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Autore: Lizzyluna    07/06/2006    1 recensioni
Il seguito di “Lezioni private”. Riuscirà Draco Malfoy ad evitare il Ballo del Ceppo e quindi Pansy Parkinson?
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Pansy Parkinson, Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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3-Amici animali…

Il giorno dopo Blaise, uscendo dalla sala comune, si trovò di fronte un Draco Malfoy con la faccia a pallini e gli occhi iniettati di sangue. «Blaise» gli disse in tono pericolosamente calmo, «dimmi: tu da che parte stai?»
Blaise assunse un’espressione umile e dispiaciuta. «Dalla parte dei cretini! Scusami, Draco!»
«Sei stato bravo ad inventare quella storia!» rispose sbrigativo Malfoy. «Madama Chips l’ha bevuta, perciò non dovremo… oh, ciao Pansy!»
«Oh, Draco! Stai meglio!» esclamò felice la ragazza correndo verso di loro. «Sono appena passata in infermeria, ma Madama Chips mi ha detto che ti aveva già dimesso…». Poi aggiunse in tono sospettoso: «Cosa sono quelle facce? Non starete tramando qualcosa, vero?»
I due si scambiarono un’occhiata inquieta: l’atteggiamento di Pansy era chiaramente minaccioso. Se Ron Weasley l’avesse vista in quel momento, avrebbe notato in lei un’incredibile somiglianza con sua madre. «Ma certo che no, Pansy!» assicurò Malfoy con un sorriso enorme e assolutamente falso. «Stavamo solo parlando del ballo: sai, voglio che sia una serata speciale e Blaise mi stava suggerendo di… beh, non posso dirtelo, è una sorpresa!»
«Oh, che sciocca! Sai, per un attimo mi era venuto il sospetto che non volessi andare al ballo… e invece stavi preparando qualcosa per me! E sei appena uscito dall’infermeria! Nessuno è mai stato così carino con me! Sarà una serata meravigliosa, lo sento, ho già ordinato un vestito delizioso, una nuvola di seta e tulle, è davvero incantevole e non vedo l’ora di indossarlo… ma forse ti sto annoiando?»
«Ceeerto che no, cara!» rispose Malfoy soffocando uno sbadiglio colossale.
«Non dire bugie, lo so che a voi uomini non interessa la moda. Ma adesso vai a fare colazione, hai davvero un aspetto orribile; io passo in biblioteca e poi vi raggiungo in Sala Grande, ciao!»
«Santo cielo!» borbottò Malfoy quando la ragazza fu lontana. «Conoscendo Pansy, mi toccherà ballare con una specie di enorme meringa alla panna montata e fare acrobazie come Viktor Krum per evitare di pestarle lo strascico! Già la immagino scendere le scale in equilibrio sui tacchi alti, carica di pizzi e nastri come una torta nuziale!»
«Come dici? Il grande Draco Malfoy vuole dunque arrendersi al destino crudele? Coraggio, il Piano A è fallito ma ci resta sempre il Piano B, no?»
Silenzio.
«Abbiamo un Piano B, vero?»
«Veramente io credevo che l’avessi tu!» rispose Malfoy confuso.
«OK, siamo fregati!» concluse Blaise rassegnato. «Divertiti al ballo, Draco!»
Persi nei loro mesti pensieri, i due Serpeverde raggiunsero la Sala Grande e per poco non andarono a sbattere contro Hagrid, che usciva zoppicando seguito a ruota da Silente. «Se era solo per le lezioni non era un problema, ai ragazzi ci piace un po’di vacanza» stava dicendo il gigantesco custode, «ma devo anche darci da mangiare, alle bestiole, e se non era per quel ceppo che mi è caduto sul piede avevo già preparato la pappa a Thor!»
«Capisco, Rubeus, ma ti conviene riposarti, casomai potrei trovare qualcuno che ti aiuti con gli animali, magari Potter e Weasley se non hanno troppi impegni» rispose il preside.
Malfoy ascoltò con molto interesse e nei suoi occhi si accese una luce diabolica. «Blaise, ho un’idea!» annunciò a bassa voce, seguendo con lo sguardo Hagrid che si allontanava.
«Prevedo guai grandi come casa tua, Draco!» rispose Blaise scuotendo la testa: temeva di aver capito alla perfezione cosa aveva in mente l’amico, ma sperava di sbagliarsi.

Blaise non si sbagliava: quello stesso giorno Malfoy stupì il preside offrendosi volontario per aiutare Hagrid con le sue creature magiche. «Dici davvero, Draco?» domandò Silente stupefatto, «Non sapevo che ti piacessero gli animali!»
«Beh, non è una passione di cui parlo volentieri con i miei amici» rispose il ragazzo, «ma voglio solo un’occasione per mettermi alla prova... e poi credo che l’aria aperta mi farebbe bene!»
Silente lo guardò, sempre più meravigliato. «Forse ti ho giudicato male, giovane Malfoy!» disse infine. «Bene, se è quello che vuoi dirò a Hagrid che passerai da lui dopo le lezioni. E, ragazzo...»
«Sì, preside?»
«Fai attenzione, quelli non sono teneri cuccioli».
«Sarò prudente».

«Ma sei impazzito?» esclamò Blaise quando l’amico uscì dall’ufficio di Silente. «Rischi di farti molto, molto male! Non ti è bastata la storia dell’ippogrifo?»
«Ma non capisci che è proprio quello che voglio?» ribatté Malfoy. «Provocarmi un incidente per saltare il ballo... e magari mettere nei guai quel bestione!»
«Davvero? Beh, la vita è la tua... ma poi non dire che non ho cercato di fermarti!» rispose Blaise alzando le spalle.
«Quanto sei disfattista... devo ricordarti com’è andato a finire il tuo piano geniale?»
«Fai pure!» si arrese Blaise. «Io me ne lavo le mani!»

Hagrid non fu entusiasta del nuovo aiutante, ma per rispetto nei confronti di Silente non fece commenti. «Bene, bene!» borbottò. «Se Silente si fida... ma ascolta, ragazzo... signorino Malfoy: i miei piccolini sono sensibili, se ci fai i dispetti potrebbero offendersi! Non darci troppo da mangiare, mettiti i guanti, ti conviene... e stai lontano dagli unicorni, non ci piacciono i maschi, a quelli lì!»
Malfoy storse il naso nel sentire quel mezzo gigante che gli dava ordini, ma nascose l’irritazione. Avrebbe messo anche quell’affronto sul conto di Potter e compagni, facendoglielo pagare con gli interessi.
Mentre si infilava i guanti di pelle di drago, pensò con soddisfazione che presto avrebbe risolto il suo problema. Naturalmente non gli sorrideva l’idea di rompersi le ossa, ma un mesetto in infermeria era poca cosa se paragonato ad una settimana di scuola in compagnia di quella pestilenza in forma umana (con i compagni che gli gridavano «Principe azzurro» e «Faccia di pizza»).
Dopo un’ora di lavoro, l’idea cominciò a sembrargli molto meno brillante: era stanco morto, con la schiena a pezzi, coperto di sterco di unicorno e bava di Vermicoli e con una bruciatura sul naso provocata da un incontro ravvicinato con un Schiopodo Sparacoda. Hagrid lo sorvegliava dalla finestra della capanna, gridandogli ogni tanto: «Vai così, ragazzo! Tu sì che sai curare gli animali!» Borbottando, sudando e imprecando Malfoy scaricò l’ennesimo fascio di fieno nel recinto degli unicorni, si fermò per prendere fiato e notò che l’enorme sagoma di Hagrid era scomparsa dalla finestra. In un lampo si allontanò in direzione della foresta e ben presto trovò ciò che cercava: in una radura, legato ad un albero, pascolava tranquillo un ippogrifo.
«Ehi, stupida bestia!» esclamò. L’animale gli lanciò un’occhiata distratta, poi tornò al suo pasto. «Dico a te, stupido essere! Mi senti? Ti sto dando fastidio, eh? E allora forza, colpiscimi! Coraggio! Perché non ti muovi?»
Il ragazzo si avvicinò spazientito, e all’improvviso l’ippogrifo gli sferrò un potente calcio con le zampe posteriori.
La professoressa Sprite, che stava concimando i tentacoli velenosi, vide una sagoma che sorvolava il tetto della serra; si precipitò fuori e trovò il signorino Malfoy con la testa incastrata fra i rami di un albero e le gambe che sbucavano dal fogliame. Ci vollero gli sforzi riuniti di Hagrid, Tiger e Goyle per tirarlo giù e trasportarlo in infermeria: tutti temevano che avesse subito qualche grave lesione cerebrale, perché, malconcio com’era, aveva un bel sorriso stampato in faccia.
Madama Chips accorse e lo esaminò con attenzione. «Ha fatto un bel volo... che razza di imprudente, provocare un ippogrifo... certa gente non impara mai! Coraggio, Hagrid, non è nulla di grave, ma starà a letto per almeno... diciamo otto giorni!»
Con grande stupore dei presenti, Malfoy balzò giù dal letto, si strappò le bende e cominciò a dare testate contro il muro gridando le parolacce più orribili mai inventate nel mondo magico; per calmarlo Madama Chips fu costretta a versargli in gola un’intera brocca di camomilla.

«Cos’è questo casino?» chiese Harry a Padma Patil, uscendo dalla biblioteca.
«Malfoy ha di nuovo litigato con un ippogrifo!» rispose la ragazza.
«E oggi pomeriggio la professoressa Cooman ha visto un meteorite sorvolare la serra!» aggiunse Calì Patil. «Pare che sia un presagio di disgrazie!»
«Tanto per cambiare...» commentò Harry sospirando.

E con questa battuta concludo il capitolo! Mi scuso per il ritardo (Bellatrix ha “gentilmente”chiesto la precedenza) e saluto mavi e _chan_ ringraziandole per il sostegno.

   
 
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