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Autore: xenascully    27/09/2011    3 recensioni
Quando il loro intrepido Capo scompare, la squadra di Gibbs si impegna per trovarlo prima che il suo tempo giunga alla fine...
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Tony svoltò l’angolo della casa proprio mentre Berk sollevava la pistola. Troppo intontito, confuso forse, per tirare fuori la pistola, il suo corpo sobbalzò quando sentì il rumore dello sparo. “No!” Si sentì gridare, ancora congelato dove si trovava a forse una quindicina di metri dalla scena. Sollevò la pistola e la puntò contro Berk mentre il corpo di Ziva, quasi al rallentatore, crollava a terra. Berk incontrò i suoi occhi, puntando la pistola contro di lui. “Cosa…cos’hai fatto?” Squittì la voce di Tony, incredulo.

“Mi dispiace, Tony.” Inclinò il capo di lato. “Non volevo…ma so che avrebbe rovinato tutto, se non avessi colto quell’unica possibilità di toglierla di mezzo. Se solo fosse rimasta nel seminterrato…”

“Cosa…” Tony scosse la testa, incapace di comprendere cos’era appena successo; cosa gli stava dicendo Berk. I suoi occhi caddero sul corpo di Ziva, e improvvisamente si sentì riempito di rabbia. Strinse la mano contro il calcio della pistola e guardò di nuovo Berk negli occhi. “Perché?” Chiese fra i denti serrati.

“È stato uno sbaglio.” Berk scosse la testa parlando, credendo che ciò che aveva fatto fosse stato necessario. “Non posso permettere loro di togliergli tutto a causa di uno stupido incidente.”

Gli occhi di Tony continuavano a spostarsi sul corpo di Ziva; il petto gli si stringeva al vederla così immobile. “Getta la pistola, Berk.” Gli si incrinò la voce.

Berk strinse gli occhi per un momento. “Non posso.” Replicò.

“Ho detto gettala! Ora!” Gridò Tony.

“Non posso.” Ripeté con calma. “Non lo farò.”

“Non costringermi a spararti, Berk! Per quanto in questo momento lo voglia, non costringermi!”

“Credi davvero che ti avrei dato una pistola carica?” Chiese lui. Tony sgranò gli occhi, arrabbiato; con sé stesso, per la maggior parte, per non essersene accorto; per non aver messo insieme tutti i pezzi più velocemente. Premette lo stesso il grilletto. Sparò, ma era chiaro che non c’erano proiettili, poiché niente colpì Berk. Continuò a sparare inutilmente. Quando finì, stava ansimando.

All’improvviso fu afferrato da dietro. Gettò a terra l’inutile arma e lottò contro quello che lo stava attaccando, senza nessun esito.

“Calmati, DiNozzo.” Risuonò la voce di Smith nel suo orecchio. “O finirai come la tua amica.”

“Dannazione!” Gridò continuando a provare a divincolarsi. “Vi ammazzerò! Entrambi!”

Berk scosse la testa aprendo le porte del seminterrato. “Calmati, amico.” Gli disse Berk. “Finirà tutto, presto. Dovrai solo startene seduto mentre noi prepariamo tutto. Sono certo che prima o poi qualcuno vi troverà.”

“Già.” Aggiunse Smith. “Magari prima che la casa faccia BOOM!” Rise, e con l’aiuto di Berk obbligò Tony ad entrare in seminterrato.

“Mi dispiace davvero, Tony.” Disse Berk prima di spingerlo violentemente in seminterrato chiudendo le porte…

*~.~*

McGee e Gibbs erano rimasti immobili, congelati, al suono degli spari. Non potevano fare nula…non potevano sapere cosa stava succedendo lì fuori. Ma sapevano che a sparare erano state almeno due pistole.

Poi lo sentirono, vicino alle porte dalla quali erano stati spinti lì dentro. Urla. E ci volle loro solo un attimo per capire che era la voce di Tony quella che gridava. Si scambiarono un’occhiata e si spostarono verso le porte. Magari gli spari provenivano da una squadra di Agenti che Tony aveva portato a salvarli. Aveva probabilmente capito tutto ad un certo punto dopo che Gibbs aveva fatto montare in macchina la squadra.

Il seminterrato venne improvvisamente illuminato dalla luce del giorno proveniente da fuori. Guardarono entrambi come il corpo di Tony venne gettato nella loro prigione, e le porte si richiusero.

“Tony!” Gibbs accorse al suo fianco mentre McGee puntava la torcia per fargli vedere dove andava.

Tony tossì. “Capo?” La sua voce si spezzò mentre lo aiutava a sedersi.

“Tony, che è successo?” Chiese. “Dov’è Ziva?”

Il viso di Tony si contorse in agonia, e Gibbs realizzò che stava ansimando a causa della sua lotta contro l’iperventilazione. “Berk…” Gli disse. “Berk le…ha sparato!” Il suo respiro si fece ancora più frenetico. “Lui…è in mezzo…ci…ci ammazzerà…tutti…”

“Calmati, Tony.” Gibbs gli prese il volto fra le mani, il cuore in gola quando sentì le lacrime che rigavano le guance dell’Agente più giovane. “Devi calmarti e respirare, okay?”

Tony scosse la testa. “Non posso…” Ansimò.

“Sì che puoi. E ci riuscirai.” Gli disse. “Non ti sei portato l’inalatore, vero?” Presumette.

Scosse di nuovo la testa, rilasciando quello che sembrava un singhiozzo. “Era nella…macchina con…Berk. Stavo andando…a mangiare…non sapevo…”

“Va bene. Va tutto bene, DiNozzo. Puoi farcela.” Gli disse.

“Non posso…” Ripeté.

“Ti aiuterò io.” Gli disse Gibbs.

McGee era immobile, nel panico, a guardare cosa stava succedendo. Gibbs si spostò con Tony contro il muro, sedendovicisi contro, facendo sì che la schiena di Tony aderisse contro il suo petto. “Capo? Cos’ha?” Chiese Tim.

Gibbs incontrò a malapena i suoi occhi, condividendo il fatto che anche lui era nel panico per il loro compagno. “Tony, presta attenzione a come sto respirando. Mi senti?”

Tony rilasciò un altro singhiozzo e annuì. Ma la stretta al petto sembrò solo stringersi. Il panico raddoppiò e lui temette di stare soffocando.

“Cerca solo di seguirmi, okay? Ascolta, e cerca di copiarmi…Puoi farlo, DiNozzo.” Lo istruì. Avvolgendo le braccia attorno a Tony, premette le mani contro il suo petto, come ad obbligarlo a calmarsi, ma soprattutto perché così poteva premerlo contro il suo petto, e in questo modo Tony poteva sentire ogni suo singolo respiro.

McGee si sentiva inutile, a parte il suo unico compito di fornitore di luce. Scivolò a terra, appoggiandosi contro il muro di fronte a loro. Non sapeva se era una questione di empatia, ma all’improvviso ebbe difficoltà a respirare pure lui, guardando la lotta continua del suo mentore.

Le mani di Tony si aprivano e serravano, distrattamente, contro i pantaloni di Gibbs ai suoi lati. Le sue stesse gambe si muovevano a scatti davanti a lui; come fosse stato sott’acqua, appesantito, cercando di nuotare verso la superficie così da poter respirare la tanto necessaria aria. McGee suppose che in quel momento probabilmente era proprio quella la sensazione che stava provando.

Era difficile tenere a bada le lacrime, osservando come le guance di Tony ne venivano rigate, senza vergogna. Gibbs gli stava parlando con tono dolce; cercando di far passare quella tortura; cercando di trascinarlo fuori da quella situazione.

Fu in quel momento che la luce di quella che in precedenza era stata la torcia di Gibbs cominciò a tremolare. Se l’era tenuta lui, senza nemmeno pensarci due volte. E ora si stava spegnendo. La scosse; la colpì di lato, cercando di tenerla accesa. Ma poi si spense…

Era buio…e furono lasciati in compagnia dei respiri affannosi di Tony, e il leggero mormorio di Gibbs.

McGee chiuse gli occhi…e pregò…

                                                                                                                               11 00 11 00 11

Ziva inspirò, il petto che le bruciava dal dolore. Le ci vollero pochi attimi dopo aver aperto gli occhi, per capire che era distesa faccia a terra su dell’erba. Soffocò un gemito di dolore rotolando sulla schiena guardando in che condizioni era.

Il davanti della sua maglia era coperto di sangue. Fu in quel momento che si ricordò di cosa aveva fatto Berk. E non riusciva a capire com’era possibile che fosse ancora viva, o se lo era davvero.

Lentamente, si alzò da terra, determinando che era in grado di rimanere in piedi. Tirò fuori la pisola e si fece strada in silenzio verso l’entrata sul retro…

 

La nostra Ziva è ancora viva, yeah!!!!! Ci vuole ben altro per stendere la nostra ninja del Mossad!

                                                    

  
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