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Autore: MaxT    28/09/2011    3 recensioni
Una Elyon esuberante e sorprendente torna a cercare le sue vecchie amiche, che si troveranno presto coinvolte in avvenimenti più grandi di loro. Che spaventosa profezia ha pronunciato la Luce di Meridian? Vera è…vera? Dove sono andate le gocce astrali delle W.I.T.C.H.? E’ una storia dove i personaggi assumono diversi ruoli contrastanti, si muovono nel segreto e nell’invisibilità, e le loro motivazioni autentiche si delineano a mano a mano che la storia si avvicina alla conclusione. Note: qualcuno potrebbe considerare OOC Elyon e le gocce astrali. Da parte mia, penso che siano una evoluzione plausibile dei personaggi visti nel fumetto. Aggiornamento: I primi sei capitoli sono stati riscritti nell'ottobre 2008.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le profezie di Meridian'
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Ad personam

Cara Scarlettheart, grazie per la rapidissima e graditissima recensione.  L'idea di modificare i propri ricordi è interessante. Per quanto riguarda la corona, nel seguito se ne saprà di più.

Cara Kuruccha, sono felice per la tua recensione. Beh, hai notato che i miei personaggi di tanto in tanto vanno a fare i loro bisognini. Questa è una cosa di cui la Disney si è bellamente dimenticata quando ha fatto chiudere Taranee per giorni nella bolla a Meridian.
Bello lo sfollagente-frusta, no? E' anche più coreografico di un mitra, nelle mani delle Nemesis.

Cara Atlantis Lux, grazie per la graditissima recensione. Anche a me Carol piace come personaggio, ma non la vorrei elevare troppo: è brava a criticare quando gli altri si montano la testa, ma non è certo esente da tentazioni nello stesso senso, quando le circostanze glielo permettono.
Sapevo che le armi ti avrebbero interessata e che avresti riconosciuto immediatamente le citazioni di quelle serie che ho così apprezzato e, nel caso di Mai Otome, presentano diversi punti in comune con Profezie.

Qualche parola su questo capitolo. Siamo a un mese dalla data conclusiva della profezia, e un evento fortuito fa precipitare una situazione che si era protratta per diciassette mesi, e spinge diverse persone a prendere decisioni emotive.
Il disegno rappresenta Tibor in profonda meditazione accanto al sacro bacile nella sala del passaggio. Forse la scena più rappresentativa del capitolo sarebbe stata il drammatico incontro tra Taranee, Carol e Diana a Midgale, ma l'idea di disegnare decine di automobili e di spettatori, oltre a posizioni dinamiche tutt'altro che facili,  mi ha scoraggiato.

 


 

PROFEZIE

 

Riassunto delle puntate precedenti 

Dopo un incontro misterioso con la Luce di Meridian, Vera ha convinto le Gocce a sostituirsi a Elyon a Meridian, impersonando la regina e le guardiane. 
A Meridian, la controfigura di Elyon e le finte guardiane esiliano Miriadel e Alborn, mentre Caleb sfugge alla cattura;  pur avendo assunto il potere, si 
rendono conto di non essere convincenti, e inventano la storia che le guardiane sono a palazzo per proteggere la Luce di Meridian da un complotto. 
A Heatherfield, Elyon spiega che quella che si sta realizzando è una sua profezia, che prevede che la tirannia duri un anno, che a Meridian dura diciotto mesi. Elyon è decisa a non tentare niente prima di questa scadenza.
Il nuovo piano di Vera prende rapidamente forma, basandosi sull'ambiguità del termine di un anno: prima simuleranno che Elyon diventi sempre più tirannica, screditandola, poi Vera, che ha comunque il rango di una principessa Escanor, la spodesterà dopo un anno terrestre di dodici mesi, facendo finire apparentemente la tirannia e realizzare la profezia; poi, dopo aver guadagnato il consenso della gente, si prepareranno per affrontare Elyon e  le Guardiane al loro ritorno dopo diciotto mesi, un anno di Meridian. 
Vera crea venti copie di Wanda, dette Nemesis, che avranno l'incarico di impersonare le guardiane, sollevando le gocce dal compito, e di sorvegliare la città restando invisibili o sotto falsa identità, o con l'aspetto di aquile. 
Come dal piano di Vera, le false Guardiane imprigionano Galgheitha e altri personaggi importanti, che potrebbero rendersi conto che la sempre più tirannica Regina e le Guardiane sono state impersonate da controfigure; la principessa Vera fa la parte della buona, facendo fuggire questi prigionieri dalla città.
Passano i mesi, e la situazione a Meridian si fa sempre più pesante. La falsa Elyon diventa sempre più tirannica e incoerente, isolandosi tra i mormoranti come già Phobos prima di lei, e perdendo ogni simpatia tra la popolazione, l'establishment e perfino l'esercito. La principessa Vera, per contro, finge di mitigare le conseguenze della follia della regina e delle Guardiane e si guadagna sempre più approvazione e credibilità nella città. Infine, si arriva allo scadere dei dodici mesi dall'arrivo delle Gocce e da quello che a molti appare come l'inizio della tirannia. La montatura arriva al suo culmine: Vera parla in consiglio criticando Elyon, poi affronta le false guardiane e infine la falsa Elyon, sconfiggendoli tutti e venendo proclamata Regina.
Informata da Caleb, dopo una combattuta discussione Elyon trae gli auspici e decide di proseguire col piano iniziale, aspettando altri sei mesi per intervenire; inoltre preannuncia alle guardiane che intende farlo da sola. Queste, preoccupate, si chiedono se dovranno intervenire in qualche modo per aiutarla.
Nel frattempo Vera fa sperimentare nuove armi segrete, come fruste capaci di iniettare narcotici e sistemi per materializzare armi pesanti in vista del confronto finale.

 

 

 Capitolo 66

Bagliori nelle pupille
 

 

 

 


Midgale, 26 marzo- diciassettesimo mese dal colpo di stato

Appena il pullman si è fermato, il signor Jensen si alza agilmente dalla poltroncina dell’accompagnatore e rivolge alla sua squadra uno di quei sorrisi che hanno contribuito a renderlo popolare tra signore e signorine di ogni età. “Ragazzi, eccoci arrivati al palazzetto dello sport di Midgale. Mostriamo a questa città come sa ballare la Jensen Dance Academy!”.

Appena scesa sul marciapiede, Taranee alza con emozione lo sguardo per osservare l’edificio imponente in cui dovranno esibirsi, il suo ingresso monumentale di marmo e vetri verdi e le grandi finestrature specchianti che ricoprono il suo perimetro ricurvo. “Guarda, Sheila, non è stupendo?”.
“Sì, sì”, le risponde la sua amica, degnando la costruzione solo di una breve occhiata annoiata dei suoi sottili occhi viola. “Ma l’ho visto tante di quelle volte… Dai, vieni, abbiamo poco tempo per le prove!”. Detto ciò, percorre a grandi passi il marciapiede che le separa dall’ingresso degli artisti, raggiungendo suo padre alla guida della comitiva.
“Non prendertela, Tara”, le dice rassicurante un ragazzo alto, sfiorandole una spalla, “Lo sai che Sheila è un animale da palcoscenico fin da quando era bambina”.
“Lo so, Luke”, risponde Taranee con un ultimo sguardo alla facciata, “A me invece…” inizia a raccontare, cercando con la mano la borsa da ginnastica. Senza trovarla. “La borsa! Dove… Oh, no, l’ho lasciata sul pullman!”. Si volta verso la corriera, che sta già ripartendo. “Oh, no! Ehi, ferma!”. Comincia a inseguire il veicolo, che si sta muovendo lentamente verso l’uscita del parcheggio.
“Autista! Fermo!”, grida anche Luke, gesticolando.
Taranee e il ragazzo corrono a perdifiato, ma la corriera arriva fino all’uscita del parcheggio e fa per immettersi nel traffico. Ma, quando è fuori per metà, avviene il miracolo: l’autista li vede nel suo specchietto.
“Ci ha visti! Si ferma!”, grida il ragazzo, continuando a correre e sbracciarsi.
Però il pullman, di traverso nel traffico, si sta guadagnando qualche strombazzo impaziente da altri automobilisti. Il grosso mezzo si muove nuovamente, poi accosta subito nel posteggio del complesso commerciale adiacente al palazzetto dello sport.
‘Grazie al cielo!’, pensa Taranee scavalcando con agilità il muretto che divide i due parcheggi.  La corriera è a portata di mano dietro due file di auto posteggiate, ma si muove ancora, sia pur lentamente. “Fermati!”, grida Taranee continuando a correrle dietro.
Non fa quasi caso a due ragazze alte che stanno scendendo da un Land Rover lì davanti.
Queste, invece, si voltano allarmate verso di lei e la guardano con occhi stralunati.
Taranee non bada a loro finché la bionda non grida: “Una trappola!”, con una voce che le ricorda quella di Cornelia, e rientra subito in macchina. L’altra estrae dalla giacca… una pistola?!?
“Ferma dove sei!” le intima quella, puntandole addosso l’arma.
Dalla voce, Taranee riconosce anche lei: assomiglia a Will, quindi non può essere che Wanda! E le sta puntando una pistola addosso! Dopo la sorpresa, subentrano rapidamente lo sdegno, poi l’ira: “Come osi!”, ringhia tra i denti, mentre bagliori aranciati di collera cominciano a baluginarle nelle pupille.
Anche la pistolera rientra nell’automobile, senza mai perderla di mira. “Via! Andiamo!” grida alla sua compagna.
‘Adesso vi fermo io!’, pensa Taranee, allungando le braccia verso il Land Rover. In quel momento, però, l’immagine del veicolo tremola e svanisce come un miraggio.

“Ma…”, balbetta il ragazzo dietro di lei, “Ma… Taranee, cos’è successo? Dove…”.
Lei respira a fondo per riprendere il controllo. “Non lo so proprio, Luke”, gli risponde, cercando di mettere a tacere i suoi pensieri in tumulto. Si guarda attorno: altre persone nel parcheggio hanno notato la scena fulminea, senza capirla. Una signora ha lasciato cadere dei pacchetti, e resta come inebetita nell’indecisione se sia il caso di urlare oppure no.
Intanto la corriera si è fermata al di là delle automobili parcheggiate, e Tara si incammina con prudenza, cercando con poco successo di essere naturale mentre le aggira. “Vieni, Luke”, dice con voce in cui vibrano ancora rabbia e paura, “Non possiamo perdere tempo proprio ora, le prove ci stanno aspettando”.


Meridian, salone sotterraneo

Carol, pallida come un cencio nella tenue luminosità verdolina, continua ancora a stringere il volante con le mani tremanti. “Forse… forse non era un agguato. Forse è stato solo un caso”.
“Forse”, conviene Diana, scrutando dai finestrini il tetro scantinato come se temesse che la loro nemica le abbia seguite fin lì. “Magari era sola, ma stava per attaccarci, ne sono certa!”.
“Così, di giorno? In pubblico?”, chiede la bionda con un tremito nella voce.
L’altra la guarda con una punta di disapprovazione: Carol è una tigre quando c’è solo da parlare, ma davanti a un pericolo fisico trema come una foglia. “Cosa dovrei pensare? Correva verso di noi gridando. E poi ho percepito l’ira nei suoi pensieri, le ho visto fiammeggiare le pupille e tendere le braccia. Forse era improvvisato, ma era comunque un attacco”.
Carol ha percepito il suo giudizio, e si ricompone. “E ora?”, chiede asciutta.
“E ora andiamo a fare rapporto alla Luce di Meridian. Ormai ci hanno scoperte; Midgale non è più un posto sicuro, per noi”.


Heatherfield, casa Vandom

“Sì, Matt, la tua bella sta per scendere”, risponde scherzando la signora Susan al citofono. “Dalle solo un minuto… Un minuto di quelli di Will, naturalmente”.
Alle sue spalle, la ragazza esce di fretta dalla sua camera, abbottonandosi la giacca di jeans, e viene verso la porta a passo veloce. “Non badarle, Matt, sto scendendo!”, grida diretta al citofono. Dopo un cenno di saluto alla madre, prende d’infilata la porta delle scale.

Mentre è ancora sul pianerottolo, sente un gracidio provenire dalla borsetta: è la batracica suoneria del suo cellulare.
“Si? Ciao Tara. Sei…”. Dopo aver sentito le prime parole concitate di Taranee, Will sbianca in viso. “Cosa? Le gocce? ... Una pist…!?! … Sparite davanti a tutti, con tutta l’automobile? E la gente? … Meno male, ci mancherebbe solo che ci ficcasse il naso la polizia! … Davanti a Luke? E lui? … Sì, neanch’io crederei ai miei occhi. … Meglio così! … Capisco, sei vincolata. Neanche stanotte? … Va bene, Tara. Informo subito tu sai chi. Ti faccio sapere, ciao”.
La Guardiana del Cuore resta incredula, lo sguardo perso lontano mentre riabbassa lentamente il telefonino.
Le gocce di nuovo a Midgale? Che senso ha questo sviluppo?

Poco dopo, Will esce dal cancello del suo condominio spingendo la sua bicicletta.
Trova Matt ad attenderla, anche lui con la bicicletta alla mano e la custodia della chitarra a tracolla.
“Ciao, Will”, la saluta allegramente; poi, dopo una seconda occhiata, le chiede premuroso: “Qualcosa non va?”.
“Matt caro”, dice lei inforcando la sua cavalcatura di tubi, “Scusa tanto, ma ho un’emergenza. Vuoi accompagnarmi al Ye Olde Bookshop?”, poi parte veloce, senza attendere risposta.
“Ma certo”, risponde lui stupito, mentre l’altra sta già immettendosi sulla strada. Le va dietro con la sensazione che sia successo qualcosa di grave.
Forse oggi i Cobalt Blue dovranno attendere a lungo il loro chitarrista.


Midgale, palazzetto dello sport

“No, no, questo passaggio non va bene!”, si sfoga il signor Jensen, salendo sul palco a braccia alzate tra i ballerini. “Le prove dell’altro ieri erano andate molto meglio. Oggi alcuni di voi sono distratti… E’ il viaggio che vi ha stancati?”.  Si volta verso Luke. “Ci vuole più grinta, più concentrazione… Ricominciamo la seconda parte da capo”.

Mentre gli altri riprendono posizione, Taranee si porta dietro le quinte, in attesa del suo momento di entrare in scena. 
Luke le viene vicino, e le sussurra: “Tara, non so come chiedertelo, ma… che cos’hai visto tu prima, nel parcheggio?”.
Lei si stringe nelle spalle, evitando il suo sguardo. “Non l’ho capito bene neanch’io. E’ stato tutto così fulmineo… Forse quelle due stavano rubando un’automobile, hanno creduto che stessimo correndo per loro e sono scappate, nascondendosi tra le macchine”.
L’altro scuote la testa, turbato. “Non le hai viste sparire… non prendermi per pazzo… sparire con tutta l’automobile?”.
“Credi che sia possibile?”, gli chiede lei con tono neutro. Si sente in colpa: Luke ha visto benissimo, ma lei non può confermarglielo.
“No… certo che no…”, fa marcia indietro lui.
Taranee tenta una razionalizzazione credibile: “Luke, l’azione è stata così fulminea… forse hai girato lo sguardo, e la tua mente ha fuso assieme due immagini diverse. Ho visto una trasmissione in cui degli psicologi facevano esperimenti con testimoni oculari, e…”.
La musica tace all’improvviso, e il richiamo esasperato del signor Jensen li interrompe: “Taranee, Luke! Toccava a voi entrare in scena, adesso! Ma a che cosa stavate pensando?”, grida salendo nuovamente sul palco. “Che cos’avete, quest’oggi? Non potete mettere in disparte le vostre questioni personali, per un po'? Sapete benissimo che questo è un momento cruciale per la Jensen Dance Academy!”.
“S.. scusi”. “Sì… certo”.
“Proviamo la terza scena. E torneremo dopo sulla seconda, sperando che le cose siano cambiate in meglio!”. Si volta verso il tecnico del suono seduto alla sua console in una nicchia laterale. “Terza scena! Preparatevi!”.
Mentre le luci cambiano e i ballerini riprendono posizione, Sheila si avvicina a Taranee e la sfiora con un gomito. “Tara”, le sussurra con un’occhiata di rimprovero e un cenno verso Luke, “Non voglio entrare nelle vostre faccende personali, ma ti sembra di aver scelto il momento migliore per scaricarlo?”.


Kandrakar

“Grazie per avermelo riferito così prontamente, Guardiana del Cuore”, conclude l’Oracolo rivolto all’immagine fluttuante a mezz’aria, incorniciata da candidi sbuffi di nuvole. “Valuteremo subito questi sviluppi. Nel frattempo, raccomando che nessuna di voi agisca in modo sconsiderato”.
Svanita l’immagine di Will, il saggio si dirige verso un corridoio che porta alla Sala del Passaggio, senza permettere al suo viso e al suo passo di deviare dalla loro usuale imperturbabilità.

Varcato l’ingresso della sala, l’Oracolo trova il l'anziano Tibor seduto immobile a gambe incrociate e capo chino, accanto a un grande bacile colmo d’acqua contornato da fiammelle azzurrine che ardono come fuochi fatui.
“Amico mio…”, lo sollecita l’Oracolo, ma la profondità della sua meditazione lo pone al di là della portata di un richiamo così blando.
“Saggio Tibor!”, ripete l’Oracolo a voce già più alta.
Senza risultato. Lo spirito di Tibor sta vagando su nuvole lontane.
Nelle mani dell’Oracolo compare un talismano ben collaudato per richiamare lo spirito nel corpo. Ha l’aspetto di uno spillone. Il saggio si china, scegliendo con cura una posizione a lato del chakra del fondoschiena, poi spinge con decisione.
“AHI! CHI….”, grida Tibor, balzando su a occhi spalancati. “TE POSSINO… Ah… Oracolo!”. Si ricompone. “Quali gravi ragioni vi spingono a interrompere la mia meditazione, signore?”.
“Tibor, amico mio. Hai continuato a vegliare sul portale naturale tra la Terra e il Metamondo, come ti avevo incaricato?”.
“Naturalmente, signore”. Si accosta al bacile. Le gelide fiammelle lambiscono la sua candida veste, senza arrecarle alcun danno.
Sulla superficie liquida appare ciò che sembra l’interno di un tunnel fatto di nebbia e nuvole.
“Dimmi: qualcuno lo ha attraversato, negli ultimi giorni?”.
“Sì, signore”. Con alcuni movimenti rotatori della mano, Tibor fa apparire in rapidissima sequenza una serie di istantanee tridimensionali, corredate da arcani simboli astronomici riportanti le esatte posizioni degli astri negli istanti in cui sono stati rilevati i passaggi. “Ecco, Oracolo. Si tratta del giovane Caleb, già nostro araldo, che va sulla Terra a informare Elyon di Meridian degli sviluppi nel suo mondo”. Si sofferma su un primo piano di Caleb con in mano un oggetto romboidale, sorpreso a mezz’aria ad attraversare il portale alla velocità del pensiero. “In alcuni casi appare travestito, ma il mio occhio esperto non s'inganna: è sempre lui”.
“Aspetta… vediamo le ultime”. L’Oracolo fa delle eleganti rotazioni con la mano, e l’immagine di Caleb viene rapidamente sostituita da quella di un fuoristrada verde scuro congelato contro un improbabile sfondo di nuvole. “E questa?”.
“Questa… Signore, non intendevo disturbarvi per queste bazzecole… ma sembra che il nostro Caleb porti la bella Guardiana della Terra in gita nel suo mondo, qualche volta”. Si stringe nelle spalle. “Se Elyon lo sapesse, potrebbe aversene a male, e così … sapete, per discrezione …”.
L’Oracolo focalizza i dettagli dell’immagine. “Mio buon Tibor, la tua discrezione ti ha giocato una gran beffa. Quello che tu vedi alla guida non è Caleb, ma una ragazza coi capelli corti. E l’angelica creatura bionda al suo fianco non è la Guardiana della Terra, ma la sua ex goccia ribelle. Te le ricordi le gocce astrali, vero?”.
“Oooh..”. La comprensione si fa strada nella secolare saggezza di Tibor, il cui viso diventa di tutti i colori. “Mi dispiace, Oracolo… La mia vista non è più buona come quella di un centenario”.

In quel momento, l'anziana Yan Lin varca la soglia della sala. Sul suo viso rugoso è dipinta un’insolita ombra di apprensione. “Oracolo, ho appena ricevuto un messaggio della mia piccola Hay Lin. Mi ha riferito che Taranee ha avuto un brutto incontro a Midgale. La goccia di Will le ha perfino puntato una pistola addosso! E ora, le ragazze sono molto preoccupate che le loro nemiche possano colpirle di sorpresa a casa loro, quando sono sole e impreparate”.
“No! Inaudito!”sbotta Tibor, con il viso ormai più pallido della veste.

In quel momento, anche l’imponente figura di Endarno varca l’ingresso.  Il suo sguardo severo indugia un attimo sui presenti, da sotto la palpebra segnata da tre cicatrici parallele.
Inizia, con voce stentorea: “Oracolo, io non capisco e non approvo la passività con cui avete condotto tutta questa faccenda fin dal suo inizio. Le azioni perpetrate dagli Escanor e dai loro incaricati avrebbero dovuto mettervi in guardia fin da molto tempo fa. E invece, questi individui hanno potuto sottrarre impunemente il Cuore di Kandrakar. Hanno potuto  screditarne il nome davanti a un intero mondo. Quella volta non avete inviato immediatamente le nostre Guardiane a cancellare l’onta, e ora i nemici hanno preso a muoversi anche sulla Terra a loro piacimento, minacciandole nel loro mondo!”.
Senza perdere la sua calma abituale, l’Oracolo sorride sicuro al suo imponente interlocutore. “Endarno, amico mio, il non intervenire è una decisione che ho meditato a lungo. E’ chiaro che Elyon ha messo a rischio il suo stesso regno per combattere una profezia oscura, che la voleva trasformata in un tiranno. Non mi sembra il caso di vanificare questo suo tentativo, visto anche che siamo a un solo mese dalla sua conclusione. E poi, sono certo che lo sgradevole incontro di oggi è stato solo uno scherzo del caso”.
Endarno si rivolge con sufficienza all’anziano Tibor: “E quante volte è avvenuto questo sconfinamento delle gocce?”.
Costui, cercando di non lasciar trasparire il suo turbamento, torna al bacile, interrogandolo con alcuni gesti della mano. Dopo un breve silenzio pesante risponde, schiarendosi la voce con evidente imbarazzo: “A partire da quindici mesi fa, hanno fatto… ehm… settantadue viaggi”.
“Quindici mesi! Settantadue viaggi!”, tuona Endarno. “E lo sappiamo soltanto adesso!”.
L’Oracolo minimizza: “Tuttavia, è chiaro che sono stati fatti senza intenzioni ostili”.
“Ma se fosse stato così, lo avremmo scoperto solo a cose fatte!”, tuona più forte Endarno. Poi, a braccia conserte, scandisce: “Oracolo, non possiamo più chiudere gli occhi! Io chiedo formalmente che venga attivata nuovamente la Muraglia per chiudere il passaggio tra i due mondi!”.
“Solo come precauzione”, dà man forte Yan Lin, “Ora le ragazze sono molto preoccupate. Mi sembra doveroso garantire loro sonni tranquilli, per quanto ci è possibile”. L’anziana termina la sua richiesta con un inchino rispettoso.
Endarno mima ironico l’inchino di Yan Lin verso l’Oracolo. “E così facciamo dormire sonni più tranquilli anche al saggio Tibor. Ma forse non è mai stato un problema, per lui”, aggiunge con un sorriso di scherno diretto all’anziano, che si rabbuia.
Alla porta si affacciano, titubanti, altri personaggi dai tratti non umani, richiamati dai toni alti del discorso, del tutto insoliti in quel luogo di pacatezza. “Signore… qualcosa vi sta turbando?”.
L’Oracolo fa un gesto rassicurante per congedare i saggi preoccupati, poi annuisce gravemente rivolto a Endarno e Yan Lin. “Dato che insistete, amici miei, lo farò. Ma dobbiamo prendere precauzioni: non voglio più che le nostre azioni siano causa di incidenti mortali come fu vent’anni fa. Perciò, saggia Yan Lin, ti prego di contattare in sogno tutti gli interessati, e rendere loro noto che la barriera verrà riattivata subito. Mettili in guardia contro i rischi che correrebbero tentando di attraversarla senza il nostro permesso. Attendo la tua conferma, prima di iniziare il rituale di attivazione”.
“Sarà fatto”, risponde l’anziana con un inchino.


Heatherfield, casa Portrait, camera di Elyon

Il fuoristrada si arrampica rapido sulle nuvole candide, sfuggendola. Lei lo insegue con vigorosi colpi d’ala, ma ogni volta che si illude di averlo raggiunto, questo riguadagna strada con un colpo d’acceleratore. Poi si sente chiamare da un lato, e mentre si volta, il mezzo si arrampica lungo il bianco pendio e sparisce alla vista.
Dietro di lei c’è una figura minuta ma solenne, in piedi sulle nuvole. I suoi lunghi capelli argentei e l’abito color ghiaccio si confondono con i toni di bianco e grigiazzurro imperanti in quel luogo.
“Saggia Yan Lin!”.
“Salve, Elyon di Meridian. Kandrakar mi ha affidato un messaggio della massima importanza. Per garantire la sicurezza di voi tutte, tra poco verrà riattivata la millenaria muraglia tra i mondi”.
“Coosa?”. Elyon cerca di non agitarsi, altrimenti il risveglio troncherà, assieme al sogno, ogni sua possibilità di replica. “Ma così mi taglierete fuori dal mio stesso mondo! Proprio ora che mi appresto a tornare per riprendere il mio posto di Regina!”.
“Attendiamo con ansia la tua partenza per Meridian, ragazza mia, e ci auguriamo di cuore che tu possa riappropriarti del tuo ruolo. Quando giudicherai che sarà il momento, le Guardiane saranno onorate di accompagnarti attraverso la Muraglia”.
“E Caleb? Non potrà passare neanche lui?”.
“Porta pazienza per un mese, ragazza mia. Ormai manca poco alla data che tu stessa hai designato per la svolta”.
“Lo avete avvertito, almeno? Lo sapete che è pericoloso tentare il passaggio”.
“Sì, il tuo amato è stato avvisato per primo. Oggi, a Meridian, la notte è scesa prima che a Heatherfield”.
“E le gocce? Lo sanno, loro?”.
“Non ancora. Wanda… beh, lei deve imparare un bel po’ di educazione, almeno onirica, prima di poter ricevere ancora qualsiasi messaggio da me. Vera invece è irraggiungibile, protetta da chissà quali amuleti. E Carol, la principale interessata… credo che stanotte non sia ancora riuscita a chiudere occhio. Appena sarò riuscita ad avvertirla, scatterà il blocco. Per ora è tutto. Ti saluto, Elyon, e mi auguro di poter presto tornare a chiamarti ‘Luce di Meridian’”.

Appena congedata da Yan Lin , Elyon si sveglia di soprassalto. Guarda l’orologio alla parete: sono ancora le tre di notte.
Si alza a sedere sul letto, agitata.
Questa notizia è pessima, riflette: se le sue amiche WITCH dovessero riaccompagnarla a Meridian, sarebbe difficilissimo tenerle fuori da tutti i rischi di quest’impresa. Vera e le sue seguaci interpreterebbero questo come uno schieramento da battaglia, con conseguenze difficilmente prevedibili, ma certamente nefaste.
Per non dire di tutte le spiegazioni imbarazzanti che sarebbe costretta a dare, che non sarebbero certo prese bene.
E se, anziché a Meridian,  decidessero di fare tappa a Kandrakar? Lì sarebbe nuovamente in balìa del potere dell’Oracolo o, peggio, di Endarno Occhi-di-serpente.
Come potrebbe fare per riguadagnare la sua indipendenza?

Ricorda con precisione ciò che sua mamma… cioè la sua madre adottiva Miriadel, le raccontò anni prima, a Meridian.
“Avvenne proprio in questo luogo”, le disse indicando il salotto del suo appartamento reale nella torre nordest. “Erano i primi di ottobre del 1984, poche settimane prima del vero giorno della tua nascita. Lei era già debole, e le settimane che le restavano da vivere erano ormai contate. Solo il giorno prima, l’Oracolo le aveva annunciato l’intenzione di sigillare il passaggio fra i mondi, ed era stato irremovibile nella sua decisione”.
“Lei mi affidò un’ambasciata per Phobos, che di fatto già sedeva sul trono di Meridian. Negli ultimi tempi lei lo evitava, fingendo di essere offesa con lui. In realtà Lei temeva che, se si fosse trovato alla Sua presenza, lui avrebbe potuto comprendere i Suoi veri piani per salvarti”.
“Ciò che la tua vera Madre mi diede era una copia inerte del Cuore di Kandrakar. L'aveva materializzata molti anni prima, dopo che la guardiana Nerissa Le aveva permesso di sfiorare il suo talismano con le mani. Usando quest’oggetto, per Phobos sarebbe stato possibile creare un nuovo talismano in grado di aprire a piacimento dei varchi nella muraglia in posizioni che avrebbero permesso di attraversarli a piedi, senza alcun teletrasporto”.
“Oltre a quest’oggetto, la Luce di Meridian mi disse il titolo di due libri, studiando i quali Phobos avrebbe potuto trasformare quel ciondolo quasi inerte nel nuovo talismano. Erano “Poteri di Kandrakar” e “Topologia del portale naturale”, e si trovavano entrambi nella biblioteca proibita”.
“Perché lo fece? Mi incaricò di riferire al Principe dei Principi che voleva vendicare l’affronto fattole dall’Oracolo: costui aveva ignorato le sue suppliche di non chiudere il portale. La vera ragione, invece, mi fu chiara solo due mesi dopo, quando ci affidò l’incarico di rubare il nuovo talismano, detto Sigillo di Phobos, e di usarlo per portarti in salvo sulla Terra, facendo perdere ogni nostra traccia”.

Elyon riflette: anni fa, quel sigillo fu trovato dalle WITCH nel suo scantinato e poi assorbito dal vero Cuore di Kandrakar, e ora non c’e speranza di averlo indietro. Però forse lei potrebbe provare a ricrearlo da capo. Anche se quei due libri sono rimasti nella biblioteca di Meridian, si dà il caso che lei li abbia già letti, anche se senza capirli a fondo. E poi, già una volta aveva materializzato una copia del Cuore di Kandrakar, quella con cui ingannò Wanda; non avrebbe difficoltà a …
Un pensiero la fulmina: quella copia è rimasta lì a Meridian, a disposizione di Vera! La sua grande sorella ha certamente ereditato questo ricordo da Miriadel o da lei stessa, e i libri sono lì, nella biblioteca proibita a tutti tranne che alla Regina. Se volesse, Vera potrebbe facilmente realizzare un nuovo Sigillo di Phobos! E se credesse davvero che le guardiane vogliano farle la festa, cosa ancora più probabile dopo l’incidente con Taranee, potrebbe anche decidere di prevenirle: colpirle di sorpresa nel loro stesso mondo!
Oh cieli turchini, quest'eventualità dev’essere assolutamente scongiurata! Cosa può fare? L’unica soluzione è andare a Meridian da sola a parlare con Vera, subito! Forse riuscirà ancora a farlo, grazie alla provvidenziale insonnia di Carol. Non c’è un minuto da perdere!
Apre un quaderno e scrive in fretta una lettera di commiato ai suoi:

Cara mamma, caro papà,
a Kandrakar stanno per riattivare la Muraglia. Io devo assolutamente parlare con Vera prima che succeda un disastro, e tenterò subito. Se dovessi trovarmi sbarrata la via del ritorno, mi nasconderò da qualche parte sul Metamondo in attesa del giorno fatidico per riprendere il mio ruolo di regina. Non preoccupatevi troppo, saprò cavarmela anche da sola.
Vi voglio bene
Elyon.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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