Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: EverybodyHurts    28/09/2011    3 recensioni
Quella mattina Chiara si svegliò come al solito, con il suo fare scontroso e menefreghista. Le sembra una giornata come tutte ma non sa che incontrerà per la prima volta quegli occhi: i SUOI occhi, così blu.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ed ecco finalmente il decimo capitolo! (:
Scusate l'attesa ma ho avuto moooolti impegni scolastici D:
(5 ore a studiare storia non è una cosa così piacevole.)
Spero che il capitolo vi piaccia. <3
Aspetto vostre recensioni e.. ci vediamo in fondo con le risposte alle recensioni <3
Buona lettura! **

---


Quando mi svegliai mi resi conto che avevo dormito con i vestiti della sera prima. La prima cosa che feci fu guardarmi allo specchio e il riflesso non era dei migliori: al posto dei capelli avevo un cespuglio, avevo la matita colata sul viso e gli occhi gonfi e rossi per il troppo piangere. Decisi di farmi una doccia: ne avevo davvero bisogno. Lasciai che il calore mi avvolgesse e mi sedetti proprio sotto il getto dell’acqua. Rimasi lì per un’infinità di tempo, finché mia madre, preoccupata, non venne a chiamarmi. Mi alzai di scatto.
<< Chiara? Tutto bene? >> chiese.
<< No mamma, sono morta affogata. >> dissi nervosamente. Volevo rilassarmi per una giornata intera, non potevo?
<< Volevo solo dirti che il pranzo è pronto. Ti ricordi? Dobbiamo parlare. Sofia ti ha cercata parecchie volte mentre dormivi. >> disse sporgendosi dalla porta del bagno. Era già ora di pranzo?
<< Sì, mi ricordo. Fra poco scendo. >> dissi.
<< Ti aspetto. >>
Chiusi l’acqua e presi l’accappatoio avvolgendolo intorno al corpo. Con quel caldo, non avevo nessuna voglia di accendere il phon, così decisi di lasciare asciugare i capelli da soli. Scesi in accappatoio con tutti i capelli gocciolanti. Mia madre aveva apparecchiato e dalla cucina seguiva una puntata di un telefilm.
<< Com’è andata ieri sera? >> chiese guardandomi.
<< Bene. >> mentii.
<< Ti va di parlarne? >> chiese avvicinandosi e spostandomi una ciocca di capelli bagnati dal volto. Uno dei pochi gesti materni che mi aveva riservato.
<< Sinceramente no. Non dovevamo parlare di “seconde possibilità”? >> chiesi allontanandomi e dirigendomi verso il tavolo apparecchiato.
<< Hai ragione. Spengo la tv, così staremo più tranquille. >>
Mi sedetti e cominciai a mangiare gli spaghetti che aveva preparato.
<< Allora. Per prima cosa volevo chiederti scusa. >> disse guardandomi.
La fissai a mia volta, smettendo di mangiare. Mi chiedeva scusa?
Incuriosita, lasciai cadere la forchetta nel piatto.
<< Quando tuo padre se n’è andato.. >> disse e io rabbrividii. Non avevamo mai parlato così apertamente di lui.
<< ..mi si è spezzato il cuore. Non puoi neanche lontanamente immaginare come mi sono sentita. Credevo di aver trovato l’uomo della mia vita, anzi, sapevo di averlo trovato! Mi fidavo di lui, eravamo la coppia perfetta. Quando ho saputo di essere incinta, non vedevo l’ora di dirglielo per condividere con lui la mia felicità. Ma lui non si fece più vedere, scappò. Rinunciò alle sue responsabilità come padre, lasciandomi sola con te. Non sono stata in grado di essere una madre presente per te, non ci sono stata quando ne avevi bisogno. Questo perché mi sono sentita buttata fuori, umiliata.. Così ho deciso di puntare tutto sulla mia carriera, sul mio lavoro.. sacrificando la cosa che mi è più cara al mondo.. te. Me ne sono pentita e ancora me ne pento. >>
I miei occhi si riempirono di lacrime già dalla prima parola.
<< Ti chiedo di perdonarmi e ti chiedo un po’ di comprensione. Vorrei rimediare offrendoti tutto l’aiuto possibile nelle tue scelte future e nei tuoi problemi. Mi sembra il minimo. Non voglio che mia figlia, oltre a non avere una figura paterna, non abbia neanche un riferimento materno. >>
La guardai negli occhi e vidi che anche lei stava piangendo. Una delle cose più brutte al mondo è vedere la propria madre piangere: tutti noi vorremmo che la donna che ci ha messi al mondo fosse sempre allegra e felice.  
Mi alzai e l’abbracciai con tutta la mia energia. Lei, incredula, ricambiò la stretta.
<< Scusami.. >> disse ancora.
Io sorrisi tra le lacrime, contenta di aver recuperato il rapporto madre-figlia che avevo sempre desiderato.
<< Ti voglio bene, piccola mia. >>
<< Per me.. sarà difficile.. ci vorrà del tempo.. >> dissi balbettando.
<< Tutto il tempo che vuoi. >>
Restammo abbracciate per molto tempo. Volevo godermi ogni secondo di quell’abbraccio, volevo assaporarlo perché non sapevo quando ce ne sarebbe stato un altro.
Poi il mio cellulare squillò e io mi precipitai per rispondere.
<< CHIARA! Pretendo delle spiegazioni. >> urlò Sofia dall’altro lato del telefono.
<< Hai vissuto in diretta la scena.. cos’altro vuoi sapere? >> chiesi singhiozzando, ancora emozionata per quello che era avvenuto pochi istanti prima.
<< Un momento.. TU stai piangendo! Racconta! >>
Alzai gli occhi al cielo. Perché doveva urlare in quel modo? Avevo le orecchie perfettamente funzionanti.
<< Ora non posso. >>
<< Come sarebbe a dire? >> chiese rompendomi un timpano.
<< Un’altra volta.. >>
<< Senti. E’ iniziata la festa in città. Ci vediamo alle 18 davanti al nostro bar. >> disse attaccando.
Sbuffai e mia madre mi guardò.
<< Che succede? >>
<< Sofia vuole sapere cos’è successo.. Mi ha chiesto di uscire con lei oggi. >>
Lei annuì.
<< Ti da fastidio se metto un po’ di musica in camera? >> chiesi gentilmente.
<< No, certo che no.. >>
Sorrisi.
Mi diressi verso la mia camera e accessi lo stereo a tutto volume. Mi buttai sul letto ancora con l’accappatoio e i capelli mezzi bagnati, strinsi il cuscino a me e pian piano, cominciai a piangere ancora. Pensavo a ciò che era successo la sera prima, a quel bacio dato per una scommessa, non per vero amore. Pensavo a quando potessi essere stupida da credere che Luca fosse diverso. Pensavo a quanto avevo desiderato un bacio romantico, pieno d’amore. Pensavo alla mia incapacità di agire quando avevo ricambiato il bacio. Pensavo allo schiaffo. E poi pensavo a lui che mi correva dietro, cercando di spiegarmi (spiegare cosa, poi?). Non riuscivo a pensare ad altro: ogni cosa che mi ricordava di lui causava un’irrefrenabile crisi di lacrime. Tra una lacrima e l’altra, mi addormentai.
Quando mi svegliai erano le 18.30. Sofia mi avrebbe sicuramente uccisa.
Mi vestii in fretta e furia: scelsi un paio di jeans stretti, una t-shirt bianca e una camicia a quadri rossi e bianchi lasciata aperta davanti.  Abbinai al completo un paio di converse rosse, mi pettinai e truccai e poi uscii di casa.
Arrivai all’appuntamento con poco più di un’ora di ritardo. Sofia era furibonda.
<< Pensavo che fossi morta pettinandoti. Magari per sbaglio hai inghiottito un dente del pettine e.. >> disse lei con sarcasmo incrociando le braccia al petto.
<< Sono qui, smettila ora. >> dissi sorridendo leggermente.
<< Scuuuusa. Hai parlato con tua madre? >> mi chiese.
<< Ci sediamo? >> domandai indicando un tavolo libero.
Lei annuì.
<< Ho chiarito con lei. Si è scusata e ora siamo in buoni rapporti. >> affermai.
Lei sgranò gli occhi.
<< Questo è avvenuto nell’arco di una giornata? >> chiese allibita.
<< Sì. Se non ti dispiace, vorrei cambiare argomento. La questione madre-figlia è risolta. >> dissi con un tono un po’ troppo brusco.
<< Come siamo nervosi, oggi. Non hai un bell’aspetto. >> affermò indicandomi. Evidentemente il trucco non aveva coperto abbastanza le occhiaie. Del resto, la matita non serviva a coprire la tristezza dei miei occhi. Gli occhi non mentono mai.
<< Ho uno specchio a casa; ho visto. >> dissi mordicchiandomi le unghie.
<< Ieri sera.. >> cominciò lei ma io la zittii.
<< Non ho voglia di parlarne. >>
<< E di cosa vogliamo parlare? Sono la tua migliore amica, dovresti sfogarti con me. >> disse guardandomi negli occhi.
<< Sì hai ragione. Ma sai che per me è difficile. >>
<< E va bene.. allora dirò qualcosa io sperando di farti sorridere. >> disse.
Sofia era un dono dal cielo: cercava sempre di farmi stare bene.
<< Oggi sono andata al cinema con Matteo. >> disse.
Ah giusto! L’aveva invitata al cinema!
<< Com’è andata? >> chiesi.
<< Molto bene! Cioè.. il film era orribile ma lui è stato davvero gentile con me e mi ha chiesto di uscire stasera. >> disse arrossendo. Matteo le piaceva e si vedeva.
<< Hai accettato? >>
<< Beh, sono una, o sto qui con te oppure sto lì con lui. >> disse inarcando le sopracciglia.
<< Hai rinunciato alla tua serata con Matteo per stare con me? >> chiesi.
<< Esatto. Farei di tutto per te, Chiara. Sai che ti voglio bene. >>
Quella era ufficialmente la giornata dei ti voglio bene. Sorrisi.
<< Sono riuscita a farti ridere! Sì! >> disse esultando ed io scoppiai a ridere.
<< Ti voglio bene anche io. >>
<< Lo so! Guarda lì.. ma quella è mia cugina! Vado a salutarla. >> disse alzandosi.
<< Intanto io vado a prendermi un frullato. >> dissi.
Mi avvicinai al bancone.
<< Cosa desidera? >> chiese la ragazza.
<< Un frullato alla fragola con cioccolato e panna, grazie. >> dissi.
<< Ecco a Lei. Sono 2 euro e 50. Ecco lo scontrino. >>
Pagai e mi voltai automaticamente. Avevo dimenticato l’effetto che mi facevano i suoi occhi così azzurri, la sua mascella pronunciata.. Distolsi lo sguardo fingendo di essergli indifferente e mi diressi verso il tavolo con il mio frullato.
<< Chiara, aspetta.. >> disse lui.
<< Sei uno stalker, per caso? >> chiesi con sarcasmo senza voltarmi. Lui ridacchiò. Gli sembrava il momento di ridere?
<< Ragazza gentile, vorrei spiegarti.. >>
<< Non c’è niente da spiegare. >>
<< Per favore, te lo chiedo per favore, vuoi venire a fare due passi con me? Devo parlarti. >> disse implorandomi.
Alzai gli occhi al cielo e accettai. Sofia avrebbe capito. E poi.. non si poteva dire di no a quegli occhi così magnetici.
Usciti dal bar gli chiesi: << Che c’è? >>
<< Volevo scusarmi.. >>
<< Non accetto le tue scuse. >> conclusi.
<< Accidenti, sei più testarda di me! Mi fai parlare? >> disse. Sbuffai e lo lasciai finire.
<< Voglio scusarmi per quello che è successo ieri sera. Non avrei mai dovuto fare una cosa simile. Mi sento un idiota. >> disse gesticolando.
<< Fai bene perché sei un idiota. >> gli dissi con la testa di lato, guardandolo di sottecchi.
Lui aggrottò le sopracciglia. Non sopportava che qualcuno gli rispondesse a tono (su questo aspetto eravamo decisamente molto simili). Così girò la frittata a suo favore.
<< Però ti è piaciuto.. >> disse incrociando le braccia.
Arrossii e guardai altrove. << Cosa? >>
<< Ti è piaciuto baciarmi, eh? >> ridacchiò.
La mia pazienza aveva un limite e lui l’aveva oltrepassato.
<< Scuse accettate? >> ci riprovò.
<< Senti, ti piace la fragola? >> chiesi infine.
<< Cosa? >> domandò lui.
Con un gesto fulmineo gli rovesciai il frullato in faccia e scoppiai a ridere. Lui spalancò la bocca e cercò di togliersi quel liquido appiccicaticcio dal viso. Lo lasciai lì e tornai al tavolo del bar in attesa che Sofia si rifacesse viva, ma lei parlava ancora con sua cugina ed un gruppo di ragazze accanto a lei. Poi uscii di nuovo. Speravo che Luca se ne fosse andato.
<< Era buono il frullato. Fortunatamente ho trovato un bagno dove potermi lavare. >> disse qualcuno alle mie spalle appoggiato alla porta del bar con le braccia incrociate e perfettamente pulito. Come diavolo..?
Lo squadrai.
<< Ancora tu? Non ti sopporto più! >> urlai.
<< Mi offendi. >>
<< Ben ti sta! Devi lasciarmi in pace, okay? >>
Mi allontanai lasciandolo lì ma lui non aveva afferrato il concetto perché continuava a seguirmi, testardo com’era.
<< Qualcuno ti ha menata? >> chiese lui ad un tratto, indicando le mie occhiaie.
<< Non sono affari tuoi. >>
<< Non hai ancora risposto alla mia domanda.. Ti è piaciuto, vero? >>
<< Vuoi un altro frullato in faccia? >>
<< Non si risponde con un’altra domanda, ho la precedenza. >> disse lui ridendo. L’aveva sempre vinta lui, l’ultima parola doveva essere la sua.
Esausta mi fermai, guardai altrove, fissai un punto davanti a me e, arrabbiata chiesi: << Cosa vuoi ancora? >>
Tutto accadde molto velocemente. Lui afferrò il mio braccio e fui costretta a voltarmi.
<< Voglio te. >>
In un secondo le sue labbra raggiunsero le mie. Finalmente il bacio arrivò. Riuscii a sentire un leggero sapore di fragole sulle sue labbra, cosa che non aiutò molto il mio autocontrollo. Avrei voluto allontanarlo e dargli uno schiaffo perché era troppo spavaldo e sicuro di se. Avrei voluto lasciarlo lì e dimostrarmi forte ma.. forte non ero. Non ne avevo il coraggio. Perché il mio cuore batteva all’impazzata quando lui sfiorò per la prima volta i miei fianchi, quando le nostre lingue s’intrecciarono e quando le mie mani finirono nei suoi capelli. Perché tra quelle braccia muscolose mi sentivo al sicuro e, nonostante fosse tremendamente difficile ammetterlo a me stessa, baciarlo era proprio quello che volevo.

---

 SetFireToTheRain ahahahahah, volevi uccidermi davvero u.u Ma non l'hai fatto perché mi ami :')
Graaaazie (anche se io non ci credo. <3 )

 XxX_GiuliaLoveless_XxX Amoooore, come sempre, grazie di cuore. Viva l'ombra! (?) LOL (: Ho aggiunto il particolare della fragola al bacio : 3 

 luna_blu Eccoti l'aggiornamento, spero ti piaccia anche questo (: Grazie**
Marika95 Già, non sei la sola che pensa questo di Lorenzo xD Chissà se in seguito riuscirete ad affezzionarvi a lui (ho mooolti dubbi u.u) L'ombra "tornerà" fra qualche capitolo, non vi preoccupate, presto il mistero sarà svelato : 3

- E adesso spiegatemi perché mi cambia scrittura da solo ç_ç Scusate per l'inconveniente, ma, come vi ho detto, cambia la grandezza DA SOLO D:
Un bacio. <3

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: EverybodyHurts