verità…

Arrossisce. Poi continua, a voce più bassa –In verità pensavamo fosse il suo ex. Sapevamo che si sentivano spesso, e a volte quando tornava era allegro, altre volte tristissimo. Ci aveva detto che lo amava molto… e quando gli abbiamo chiesto perché non era con lui, ci ha risposto Sta con Fra adesso… che presumo sia il tizio dai capelli rossi. Così capisci… cazzo che ne sapevamo che era il suo gemello in realtà!

-Hanno sempre avuto un rapporto molto forte- dico, ma in realtà sono piuttosto scosso.

Perché, Niki, se Ale ti manca così tanto, continui a stare lontano?

Cos’è che non sopporti di vedere, in questa città che un tempo adoravi?

Passerai anche tutto l’inverno, a disegnare le strade d’Europa?

Quando potrò riabbracciarti? Vederti sorridere? Sentirti parlare?

Quando potrò riaverti vicino?

Voglio imparare a conoscerti, occhi splendenti.

Voglio conoscere quel che di te non ho mai conosciuto. Voglio condividere quei sogni che mi hai sempre tenuto segreti, voglio camminarti al fianco su quel sentiero che mi hai precluso.

Voglio te, amore mio.

Come amante. Come fratello. Come amico.

Ma se questo non è possibile, Nikita dagli occhi di vetro, ti voglio almeno come cugino.

Il resto, lo costruiremo. Te lo prometto.

Mi farò da parte, davvero, imparerò a superare la mia istintiva gelosia, ti aiuterò a crescere, a essere felice… come da bambini, ricordi, quando eri troppo piccolo per arrampicarti sul ciliegio, e allora ero io a spingerti in alto, a primavera, a indicarti il ramo da afferrare. Tornerò quel cugino, Nikita, lo giuro, non penserò più a te in questo modo, non dirò né farò mai niente che vada oltre l’affetto fraterno, ucciderò il mio cuore per far vivere il tuo.

A me basterà averti vicino. Davanti. Di fianco.

Sentire la tua mano cercare la mia, intrecciarsi alle mie dita. E il tuo respiro sfiorare la mia pelle, in un bacio d’aria.

Guardo Mark, ha gli occhi fissi nel cielo.

Penserà a te, piccolo mio?

Gli sorrido, scosto la sedia. Mi guarda incuriosito.

-Hai fame? Vado a prenderti qualcosa.

Allontanandomi da lui, chiudo gli occhi.

Non sarà facile. Mi dico.

 

Ok. Ok. A me non piace.

Spero che la vostra opinione sia differente, ma accetto qualunque critica. Pensavo di rifarlo, ma temo che ora come ora non riesca a produrre niente di meglio, con Dani. Quindi, tenetevi questo.

Ora devo assolutamente ringraziare tutti quelli che hanno letto questa storia (e che spero leggeranno anche i prossimi capitoli), e soprattutto tutti quelli che hanno recensito.

Quindi…

Siz, sono contenta che ti sia piaciuto Niki, io lo adoro (si era capito) (tra l’altro, qualcuno mi spiega perché, ogni volta che amo un personaggio, lo faccio mezzo violentare? No, dico, anche Kaede, è stupendo e io mi diverto a infliggergli ogni sorta di sventura… boh). Comunque, Niki è davvero l’essenza del viaggio, della fuga, misterioso e impossibile da trattenere. E questa sua peregrinazione per l’Europa ce l’ho in programma più o meno dal primo momento che ho scritto il suo nome… è nato per questo, il mio Nikita.

Ladyblack, spero che col tempo i personaggi ti diventeranno più chiari! In effetti, temo che sia un po’ complicato seguire i loro contorcimenti mentali… del resto, non fossero fuori di testa non sarebbero mie creazioni! Ps- Nico ringrazia per i complimenti.

Cialy… GRAZIE! Mi auguro che questo capitolo non ti abbia delusa… o almeno, non troppo… comunque non sai quanto piacere mi hanno fatto i tuoi complimenti!

Anarchy, non preoccuparti per il ritardo della recensione, anche se ti confesserò che sono stata felicissima di rileggere un tuo commento. Mi spiace che in questo capitolo lo spazio riservato a Ale e Fra sia piuttosto ridotto, ma mi rifarò nel prossimo! (Fra scalpita per chiarire la sua gelosia). Hai ragione, credo, a dire che A forza di essere vento era staccato dal resto, l’intenzione era proprio quella almeno. E Niki… Niki io lo adoro proprio per questi aspetti preoccupanti del suo carattere (ha una forte tendenza all’autodistruttività, si è notato?)

Spero comunque che in questa parte ti sia stato chiarito qualcosa su Dani… anche se non mi piace molto come ne è venuto fuori.

Ora vi saluto davvero… baci a tutti, a presto (musa permettendo) (E Kaede Rukawa permettendo). Bye-bye, Roh

 

 

   
 
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