3-Amici
animali…
Il giorno dopo Blaise, uscendo dalla
sala comune, si trovò
di fronte un Draco Malfoy con la faccia a pallini e gli occhi iniettati
di
sangue. «Blaise» gli disse in tono pericolosamente
calmo, «dimmi: tu da che
parte stai?»
Blaise assunse
un’espressione umile e dispiaciuta. «Dalla parte
dei cretini! Scusami, Draco!»
«Sei stato bravo ad
inventare quella storia!» rispose
sbrigativo Malfoy. «Madama Chips l’ha bevuta,
perciò non dovremo… oh, ciao
Pansy!»
«Oh, Draco! Stai
meglio!» esclamò felice la ragazza correndo
verso di loro. «Sono appena passata in infermeria, ma Madama
Chips mi ha detto
che ti aveva già dimesso…». Poi
aggiunse in tono sospettoso: «Cosa sono quelle
facce? Non starete tramando qualcosa, vero?»
I due si scambiarono
un’occhiata inquieta: l’atteggiamento
di Pansy era chiaramente minaccioso. Se Ron Weasley l’avesse
vista in quel
momento, avrebbe notato in lei un’incredibile somiglianza con
sua madre. «Ma
certo che no, Pansy!» assicurò Malfoy con un
sorriso enorme e assolutamente
falso. «Stavamo solo parlando del ballo: sai, voglio che sia
una serata
speciale e Blaise mi stava suggerendo di… beh, non posso
dirtelo, è una
sorpresa!»
«Oh, che sciocca! Sai, per
un attimo mi era venuto il
sospetto che non volessi andare al ballo… e invece stavi
preparando qualcosa
per me! E sei appena uscito
dall’infermeria! Nessuno è mai stato
così carino con me! Sarà una serata
meravigliosa, lo sento, ho già ordinato un vestito
delizioso, una nuvola di
seta e tulle, è davvero incantevole e non vedo
l’ora di indossarlo… ma forse ti
sto annoiando?»
«Ceeerto che no,
cara!» rispose Malfoy soffocando uno
sbadiglio colossale.
«Non dire bugie, lo so che
a voi uomini non interessa la
moda. Ma adesso vai a fare colazione, hai davvero un aspetto orribile;
io passo
in biblioteca e poi vi raggiungo in Sala Grande, ciao!»
«Santo cielo!»
borbottò Malfoy quando la ragazza fu lontana.
«Conoscendo Pansy, mi toccherà ballare con una
specie di enorme meringa alla
panna montata e fare acrobazie come Viktor Krum per
evitare di pestarle lo strascico! Già la
immagino scendere le scale in equilibrio sui tacchi alti, carica di
pizzi e
nastri come una torta nuziale!»
«Come dici? Il grande Draco
Malfoy vuole dunque arrendersi
al destino crudele? Coraggio, il Piano A è fallito ma ci
resta sempre il Piano
B, no?»
Silenzio.
«Abbiamo un Piano B,
vero?»
«Veramente io credevo che
l’avessi tu!» rispose Malfoy
confuso.
«OK, siamo
fregati!» concluse Blaise rassegnato. «Divertiti
al ballo, Draco!»
Persi nei loro mesti pensieri, i due
Serpeverde raggiunsero
la Sala Grande e per poco non andarono a sbattere contro Hagrid, che
usciva
zoppicando seguito a ruota da Silente. «Se era solo per le
lezioni non era un
problema, ai ragazzi ci piace un po’di vacanza»
stava dicendo il gigantesco
custode, «ma devo anche darci da mangiare, alle bestiole, e
se non era per quel
ceppo che mi è caduto sul piede avevo già
preparato la pappa a Thor!»
«Capisco, Rubeus, ma ti
conviene riposarti, casomai potrei
trovare qualcuno che ti aiuti con gli animali, magari Potter e Weasley
se non
hanno troppi impegni» rispose il preside.
Malfoy ascoltò con molto
interesse e nei suoi occhi si
accese una luce diabolica. «Blaise, ho
un’idea!» annunciò a bassa voce,
seguendo con lo sguardo Hagrid che si allontanava.
«Prevedo guai grandi come
casa tua, Draco!» rispose Blaise
scuotendo la testa: temeva di aver capito alla perfezione cosa aveva in
mente
l’amico, ma sperava di sbagliarsi.
Blaise non si sbagliava: quello
stesso giorno Malfoy stupì
il preside offrendosi volontario per aiutare Hagrid con le sue creature
magiche.
«Dici davvero, Draco?» domandò Silente
stupefatto, «Non sapevo che ti
piacessero gli animali!»
«Beh, non è una
passione di cui parlo volentieri con i miei
amici» rispose il ragazzo, «ma voglio solo
un’occasione per mettermi alla
prova... e poi credo che l’aria aperta mi farebbe
bene!»
Silente lo guardò, sempre
più meravigliato. «Forse ti ho
giudicato male, giovane Malfoy!» disse infine.
«Bene, se è quello che vuoi dirò
a Hagrid che passerai da lui dopo le lezioni. E, ragazzo...»
«Sì,
preside?»
«Fai attenzione, quelli non
sono teneri cuccioli».
«Sarò
prudente».
«Ma sei
impazzito?» esclamò Blaise quando
l’amico uscì
dall’ufficio di Silente. «Rischi di farti molto,
molto male! Non ti è bastata
la storia dell’ippogrifo?»
«Ma non capisci che
è proprio quello che voglio?» ribatté
Malfoy. «Provocarmi un incidente per saltare il ballo... e
magari mettere nei
guai quel bestione!»
«Davvero? Beh, la vita
è la tua... ma poi non dire che non
ho cercato di fermarti!» rispose Blaise alzando le spalle.
«Quanto sei disfattista...
devo ricordarti com’è andato a
finire il tuo piano
geniale?»
«Fai pure!» si
arrese Blaise. «Io me ne lavo le mani!»
Hagrid non fu entusiasta del nuovo
aiutante, ma per rispetto
nei confronti di Silente non fece commenti. «Bene,
bene!» borbottò. «Se Silente
si fida... ma ascolta, ragazzo... signorino Malfoy: i miei piccolini
sono
sensibili, se ci fai i dispetti potrebbero offendersi! Non darci troppo
da
mangiare, mettiti i guanti, ti conviene... e stai lontano dagli
unicorni, non
ci piacciono i maschi, a quelli lì!»
Malfoy storse il naso nel sentire
quel mezzo gigante che gli
dava ordini, ma nascose l’irritazione. Avrebbe messo anche
quell’affronto sul
conto di Potter e compagni, facendoglielo pagare con gli interessi.
Mentre si infilava i guanti di pelle
di drago, pensò con
soddisfazione che presto avrebbe risolto il suo problema. Naturalmente
non gli
sorrideva l’idea di rompersi le ossa, ma un mesetto in
infermeria era poca cosa
se paragonato ad una settimana di scuola in compagnia di quella
pestilenza in
forma umana (con i compagni che gli gridavano «Principe
azzurro» e «Faccia di
pizza»).
Dopo un’ora di lavoro,
l’idea cominciò a sembrargli molto
meno brillante: era stanco morto, con la schiena a pezzi, coperto di
sterco di
unicorno e bava di Vermicoli e con una bruciatura sul naso provocata da
un
incontro ravvicinato con un Schiopodo Sparacoda. Hagrid lo sorvegliava
dalla
finestra della capanna, gridandogli ogni tanto: «Vai
così, ragazzo! Tu sì che
sai curare gli animali!» Borbottando, sudando e imprecando
Malfoy scaricò
l’ennesimo fascio di fieno nel recinto degli unicorni, si
fermò per prendere
fiato e notò che l’enorme sagoma di Hagrid era
scomparsa dalla finestra. In un
lampo si allontanò in direzione della foresta e ben presto
trovò ciò che
cercava: in una radura, legato ad un albero, pascolava tranquillo un
ippogrifo.
«Ehi, stupida
bestia!» esclamò. L’animale gli
lanciò
un’occhiata distratta, poi tornò al suo pasto.
«Dico a te, stupido essere! Mi
senti? Ti sto dando fastidio, eh? E allora forza, colpiscimi! Coraggio!
Perché
non ti muovi?»
Il ragazzo si avvicinò
spazientito, e all’improvviso
l’ippogrifo gli sferrò un potente calcio con le
zampe posteriori.
La professoressa Sprite, che stava
concimando i tentacoli
velenosi, vide una sagoma che sorvolava il tetto della serra; si
precipitò
fuori e trovò il signorino Malfoy con la testa incastrata
fra i rami di un
albero e le gambe che sbucavano dal fogliame. Ci vollero gli sforzi
riuniti di
Hagrid, Tiger e Goyle per tirarlo giù e trasportarlo in
infermeria: tutti
temevano che avesse subito qualche grave lesione cerebrale,
perché, malconcio
com’era, aveva un bel sorriso stampato in faccia.
Madama Chips accorse e lo
esaminò con attenzione. «Ha fatto
un bel volo... che razza di imprudente, provocare un ippogrifo... certa
gente
non impara mai! Coraggio, Hagrid, non è nulla di grave, ma
starà a letto per almeno...
diciamo otto giorni!»
Con grande stupore dei presenti,
Malfoy balzò giù dal letto,
si strappò le bende e cominciò a dare testate
contro il muro gridando le
parolacce più orribili mai inventate nel mondo magico; per
calmarlo Madama
Chips fu costretta a versargli in gola un’intera brocca di
camomilla.
«Cos’è
questo casino?» chiese Harry a Padma Patil, uscendo
dalla biblioteca.
«Malfoy ha di nuovo
litigato con un ippogrifo!» rispose la
ragazza.
«E oggi pomeriggio la
professoressa Cooman ha visto un
meteorite sorvolare la serra!» aggiunse Calì
Patil. «Pare che sia un presagio
di disgrazie!»
«Tanto per
cambiare...» commentò Harry sospirando.
E con questa battuta
concludo il capitolo! Mi scuso per
il ritardo (Bellatrix ha “gentilmente”chiesto la
precedenza) e saluto mavi e
_chan_ ringraziandole per il sostegno.