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Autore: Mina7Z    27/09/2011    7 recensioni
Gli equilibri si infrangono, il tempo ha ritmi diversi ma ciò che è scritto non può essere modificato. Due personaggi costruiscono, anzitempo, un rapporto fatto di complicità e intimità.
Scuote la testa e si morde un labbro. Non ricorda neanche che giorno fosse quando il destino li ha fatti incontrare. Ricorda che era notte e che quel giorno di primavera c’era stato il sole.
Ricorda tutto di lei. E ricorda il suo immenso amore per lei. Solo per lei.
“Come eravamo, amore mio, noi due”.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Come eravamo”
“Ti avrei amata con tutto me stesso, Oscar”.

 

Che diavoleria l’amore.
A volte, ti accorgi che improvvisamente il cuore inizia a battere violentemente nel petto tanto da irradiare il suo vibrare fino alle tempie.
A volte, il respiro si fa affannoso e irregolare e inizi a inalare aria nel tentativo di riportare la consueta regolarità nelle membra.
A volte ti ritrovi a osservare il cielo stellato e a chiederti dove sia lei, cosa stia facendo e con chi. E poi ti sembra di percepire il profumo di lei in un alito di vento che ti scompone le vesti. Di udire la sua voce chiamare il tuo nome in mezzo alla folla. Di scorgere il suo volto in ogni donna che vedi. Di cercare il suo sguardo celeste tra mille altri volti.
A volte ti senti così solo che vorresti piangere, ma poi ti ricordi di essere un uomo e corri a ubriacarti nella prima locanda che trovi nel tentativo di oscurare i suoi occhi affogando nell’alcool.
E ti accorgi che non serve a niente, perché all’alba il pensiero di lei ti assale come e più di prima.
E lei ti porta alla pazzia, tanto da tentare di  saggiarle quelle labbra delicate, per poi rimpiangerne la dolcezza per tutta la vita.
L’amore. Un mistero inesplorabile. Una forza oscura e magnifica che ti divora l’anima e ti infiamma le carni.
L’amore per lei. Che non poteva in alcun modo essere sua.
L’amore per lei che aveva un disperato bisogno di certezze.
L’amore per lei. Che viveva negando a se stessa il diritto di amare.
Lei. Che una sera, in un momento di follia era stata, per un solo istante, sua.
Con gli occhi chiusi sfiora tremando i contorni della sua bocca. E ricorda il sapore di lei custodito in un angolo della  memoria.
“Ti avrei amata con tutto me stesso, Oscar”.
 
 

***

 
Questa volta non si incontrano per caso. E’ lei che lo va a cercare e lo trova all’interno di una locanda. La vede entrare e per un attimo la guarda incredulo, come se davvero non potesse essere lei.
Le va incontro, non vuole che altri la vedano. Lei è il suo piccolo angolo di paradiso da non condividere con nessuno.
“Ciao Alain..ti stavo cercando…ho chiesto alla guardia della caserma e mi ha detto che ti avrei trovato qui”.
E’ senza parole e fatica a risponderle senza balbettare. “Cercavi un compagno per bere un po’? L’hai trovato soldato. Non qui però, andiamo via”.
La porta in un’altra locanda dove nessuno li conosce.
“Come ti va Oscar?”.
“Abbastanza, direi”. Ma il tono non è convincente.
Vorrebbe chiederle perché è lì, perché è venuta a cercare proprio lui ma non ne ha il coraggio. Forse sarà lei a dirglielo, quando lo vorrà.
Le versa del vino mentre osserva il suo volto e cerca di leggervi le risposte alle sue mille domande.  La vede buttare giù interi bicchieri di vino e si chiede se anche la donna soldato non abbia un dolore segreto da annegare.
Non riesce a staccarle gli occhi di dosso e si sforza per non assecondare l’impulso di toccarla. Per assicurarsi che non sia un suo sogno. Che sia veramente lì.
Ed è lui che parla, che scherza, nel tentativo di farla ridere. Perché quando ride si illumina e i suoi occhi risplendono come le stelle nel cielo.
“Non c’è niente di meglio che bere con un amico, vero?” le dice.
“Certo, alla salute…”.
E poi, quando è ormai notte fonda la accompagna per le vie di Parigi. Non ha fretta di tornare nel suo bel castello e lui desidera che questa notte non abbia mai termine.
E alla fine le chiede il motivo della sua serata con lui.
“Avevo solo voglia di bere”.
“Di bere fino a stordirti?”. Vuole provocarla e lei non si tira indietro.
“…Si”.
“Cos’è che devi dimenticare Oscar?”. Le si fa più vicino e lei non si scosta.
“Di essere una donna. Devo dimenticarlo”.
E’ sconvolto da quelle parole. Ha bevuto molto, non è lucida e lui se ne accorge subito.
“Puoi dimenticarlo..ma…ma non puoi smettere di esserlo, non puoi”.
“Io devo farlo, non ho altra scelta”.
“Tu potresti dimenticarlo..ma il resto del mondo non potrà farlo…tu sei una donna Oscar e sei bella,, incredibilmente bella”.
“No, io sono solo un soldato e non sono bella né voglio esserlo”.
Un soldato. Un uomo. E un “migliore amico”. Nient’altro. Non sarebbe stata nient’alto per nessuno. E non avrebbe permesso a nessun’altro di spezzarle nuovamente il cuore.
Le è sempre più vicino e tende le mani verso il suo volto. Con un dito accarezza piano i contorni di una guancia e il corpo ha un fremito. La desidera così tanto che teme di non riuscire più a fermarsi. E’ una strada troppo pericolosa quella che sta percorrendo ma non può più porre rimedio.
Vede gli occhi di lei che lo fissano. Non oppone resistenza alla mano che lui sta facendo correre lungo il collo. Le è sempre più vicino tanto da respirare sulla bocca di lei.
“Sei bella, maledettamente bella. Bella come nessun’altra donna. Sei così bella”.
Continua a ripeterglielo, ancora e ancora, fino a quando lei, inizia a credere che sia vero. E inizia a pensare che un uomo possa davvero desiderarla. Che possa volere il suo corpo di soldato. Che possa essere per un uomo  qualcosa di diverso da un amico.
Le bocche si sfiorano, umide e bollenti, mentre la attira sempre di più contro di sé.
E poi le sfiora, quelle labbra carnose che dopo un attimo che sembra infinito si dischiudono per aprire la strada alla lingua esigente di lui. Le lingue si toccano, le mani di lui posate sulle sue guance morbide. Lei, che sente tremare sotto il suo tocco, che sembra rispondere a quel bacio. Che non scappa, non protesta. Lei che assapora quel gusto che sa di proibito.
“Sei bellissima, sei bellissima”.
E' contro il muro adesso e il corpo di lui la sovrasta e le preme  addosso con la sua urgenza di uomo.
Lui ansima e soffoca gemiti che gli  offuscano le membra. Vorrebbe di più, vorrebbe stringerla più forte, vorrebbe infilare la mano sotto le vesti per stringere tra le dita i suoi seni minuti.
Ma è lei che improvvisamente si stacca dal suo corpo, lasciandolo tremante e  senza fiato.
Lo guarda negli occhi e lui ha già capito.
“Non ci rivedremo più Alain”.
Rimane lì ansimante mentre la vede dileguarsi nella notte come un fantasma. Tutto di lei è donna. Corpo, viso, bocca. I seni nascosti. Tutto di lei lo disorienta e lo scuote nel profondo. E’ più donna lei di tutte le dame preziosamente imbellettate. Ora ne è sicuro. Sa però di dovere convivere con il ricordo del sapore di quella bocca che non potrà più riavere.
 
 

 
 
 
 
 
Nota dell'autrice:

Come spero abbiate capito, lei è appena stata respinta da Fersen ed è in cerca di conferme sul potere della sua femminilità.
E in lui trova un compòice.
Ringrazo come sempre chiunque voglia lasciare un commento. 

 

   
 
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