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Autore: Mark97    27/09/2011    0 recensioni
Restai a guardarli lanciando qualche occhiata a Aizen, che intanto si era seduto sul suo trono “Questo è il vostro nuovo compagno, Toshiro Hitsugaya” ancora il sorriso, ancora quel tono. Sbuffai appoggiandomi al muro con la schiena ‘non sono qui per fare amicizie, sono qui per diventare il migliore’ pensai, notai che gli occhi degli altri erano puntati su di me. Feci finta di niente, anche se la situazione mi imbarazzava leggermente, non ero abituato a lavorare in gruppo, non ero abituato a quel senso di serenità che sembrava esserci. I miei precedenti insegnamenti non erano così, me lo ricordavo bene. .
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Iniziammo subito ad allenarci, anche se non conoscevo i poteri degli altri non ero spaventato da un semplice combattimento, l’esperienza ormai mi aveva insegnato che la calma era l’unica cosa che ti facesse concentrare, agitarsi non serviva a niente. Aizen si alzò dal trono, guardandoci tutti dall’alto in basso, odiavo quel suo modo di fare, io mi ero sempre allenato con un maestro che si metteva al mio livello.
Yoruichi scendeva tra la polvere con me, non mi guardava dall’alto come una divinità. Ma lì tutti sembravano considerare Aizen tale, mi guardavo intorno e vedevo tutti quegli occhi adoranti puntati su di lui, tutti a cercare di comprendere il suo potere e (c’avrei scommesso Hyorinmaru) cercare di rubargliene un po’ semplicemente guardandolo.
Ma lui sembrava non notare tutte quelle attenzioni a lui rivolte, o era molto bravo a fingere di non farlo, mentre parlava però il suo tono si faceva di nuovo solenne e altezzoso, lo ascoltavo guardando come riusciva in qualche modo, con la sua parlantina scorrevole a prenderti tutta l’attenzione di cui eri capace.
Ogni sua parola sembrava una corda che ti tirava sempre di più a lui, ogni pausa invece pareva l’oscurità che ti si avvolgeva intorno “Visto che oggi c’è uno nuovo, ci alleneremo uno contro tutti. Io contro i miei allievi, tutti in una volta”.
Staccai la schiena dal muro senza scollargli gli occhi di dosso “Tu DA SOLO? Contro tutti noi?” il mio tono aveva una nota sarcastica, ma stavo sudando freddo, sapevo quello di cui era capace. Combattere da soli contro di lui a volte si rivelava più efficace di combattere con dei compagni. 
Contare sugli attacchi alleati era solo un rischio per la propria incolumità.
Ogni fendente di spada poteva recidere il muscolo sbagliato, ogni lama poteva trapassare la schiena amica,ogni reiatsu poteva schiacciare il tuo alleato, era un continuo dubitare delle proprie mosse, un circolo che ti costringeva a ritirarti in difesa e morire da solo, arrendendoti all’evidenza, piuttosto di ferire e indebolire altri tuoi compagni.Ma non mi davo per vinto, sapevo che non avrei fatto molto, avevo già notato un sorrisino di troppo mentre parlava, ma non avrei avuto paura di lui.

Il campo di battaglia era semplice, una piccola spiaggia, con scogli appuntiti..ok era una specie di trappola mortale naturale.
Sembrava il posto giusto per massacrare qualcuno, per fargli notare la differenza di forza che c’è tra quel qualcuno e una divinità.
Appena arrivai deglutii leggermente, lui era di fronte a me, Kyoka Suigetsu brillava già sguainata. Il suo volto era calmo –ancora quel sorriso- la sua voce anche –ancora quel tono- “allora sei tu il primo a presentarti? Ghiaccioletto?” lo guardai negli occhi, cercai di mettere in quell’unico sguardo che gli avrei rivolto tutto l’odio, la sicurezza e la forza che avevo. Lui però semplicemente tenendo quell’aria calma riusciva a schiacciarmi a terra, a farmi sentire un nulla in confronto a lui “come cavolo fa? Perché? Io non sono inferiore!” dicevo dentro di me, mentre allungavo la mano destra verso l’elsa di Hyorinmaru.
Ogni volta che avevo visto Kyoka Suigetsu era stato per qualche punizione, ora però era una battaglia, ora potevo difendermi.
Estratto Hyorinmaru mi misi in posizione d’attacco “Aizen, questa volta non mi farò ferire così facilmente” dissi in tono gelido che non lo sfiorò neanche, semplicemente aumentò la reiatsu facendo pressione su di me, come per avvertirmi di stare al mio posto.
Io in tutta risposta aumentai la mia, anche se non era nemmeno confrontabile con il suo potere.
Strinsi l’elsa “Bankai”con tono secco, un comando per il mio potere. Le ali di ghiaccio si crearono sulla mia schiena, le sentivo collegarsi con me, le sentivo mie.Ogni volta che evocavo il bankai era come se Hyorinmaru si fondesse con me, mi avvolgeva offrendomi protezione, mi teneva in piedi offrendomi la possibilità di uccidere. Era tutto quello che mi serviva per combattere. Arrivarono anche gli altri, ognuno con la propria arma, ognuno determinato a non morire. Io li guardai, sembravano totalmente diversi dai compagni “spensierati” che avevo visto prima. Sui loro volti ora c’era solo sicurezza, una sicurezza che mi fece pensare ad una possibile vittoria.

Una possibile vittoria? Contro Aizen? Che mai il pensiero mi avesse anche solo sfiorato.
Ci mise poche mosse per metterci tutti a tacere e come avevo sospettato, quello a cui la maggior parte degli attacchi erano diretti, ero io. “Combattere in gruppo, mai più!” mi dissi mentre un altro fendente della mia alleata mi bucava il fianco. Ci stava mettendo tutti contro tutti, ormai potevi lanciare un attacco nel vuoto e stai sicuro, quello finiva per investire il tuo compagno.
Ormai era il caos, sentivo la testa girarmi “Sto perdendo troppo sangue, di questo passo…” notai che non ero l’unico ferito “bene, siamo fottuti”.
La mia mente ormai aveva tirato la conclusione più logica. L’incontro finì con noi massacrati e lui con neanche una goccia di sudore sulla fronte.

Riandammo in quella sala stanchi morti, quasi trascinandosi. Mi guardai il braccio sinistro, la mano ormai non era neanche recuperabile per non parlare della spalla, completamente distrutta e dilaniata. Tutti ci guardavamo senza dire niente, dov’era finita la nostra sicurezza? Sembravamo un gruppo di codardi o meglio cani bastonati ritornati dal padrone dopo una violenta cattura.
Suigetsu e Uten sembravano quasi tranquilli “ci saranno abituati” pensai. Aizen rientrò nella sala, li vidi come risvegliarsi rivolgendo un piccolo inchino “maestro!” “Aizen Sensei!” Lui li salutò con un cenno della mano, dirigendosi verso il trono, ma si fermò davanti a me “non si saluta? Ghiaccioletto?”io rimasi fermo al mio posto, una mano che premeva sulla spalla “fottiti”, dissi semplicemente. Aizen sorrise “certo che ne hai di coraggio, anche messo così ti ostini a tenere la testa alta” si girò verso di me “ora chiederai scusa da bravo allievo, a meno che tu non voglia perdere entrambe le braccia”. Vidi che Suigetsu e Uten mi guardavano, io non dissi nulla, chiedere scusa?non sono un vigliacco.
Suigetsu si avvicinò a me “ti conviene chiedergli scusa, non è bello perdere le braccia.. io lo so bene” Aizen sembrò quasi divertito da quella situazione “lui non ha paura di perdere qualche arto, in confronto alle tue punizioni, Suigetsu, lui ha passato l’inferno” Io tenevo lo sguardo basso, strinsi la presa sulla mia spalla, il sangue gocciolò lento a terra Suigetsu che mi guardava quasi con pietà.
Sospirai lanciando prima un’occhiata a Suigetsu per poi dirigere il mio sguardo verso Aizen “mi scuso” riuscii a dire, Aizen sorrise soddisfatto “ecco.”
Mi guardò con una tale aria di superiorità che io strinsi per riflesso la presa sulla mia spalla, provocandomi anche dolore.
Lo vidi risedersi sul suo trono,rilassandosi e guardandoci tutti con i suoi occhi taglienti. Mi aveva umiliato, lo aveva fatto di nuovo, quel bastardo mi aveva di nuovo reso il nulla.
 
 
 
  
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