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Autore: demois    28/09/2011    1 recensioni
una storia di confuione non una quelle storie d'amore strappa lacrime :D buona lettura, se qualcuno la leggerà!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ci incamminiamo fuori dal bar e nessuno dei due osa parlare per non rovinare quel momento di estrema calma che tra di noi non eravamo mai riusciti a creare. Però insomma, non possiamo continuare così, quindi iniziamo a parlare.

Allora io sono ancora in ferie. Che cosa facciamo oggi?
Come cosa facciamo? Cos’è tutta questa confidenza? Non suona meglio cosa farai oggi Jared?
Ah Ah, molto simpatico. Comunque ho un’idea. Dato che hai ricordato quel giorno andiamo a fare shopping  e paghi tu come da contratto.
Ma no, non vale.
E invece si mio caro. Andiamo ti porto in un bel posto.

Arriviamo a questo negozio che si trova in periferia. E’ uno dei miei negozi preferiti. Ha due grandi reparti, uno vintage e uno di alta moda.
Quello vintage è il mio piccolo mondo. E’ qui dove compro tutti i miei vestiti strani. Ha un assortimento stupefacente di tutto quello che riguarda l’abbigliamento insolito per i miei coetanei. Mentre nel reparto alta moda non ci sono neanche mai stata, ci sono cose troppo banali e normali per i miei gusti.
Inizio a prendere una miriade di maglie, pantaloni, scarpe e più ne ha più ne metta.
Vado verso il camerino dove davanti si trova un enorme divano per accogliere i poveri martiri costretti dalle compagne/mogli e un giorno di puro shopping sfrenato. Lì si accomoda Jared catalogato come ‘’semplice amico martire’’.
Decido di partire con pantacollant neri, anfibi alla caviglia neri lasciati sciolti e sopra una maglia con due teschi con incrociate due chitarre, un’acustica e l’altra elettrica. Ovviamente ho scelto un XXL almeno copre bene tutto e mi lascia scoperta solo la spalla sinistra da dove s’intravede una spallina del reggiseno nera.  Esco sicura di me dal camerino e affronto Jared che mi sta aspettando. Sfoggio un sorriso smagliante e faccio una giravolta. Applaude e mi dice ‘’ molto da te, perfetto, mi piace’’.
Bene, e uno è andato. Avanti un altro.  Stavolta mi metto un paio di pantaloni da uomo pieni di tasche, e una felpona nera ai piedi metto un paio di comode adidas. Esco di nuovo.

Non mi dire che sembro un camionista perché ti uccido.
Ahahahahah, ok c’ho pensato, ma anche questo ti sta bene, è tutto il tuo genere.
Beh, è abbastanza normale che sia il mio genere dato che gli abiti li ho scelti io.
L’hai voluto tu. Ora cambiati e cerchiamo per tutto il negozio un vestito che secondo me ti può stare bene.
No, Jared non voglio. Mi fai paura quando fai così.
Niente discussioni. Forza vieni.
Ok, capo.

Mi cambio e intanto prendo i miei acquisti e li scarico addosso a Jared che a sua volta li scarica sul divano.
Partiamo alla ricerca di questo vestito.
Stiamo vagando per questo negozio da circa trenta minuti senza trovare nulla, e la cosa m’infastidisce. Io mi butto sul divano e non so come mi addormento. Dopo non so quanto tempo arriva Jared che mi scuote e con un sorriso 43894783246892 denti mi dice ‘’ l’ho trovato’’.
Così dicendo mi butta dentro al camerino con un vestito nero. Mi spoglio senza guardarlo troppo, tanto non posso ribellarmi, e poi anche perché mi sono appena svegliata e non ne ho la forza di farlo.
Riesco a infilarmi questo vestito. E’ la semplicità fatta vestito.
E’ nero, e oddio, è eccessivamente corto, mi arriva a metà coscia, ma cosa gli è saltato in mente. Comunque è molto attillato e mi fascia completamente tutto il corpo.
Non mi sono mai vestita così femminile in tutta la mia vita, e beh dai non sono poi così male. Il fisico me lo permette ancora di indossare questi vestiti, quindi urlo dal camerino.

Che mi metto in piedi? Mi passi gli anfibi, tanto sono neri vanno bene.
OK.

Mi passa un paio di scarpe che io distrattamente prendo, le guardo e no, questi non sono i miei anfibi. Urlo di nuovo.

Eih, stupido essere umano, questi non sono anfibi. Queste sono trappole di morte. Queste decoltè nere con tacco dieci mi vogliono uccidere, lo so. Tu non lo sai perché non sei nel camerino, ma tutte le volte che le guardo mi rivolgono sguardi maligni.
Ahahahahahahahah, Marta ma cosa dici? Le scarpe non ti guardano e non ti lanciano sguardi assassini. Mettile e esci di li.
OK, però sappi che sei un autentico stronzo.

M’infilo le scarpe con non pochi problemi ed esco.
E’ morto. Non parla, spero almeno che respiri perché non voglio spendere i miei soldi così. Aveva detto che pagava lui e che cavolo, non può morire prima di non aver pagato.  Ok, fermi cosa sto dicendo? Sto pensando ai soldi mentre Jared Leto sta morendo?
Mi avvicino e lo scuoto, passandogli una mano davanti al viso.

Eih, ci sei? Sei morto? Dai su, ricordati che devi pagare. Ora vado a cambiarmi perché sto scomoda.
No, non farlo!
che hai detto?
No, non farlo stai benissimo così. Non ti avevo mai visto in tiro e sei uno schianto.
Beh, grazie. Ma in questo momento sembri fatto di qualche droga illegale quindi non ti do molto ascolto. Quindi vado.

Facendo così mi nascondo in camerino. L’ho visto come mi guardava, non gli facevo schifo davvero. Che cosa strana.
Esco e andiamo a pagare con un Jared che ogni tanto mi guarda stranito.
Direzione casa dolce casa.


  
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